Stati Uniti 2019

Giugno 2019

"I GRANDI PARCHI NAZIONALI DELL'OVEST AMERICANO, ovvero in viaggio da San Francisco - California a Phoenix - Arizona con Laura e Giancarlo …"

Così veniva introdotto il racconto del nostro viaggio effettuato nel 1997: sono trascorsi 22 anni e siamo diventati una famiglia. Con noi viaggiano infatti Daniele e Matteo che certamente "respirano" la nostra voglia di viaggiare sempre e comunque: dal semplice week end fuori porta al Viaggio dei viaggi ...

Perché tornare negli Stati Uniti, per coloro che come noi li amano profondamente, dopo tanti anni e con le persone più importanti al proprio fianco, può certamente considerarsi il viaggio della vita!

In fondo alla pagina trovi un video e lo Slideshow con alcune immagini del viaggio

16 Giugno

Sono trascorsi anni da quando, memori delle nostre esperienze passate, abbiamo accarezzato l'idea di tornare negli USA. Mesi da quando abbiamo pensato modificato, definito l'itinerario e settimane dall'acquisto dei biglietti ed il rilascio della documentazione necessaria. Pochi giorni or sono la preparazione dei bagagli e finalmente è giunto il giorno della partenza. Daniele (16A) e Matteo (6A) sono adrenalina allo stato puro e noi, sebbene "vestiti" di una maggior responsabilità ugualmente eccitati di fronte ad un vero e proprio sogno che si sta realizzando. Il nostro volo (BA 583) decollerà alle 8.05 da Milano Malpensa, direzione Londra Heathrow. Di qui, dopo un paio d'ore circa, il volo BA 281 della British ci condurrà, a bordo di un recente e confortevole Boeing 787, fino a Los Angeles. Saranno necessarie quasi 12 ore di volo, ma l'intrattenimento di bordo ed il relativo confort offerto, lo renderanno più piacevole (e scorrevole) del previsto. Alle 14.45 locali (-9 ore rispetto all'Italia) siamo al Tom Bradley International, nella città degli angeli in California, a quasi 10.000 km da casa! Grazie alla presenza di Matteo, evidentemente minore di 14 anni sbrighiamo celermente le formalità doganali: in quanto nucleo familiare viaggiante con bambini abbiamo diritto ad utilizzare corsie preferenziali che permettono di saltare code diversamente molto lunghe. All'esterno del terminal troviamo il bus Alamo Rent ed in pochi minuti siamo al desk per il ritiro dell'auto: purtroppo un problema legato alla carta di credito (poi risolto il giorno seguente) ci porta via più tempo del previsto, obbligandoci a lasciare un deposito cauzionale in contanti, diversamente non necessario. Ritiriamo quindi il SUV prenotato, una Ford Escape praticamente nuova, carichiamo i bagagli ed impostiamo il navigatore con destinazione LA Crystal Hotel, il nostro primo Hotel. Oggi è domenica ed il traffico, vista anche l'ora, non è particolarmente congestionato, ma è comunque quasi ora di cena (in realtà, considerato il fuso orario, è passata da un pezzo …) e la stanchezza si fa sentire: decidiamo quindi di rimandare a domani ogni escursione, concedendoci solo la visita di un vicino Target dove acquisteremo beni di prima necessità. L'hotel risulta meno curato che in fotografia e diverse zone del medesimo sono oggetto di lavori, ma la stanza è pulita e la nostra necessità sarà esclusivamente il pernottamento, quindi va bene così ...

17 Giugno

Al nostro risveglio il cielo è stratificato da nubi scure e minacciose di pioggia ed anche la temperatura è più fresca di come l'immaginavamo, ma pazienza. Per la prima colazione cerchiamo uno Starbucks dove mangiamo torta al cioccolato ed ottimo caffè brown: a mente riposata realizziamo che siamo in America! La prima meta di oggi non può che essere il centro nevralgico della città, ovvero la Walk of Fame con il famoso Chinese Theatre: qui tutto ricorda Hollywood e l'industria cinematografica. Luoghi visti e rivisti in televisione che indubbiamente dal vivo sono cosa ben diversa. Qui è un brulicare di turisti alla ricerca dello scatto migliore, magari nei pressi della "stella" dedicata alla star del cuore ... Per quanto ci riguarda decidiamo di visitare il museo delle cere Madame Tussauds dove le star son lì, a portata di mano e di ... scatto fotografico. Per il pranzo ci viene in soccorso un Subway, famosa catena caratterizzata dalla possibilità di gustare panini fai-da-te buoni e sicuramente più salutari di quelli già confezionati. Nel pomeriggio il meteo volge al bello e finalmente vediamo quel cielo azzurro presente nell'immaginario collettivo quando si pensa alla California. In auto attraversiamo i quartieri più esclusivi e le vie simbolo della città (tipo Rodeo Drive) per poi dirigere verso la famosa Venice Beach. Le nuvole di stamani sono un ricordo e passeggiare a piedi nudi nella sabbia, di fronte all'oceano pacifico, è inevitabile. Del resto siamo a metà giugno e le tante persone in spiaggia ci riportano ad un clima di vacanze e relax. Bikini, skate board, biciclette e pattini a rotelle: tutto come nei film o quasi. Sì, perché la realtà mostra che la crisi qui ha colpito ed ha lasciato il segno: testimonianza ne sono le numerose abitazioni fronte mare in stato di abbandono, così come le tante attività commerciali con le serrande chiuse definitivamente. Dunque fascino "ridimensionato" in questa parte della città, che comunque resta unica per molti versi.

