Stati Uniti Est e parchi divertimento 1999

Luglio 1999

LE MERAVIGLIE DELL'EST: continua il viaggio negli "States". Due anni dopo aver visitato l'ovest ci accingiamo a vedere quello che ha da offrire la costa atlantica. Una cosa in più l'abbiamo già trovata ancora prima di partire: Manuela e Stefano, compagni di giochi da una vita, amici da sempre, saranno protagonisti insieme a noi di questa bella avventura.

In fondo alla pagina trovi lo slideshow con le immagini del viaggio...

4 Luglio

Siamo elettrizzati al solo pensiero di essere in Florida: una località vista e rivista in decine di film e telefilm, così lontana dalla vita reale di tutti i giorni. L'impatto appena fuori dall'aerostazione è più forte del previsto e ci rendiamo subito conto che è tutto vero: siamo a Miami! Centinaia di persone con enormi bagagli cercano di guadagnare il lato opposto della strada evitando di farsi "stirare" da autobus e taxi che procedono a velocità folle! Il fuso orario, la temperatura elevata e le molte ore di volo lasciano il segno ed è quindi comprensibile qualche minuto di shock. Ma ci riprendiamo velocemente e subito intravediamo l'arrivo dell'autobus blu della società di noleggio Alamo: ci porterà presso l'ufficio dove ritireremo l'auto già prenotata (anche se in realtà prenderemo una 4x4 orientale). Stipiamo la Kia Sportage con zaini, trolley, valigie e ci rechiamo presso il motel individuato già prima della partenza. E' tardo pomeriggio e la stanchezza prende il sopravvento: cena veloce e nanna fino a domani.

5 Luglio

La visita della città comincia da uno dei luoghi simbolo, il Bayside: una sorta di centro commerciale sorto direttamente sul molo turistico che ci vede girovagare insieme a pochi altri turisti, mattinieri come noi. Il posto sarà completamente diverso da mezzanotte in poi! Raggiungiamo quindi Miami Beach, la rinomata spiaggia caratterizzata da bar e hotel in stile Art Deco in fila lungo l'Ocean drive: sole, caldo, jeep con "passeggeri" in bikini, poliziotti super muscolosi in mountain bike, le torrette sulla spiaggia con i lifeguard, tutto come nei film… L'oceano non è troppo invitante, ma la temperatura ci costringe ad un rinfrescante bagno e poi, non fare un bagno a Miami sarebbe imperdonabile...

6 Luglio

Il caldo si fa sentire già di prima mattina, ma noi non ci scoraggiamo: la meta di oggi sono le Florida Keys. Una striscia di isole coralline, più o meno grandi, ordinate in una fila lunga 180 km e protesa verso l'isola di Cuba. All'estremità si trova Key west, la città più meridionale degli USA continentali, che purtroppo non raggiungeremo (il caldo presto comincerà ad influire in modo pericoloso sulla nostra lucidità!). Avremo comunque modo di farci il bagno in queste sabbiose acque e di scattare qualche bella foto ed il nostro rientro a Miami sarà accompagnato da un suggestivo tramonto. Un' indispensabile doccia e ci rechiamo all'interno di una sorta di centro commerciale a cielo aperto che ci accoglierà per tutta la serata. Prima della partenza dall'Italia ci avevano messo in guardia sulla pericolosità di questa città, arrivando a sconsigliarci la visita. Abbiamo evitato le zone malfamate e ci siamo comportati da "visitatori" rispettosi del luogo: siamo stati benissimo e ci dispiace lasciarla.

