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Adam Elsheimer, La fuga in Egitto, 1609 

19 luglio 2024

Nascere a Gaza

«Nove mesi di conflitto a Gaza hanno costretto a far partorire molte donne in condizioni traumatiche, non igieniche e non dignitose, senza avere accesso ai servizi di base. Altre donne hanno paura di chiedere cure prenatali vitali per timore di bombardamenti e altre ancora hanno perso la vita a causa della mancanza di accesso ai servizi sanitari.

Mentre alcune compiono delle scelte drastiche. A Gaza alcune donne si auto-inducono il travaglio per evitare di partorire durante la fuga, e per paura di perdere il bambino durante gli spostamenti forzati».

(fonte: Save The Children)



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Lamine Yamal, diciassettenne attaccante della nazionale spagnola, di famiglia migrante, con il fratellino di due anni Keyne la sera della vittoria agli Europei di calcio 

16 luglio 2024

Antidoto

«Le parole possono essere come minime dosi di arsenico: ingerite senza saperlo sembrano non avere alcun effetto, ma dopo qualche tempo ecco rivelarsi l’effetto tossico».

Victor Klemperer, LTI. La lingua del Terzo Reich, 1947

Anche le immagini possono avere un effetto tossico, possono esprimere razzismo, violenza, odio. Ma, come le parole, altre immagini possono fungere da antidoto.

Eccone una.


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Un uomo cammina tenendo in braccio un bambino tra le macerie degli edifici crollati a Gaza City, 25 novembre 2023 (© 2023 UNRWA Photo by Ashraf Amra, courtesy Alice Boffi) 

7 luglio 2024

Nove mesi

A nove mesi dal 7 ottobre 2023, quando l’aggressione di Hamas ha scatenato la vendetta di Israele, nella striscia di Gaza si contano oltre 38.000 vittime palestinesi e quasi 90.000 persone ferite.

La guerra ha assunto un carattere marcatamente coloniale: in questi nove mesi, 2.370 ettari di Cisgiordania sono stati dichiarati territorio di stato da Israele.

Due popoli due stati?


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Il Presidente della Repubblica a Trieste, il 3 luglio 2024 (ansa)


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4 luglio 2024

Democrazia

«Democrazia.

Parola di uso comune, anche nella sua declinazione come aggettivo.

È ampiamente diffusa. Suggerisce un valore.

Le dittature del Novecento l’hanno identificata come un nemico da battere.

Gli uomini liberi ne hanno fatto una bandiera.

Insieme una conquista e una speranza che, a volte, si cerca, in modo spregiudicato, di mortificare ponendone il nome a sostegno di tesi di parte.

Non vi è dibattito in cui non venga invocata a conforto della posizione propria.

Un tessuto che gli avversari della democrazia pretenderebbero logoro».

(dall’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di apertura della 50a edizione della Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, Trieste, 3 luglio 2024)

Leggi il testo integrale del discorso del Presidente della Repubblica

Fotogramma dal film The Harvest, di Andrea Paco Mariani (2017), film sul caporalato e sullo sfruttamento della comunità sikh nell’Agro Pontino

23 giugno 2024

Come spazzatura

«Il giovane Satnam Singh, lavoratore immigrato, è morto vedendosi rifiutati soccorso e assistenza, dopo l’ennesimo incidente sul lavoro, una forma di lavoro che si manifesta con caratteri disumani e che rientra in un fenomeno che affiora non di rado di sfruttamento del lavoro dei più deboli e indifesi».

(dall’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia in occasione del 160° anniversario della Croce Rossa Italiana, 22 giugno 2024)


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Rifugio per sfollati palestinesi a Deir al Balah, zona centrale della Striscia di Gaza, gennaio 2024 (© 2024 UNRWA Photo by Ashraf Amra, courtesy Alice Boffi) 


Leggi il testo integrale dell’intervento di Gianfranco Schiavone La morte o il lager: il destino dell’umanità in eccesso (L’Unità del 20 giugno 2024)


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20 giugno 2024

120 milioni di persone rifugiate nel mondo

Oggi è la Giornata mondiale del rifugiato: le guerre, le violenze generalizzate, le persecuzioni hanno prodotto 120 milioni di persone in cerca di asilo e protezione.

