Monitoraggi

Il crescente problema dell'accumulo di detriti marini antropogenici, specialmente nelle aree costiere isolate o protette, è uno dei problemi ambientali emergenti degli ultimi decenni. Gli oggetti di plastica spiaggiati sono soggetti a fotodegradazione, frammentandosi rapidamente, e riducendosi a mesoplastiche (tra i 5mm-2,5cm) e microplastiche (≤ 5mm di lunghezza) che, mescolandosi al substrato possono produrre un flusso di particelle che scorrono nel mare aggiungendosi a quelli rilasciati direttamente dai fiumi, anch’essi agenti chiave nel rilascio di rifiuti macro e microscopici negli oceani. L’interesse a tale importante problematica ha condotto allo sviluppo di un vero e proprio campo di ricerca, in recente crescita, dedicato al riconoscimento e alla quantificazione delle quantità di rifiuti marini antropogenici accumulati presso le aree costiere, in mare, sulle coste riva o nei fondali prospicenti. La vicinanza alla costa di tali zone ha reso possibile la partecipazione di volontari nei processi di acquisizione dati, cosa invece molto difficile per aree remote, come quelle polari o il mare aperto ed oceano.

SeaCleaner ha avviato numerose collaborazioni con associazioni, istituzioni scolastiche, altri progetti italiani ed europei, per effettuare monitoraggi e campagne di raccolta dati, sia sulla costa che, recentemente, sui fondali. Grazie all'utilizzo di protocolli  basati su standard europei, dai classici carta e penna ai moderni app, e sia manuali che per mezzo di droni, SeaCleaner si è occupato  di micro e macroplastiche,  ha validato i dati e le modalità di acquisizione con metodologie statistiche rigorose, allo scopo di fornire dati validi per possibili comparazioni con quanto gia' presente in letteratura, e per arricchire i database esistenti.