18 Giugno

Anche oggi il meteo non promette nulla di buono ed il cielo, nuovamente scuro e pesante, è accompagnato da una temperatura ancor più bassa di ieri. Decidiamo per la visita della RMS Queen Mary, lussuoso transatlantico in servizio dagli anni 30 ai 70 del '900 ormeggiato in modo permanente al molo di Long Beach è oggi un museo, hotel ed altro ancora: l'ideale per trascorrere una mezza giornata visitando qualcosa che certamente interesserà Daniele e Matteo … L'attrazione è interessante e la nostra guida piacevole da seguire, ma la rigida temperatura (causa aria condizionata) rende la permanenza poco confortevole e sono necessari maglioncini e sciarpe per non patire il freddo! Analogamente a ieri, il tempo muta verso il bello ed in auto attraversiamo downtown Los Angeles, unica parte della città caratterizzata dalla presenza dei grattacieli. Ci spostiamo verso le colline ad ovest (dove campeggia la famosa scritta Hollywood) e raggiungiamo l'Osservatorio Griffith dalla quale sommità si gode di un panorama unico della città: le abitazioni sono a perdita d'occhio e si percepisce quanto vasta sia l'area metropolitana di L.A. Siamo ormai nel tardo pomeriggio e ci spostiamo verso Palmdale, dove pernotteremo presso il Knights Inn Motel. Classica struttura a due piani, con parcheggi fronte stanza: ci accoglie una dipendente con evidenti origini messicane estremamente cordiale e sorridente che ci assegna una stanza piano terra pulita e confortevole. Il piccolo centro, ideale per una tappa durante il trasferimento, è caratterizzato da numerosi motel e soluzioni per la cena: a poche decine di metri troviamo infatti un Pizza Hut che fa al caso nostro e così, godendoci i colori di un bellissimo tramonto, chiudiamo questa giornata che ci ha visti salutare definitivamente Los Angeles e cominciare il vero e proprio viaggio "on the road" ...

19 Giugno

Finalmente questa mattina il cielo è azzurro, completamente sgombro da nuvole e la temperatura decisamente superiore alle due giornate precedenti. Consumiamo una colazione ottima e abbondante (questa volta inclusa) e partiamo destinazione Death Valley NP: i km a destinazione sono circa 400 in buona parte caratterizzati da un paesaggio arido a tratti desertico, reso ancor più suggestivo dalla temperatura sempre più elevata, a tratti torrida. Quando raggiungiamo l'ingresso del parco il termometro supera i 120°F (47°C) e l'impatto uscendo dall'auto toglie il respiro! Acquistiamo la tessera parchi (di gran lunga il modo migliore per risparmiare denaro se si prevede la visita di diversi parchi nazionali) e proseguiamo la visita raggiungendo i punti più caratteristici di questo posto davvero unico al mondo. La temperatura indicata dal termometro dell'auto incredibilmente aumenta ancora e nei pressi di Bad Water (che con i suoi -90 mt è il punto più basso di tutto l'emisfero superiore della terra) sfiora i 130°F, ovvero 54°C! Di fronte a noi il grande lago salato dove la vista si perde all'orizzonte e la suggestione è tale da far pensare ad un paesaggio lunare! A seguire imbocchiamo la Artists Palette, suggestivo percorso stradale sali scendi che si snoda quasi fosse il binario di un roller coaster, quindi Zabriskie Point che dall'alto dei suoi 1500 mt domina la grande depressione da noi stessi percorsa pochi minuti prima. Di punti panoramici ce ne sarebbero altri, ma decidiamo che per noi può bastare: è ormai pomeriggio inoltrato ed i ragazzi denunciano un po' di (comprensibile) stanchezza: certamente caldo e kilometri percorsi hanno inciso più che in altre situazioni. La nostra sistemazione per la notte è nello stato del Nevada, ma di fatto a pochi km di distanza. Verso le 18.30 siamo sulla linea di confine e proseguendo pochi metri presso il Longstreet Inn Casino & RV Resort: una vera e propria oasi nel deserto! Il posto è accogliente e provvidenziale risulta la piscina dove finalmente troviamo un po' di refrigerio. Come detto nei dintorni non c'è nulla di nulla, ma il resort offre quanto necessario e così ceniamo a base di ottima carne presso uno dei due ristoranti presenti. Scegliamo quello più classico, informale, con camionisti che sorseggiano birra ghiacciata in perfetto stile "America on the road"!