7 Luglio

Si parte di buon ora in direzione nord e la Florida's Turnpike (autostrada a pagamento) verso un vero sogno, almeno per me. Ci condurrà al John F.Kennedy Space Center di Cape Canaveral! Una provvidenziale pioggia serve a rinfrescare un po’ il viaggio, ma i "bisonti" che spesso ci superano creano enormi nubi d'acqua rendendo insufficiente l'instancabile lavoro fatto dai tergicristalli. Arriviamo a destinazione e siamo nuovamente sotto un sole cocente. Ci dirigiamo a passo svelto verso il Visitor Center: questo è per me il realizzarsi di un vero sogno, forse la parte più attesa dell'intero viaggio! Laura Manuela e Stefano sicuramente se ne rendono conto e comprendono la mia "infantile" impazienza. La visita è perfettamente organizzata, e non poteva essere altrimenti. Suggestivi ed enormi autobus, in fila uno dietro l'altro, caricano in modo ordinato le centinaia di visitatori più o meno sbalorditi. Iniziamo il nostro tour passando vicino al palazzo (in realtà quasi un grattacielo) dove vengono assemblati i veicoli destinati al lancio e poi ancora a fianco dei carrelli mossi da giganteschi cingoli destinati al trasporto dei veicoli fino alle rampe di lancio, situate a distanza di sicurezza dal restante centro spaziale. Scendiamo dopo circa quaranta minuti per entrare in un edificio pieno di monitor, strumenti, indicatori luminosi e tastiere: siamo nella sala controllo (evidentemente una riproduzione a scopo turistico) e riviviamo l'emozionante sequenza dello sbarco sulla luna da una posizione sicuramente inusuale. "Un piccolo passo per un uomo, un balzo da gigante per l'umanità"... Credetemi, ho i brividi! La visita termina poi nel punto in cui è iniziata: qui consumiamo hamburger e patatine, acquistiamo gadget, cappelli, magliette, spille ed adesivi: e quando ci ritorniamo? Dopo un lungo trasferimento raggiungiamo, in tarda serata, il nostro motel. Siamo ancora in Florida, ad Orlando, città del divertimento per grandi e piccini...

8 Luglio

Trascorriamo l'intera giornata negli Universal Studios, uno dei cinque enormi parchi a tema della città. Visitiamo le ricostruzioni dei set più famosi. Ogni posto è unico. Solo due cose li rendono simili tra loro: caldo torrido e file interminabili di visitatori! 45 $ (a testa!) sono veramente tanti, ma tutto sommato ben spesi. Inutile dire che a fine giornata siamo pressoché distrutti.

9 Luglio

Dedichiamo un'altra giornata ai parchi: oggi è la volta del Magic Kingdom di Walt Disney World. Qui ritroviamo il caldo torrido e le file interminabili di ieri (oltre ai 45$ a testa per l'accesso…), ma ci godiamo la giornata. Siamo come dei bambini (forse peggio..), impazienti di visitare questa o quell'attrazione, comprare questa o quella maglietta, in preda ad una sorta di tuffo nel passato.

10 Luglio

Oggi è previsto un trasferimento aereo, ma avverrà solo nel primo pomeriggio: abbiamo quindi la mattinata libera e ne approfittiamo per scrivere e spedire le prime cartoline. Dopo pranzo ci rechiamo in aeroporto, lasciamo l'auto ed alle 3,45 il volo 2991 della U.S. Airways ci conduce a Washington D.C., la capitale degli Stati Uniti d'America. Ritiriamo l'auto, questa volta una grossa berlina Ford di color amaranto, e raggiungiamo il motel in tarda serata, attraversando quartieri poco rassicuranti.

