Il ponte sul Naviglio

Nell’età medioevale si era ravvisata la necessità di costruire un ponte sul Naviglio Grande, per permettere un miglior collegamento con le parti del borgo che da esso erano divise.

Si conosce da un documento del tempo che il Ponte era il punto centrale e di riferimento delle sei contrade che costituivano l’ossatura del piccolo paese di Boffalora, tutto concentrato proprio attorno al Naviglio.

Questo ponte era stato inizialmente realizzato in legno.

Era stato ricostruito diverse volte a causa della scarsa qualità dei materiali impiegati e dell’uso frequente a cui era sottoposto da parte della popolazione .

Intorno al 1539 il ponte si trovava in pessime condizioni, quindi era stata nominata una commissione apposita per valutarne i danni e proporne una ricostruzione con nuovi materiali.

I principali utenti del ponte erano i padri Certosini e i Passionisti di Bernate che a Boffalora, sul lato ovest del Naviglio, possedevano molti terreni. Questi due ordini religiosi furono i principali contribuenti delle ristrutturazioni del ponte, anche se fu difficoltoso valutare correttamente la divisione delle spese.

Nel 1601 venne siglato l’accordo che riguardava i costi di costruzione:

il 50% della somma doveva essere fornito dalla Regia Camera di Milano ed il restante 50% doveva essere suddiviso tra i maggiori utenti del ponte, in base a quanto dichiarato rispettivamente.

Il progetto prevedeva la costruzione di un semplice ponte in mattoni di una sola arcata per contenere i costi.

In realtà, vista l’importanza del ponte che, attraverso la «Strada Regia» collegava Milano alle rive del Ticino, il progetto venne modificato optando per un più solido attraversamento a due arcate.

La spesa, stimata in 14.000 scudi, venne suddivisa tra i settantadue finanziatori dell’impresa.

I lavori vennero realizzati in poco più di un mese e il 17 gennaio 1603 la struttura venne ultimata.