Scrive Gianfranco Schiavone, già componente del direttivo dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione e presidente del Consorzio italiano di solidarietà-Ufficio rifugiati onlus di Trieste: «[…] il Rapporto “Global Trends 2023” dell’UNHCR sul diritto d’asilo presentato come di consueto ogni 20 giugno, giornata mondiale che l’ONU dedica ai rifugiati, oltre a ricordare l’aumento vertiginoso di rifugiati nel mondo nell’ultimo decennio, torna a sottolineare ancora una volta come sono i paesi a basso e medio reddito che ospitano il 75% dei rifugiati del mondo. L’Europa si ostina ad ignorare che in molti Paesi terzi non è possibile assicurare un’effettiva protezione ai rifugiati anche in ragione di un’eccessiva pressione su questi Paesi. E cerca, all’opposto, ogni strada possibile per ammassare in questi Paesi sempre più vite di scarto».

19 giugno 2024

Guerra infinita

È un’immagine lugubre quella che emerge dalle tracce della prima prova dell’esame di stato 2024, che si è svolta oggi, 19 giugno: un mondo in guerra e la pace, unica alternativa alla distruzione, fondata sull’equilibrio del terrore e garantita dal deterrente dell’atomica (citazione da Giuseppe Galasso: «uno strumento di guerra, di distruzione e di morte di inaudita efficacia si convertiva in una garanzia, del tutto impreveduta, di pace a scadenza indefinita»).

Un mondo in cui la bellezza del nostro patrimonio culturale non deve essere bene di lusso, ma elemento condiviso e conosciuto tale da garantire una cittadinanza pleno iure: un paesaggio nazionalizzato come fondamento di identità e orgoglio nazionale.

Le tracce che stimolano maggiormente la riflessione e la rielaborazione sono di firme femminili: Rita Levi Montalcini che considera l’imperfezione come valore e Nicoletta Polla-Mattiot che invita alla riscoperta del silenzio… Per quanto imperfezione e silenzio veicolati da due figure femminili siano proprio due stereotipi.

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11 giugno 2024

In memoria di Giacomo Matteotti

Il 10 giugno 1924 Giacomo Matteotti è rapito e assassinato da un manipolo di squadristi fascisti su mandato di Benito Mussolini.

Il corpo del deputato socialista è poi ritrovato il successivo 16 agosto.

Il 3 gennaio 1925, in un discorso alla Camera, il duce si assume la «responsabilità politica, morale e storica» del delitto, avviando poi la soppressione delle libertà e della democrazia.

Questa sera, martedì 11 giugno, alle ore 21.00, nella sala Granata presso la Biblioteca Laudense di Lodi, si terrà un incontro con Anna Steiner, pronipote di Giacomo Matteotti, durante il quale sarà ricordata la figura del deputato socialista.

Leggi l'approfondimento di Ercole Ongaro Matteotti assassinato, il mandante, sul Cittadino di giovedì 6 giugno 2024


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Dall'alto e da sinistra: Giacomo Matteotti, Velia Titta Matteotti; Albe Steiner e Lica Covo Steiner; Mario Covo, Mino Steiner; Anna Steiner

5 giugno 2024

Giacomo Matteotti, una memoria familiare

A Lodi, martedì 11 giugno prossimo alle ore 21.00, nella sala Granata presso la Biblioteca Laudense, si terrà un incontro con Anna Steiner, pronipote di Giacomo Matteotti, durante il quale sarà ricordata la figura del deputato socialista sotto il profilo umano e familiare: Anna è figlia di Albe e Lica Steiner (la madre di Albe era sorella della moglie di Matteotti), entrambi antifascisti e attivi nella resistenza, al pari dello zio Mino Steiner, deportato a Mauthausen nel marzo 1944 e assassinato a Ebensee il 28 febbraio 1945; il nonno materno di Anna, Mario Covo, ebreo sefardita, e due suoi cugini, Matilde David e il marito Alberto Arditi, sono prelevati dalle SS a Mergozzo il 15 settembre 1943 e uccisi nella strage del Lago Maggiore, che costa la vita a cinquantaquattro persone appartenenti alla cosiddetta ‘razza’ ebraica.