20 Giugno

Com'era prevedibile la notte trascorre nel silenzio più assoluto e verso le 9.00 siamo pronti a riprendere il viaggio. Proseguiamo quindi l'ungo l'interminabile rettilineo lasciato la sera prima, al termine del quale troveremo la "95" che offre, in prossimità dell'intersezione delle due strade, un'area di servizio dalle dimensioni incredibili! Suggestivo è anche il locale che ci accoglie per la nostra colazione: un luogo dove ogni dettaglio fa riferimento alla famosa Area 51. Ancora una volta siamo circondati dal nulla, ma ben presto il traffico si farà più intenso: la carreggiata aumenta le sue corsie e quasi dal nulla si materializza la periferia di Las Vegas. Sono le 11 circa ed è presto per il check-in in albergo. Ancor più presto per visitare la città che offre il suo lato più caratteristico dall'imbrunire in poi. A pochi km da noi sorge un Outlet di recente costruzione e non possiamo lasciarci sfuggire l'occasione per fare shopping di grandi marche a prezzi (tendenzialmente) vantaggiosi. Nel pomeriggio ci spostiamo presso il nostro hotel, l'Oasis at Gold Spike, una struttura caratterizzata dalla presenza di un casinò al piano terra e di camere d'albergo nella parte superiore: esattamente come tutte le altre sistemazioni della città che detiene il primato mondiale proprio in termini di numero di stanze d'hotel! Las Vegas boulevard, più comunemente chiamata "Strip" è a pochi minuti da noi e la percorriamo interamente fino a raggiungere la nota insegna che da il benvenuto nella Favolosa Las Vegas. Foto di rito e poi, parcheggiata l'auto, cominciamo il lungo peregrinare immersi tra migliaia di turisti esterrefatti ed ammaliati dalla bellezza dei casinò che si susseguono senza soluzione di continuità. Four Season, Mandala Bay, Luxor, Bellagio, Caesar Palace, uno più bello dell'altro! Ormai è sera inoltrata eppure le luminarie della città restituiscono la sensazione di essere in pieno giorno. Camminiamo tanto, ma l'avevamo messo in conto: del resto c'è sempre un altro casinò da guardare e poi ancora e ancora ... Unica pecca (dal nostro punto di vista) è ancora una volta l'aria condizionata che espone a sbalzi di temperatura esagerati entrando ed uscendo dagli stessi! Stancamente facciamo il percorso a ritroso e ripresa l'auto raggiungiamo in pochi minuti l'hotel: la mezzanotte è passata da pochi minuti.

21 Giugno

Al mattino, la città assonnata, sembra un luna park a luci spente. Dal canto nostro siamo sempre celeri ed "operativi" pronti a partire direzione Diga di Hoover. La raggiungiamo in un oretta circa per visitarla nei punti più caratteristici: struttura maestosa, come tutto qui del resto, segna anche il confine tra Nevada ed Arizona. Ripreso il viaggio scendiamo verso sud lungo la "93", ancora una volta circondati dal nulla o quasi. Poco dopo pranzo siamo a Kingman, dove ci fermiamo per mangiare in un fast food. La località ha una storia legata alla ferrovia ed il grande grande museo dedicato alle locomotive a vapore ne è testimonianza, così come il vicino Locomotive Park dove possiamo fotografare uno di questi giganti di ferro. Altra nota caratteristica della città, in effetti l'aspetto che la caratterizza maggiormente, è che sorge sulla mitica Route 66 che qui interseca proveniente da Los Angeles. Lasciamo Kingman direzione Williams, sempre lungo la "Mother Road". Breve tappa a Seligman dove troviamo diversi veicoli ispirati al film d'animazione Cars: foto con Cricchetto, Sceriffo, ecc ... e nuovamente in marcia verso est. Nel tardo pomeriggio siamo al Canyon Motel & RV Park, certamente il più caratteristico che incontreremo in questo viaggio. Il personale ci accoglie in maniera davvero calorosa, quasi aspettassero degli amici per la notte: ci consegnano la chiave del "Lodge" numero 8. Una stanza inserita in uno dei quattro gruppi di casette risalenti agli anni 40 perfettamente integrate nell'ambiente circostante. Non c'è asfalto, solo strade in terra o ghiaia. Alberi a fusto alto un po ovunque e carrozze di treno dismesse ed adibite a stanza d'albergo! Molto particolare. Doccia veloce e raggiungiamo il vicinissimo centro storico di questo piccolo agglomerato (circa 2000 anime) risalente alla fine dell'800 dove tutto fa riferimento tanto alla mitica strada, quanto al vicino Grand Canyon: dai locali ai motel, dalle insegne ai distributori di benzina. In gran parte realizzato ad uso e consumo dei turisti, mantiene comunque un fascino immutato ed immergersi nella realtà del luogo è particolarmente piacevole. Grazie ai suggerimenti ricevuti dalla proprietaria del motel, assistiamo ad un "gun show" per strada … ed a seguire ceniamo in un locale caratteristico che di più non si potrebbe. Pareti in legno, bandiere a stelle e strisce, tovaglie colorate, ventilatori a pale, foto appese ai muri … e naturalmente ottima carne, zero alcolici e per finire torte di ogni tipo dalle porzioni esagerate! Altro elemento che caratterizza Williams e che qui c'è il capolinea della Grand Canyon Railway: la tratta è ad uso turistico tant'è che la stessa stazione di fatto è un lussuoso hotel ...

