"Una buona domanda è il primo passo verso la risposta, è un problema per il quale esiste una soluzione.
Una buona domanda è una domanda stimolante, che invita a uno sguardo attento,
a una nuova sperimentazione o a una nuova attività "
(Wynne, Elstgeest e Jelly, 2001)
In questo articolo analizzeremo le opportunità offerte dal Project Based Learning (PBL), concentrandoci in particolare su:
Cos’è il Project Based Learning
I 7 elementi essenziali del Project Based Learning
I principali vantaggi e svantaggi dell’apprendimento basato sui progetti
Nota sulla valutazione
L’apprendimento basato su progetto PBL costituisce un metodo didattico che rompe con la tradizionale lezione unilaterale e frontale.
Si realizza attraverso attività interdisciplinari, collegate tra loro e integrate con i problemi quotidiani. La metodologia PBL ingloba in sé l’apprendimento basato sull'indagine e sul problem-based.
Agli studenti sono proposti progetti o problemi che presentano differenti approcci possibili, per i quali essi devono attivarsi sia nel trovare la soluzione, sia nel realizzare un prodotto.
Il PBL può coinvolgere sia piccoli gruppi di studenti all’interno della medesima classe, sia la classe intera. Lo scopo più importante del progetto è trovare risposte a un PROBLEMA posto dallo studente, dall’insegnante, o dall’insegnante in collaborazione con lo studente. Quando agli studenti vengono dati i termini e i dettagli del progetto, essi decidono come affrontare e risolvere il problema.
Il modello PBL si compone di questi 7 elementi principali.
I primi steps da seguire sono quelli di inquadrare la domanda a cui rispondere o il problema da risolvere e di scegliere argomenti originali che stimolino la curiosità e l’interesse della fascia d’età a cui si rivolgono, prendendo spunto ovviamente dal programma didattico che stanno seguendo. Per garantire il massimo coinvolgimento, bisogna creare progetti o compiti autentici, collegati al mondo reale, interessanti per gli studenti e, soprattutto, legati al programma didattico.
Una volta assegnato il problema, la prima tappa del processo è un brainstorming che si compone di due fasi.
Nella prima fase di brainstorming gli studenti sono invitati a
fare l'inventario, a partire dalle preconoscenze, di tutti i concetti e le ipotesi che possono fornire risposte/soluzioni possibili;
analizzare il problema e proporre ipotesi esplicative.
Nella seconda fase di brainstorming:
si riflette su quanto emerso nella fase precedente e si organizzano le idee.
Le due tappe di brainstorming servono a:
definire il problema;
descrivere le conoscenze già in loro possesso e prendere coscienza del carattere limitato, incerto e parziale del proprio sapere;
identificare le nuove conoscenze da apprendere per risolvere il problema;
stabilire i prossimi passi da compiere.
Gli studenti, tutti in modo indipendente, devono reperire fonti, informazioni e risorse utili a fornire chiarimenti al problema. La fase di indagine può durare anche settimane poiché il tempo da dedicare allo studio della questione è ulteriore rispetto allo svolgimento dei compiti quotidiani.
Dopo aver raccolto e analizzato tutto il materiale inizia il lavoro collaborativo.
È importante che il gruppo divida i compiti da svolgere e che ciascun membro abbia voce in capitolo. Solo se lo studente potrà sostenere il proprio punto di vista acquisirà quel senso critico necessario per la formazione del carattere: capacità di esprimersi di fronte agli altri, acquisizione di idee proprie e coraggio per contestare l’opinione di un compagno sono gli obiettivi che deve raggiungere il PBL.
Durante un progetto gli studenti riflettono su ciò che stanno imparando, su come stanno imparando e perché lo stanno facendo. La riflessione può avvenire in modo informale, ma è preferibile che sia parte stessa del progetto e della valutazione. Riflettere sul processo di apprendimento in atto aiuta gli studenti a consolidare ciò che hanno appreso e a pensare a come potrebbe applicarsi altrove, al di là del progetto.
Il feedback è un elemento essenziale di qualsiasi attività, perché contribuisce a migliorare i processi e prodotti. Per questo motivo, agli studenti dovrebbe essere insegnato come fornire e ricevere feedback costruttivi tra pari, guidati da rubriche, modelli e protocolli formali di feedback.
L’ultimo step del lavoro ha come obiettivo la presentazione del proprio lavoro all’intera classe. Ci sono due ragioni principali per creare un prodotto pubblico:
in primo luogo, un prodotto pubblico aumenta notevolmente la motivazione degli studenti e incoraggia un lavoro di alta qualità;
in secondo luogo, creando un prodotto o una presentazione, gli studenti rendono tangibile ciò che hanno appreso e, allo stesso tempo, aumenta la dimensione sociale dell’apprendimento.
L'apprendimento basato su progetti connette gli studenti al mondo al di fuori della classe e li prepara ad affrontare le sfide del mondo reale in un modo che rispecchia ciò che i professionisti fanno ogni giorno.