11 - 12 - 13 Luglio

Sicuramente la visita è resa più gradevole dal fatto che essendo domenica non c'è quella frenesia tipica dei giorni lavorativi. La città rispecchia il ruolo che ricopre: ordine e pulizia sono le cose che si notano subito (diversamente dalla periferia…). Pochissime auto sotto un sole implacabile che non ci permette di togliere il cappello: giriamo a piedi, come tanti altri turisti, visitando i monumenti più belli. Il Campidoglio, il Lincoln Memorial, il Jefferson Memorial, l'obelisco dedicato a Washington e poi naturalmente la Casa Bianca. Attraversato il fiume Potomac raggiungiamo il gigantesco cimitero nazionale di Arlington in cui riposano, tra gli altri, i fratelli Kennedy. Assistiamo in religioso silenzio al cambio della guardia, eseguito in modo impeccabile, davanti alla tomba del Milite Ignoto. Poco fuori il memoriale alla guerra di Korea (immortalato anche nel film Codice D'onore). Non ci perdiamo la visita del National Air and Space Museum (e come avremmo potuto!) che peraltro è gratis come tutti i numerosissimi musei della capitale. Tristemente suggestivo il memoriale alla guerra del Vietnam rappresentato da una lastra in marmo nero lunga 150 mt, con incisi i nomi dei quasi 60.000 americani morti o dispersi durante il conflitto. Un certo disgusto per il genere umano ci accompagna durante la visita del National Holocaust Memorial Museum: testimonianza dell'incredibile sterminio eseguito ai danni degli Ebrei in Europa. Molto più' "leggera" la visita del maestoso J.Edgar Hoover Building sede dell' FBI, caratterizzata però da una coda di quasi tre ore per poi vedere molto meno di ciò che speravamo. Nuovamente sul lato opposto del fiume, nello stato della Virginia, sorge la vecchia città, Georgetown: è davvero incantevole, soprattutto di sera. Abbiamo trascorso tre giorni intensi, siamo stanchi ma carichi di emozioni, qualcuno ha apprezzato di più un monumento o una piazza, qualcun altro di più un museo o un palazzo, ma nessuno dimenticherà la visita della Capitale (oltre a ricordare il caffè espresso pagato 7 dollari!).

14 Luglio

Ci trasferiamo a Philadelphia, in Pennsylvania, raggiungendola nel primo pomeriggio e vedendo quel poco che c'è da vedere, naturalmente paragonata a Washington. Anche qui però troviamo qualcosa di unico: l'Indipendence National Historical Park all'interno del quale si trovano i luoghi e i simboli della storia Americana tra cui la famosa Liberty Bell, la campana che nel 1776 suonò per la prima volta in occasione della pubblica lettura della Dichiarazione d'Indipendenza. Pochi metri e si entra nell'edificio in stile georgiano chiamato Indipendence Hall, ribattezzato "culla degli stati uniti": qui ammiriamo simboli che testimoniano la firma della famosa dichiarazione. Scusate se è poco…

15 Luglio

Nuovamente in auto dirigiamo ad ovest verso l'interno dello stato prima di spostarci a nord verso lo stato di New York. Un percorso interminabile con panorami diversi, ma sempre poco interessanti. La strada si rivela più tortuosa e lunga del previsto. Nel tardo pomeriggio raggiungiamo State College, un grazioso centro pieno di giovani, testimonianza del fatto che siamo nei pressi di uno o più atenei universitari.