22 Giugno

Sempre grazie ai consigli ricevuti, per colazione torniamo nel centro e ci fermiamo al Grand Canyon Coffee & Cafè, dove ci regaliamo una vera colazione all'americana. Non abbiamo "il coraggio" di buttarci sul salato ma Pancake, French toast con sciroppo d'acero, pane tostato ed abbondante caffè brown non mancheranno. Il tutto ancora una volta in puro western style, circondati da moderni cowboy. Hanno il cappello, gli stivali infangati, calzano jeans e camicie a quadri solo che non legano più i cavalli alle staccionate: guidano giganteschi (ed infangati) suv! Williams si definisce la Gateway to Grand Canyon, difatti l'ingresso sud del parco è a soli 90 km da noi. Il deserto che fino a ieri circondava le strade da noi percorse ha lasciato spazio a boschi fitti e ben curati, ed anche il clima è meno torrido, sebbene siamo sempre intorno ai 30°C. La tessera parchi vale anche qui e così "la" Ranger all'ingresso ci consegna le mappe del parco e raggiungiamo il Visitor Center. Fatichiamo non poco per trovare parcheggio e presto realizziamo il perché: una novità rispetto alla nostra precedente visita del '97. Ci sono servizi navetta che con elevata frequenza si spostano lungo tutto il canyon facendo sosta nei moltissimi punti di osservazione presenti: una sorta di Hop on-off incluso nel biglietto di ingresso. Alcuni punti sono chiusi al traffico privato altri invece comunque raggiungibili in auto, ma non ne vale la pena: come detto gli autobus sono comodi, frequenti e gratuiti. Peccato siano freddi come frigoriferi! Ci muoviamo con calma, talvolta percorrendo a piedi il bordo del canyon e lo spettacolo offerto è incredibile. Nulla è dovuto alla mano dell'uomo se non la possibilità appunto di godere di questa meraviglia da punti panoramici appositamente realizzati. La profondità del canyon (fino a 1900 mt nei punti più profondi), ovvero il senso di vertigine che ne deriva fanno tremare pancia e gambe fino a togliere il fiato! Nel tardo pomeriggio realizziamo che la nostra destinazione per la notte non è proprio vicinissima (poco più di 200 km) e così nostro malgrado dobbiamo metterci in marcia: un vero peccato visto che il tramonto avrebbe aggiunto (come noi ben ricordiamo) ulteriore bellezza al posto. Il sole è ormai tramontato da parecchio e per la prima volta viaggiamo al buio che più buio non si può: solo i fari dell'auto (ed i pochi veicoli incrociati) illuminano la strada, diversamente non ci sono case, lampioni o altro. Ancora una volta siamo circondati dal deserto! Verso le 22.00, sebbene di fronte a noi non ci sia nulla, il navigatore indica Page a pochi minuti: in effetti dopo un paio di curve la città si materializza di fronte a noi e raggiungiamo il Motel 6, anche questo già prenotato prima della partenza. Check-in veloce, lasciamo i bagagli e ci muoviamo alla ricerca di un posto dove far cena. Qui la "vita" finisce abbastanza presto e le possibilità offerte non sono tantissime, ma troviamo il solito Pizza Hut che non ci ha mai delusi e non lo farà neanche questa volta.

23 Giugno

La meta di oggi è a c.ca 10 km e per la notte ci fermeremo nuovamente qui, quindi tiriamo il fiato e ce la prendiamo con calma: sveglia tranquilla, colazione spesa e persino il bucato! Intorno alle 11.00, come da indicazioni ricevute in fase di prenotazione, raggiungiamo il punto d'incontro da dove partiremo per la visita di (Upper) Antelope Canyon. Si tratta di un slot Canyon incredibilmente suggestivo: trovandosi in territorio Navajo non rientra nella tessera parchi e per la sua visita è necessario prenotare un tour che può essere fatto esclusivamente con le loro guide. Non è economico, ma vale assolutamente i soldi spesi, così come vale il supplemento pagato per il tour nelle ore centrali del giorno (noi partiremo alle 12.00) ovvero quelle in cui il sole, al colmo del suo percorso quotidiano, filtra perpendicolarmente tra le fessure del canyon creando suggestioni inimmaginabili! Tutto è pervaso da una dominante di colore rosso-arancione e sebbene le guide costringano ad un ritmo piuttosto elevato (i molti gruppi sono numerosi e non ci si può fermare più di tanto) siamo tutti presi dall'urgenza di fare quante più foto possibili ... Ripresa l'auto ci spostiamo presso un altro luogo parimenti suggestivo: Horseshoe Bend. Qui il fiume Colorado forma un'ansa a forma di U e noi possiamo ammirarlo in tutta la sua maestosità dall'alto dei 300 metri sul quale punto di osservazione siamo. Non ci sono barriere di protezione ed al pari del Grand Canyon la sensazione di vuoto è notevole e l'elevata numerica di turisti smaniosi di affacciarsi restituisce un pò d'ansia, ma lo spettacolo è indescrivibile: come una foto scattata con grandangolo, senza necessità averlo! Il verde smeraldo saturo del fiume fa da contrasto alle pareti rocciose rossastre e prive di ogni forma di vegetazione! La zona in cui ci troviamo è densa di cose da vedere ed a pochi minuti c'è la Glen Canyon Dam, altra maestosa opera realizzata tra gli anni 50 e 60 del '900 proprio sul fiume Colorado, vicino al Lake Powell. Ennesimo tramonto dai colori avvolgenti, mentre per cena consumiamo quanto acquistato nel vicino Walmart.