Il vantaggio principale di questo approccio didattico è che aiuta gli studenti ad essere pensatori autosufficienti, creativi e critici, in grado di affrontare qualsiasi sfida.
Vediamo quindi nel dettaglio quali sono i principali vantaggi offerti dal Project Based Learning.
Quando gli studenti collaborano per risolvere un problema del mondo reale, le loro capacità interpersonali migliorano sensibilmente. Inoltre, la natura collaborativa dei progetti rafforza i programmi di apprendimento sociale ed emotivo.
Essere impegnati nella risoluzione di un problema aiuta a perfezionare il pensiero critico e le capacità di problem solving.
L'apprendimento basato sui progetti offre agli studenti l'opportunità di impegnarsi a fondo con il contenuto target, concentrandosi sulla conservazione a lungo termine delle informazioni apprese.
Durante le fasi del PBL, gli studenti si impegnano nel processo di apprendimento ed esprimono le loro opinioni, rafforzando la fiducia in sé stessi.
La struttura PBL contribuisce a costruire una motivazione intrinseca negli studenti, perché collega l'apprendimento ad una domanda o problema centrale e a un risultato significativo. In questo modo, la loro naturale curiosità per l’argomento aumenta e finiscono per voler capire la risposta o la soluzione al problema, impegnandosi attivamente.
L’apprendimento basato su progetti migliora le capacità decisionali degli studenti perché li mette nelle condizioni di dover prendere decisioni critiche durante lo svolgimento dei progetti. Ad esempio, decisioni sul percorso di ricerca o gli strumenti che dovrebbero essere utilizzati per raggiungere un risultato efficace.
Nella fase di indagine, gli studenti sono anche motivati ad individuare e usare gli strumenti tecnologici che li possano aiutare a raggiungere gli obiettivi di apprendimento previsti. La tecnologia ed internet, ad esempio, possono infatti aiutarli nelle loro ricerche, nelle loro analisi, e a prendere in considerazione soluzioni alternative.
Usando il cosiddetto “approccio project-based”, gli studenti sono spinti a raggiungere obiettivi a lungo termine che hanno molto a che fare con problemi di vita reale. Questo li mette nelle condizioni di osservare la complessità e gli aspetti interdisciplinari di qualsiasi lavoro o attività in modo più realistico, aiutandoli a prepararsi alle sfide future.
Tra le difficoltà che si possono incontrare nell'elaborazione del PBL emerge la reticenza di quegli alunni che non sono in grado di lavorare in gruppo perché timidi o pigri. In questi casi occorre fare attenzione a trovare progetti adeguati, evitando che gli altri lavorino al suo posto o, nei casi più gravi, che venga escluso dal gruppo. Di contro, i docenti potrebbero avvertire difficoltà a gestirsi e a organizzare le proprie risorse, sentendo il peso del lavoro che aumenta.
Infine bisogna ricordare che questo tipo di progetti necessitano di strumenti adatti, di aule laboratoriali e di specifici device, la cui mancanza comporta l’utilizzo di supporti tecnologici di proprietà dell’alunno, nell’ottica del "Bring your own device" (BYOD) che causa non poco imbarazzo nei giovani che ne sono sprovvisti. In una logica di inclusività, partecipazione e cooperazione, quest’ultimo problema può essere considerato probabilmente il più grave, perché evidenzia le differenze economiche e culturali che esistono tra le famiglie degli studenti.
Sarà importante distinguere sempre la valutazione formativa (del processo), dalla valutazione sommativa (valutazione dell’apprendimento), senza trascurare la valutazione tra pari.
La valutazione formativa, che è una valutazione per l’apprendimento e fa leva sui processi metacognitivi come strumenti di consapevolezza e controllo del proprio apprendimento, diviene una formidabile opportunità per sollecitare e potenziare la competenza “apprendere ad apprendere”.
https://drive.google.com/file/d/1DfSzhbXjTo2PxhgcJh_tNjSQEAlCL0hf/view
La valutazione sommativa, che è una valutazione dell’apprendimento, costituisce quel momento valutativo che ha la funzione di accertare e certificare gli esiti di apprendimento conseguiti dall’allievo nella sua esperienza.
https://drive.google.com/file/d/11n2R3GoSAToVrlnTHOTeMEdRloHT_ly5/view
https://drive.google.com/file/d/1MG7o8NCopw3Ta0VeRG2OYAYNYX5LDQU8/view
La valutazione tra pari è realizzabile se sono condivise con gli studenti delle rubriche di valutazione relative ad ogni fase del processo di apprendimento. Occorrono quindi dispositivi e strumenti valutativi che permettano di “osservare” e “valutare” le prestazioni in azione.
https://drive.google.com/file/d/1wNv1_OZ16QqfSXMn33jiwDeudr2xuVWw/view