16 Luglio

Si parte di buon ora per raggiungere quanto prima la meta di oggi: Buffalo, versante americano delle famose Cascate del Niagara. Poco dopo pranzo raggiungiamo il motel, ci rimettiamo in sesto e percorsi pochi chilometri siamo a destinazione :davanti a noi una delle sette meraviglie del mondo! Immediatamente si capisce il perché. Decidiamo di passare dalla parte Canadese certi di godere di una visuale sicuramente più bella. A piedi attraversiamo il lungo e suggestivo ponte Rainbow Bridge: sulla nostra sinistra le cascate originate dal fiume Erie, precipitano per 60 metri e sotto di noi impetuoso scorre il Niagara River, affluente del lago Ontario che diventerà fiume San Lorenzo ed attraversando lo stato del Québec sfocerà nell'oceano atlantico. Espletate le formalità doganali (e pagata la tassa d'ingesso …) raggiungiamo le Horseshoe Falls ovvero laconvessità lunga quasi 700 mt da cui precipita una quantità d'acqua impressionante: 3 milioni di Litri al secondo! Il suo assordante fragore sparge microscopiche gocce d'acqua tutto intorno e crea bellissimi arcobaleni. Per le nostre foto abbiamo solo l'imbarazzo della scelta. Una cosa da non perdere è Maid of the Mist: i potenti battelli conducono i turisti così vicino alle cascate che di fatto è come stare sotto la doccia (le mantelline fornite insieme al biglietto non servono a nulla), un'emozione unica. Parlare tra noi è impossibile e neanche urlando riusciamo a capire cosa diciamo. Ridiamo in modo assurdo realizzando in quale situazione ci troviamo, consapevoli però di aver sicuramente speso bene i nostri soldi. Consumiamo velocemente Hamburger e patatine (tanto per cambiare) e ci rechiamo nuovamente in prossimità delle cascate: migliaia e migliaia di persone affollano i belvedere. Verso le 22 comincia uno spettacolo pirotecnico davvero indimenticabile: è ormai buio e le cascate sono illuminate da potenti riflettori variopinti e sopra di esse tuonano i fuochi artificiali. Rientrando al motel è difficile esprimere le emozioni che abbiamo provato ed il silenzio suggella un'altra bellissima giornata.

17 Luglio

Altra giornata "on the Road". Molto meno emozionante della precedente, ma indispensabile per raggiungere Amsterdam (non quella Olandese…). Qui troveremo il motel con la camera prenotata. Ci prendiamo il lusso di una cena in una Steak House molto caratteristica: classica bistecca, enorme, e patata al cartoccio. Scartiamo le innumerevoli salse ma, non un boccale di birra ghiacciata (da evitare di bere velocemente per non doversene ricordare a lungo: provato personalmente!!!)

18 Luglio

Un'ulteriore sforzo (l'auto ormai diventata la nostra casa è per fortuna davvero confortevole) e raggiungiamo Boston, nel Massachussets. Sin dall'inizio la città ci colpisce per la sua impronta "Europea". Visitiamo subito la più antica università americana (fondata nel 1600) Harvard University. Il campus è aperto e ne approfittiamo per visitarne l'interno. Davvero suggestivo pensare che personaggi illustri abbiano studiato in questi locali e che tuttora possa esserci un potenziale "genio". Ci spostiamo nella zona di Beacon Hill, pittoresco quartiere con le tipiche case in mattoni rossi, un tempo riservato alle più antiche famiglie della città: tutto ricorda molto il Regno Unito...

19 Luglio

L'impressione positiva al nostro arrivo viene confermata dalla visita di oggi. Partendo dal Boston Common, il più vecchio parco pubblico degli USA, seguiamo il Freedom Trail: il sentiero della libertà è un percorso di 5 km che collega edifici e luoghi storici della città. Un' interminabile linea rossa disegnata sul pavimento, fa da "binario" a centinaia di turisti che spesso non sanno se guardare in terra o in aria. Scherzi a parte è geniale! Anche avendo poco tempo, come noi, non ti perdi quasi nulla. Un ottimo panorama della città si potrebbe ammirare dalla sommità della Hancock Tower, un grattacielo alto 240 mt con 60 piani, ma noi non ci godremo proprio nulla poiché le ascensori sono fuori servizio e non sono previsti sconti per salire a piedi. Peccato, ma di salire a piedi proprio non se ne parla! Terminiamo la giornata prendendoci in pieno un inaspettato e formidabile acquazzone estivo. Divertiti corriamo come disperati, ma invano: scendiamo nel parcheggio e giunti nei pressi della nostra auto sembriamo usciti dalla doccia! Ne ridiamo di gusto e lo faremo molte altre volte ricordando l'episodio.

20 Luglio

La vacanza è quasi finita. Ancora 400 km e siamo a New York dove passeremo i successivi due giorni prima dell'inevitabile rientro in Italia. Un altro sogno si è avverato: venti giorni, quasi 5000 km e centinaia di foto, testimonianza di luoghi bellissimi ed unici nel loro genere.