Impatto con l'ecosistema

All’interno di SeaCleaner, ed in concomitanza con i monitoraggi sui marine litter condotti nell’areale del Pelagos Sanctuary, sono stati condotti anche studi riguardanti l'impatto ambientale di tali materiali sull'ecosistema e su alcune specie protette della zona.

In particolare, è stato effettuato uno studio comparato della presenza di materiale antropogenico nei nidi di Sula (Morus Bassanus), un uccello pelagico tipico delle coste atlantiche, che eccezionalmente nidifica in una piccola baia nelle acque antistanti Portovenere (La Spezia). La singolare nidificazione è, assiema ad una altra a Carry-Le -Rouet, vicino a Marsiglia, una delle uniche due presenti nel bacino del mediterraneo, ed è particolare per la scelta del sito: una barca all’interno di un porto turistico, quindi una zona altamente antropizzata (Giagnoni et al. 2015, Merlino et al. 2018, Merlino e Massetti 2019 e Massetti et al. 2020). La presenza di molto, anzi troppo materiale antropogenico nei loro nidi, rappresenta un pericolo, specialmente per i pulli (termine che, in ornitologia, designa i nuovi nati). Abbondano soprattutto oggetti di plastica e, in modo speciale , quelli che riproducono i loro corrispondenti naturali, quindi cordicelle flessibile, filamenti, fascette, ecc. Ma più’ che altro, nella zona di Portovenere, è stata riscontrata nei nidi una alta percentuale di retine per la mitilicoltura; questa attività, molto diffusa in zona, giustifica la presenza di una particolare abbondanza di tali oggetti nelle acque e spiagge della zona, rispetto alle altre zone circostanti (Merlino et al. 2018). Alcuni degli oggetti usati per la nidificazione sono risultati nocivi al punto di provocare la morte di un giovane di un anno e di un pullo, ritardare l’involo di altri e nuocere anche agli adulti. I due siti di nidificazione del Mediterraneo sono costantemente monitorati e seguiti dai volontari delle associazioni LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) ed LPO-PACA (Ligue pour la Protection des Oiseaux, région Provence-Alpes-Côte-d’Azur, France), e grazie alla collaborazione con tali associazioni è stato possibile eseguire uno studio comparato dei due nidi in tre anni, dal 2017 al 2019, per studiare la composizione dei materiali con cui sono costruiti i nidi, di identificare quali siano i materiali antropogenici maggiormente utilizzati nei due casi, e di metterli in relazione con le principali fonti di inquinamento delle due zone di nidificazione. Inoltre, al fine di identificare le categorie di polimero maggiormente presenti nei nidi, sugli AMDs sono state fatte caratterizzazioni polimeriche con spettroscopia infrarossa (FT-IR).

Foto di LIPU-La Spezia and LPO-PACA

Foto di LIPU-La Spezia and LPO-PACA