Dalle origini al 1600

Boffalora sorse nella valle del Ticino, fiume adorato dai popoli primitivi come una divinità.

Lungo le sue rive sono stati trovati reperti: vasi, anfore, manufatti scheggiati, altre stoviglie di uso domestico, punte di lancia e chiodi rinvenuti nei pressi delle cascine Calderari e Cattabrega. Dopo un'attenta analisi è emerso che questi oggetti risalgono al Neolitico.

La fondazione della comunità di Boffalora è legata inizialmente alla presenza degli Ambroni, una popolazione ligure che aveva colonizzato queste terre intrecciando la propria società con quelle dei Celti e dei Romani.

Gli Etruschi abitarono in seguito questo territorio attorno al VI secolo a.C; erano arrivati risalendo il corso del Po e del Ticino.

Dai reperti archeologici emerge che erano agricoltori, pastori, artigiani e ceramisti.

In seguito, gli Etruschi furono sconfitti dai Galli intorno al 594 a.C, una popolazione celtica proveniente dalla Francia. Erano guidati da Belloveso, fondatore della città di Milano.

Nel 222 a.C., quando il nostro territorio divenne una provincia dei Romani che conquistarono anche Milano, il ruolo del borgo di Boffalora cambiò: divenne un porto commerciale molto importante, perché si trovava in un punto strategico del Ticino.

Boffalora ricoprì un ruolo fondamentale per la propria posizione geografica nel 218 a.C. quando, nel corso della II Guerra Punica, venne combattuta la storica battaglia del Ticino tra Scipione e i Cartaginesi guidati da Annibale.

A quel tempo Boffalora commerciava l'olio di ravizzone, ottenendo in cambio merci pregiate, quali vino e monili, che scambiava con la capitale della provincia, Mediolanum, la futura Milano. Durante l’Impero di Augusto intensissimi erano anche i traffici con le città di Julia Augusta Taurinorum (Torino), Novaria (Novara) e con il vicinissimo accampamento commerciale di Vadum Trecatium (Trecate).

Questo fermento economico era anche dovuto alla vicinanza del borgo con la via Consolare Vercellina.

Abili costruttori di strade, i Romani tracciarono infatti la strada ad Vercellas, una strada lastricata vicinissima a Boffalora, che congiungeva Milano a Torino passando per Vercelli.

Questa strada costituirà la principale via di transito e di scambio con i territori dell’oltre Ticino, che si potevano raggiungere, guadando il fiume o costruendo ponti provvisori, probabilmente più a nord di Boffalora in zona Bernate, dove le rive opposte sono più vicine e di quasi uguale altezza.

Verso la fine del II secolo d.c., durante la crisi dell'Impero Romano, in Italia si riversarono diverse popolazioni nomadi provenienti dall'Europa settentrionale che praticavano la pastorizia e il saccheggio.

Tra questi spiccava indubbiamente la tribù dei Longobardi.

Guidati dal Re Alboino, il 3 settembre del 569 d.c., i Longobardi conquistarono Milano e si stanziarono in Lombardia, dando anche il nome alla regione, e posero la loro capitale a Pavia nel 572 d.c..

Erano biondi, portavano lunghe barbe, lunghissimi capelli spioventi sulla fronte e sulle orecchie e si rapavano la nuca.

Indossavano ampie vesti di lino dai bordi variopinti e calzavano stivaloni di cuoio.

I Romani li chiamavano "Germani o Barbari" e li consideravano rozzi e invincibili.

Nel 774 i Longobardi furono vinti dai Franchi di Carlo Magno. Alla sua morte il territorio di Boffalora passò nelle mani degli Imperatori tedeschi ma alcuni Comuni, tra cui Milano, si ribellarono al loro dominio.

Quando salì al trono Federico I detto Barbarossa decise di punire i Comuni ribelli.

I rappresentanti dei principali Comuni lombardi si riunirono a Pontida e formarono la Lega Lombarda, che nel 1176 sconfisse l'Imperatore nella Battaglia di Legnano, riportando la pace nella valle del Ticino.

Le prime notizie certe su Boffalora risalgono al 5 agosto 1179, giorno dell’inizio dei lavori dell’escavazione del Naviglio Grande. In questo giorno si festeggia la Madonna della Neve, a cui poi sarà dedicata la principale chiesa del paese, simbolo del legame molto sentito tra la religione e le attività produttive.