24 Giugno

Anche oggi il meteo garantisce tempo bello e temperature medio alte, considerato che siamo ad un'altitudine media di 1700 mt. I km da percorrere non sono molti (meno di 300) e visiteremo uno tra i parchi più conosciuti dell'ovest americano, forse il luogo simbolo del west: la Monument Valley. Percorrendo la "163" lasciamo l'Arizona per entrare nello stato dello Utah e non possiamo esimerci dal fotografarci sotto il grande cartello che da il benvenuto ai propri visitatori: pochi minuti e siamo all'ingresso del parco. Anche in questo caso, trattandosi di zona Navajo, ovvero non soggetta alle leggi e tutela del governo Americano, l'ingresso non è incluso nella tessera parchi e quindi paghiamo quanto dovuto prima di raggiungere il Visitor center. Qui c'è la possibilità di acquistare souvenir realizzati dai nativi (sebbene lungo il percorso che faremo numerose saranno le bancarelle di questo tipo) ed in qualche modo di rifocillarsi al riparo dal caldo che nel frattempo è diventato decisamente elevato. Stante la posizione privilegiata del Visitor center, la vista dei monoliti è davvero bella, ma abbiamo la possibilità di vederli da vicino. Percorriamo la Monument Valley Scenic Drive, una strada sterrata (a tratti accidentata) e polverosa lunga 27 km circa che conduce attraverso i punti panoramici più belli di questo pianoro. Due ore circa per concludere un percorso davvero unico nel suo genere alla fine del quale saremo davvero appagati da quanto visto! La terra rossa ricoprirà la macchina ed anche il suo interno non sarà da meno, ma perdersi questo "giro" sarebbe stato un grosso errore. Lasciamo quindi il parco all'imbrunire ed in direzione Bluff ci fermiamo in un luogo simbolo della zona: il Forrest Gump Point. Prende il nome dall'omonimo film e certamente la vista di questo nastro d'asfalto che si perde all'orizzonte verso i grandi monoliti, suscita emozioni difficilmente descrivibili. Semplicemente magnifico! Pochi minuti d'auto e siamo al Kokopelli Inn, dove passeremo la notte. Intorno c'è poco, ma prima della partenza avevamo letto ottime recensioni della Cottonwood Steakhouse. Ceniamo all'aperto in un ambiente semplice ma accogliente gustando ottima carne con salsa affumicata bbq ed alla fine bé, non possiamo che confermare le precedenti recensioni!

25 Giugno

La notte è trascorsa nel silenzio più assoluto in una struttura semplice ma pulita ed accogliente. La colazione, sebbene non particolarmente ricercata, è inclusa e ne approfittiamo prima della partenza in direzione Moab. Percorriamo i 170 km che ci separano dalla prossima tappa: Arches NP. Abbiamo grandi aspettative circa questa località, certamente tra le più simboliche dello stato. Purtroppo verranno in parte disattese in quanto per ammirare i famosi "archi" bisogna camminare più di quanto oggi siamo disposti a fare ed anche la stanchezza comincia a farsi sentire. La temperatura è elevata ed il cielo coperto di nuvole "appiattisce" i colori brillanti ai quali ci stavamo abituando e complice il mio non essere proprio ... in forma, ci porta ad una visita sommaria. Nel pomeriggio raggiungiamo il Hotel Moab Downtown, ritiriamo le chiavi e giunti in camera utilizzo il termometro in nostro possesso. Ho 39.5° di febbre che spiegano stanchezza e dolori vari! Tachipirina e riposo sotto le lenzuola per Giancarlo ... passeggiata e cena in città per Laura Daniele & Matteo. Come se non bastasse la "seccatura" della febbre improvvisa in tarda serata c'è la consapevolezza di una camera piuttosto trasandata, non perfettamente pulita e con la presenza di diversi moscerini ad infestare muri e zanzariere. Sarebbe nostro diritto chiedere ed ottenere un'altra stanza, ma nessuno ne ha voglia: del resto domattina ce ne andremo ...

26 Giugno

Farmaci e riposo prolungato hanno dato l'esito sperato: siamo pronti a ripartire più in forma che mai. Lasciamo ben volentieri quello che si rivelerà il solo hotel da recensire negativamente e raggiungiamo il vicino Canyonlands NP. Al pari di Arches, anche questo parco rientra nella tessera parchi ed ancora una volta la sosta all'ingresso è necessaria solo per ritirare le mappe dell'area. Di punti panoramici ce ne sono diversi, fortunatamente per noi tutti raggiungibili in auto e così ci addentriamo lungo il percorso godendo di panorami tanto spettacolari quanto diversi tra loro. Gole profonde e canyon dai colori variopinti si presentano ai nostri occhi, per nostra fortuna nuovamente sotto un cielo azzurro solo a tratti intervallato da grosse nubi bianche. La delusione di ieri è stata ampiamente superata ed il rammarico per non aver visto il famoso "Arches" è compensata dall'aver goduto di un parco dal quale non ci aspettavamo tanta bellezza! Per pranzo, come sempre, consumiamo frutta e snack secchi, condividendo il tavolo con escursionisti americani che, inizialmente solo divertiti dai nostri dialoghi, ci hanno poi detto di aver studiato a Firenze e quindi conoscere abbastanza bene la nostra lingua ... Ripreso il viaggio saliamo ancora verso nord fino ad intersecare la Highway 70 che imbocchiamo direzione est per non lasciarla più fino alla fine del nostro viaggio in questa parte degli States. Incontriamo quindi il confine con lo stato del Colorado: ancora una volta ci fermiamo sotto il grande pannello per immortalare anche questo passaggio e come noi faranno altri turisti che attendono il proprio turno. Raggiungiamo quindi Grand Junction direzione Econo Lodge Hotel ed ancora una volta la soluzione scelta (e prenotata) dall'Italia si rivela all'altezza delle nostre aspettative: una struttura semplice ma estremamente pulita e confortevole. E' un pomeriggio soleggiato con temperatura davvero piacevole e visto che è presto per cenare raggiungiamo un vicino parco giochi visto mentre ci avvicinavamo all'hotel. In effetti definire il Grand View Park è un po' riduttivo: si tratta infatti di un'area di quasi 50 ettari dove trovano posto campi di calcio, baseball, area pic nic e giochi per bambini dalle dimensioni neanche lontanamente paragonabili a quelle cui siamo abituati in Italia. Ma del resto qui gli spazi sono immensi e l'uso che ne viene fatto è limitato solo dalla fantasia degli stessi ideatori di tali opere! Prima di cena facciamo ancora un giro in auto per le vie ordinate di questa cittadina in apparenza molto tranquilla che poco sembra offrire a livello turistico, ma per noi rappresenta solo una tappa e non approfondiamo più di tanto. Ci sono diverse soluzioni per la cena e dopo il solito peregrinare scegliamo un Taco Bell poco distante dal nostro albergo: cena pseudo Tex Mex ma gradevole con tramonto mozzafiato oltre le vetrate che ci separano dall'esterno.

