La battaglia di Boffalora

3 Giugno 1859

Il contributo di Boffalora alla Storia si deve più di ogni altra cosa ai gloriosi episodi della Battaglia di Magenta.

Prima del 1859 l’Italia era divisa in sette stati diversi. Tutti gli Italiani erano sottoposti a governi e leggi di stranieri, tranne il Piemonte dei Savoia. Il Lombardo-Veneto era dominato dagli Austriaci.

Il Ticino rappresentava la linea di confine tra il Piemonte e il Regno Lombardo-Veneto.

Il Piemonte, ancora segnato dalla sconfitta subita da Carlo Alberto nel 1849, non si diede per vinto nel progetto di unificazione dell’Italia. Nel 1858, con questo proposito, il primo ministro sabaudo Camillo Benso conte di Cavour incontrò segretamente il nuovo Imperatore francese nel tentativo di ottenere il suo appoggio nella guerra contro l’ Austria.

Dopo che il Piemonte aveva rifiutato l’Utimatum austriaco di abbandonare le armi, l’esercito imperiale si decise a contrattaccare, oltrepassando i confini del Ticino a Pavia e conquistando Novara, con l’intento di sconfiggere le forze armate dei Savoia prima che queste potessero godere dei rinforzi francesi.

Il 4 giugno 1859, giorno della famosa Battaglia di Magenta, l’area del Ticino venne interessata da molti combattimenti; anche Boffalora venne colpita, vista la sua posizione strategica e l’ importanza che il ponte ricopriva nel centro del paese, poiché consentiva di oltrepassare il Naviglio. Per questo, nella notte del 3 giugno, il ponte sul Naviglio era stato minato con l’intento di farlo saltare all’arrivo dei Francesi.

I Francesi avevano proposto di dividere gli attacchi alla Lombardia tra Turbigo, Pontenuovo ed Abbiategrasso. Verso mezzogiorno l’avanzata del secondo Reggimento giunse alle porte del centro abitato di Boffalora. Il Generale austriaco Baltin ordinò di far saltare il ponte, ma l’operazione avvenne solo parzialmente.

Del ponte fu distrutta solo l’arcata che conduceva dall’attuale via XXV Aprile alla piazza 4 Giugno.

Alle 15.00 i Francesi gettarono una passerella sui resti del ponte e iniziarono la carica verso gli Austriaci, costringendoli a ritirarsi. Si calcolarono circa cento morti e oltre duecento tra feriti e prigionieri.

Dopo non molto tempo il ponte sul Naviglio e quello sul Ticino vennero ricostruiti, ma i segni dello scontro permangono ancora oggi sulle case del centro storico. (via XXV Aprile, angolo via Dante)

Sul tetto di casa Bevilacqua è ancora visibile un blocco di granito scaraventato dall'esplosione. (Piazza 4 Giugno)

Pezzo dell'antico ponte di Boffalora distrutto durante la battaglia del 1859. Oggi è stato recuperato e convertito in monumento a memoria dell'evento (Via XXV Aprile, 15).

Una pistola utilizzata nel periodo della Battaglia, rinvenuta nell'intercapedine di un muro durante la ristrutturazione di una casa.