Proprio in questo periodo venne realizzato il cantiere stabile per la costruzione del Canale e, probabilmente, il paese è nato per ospitare gli operai che stavano lavorando a questa imponente opera architettonica. Alla fine dei lavori Boffalora era diventata un vero e proprio centro abitato, anche grazie alla sua posizione strategica vicina alle acque del Ticino e si presentava già divisa in due parti dal Naviglio:

da una parte il paese vero e proprio, mentre dall’altra si trovavano i terreni fertili e i boschi, oggi parte del Parco del Ticino, ricchi di selvaggina locale, come fagiani e cervi.

Il tutto unito da un ponte, che in pochi anni divenne il simbolo del paese.

Su questo ponte il 1º novembre 1245 avvenne lo scontro fra l’imperatore Federico II di Svezia e i Milanesi, che riuscirono a sconfiggerlo impedendogli di passare il Canale a Boffalora per dirigersi alla conquista di Milano. In particolare, per impedirgli di raggiungere la città, vennero allagati tutti i campi.

Gian Galeazzo Visconti

Nel 1396 Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano, donò ai monaci della Certosa di Pavia alcune terre fra le quali il territorio di Boffalora, dove edificarono un'importante azienda agricola chiamata Grangia, che comprendeva stalle, portici, granai, cantine e depositi.

Qui veniva immagazzinato ciò che serviva per il sostentamento dei monaci che risiedevano nella Certosa di Pavia e di una parte della comunità.

Grazie ai monaci molti terreni furono bonificati per essere coltivati.

In questi fabbricati, che si trovano in piazza 4 Giugno e in parte di via Trezzi,

i portici e le colonne hanno i capitelli uguali a quelli della Certosa di Pavia. Questi capitelli sono detti "scudati".

Nel corso del 1400, anche grazie alla presenza dei monaci, il Porto di Boffalora diventò sempre più importante per gli scambi commerciali.

Lungo il Naviglio si raggiungeva Milano, mentre lungo il Ticino le merci erano dirette a Pavia e poi, lungo il Po, verso il mare.

Ludovico il Moro

Alla morte senza eredi maschi di Filippo Maria Visconti, il Ducato di Milano conobbe un periodo di crisi finché intorno al 1450 salirono al potere gli Sforza.

In particolare Ludovico il Moro, signore di Milano, contribuì allo sviluppo di tutto il Ducato e accolse molti artisti, tra cui Leonardo da Vinci, che abitò nel suo castello di Vigevano per quasi quindici anni.

Ludovico il Moro visitò molte volte Boffalora verso la fine del 1400; navigando lungo il Naviglio, da Milano al porto di Boffalora, raggiungeva le rive del Ticino per andare a caccia nei boschi lì vicino.

La Chiesa

L'11 maggio 1493 venne consacrata la prima chiesa di Boffalora, una piccola cappella costruita su uno dei punti più alti del paese, collocata nei pressi dell' antica contrada per Mesero (tra le attuali vie Trezzi e Repubblica).

Il 3 aprile 1570, arrivando a Boffalora per la visita pastorale, il grande arcivescovo di Milano Carlo Borromeo trovò la chiesa un po' piccola e indicò altri lavori da eseguire, tra cui la decorazione e la realizzazione di alcuni dipinti.

Nuovi lavori verranno indetti dal cugino Federico Borromeo in visita all' inizio del XVII secolo.

Ritratto di Gregorio XIII, uno degli affreschi staccati dall'antica chiesa e conservati oggi nel battistero della chiesa parrocchiale.

La dominazione spagnola

Nel 1500, durante la dominazione spagnola, furono introdotti nuovi prodotti agricoli, come il granoturco, e furono importati l'arachide, il peperoncino, la melanzana e la patata, che prima erano coltivati solo nelle Americhe. Dall'India venne importato il riso e si diffusero inoltre caffè, tè, cacao e tabacco.

Venne importato anche il gelso,

necessario per alimentare il baco da seta.

In questo periodo a Boffalora venne costruita una caserma per ospitare l'esercito spagnolo, ma durante il governo di Filippo II la dominazione spagnola entrò in crisi.

Quando gli Spagnoli lasciarono i nostri territori tutti i fabbricati vennero ceduti ai Certosini che li trasformarono in magazzini.

Resti della torre medievale, parte del forte spagnolo, visibile ancora oggi stando sul ponte e dirigendo lo sguardo verso il campanile.

Nel frattempo anche i Boffaloresi furono colpiti dalla peste, un'epidemia che nel 1630 provocò la morte di migliaia di persone.

La storia del paese è strettamente legata al Barchètt, un servizio di trasporto fluviale lungo il Naviglio che collegava il paese a Milano. Il servizio è documentato dal 1645 ed è continuato ininterrottamente sino all'inizio del XX secolo.