27 Giugno

La colazione inclusa è varia ed abbondante: l'ideale per cominciare la giornata ed affrontare quella che in termini di miglia sarà la tappa più lunga di questo viaggio. L'Interstate 70 è un nastro d'asfalto lungo circa 3500 km che attraversa 10 stati (arriva fino all'Atlantico) e nei "soli" 400 km da noi percorsi offre spettacoli unici dal punto di vista paesaggistico, non a caso è definita Scenic Route. Attraversiamo le "Rocky Mountain" con località sciistiche esclusive quali Vail, molto simile alla "nostra" Cortina … per poi salire ulteriormente fino a raggiungere quota 12.000 Ft (poco più di 3600 mt!) senza avere mai la sensazione di essere così in alto. La strada infatti sale dolcemente senza le pendenze improvvise alle quali siamo abituati percorrendo i passi alpini e comunque si tratta sempre di due carreggiate con un paio di generose corsie per senso di marcia … Per il pranzo ancora una volta facciamo spesa alimentare e mangiamo di fronte ad un lago di montagna dai colori pastello. Dopo il valico la strada comincia la sua discesa verso la destinazione di oggi: Denver. Ben presto i paesaggi montani lasceranno spazio ad agglomerati urbani ed il traffico fluido della "70" diventerà intenso nella periferia della città, quindi congestionato lungo le direttrici principali che l'attraversano. L'hotel che abbiamo scelto per le ultime due notti, il Motel 6 South è situato a sud della città e causa traffico impiegheremo un po' per raggiungerlo. La struttura è una palazzina decisamente meno "tradizionale" dei classici motel due piani incontrati sin ora, ma la camera è pulita e sufficientemente ampia per accoglierci in maniera confortevole. E' ormai buio e per cena ancora una volta girovaghiamo fino ad individuare un Mc Donald, la soluzione che accontenta tutti sebbene per l'ennesima volta siamo quasi gli unici clienti: anche qui evidentemente non "tirano" fino a tardi.

28 Giugno

Denver, soprannominata la Mile High City (tradotto letteralmente città alta un miglio) deve tale appellativo alla sua elevazione sul livello del mare: siamo infatti di poco sopra i 1600 mt e forse suggestionati da tale aspetto notiamo un cielo particolarmente limpido dai colori nitidi. Raggiungiamo il centro e parcheggiamo l'auto in quello che si rivelerà il parcheggio più caro in assoluto: 36 Dollari per poco più di mezza giornata! Entrando infatti non abbiamo notato che la dicitura 12 Dollari scritta a caratteri cubitali (che tanto sembrava convenire rispetto alle altre soluzioni individuate, che proponevano tariffe giornaliere) era seguita da un'altra molto più piccola che recitava "per ciascuna ora di sosta …"! A parte questo dettaglio, che appunto scopriremo solo nel tardo pomeriggio, la giornata è stata gradevole e rilassante. Di fatto ci siamo mossi quasi esclusivamente lungo la 16Th Street Mall, ovvero un viale pedonale di circa 2 km dove fare shopping, trovare cibo di ogni tipo, osservare gli hotel più belli ed ammirare i grattacieli più rappresentativi della città. Unici mezzi autorizzati al transito sono i bus che gratuitamente (ed ininterrottamente) la percorrono da un'estremità all'altra fermando nelle varie stazioni lungo la tratta. Verso le 17.00 circa decidiamo per il rientro in hotel: del resto il sole è ancora alto, la giornata è calda ed i ragazzi ci ricordano che c'è una piscina ad attenderci! Assistiamo all'ennesimo tramonto, probabilmente il più bello tra quelli visti finora e se sul lato destro ci sono i colori caldi, accesi del sole che si appresta a sparire oltre l'orizzonte, su quello sinistro si fanno strada nuvole scure e minacciose: quasi ci trovassimo al cospetto di due facce di una stessa medaglia. Per cena decidiamo (grazie alle ottime recensioni) di mangiare la pizza di Mod Pizza e la scelta risulta azzeccata. E' possibile scegliere il tipo di base e gli ingredienti con cui condirla, la cottura è in forno a legna ed in tutta onestà bisogna riconoscere che ricorda molto da vicino la pizza Italiana: davvero un bel modo per terminare l'ultima giornata in Colorado.

