La fauna del Parco

ll Parco del Ticino rappresenta una delle zone naturalistiche più estese dell’intera Pianura Padana.

Bisogna ricordare che l’area in cui si inserisce il Parco è una delle più urbanizzate, antropizzate e coltivate d’Europa; nonostante questo ospita tantissime specie diverse di animali.

Tra gli animali più caratteristici della nostra zona, che si trovano più frequentemente andando nei boschi, a pescare, o più semplicemente nei nostri giardini, ricordiamo:

La volpe

La volpe è l’unico carnivoro relativamente grosso presente nella valle del Ticino.

Ha la testa triangolare, con il muso e le orecchie appuntite. Il peso varia dai 6 ai 10 kg.

Il colore del pelo è generalmente rossastro con il ventre e l’estremità della coda bianchi.

E' un animale notturno, ma dove vive indisturbata la volpe è attiva anche di giorno. Durante il giorno si ripara sotto i cespugli, in piccoli fossi, nelle tane scavate da lei stessa o in tane di tasso e di istrice abbandonate, in città può nascondersi nei giardini o tra il materiale di scarto.

Si nutre di lepri, conigli, roditori, ricci, ma tende ad escludere i toporagni e le talpe. Mangia insetti, uccelli, uova, lombrichi, carogne e rifiuti. In estate e in autunno integra la sua dieta con frutta e bacche.

Lo scoiattolo

Lo scoiattolo è uno dei più belli e simpatici abitatori dei nostri boschi.

E’ lungo circa 20-29 centimetri, esclusa la coda, ed è di colore rossastro.

Vive quasi esclusivamente sugli alberi dai quali raramente scende.

Il nido è costruito con muschio e rametti in corrispondenza di qualche grossa biforcazione.

Molto ghiotto di semi di quercia e di pino, si nutre anche di scorza di piante, larve, piccoli uccelli, ghiande, noci, bacche, funghi. Tutti questi alimenti, ma soprattutto semi e bacche, vengono sotterrati prima che giunga l’inverno in buche appositamente scavate e costituiscono le “riserve” dello scoiattolo.

Lo scoiattolo è un animale territoriale e solo nel periodo degli amori, verso la fine dell’inverno, il maschio penetra nel territorio della femmina, la segue con insistenza e la corteggia con complicati sbandieramenti della coda. Le femmine, dopo 5-6 settimane di gravidanza , mettono al mondo 3-4 piccoli nudi e ciechi.

Lo scoiattolo ha numerosi nemici naturali, soprattutto i rapaci diurni e i carnivori di piccola taglia capaci di arrampicarsi sugli alberi.

Negli ultimi dieci anni la presenza di specie esotiche arreca seri danni alla fauna autoctona: lo scoiattolo grigio, arrivato dall’America, compromette l’esistenza del “nostro” scoiattolo rosso.

Il cinghiale


Il cinghiale è un animale di mole considerevole: il maschio può pesare dai 45 ai 180 kg, mentre la femmina è un po’ più piccola. Rispetto al maiale domestico ha una corporatura più snella e le zampe più lunghe, la testa più lunga e più appuntita e il muso più prominente, che termina con il caratteristico grifo.

Il pelo è di colore bruno ed è folto e ruvido.

Il cinghiale frequenta abitualmente le zone boscose o confinanti con terreni coltivati. Esce alla ricerca di cibo solamente verso il tardo pomeriggio, spingendosi talvolta a grufolare nelle zone aperte.

La dieta è molto varia e consiste in tuberi, radici che sradica dal terreno con le zanne, cereali, rettili e a volte carogne.

Le femmine e i piccoli sono solitamente animali socievoli e vivono in branchi che possono contare fino a 50 individui. I maschi adulti sono invece solitari e si avvicinano ai branchi solo nella stagione degli amori, che va novembre fino a gennaio.

Scomparso ormai da un secolo e mezzo il lupo, che predava solo i cinghialotti, il cinghiale non ha praticamente nessun nemico naturale in grado di tenere sotto controllo la consistenza numerica.

Il barbo

E’ TRA I PESCI PIU’ NOTI IN ITALIA.

IL CORPO E’ SLANCIATO E MUSCOLOSO. LA TESTA E’ DECISAMENTE ALLUNGATA E TERMINA IN UNA BOCCA RIVOLTA VERSO IL BASSO, CON DUE PAIA DI BARBIGLI SUL LABBRO SUPERIORE.

IL DORSO E’ BRUNO- VERDASTRO CON I FIANCHI GIALLO-DORATI.

NEI MESI DI MAGGIO E GIUGNO I BARBI SI RADUNANO IN GROSSI BRANCHI CON LE FEMMINE IN TESTA, SEGUITE DAI MASCHI ADULTI E VIA VIA DAI PIU’ GIOVANI; I GRUPPI SI PORTANO SUI FONDI GHIAIOSI, IN ACQUE RELATIVAMENTE PROFONDE, DOVE AVVIENE LA “FREGA”. LA FEMMINA ADULTA DEPONE 6-10 MILA UOVA .

