Le fibre artificiali si ottengono dalla lavorazione chimica e meccanica di sostanze naturali.
Sono leggere,
irrestringibili,
inattaccabili dalle tarme
si tingono facilmente, ma tendono a scolorire,
non sono molto resistenti e si stropicciano.
I tessuti di fibre artificiali sono adatti per confezionare abiti da sera con drappeggi, biancheria intima, fodere ecc.
Lo sono meno per confezionare abiti estivi, perché trattengono il calore del corpo e non sono molto traspiranti.
Sono lucenti, al punto che a volte sono sottoposte a trattamenti opacizzanti, e a lungo sono state definite seta artificiale.
Fibra denominata "finta seta" proprio perché ne imita in tutto e per tutto le proprietà. Viene prodotta sfibrando la cellulosa derivata dalla polpa di legno con la soda caustica. E' spesso mescolata ad altre fibre come il cotone perché la sua elasticità permette di creare tessuti facilmente stirabili.
La viscosa, nelle varie forme e varietà, rappresenta circa il 14% delle fibre artificiali prodotte dall'industria.
Le fibre sintetiche sono ricavate da polimeri derivati dal petrolio, che sono fatti passare attraverso filiere e ridotti in filamenti.
In seguito, i filamenti sono stirati, per renderli più sottili e tenaci, e lavati, pronti per essere avvolti in bobine o tagliati in fiocchi, cioè fibre corte.
Le fibre sintetiche sono entrate in commercio dopo il 1940 e si sono subito affermate per la loro possibilità di soddisfare qualsiasi esigenza tessile. Esse presentano infatti numerosi vantaggi rispetto alle fibre artificiali:
sono molto affini ai coloranti,
sono flessibili,
leggere
resistenti all’usura, allo strappo, alla luce, agli acidi, alle tarme e alle muffe.
I tessuti realizzati con fibre sintetiche non si restringono, non si stropicciano e non si stirano. Come le fibre artificiali, trattengono il calore e sono anche impermeabili, quindi impediscono la traspirazione della pelle. Si caricano di energia elettrostatica quando vengono sfregate. A causa della loro composizione, possono causare allergie alla pelle in soggetti predisposti.
Sono sintetiche le fibre poliammidiche, le fibre poliestere, le fibre acriliche ecc.
Vengono largamente impiegate nella produzione di capi invernali e nel confezionamento di capi di biancheria intima, costumi da bagno e abbigliamento sportivo.
Il nylon è una fibra sintetica derivata dal petrolio con eccezionali proprietà che lo rendono un tessuto versatile e pratico, nonostante abbia grossi difetti di traspirazione. Per ovviare a questi difetti spesso il nylon è intrecciato a fibre naturali.
Nel 1938 venne messo in commercio il nylon, una nuova fibra sintetica che decretò un cambio di rotta nell’industria tessile. Sintetizzato pochi anni prima dal chimico americano Wallace Hume Carothers, fu brevettato nel 1937.
Sull'origine del nome di questo poliammide, tuttora incerta, si sono susseguite affascinanti storie: una leggenda vuole che derivi dall’espressione “Now you lousy old Nipponese” (anche in varianti come "Now You Lose Old Nippon") nata dalla soddisfazione di poter battere la concorrenza del Giappone, che impediva l’esportazione di seta dalla Cina.
La sillaba iniziale ricorda inoltre la parola nitrogen (azoto) e il suffisso -on evocherebbe il nome di altre fibre, come cotton.
C’è anche chi sostiene che nylon sia mutuato da “no run” ("no smagliatura"), nome scelto dagli impiegati della società produttrice Du Pont per descrivere la resistenza di questo tessuto. #Zingarelli100
Video tratto dal programma com'è fatto e libro Zanichelli