29 Giugno

La sveglia suona presto, anzi prestissimo! Dobbiamo raggiungere l'aeroporto internazionale di Denver, lasciare l'auto a noleggio e prendere il volo per New York. Come temevamo, il noleggio iniziato con un intoppo non poteva che chiudersi nello stesso modo e difatti, contrariamente da quanto assicuratoci a Los Angeles, non riusciamo nell'immediato a recuperare il deposito cauzionale: quello che otteniamo è la garanzia di ricevere un assegno una volta giunti a casa, cosa che in effetti avverrà dopo oltre due mesi (ed innumerevoli mail di sollecito). Ci separiamo così dalla Ford Escape (che ci ha condotto in questo viaggio di oltre 2000 miglia) con sentimenti che oscillano tra la nostalgia e la rabbia per il mancato rimborso … Come 14 giorni fa, siamo seduti in un bus Alamo Rent e comincia ad albeggiare mentre entriamo nel terminal del grande aeroporto. Sono circa le 8.00 quando il 737-800 della United decolla in direzione New York La Guardia, destinazione che raggiungeremo dopo quasi 4 ore di volo. Questa volta sarà il bus Dollar Rent a condurci nella vicina filiale dove ritireremo un classico tra i SUV americani: Jeep Compass. Per il nostro soggiorno abbiamo la fortuna di essere ospitati da uno zio e quindi impostiamo sul navigatore l'indirizzo nello stato del New Jersey. Di contro per raggiungerlo siamo così costretti ad attraversare parte del Queens e poi l'isola di Manhattan che nonostante sia sabato (e non sia orario di punta) è congestionata da far paura: guidare a New York city è davvero un'esperienza fuori dal comune! La Grande Mela non può lasciare indifferenti ed il primo impatto (anche per noi che l'abbiamo già vista diverse volte) ti carica di adrenalina come altrove non succede. I km da percorrere non sono molti (una sessantina circa) ma traffico e limiti costringono ad un viaggio di circa due ore: nel tardo pomeriggio, dopo anni di lontananza, abbracciamo finalmente i nostri parenti!

30 Giugno

Giornata di relax assoluto (iniziata con la classica colazione americana) che non prevede spostamenti di alcun tipo. Di cose da vedere evidentemente ce ne sarebbero, ma ancora una volta tiriamo il fiato ed è una piacevole occasione per ripercorrere gli anni passati condividendo con zii e cugini aneddoti e vicissitudini degli ultimi dieci anni circa: tanto è infatti passato dal nostro ultimo incontro!

1 Luglio

New York ci attende ed abbiamo diverse possibilità per raggiungerla: auto, treno, bus, traghetto ... Scegliamo una soluzione ibrida che, vista la composizione del nostro equipaggio, si rivelerà la più comoda. In auto raggiungiamo Staten Island, più precisamente la cittadina portuale di St.George: lasciata l'auto in uno dei parcheggi comunali, ci incamminiamo verso il vicino terminal traghetti da dove, gratuitamente e con cadenza ogni 30 min, il famoso Ferry arancione conduce a Manhattan sud, proprio di fianco al Battery Park. Arrivare in battello significa transitare davanti alla Statua della Libertà ed Ellis Island godendo di un panorama privilegiato sullo Skyline. La stessa visuale che avevano gli immigrati che tra fine '800 ed inizio '900, a bordo di piroscafi a vapore, raggiungevano l'America carichi di speranza, alla ricerca di quella mitica fortuna di cui tanto si narrava. Wall Street e la zona del World Trade Center sono a pochi minuti di strada e proprio dal memoriale dell'11/9 ha inizio la nostra visita. Se descrivere il luogo è difficile, parlare delle sensazioni provate è impossibile, ancor più per coloro che come noi hanno avuto la fortuna di visitare le torri prima di quella data. Pensieri troppo intimi, soggettivi: riteniamo quindi più corretto lasciare che ciascuno, se e quando avrà la possibilità di farvi visita, li viva nel modo più opportuno, appunto senza descrizioni preventive di alcun tipo. A seguire saliremo in cima al One World Observatory: la vista di Manhattan, dal 102° piano di questo grattacielo sorto in prossimità del memoriale, è libera da ostacoli e spazia a 360° fin dove l'occhio umano riesce a spingersi ... Davvero un punto di osservazione privilegiato! Il resto della giornata lo passeremo spostandoci tra le Street e le Avenue, alternando lunghe passeggiate a spostamenti con la metropolitana (con abbonamento Metrocard) fino al momento del rientro verso il New Jersey, ovvero facendo a ritroso il percorso di questa mattina.