IL BARBO E’ ONNIVORO: E’ GHIOTTO DI PICCOLI CROSTACEI, LARVE DI INSETTI E VARI INVERTEBRATI.

NON TANTO PER LE SUE CARNI, MA PIUTTOSTO PER LE CARATTERISTICHE SPORTIVE, IL BARBO E’ UN PESCE CHE VIENE PESCATO VOLENTIERI DAI PESCATORI DILETTANTI, SOPRATTUTTO DURANTE LA STAGIONE PRIMAVERILE, QUANDO TORNA NELLE LANCHE A CORRENTE VELOCE.

Il luccio

Ha un aspetto molto riconoscibile, in particolare per il cranio grosso rispetto al corpo, appiattito e affusolato, e il muso detto ‘a becco d’anatra’ (proprio per queste caratteristiche è noto in alcune zone d’Italia con il nome di Luccio Papera). Il suo corpo è allungato, la mandibola prominente: ha inoltre una robusta e acuminata dentatura.

La colorazione del luccio può variare a seconda della stagione e dell’età dell’esemplare, ma in genere appare verde o grigiastra, più scura sul dorso, più chiara sui fianchi e tendente al bianco sul ventre. Sul dorso e sui fianchi vi sono anche macchie e zebrature argentee o color oro.

Le pinne sono giallastre, con macchie nere, la coda invece si presenta lunga e ricca di incisioni.

Si tratta di un pesce di grossa taglia: gli esemplari maschi adulti raggiungono i 90 centimetri di lunghezza, mentre le femmine (a parità di età, la femmina del luccio è più grossa del maschio) i 150 cm, per un peso di circa 30 kg.

Il luccio vive in media venti o trent’anni, sebbene si abbia notizia di esemplari molto più anziani.

L’habitat preferito della specie sono le acque di pianura, ferme o a corrente moderata, e in genere preferisce le acque limpide a quelle torbide; vive anche in acque leggermente salmastre.

Il luccio utilizza come tecnica di caccia l’agguato: si mimetizza tra le piante acquatiche rimanendo immobile per poi scattare all’improvviso sulla preda grazie a un potente colpo di coda.

Il luccio è una preda non facilissima da catturare ed è considerata molto ambita anche da pescatori professionisti. Si pesca principalmente con la tecnica dello spinning: questo tipo di pesca prende il suo nome dal movimento dell’esca utilizzata. Si usa infatti in genere un’esca rotante che attira i pesci predatori simulando il movimento di una preda. Si dovrebbe infatti riuscire a simulare con l’esca il modo di nuotare di un pesciolino ferito, facendolo quindi muovere in maniera incerta e un po’ a scatti.

Il ghiozzo

Questo piccolo pesce è caratterizzato da un corpo piuttosto tozzo. Il capo è grosso e largo con una mandibola che sporge in avanti. Le pinne del petto si uniscono formando una sorta di ventosa a forma di ventaglio con cui il ghiozzo si appoggia e aderisce ai ciottoli.

Il colore è fondamentalmente bruno con tonalità verdognole.

La vita del ghiozzo non dura più di due o tre anni.

E’ il maschio che predispone il nido sotto un grosso sasso appena sollevato dal fondo. La femmina entra sotto questa specie di volta e, utilizzando la ventosa, vi aderisce e depone le uova.

E’ diffuso nelle acque del Ticino e ancora di più nelle acque laterali a esso collegate, dove viene catturato dai pescatori di professione con delle reti a mano.

E’ conosciuto in dialetto locale con il nome di butina ed è apprezzato nelle feste locali come pesce da frittura.

L'orbettino

L’orbettino viene spesso confuso con un serpente. In realtà questo rettile è un sauro, cioè una lucertola senza zampe!

Come le altre lucertole, anche l’orbettino può perdere la coda per sfuggire ai predatori; nel caso dell’orbettino, però, la coda non cresce più, ma si cicatrizza chiudendo la ferita.

In media questi animali raggiungono i 30-35 cm di lunghezza.

I maschi hanno una colorazione bruno-grigia uniforme, le femmine presentano 3 strisce scure.

L’orbettino vive di solito nei fossi e si mostra al tramonto; infatti, nonostante sia parecchio diffuso nel Parco, è difficile vederlo.

Il ramarro (ghess)

E’ la più grossa tra le lucertole italiane con i suoi quaranta centimetri di lunghezza, coda inclusa.

Si nutre principalmente di insetti e piccoli vertebrati, che cattura grazie alla rapidità dei suoi movimenti, o di uova di uccelli che riesce a trovare arrampicandosi sui rami più bassi degli alberi. Integra la sua alimentazione anche con bacche e vegetali.

Il ramarro si distingue dalle lucertole comuni per il colore verde brillante del dorso. Le femmine della specie presentano il colore della pelle leggermente più scuro con due o quattro striature longitudinali più chiare. Il ventre è giallo.