2 e 3 Luglio

La modalità per raggiungere la City sarà la medesima, così come gli spostamenti all'interno della stessa. Com'è facilmente intuibile, le cose da vedere e/o da fare sono infinite, limitate solo dal tempo a disposizione e dalla composizione del gruppo, ovvero dai gusti personali dei singoli. Un consiglio che ci sentiamo di dare è quello di fissare obiettivi ben precisi circa le cose che necessariamente non si vogliono perdere e stabilire con una certa precisione come spostarsi e quali linee della metro (se necessaria) utilizzare. Le distanze sulla carta non sono elevate, ma muoversi per "soli" tre o quattro isolati potrebbe voler dire impiegare anche un'ora se non di più: di per se può non rappresentare un problema, ma è bene tenerne conto. Viceversa, non volendo vedere nulla in particolare, non c'è niente di meglio che camminare lungo le strade di Manhattan senza meta, godendo di meravigliosi ed inaspettati scorci: dalle scale antincendio dei palazzi in mattoni colorati, alle stazioni dei vigili del fuoco. Dalle pasticcerie più moderne alle lavanderie più vecchie e malconce, dai numerosissimi taxi gialli all'onnipresente vapore che dal sottosuolo fuoriesce incanalato nei tubi dello Steam system: la rete di distribuzione di vapore (per uso civile e commerciale) più grande del mondo, presente dalla fine dell'800 sotto le strade di Manhattan. New York è un insieme di simboli, talvolta vere e proprie icone, diffuse ovunque nel mondo dall'industria cinematografica e visitarla in prima persona vuol dire immergersi in un sogno che chiunque di noi ha già vissuto nella propria testa … Per quanto ci riguarda visiteremo due tra i più famosi musei: quello di Storia Naturale prima, ed il giorno successivo il Metropolitan Museum fo Art (più brevemente "Met"). In entrambe i casi godendo velocemente del Central Park, il polmone verde della città che vede le due strutture sorgere proprio nelle sue immediate vicinanze. Sceglieremo di percorrere alcune strade in particolare, di visitare piazze e stazioni simbolo della Grande Mela e rappresentative per noi, usufruendo di uno dei pass disponibili, il Sightseeing che nel nostro caso sarà legato ad un numero di attrazioni definito in fase di acquisto.

4 Luglio

Il giorno dell'indipendenza è particolarmente sentito e decidiamo di "viverlo" come fanno la maggior parte degli Americani. Oggi staremo in famiglia, faremo il Barbecue e mangeremo pannocchie al burro, passeremo il pomeriggio nella yard dietro casa giocando in compagnia ed in serata assisteremo ai fuochi d'artificio mentre intorno al fuoco scaldiamo i Marshmallow posizionati in punta allo stecco di legno: tutto rigorosamente in stile Stelle e Strisce!

5 Luglio

Quasi tre settimane fa iniziavamo questa vacanza ed il giorno di rientro, quel venerdì 5 Luglio che sembrava tanto lontano è purtroppo arrivato, ma è risaputo: le cose belle hanno un inizio ed una fine e quanto più risulta piacevole ciò che c'è nel mezzo, tanto più veloce il tempo stesso trascorre. E' quindi tempo di saluti. Sarà un momento carico di emozione e di buoni propositi per il futuro legati ad un prossimo ritorno. Tra gli altri salutiamo anche Daniele che avrà la fortuna di rimanere ulteriori due settimane, posticipando alla metà di luglio il suo rientro in Italia. Particolarmente silenziosi lasciamo il New Jersey a bordo della "nostra" Compass osservando nello specchietto retrovisore il paesaggio che solo pochi giorni fa ci ha accolti e lo facciamo con gli occhi lucidi (chissà, forse qualche moscerino …). Attraversiamo il maestoso ponte di Verrazzano, un gigante d'acciaio realizzato oltre 50 anni fa lungo più di 4000 mt, alto 200 e largo 30 che con le sue numerose carreggiate (su due piani) unisce Staten Island a Brooklyn e percorrendo la Belt Parkway raggiungiamo il più noto tra gli aeroporti Newyorkesi: il John Fitzgerald Kennedy o più semplicemente JFK. Altra opera dalle dimensioni straordinarie alla quale dopo tre settimane negli "States" ancora stentiamo ad abituarci. Ci separiamo dalla Jeep e mediante navetta su rotaie ci spostiamo nel terminal 8, il più grande tra quelli presenti, dove la American Airlines risulta uno dei vettori di maggior rilievo: ancora una volta la presenza di Matteo farà sì che il disbrigo delle pratiche avverrà in modo estremamente rapido grazie ad una corsia preferenziale che consente di evitare le lunghissime code altrimenti necessarie. L'area Duty Free offre modo di fare gli ultimi acquisti e consumare il pranzo in uno dei numerosi locali, ma il tempo passa velocemente. Saliamo a bordo del 777-200 e verso le 16.30 il volo AA198 si solleva dalla pista e prendendo quota lascia lo spazio aereo americano. Al pari del viaggio di andata, la traversata è piacevole e forse ancor più confortevole: il personale di bordo è particolarmente cortese, lo spazio a disposizione comunque accettabile e l'intrattenimento davvero eccellente.

6 Luglio

Dopo circa 7 ore delle 8 totali di viaggio, tra Regno Unito e Francia inizia la discesa verso l'aeroporto di Milano Malpensa che raggiungiamo alle 6.35. Senza fretta lasciamo l'aereo insieme ai circa 300 passeggeri che hanno viaggiato con noi: volti che poche ore fa abbiamo visto per la prima volta e che adesso sembrano quasi familiari … I controlli saranno se possibile ancor più veloci di quelli pre imbarco: del resto siamo, oltre ad un nucleo familiare, cittadini Europei ed in tal senso soggetti a verifiche quasi inesistenti. Una navetta fuori dal terminal arrivi ci conduce al King Park di Lonate Pozzolo, dove ritiriamo la nostra vettura lasciata in custodia 20 giorni fa. Viaggiamo lungo la To-Mi alternando piacevoli ricordi a pause di riflessione sempre più lunghe: del resto Jet lag e stanchezza si fanno sentire, per non parlare della malinconia legata alla consapevolezza di essere alla fine di un viaggio perfetto ed un'esperienza unica che ha suscitato sensazioni tanto intime quanto condivisibili. Un viaggio che ci ha arricchiti come pochi altri hanno fatto e che non dimenticheremo mai più!

Un viaggio che può certamente considerarsi il viaggio della vita ...