La differenza tra maschi e femmine si evidenzia, oltre che nel colore della pelle, anche nelle dimensioni della testa, che nei maschi è più grossa rispetto alle femmine, e per una maggiore larghezza della coda. Nel periodo degli amori, infine, la gola dei maschi assume un colore blu vivo. Va in letargo da novembre fino alla fine di febbraio e ricomincia ad uscire dalla tana e a nutrirsi ai primi di marzo. I ramarri possono raggiungere i quindici anni di età.

I potenziali predatori della specie sono le donnole, i gatti, i serpenti e i roditori.

Altro grande nemico del ramarro è l’uomo, che con l’uso di pesticidi ha messo a forte rischio la sopravvivenza della specie.

Il fagiano

E’ il galliforme di dimensioni maggiori presente nelle nostre zone.

Caratteristica di entrambi i sessi è la coda lunga e appuntita e le ali corte e arrotondate.

Si è ambientato molto bene nella campagna coltivata, trovando buone condizioni di vita nelle distese di granoturco e nelle risaie asciutte. Cammina agevolmente sul terreno e, all’occorrenza, può correre molto velocemente per sottrarsi al pericolo .

I fagiani hanno anche l’abitudine di appollaiarsi sui rami degli alberi, soprattutto quando il terreno è molto umido e freddo.

Questa abitudine li rende facile preda dei bracconieri, che li individuano di notte illuminandoli con un faro.

Gli accoppiamenti avvengono nel mese di marzo. Il nido viene costruito a terra nei campi coltivati e nei prati, in preferenza nelle siepi e nei cespugli al margine dei boschi. E’ la femmina che si occupa della costruzione, della cova delle uova e dell’allevamento della prole.

Per quanto riguarda l’alimentazione il fagiano si può definire onnivoro, sebbene alla base della sua dieta ci siano i semi di diverse piante e i frutti di bosco, tra tutti le more.

È diffuso e abbondante nel parco.

La poiana

E’ probabilmente il rapace diurno più diffuso nella nostra zona. Ha dimensioni notevoli, circa 53 cm. Le piume sono generalmente brune sul dorso, mentre il petto e le parti inferiori sono biancastre.

Nidifica solitamente in boschi e boschetti, su alberi molto alti, ma spesso si ferma in zone aperte, dove il bosco si interrompe per lasciare spazio alle coltivazioni, dove sono presenti gli animali di cui si nutre: topi, ratti, uccelli, qualche rettile, grossi insetti.

Verso aprile la poiana costruisce il suo nido adoperando dei rami e imbottisce l’interno con foglie, muschio e peli, continuando ad aggiustare i bordi con fuscelli ed altro materiale. I genitori covano da 2 a 4 uova bianco-azzurrine alternandosi per 30 giorni.

Nonostante sia ancora comune nella valle del Ticino, questo rapace sta rapidamente diminuendo; molti sono stati trovati morti nelle campagne, probabilmente per aver mangiato qualche roditore avvelenato dai pesticidi.

Il germano reale

E’ l’anatra più comune nel parco. Il maschio è coloratissimo: ha capo verde scuro, collare bianco, petto bruno.

La coda è bianca con le 4 penne centrali nero arricciate. La femmina invece è brunastra .

Il germano reale frequenta qualsiasi specchio d’acqua abbastanza riparato: stagni, lanche, acquitrini.

La riproduzione avviene in marzo ed è preceduta da parate per la formazione della coppia. La femmina costruisce il nido da sola, generalmente vicino all’acqua e nascosto sotto cespugli o siepi . Le uova, 10-12 di colore grigio-verdastro, schiudono dopo circa un mese.

Il germano cerca il cibo soprattutto verso il tramonto; l’alimentazione si basa normalmente su semi, foglie di piante acquatiche, germogli, granaglie. A volte mangia anche insetti, molluschi, vermi e piccoli pesci.

La lycaena

Un gruppo di animali tra gli invertebrati, che da diversi anni viene monitorato sul territorio del Parco, è quello dei Lepidotteri.

Nell’Area protetta sono state rilevate specie di particolare interesse per il tentativo di conservazione, tra tutte la Lycaena.

E’ una piccola farfalla dal forte impatto visivo per il suo vivace colore. Il maschio è molto vistoso, per via delle ali color arancione-rame brillante con margini scuri. La femmina, invece, presenta ali con numerose macchie marroni. La pagina inferiore delle ali è simile per entrambi i sessi, grigio-azzurra con fascia arancione e macchie nere.

La Lycane dispar è presente, in Italia, nelle pianure del Nord ed in alcune aree della Toscana. Frequenta prati umidi, acquitrini, paludi e canali.

A causa della degradazione e della distruzione del suo habitat, con conseguente riduzione della sua pianta nutrice, il Romice, questa farfalla è minacciata e rara.

Proprio per questo motivo dal 2014 è stata attivata una casella di posta elettronica a cui poter inviare informazioni e segnalazioni riguardanti le farfalle del Parco Lombardo della Valle del Ticino.