Giacomo Matteotti, una memoria familiare è il titolo dell’evento, proposto da Comune di Lodi, Istituto lodigiano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (Ilsreco), Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (Aned), Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) Comitato provinciale di Lodi, con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Lodi. Con Steiner converseranno la vicepresidente Ilsreco Silvia Ferrari e lo storico Ercole Ongaro; parteciperanno inoltre Francesco Milanesi (assessore alla cultura del Comune di Lodi) e Roberto Nalbone (Anpi provinciale di Lodi).

Per la sua valenza storica, l’evento rappresenta un’opportunità formativa per le e i docenti che vi prenderanno parte, ai quali sarà rilasciato un attestato di partecipazione.


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1° giugno 2024

Nel centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti

«Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924.

Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole.

Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro. Mussolini fu immediatamente informato».

Antonio Scurati, aprile 2024

Leggi il comunicato stampa dell’evento

Disegno di Albe Steiner, nipote di Giacomo Matteotti, allora undicenne, realizzato dopo l'assassinio del deputato socialista il 10 giugno 1924

Leggi il testo integrale del discorso di Giacomo Matteotti

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30 maggio 2024

Cento anni fa l’ultimo discorso di Giacomo Matteotti alla Camera dei deputati

Matteotti «[...] Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l’autorità dello Stato e della legge. Fatelo, se siete ancora in tempo; altrimenti voi sì, veramente, rovinate quella che è l’intima essenza, la ragione morale della Nazione. Non continuate più oltre a tenere la Nazione divisa in padroni e sudditi, poiché questo sistema certamente provoca la licenza e la rivolta. Se invece la libertà è data, ci possono essere errori, eccessi momentanei, ma il popolo italiano, come ogni altro, ha dimostrato di saperseli correggere da sé medesimo. (Interruzioni a destra) Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sé e deve essere governato con la forza. Ma il nostro popolo stava risollevandosi ed educandosi, anche con l’opera nostra. Voi volete ricacciarci indietro. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle elezioni. (Applausi all’estrema sinistra - Vivi rumori)».

[resoconto stenografico, parte finale]

Brescia, Piazza della Loggia, 28 maggio 1974, pochi attimi dopo l’esplosione (foto di Silvano Cinelli)

Nel cinquantesimo anniversario della strage, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato a Brescia per partecipare alla commemorazione. Questo un estratto del suo discorso.

«Una sequenza di eventi sanguinosi, legati dall’unico filo dell’eversione nera e tutte caratterizzate da una difficile ricerca della verità storica e giudiziaria, ostacolata da inaccettabili depistaggi, errori e inefficienze. Ma il desiderio di verità e giustizia non si è fermato.

La stessa matrice eversiva lo stesso disegno criminale, fu dietro a chi aveva piazzato ordigni o lanciato bombe a Piazza Fontana, a Milano, nel 1969, a Gioia Tauro nel luglio del 1970, a Peteano, nel 1972, alla Questura di Milano nel 1973. E che, dopo la strage di Brescia, continuò a praticare quella strategia della tensione, provocando nuovi spaventosi spargimenti di sangue innocente sul treno Italicus, a pochi mesi dalla strage di Piazza della Loggia, poi a Bologna nel 1980 - la più grande strage del terrorismo neofascista - e ancora, nel 1984, di nuovo a San Benedetto Val di Sambro».

28 maggio 2024

A cinquant’anni dalla strage di Brescia, nel segno dell’antifascismo

Il 28 maggio1974, alle 10.12, durante una manifestazione sindacale antifascista, una bomba collocata in un cestino dei rifiuti sotto il colonnato di piazza della Loggia uccise otto persone e ne ferì diverse decine.

Il 20 giugno 2017 la Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva la condanna all’ergastolo ai due militanti di Ordine Nuovo Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte (quest’ultimo collaboratore dei servizi segreti), quali responsabili della strage; un nuovo filone dell’inchiesta accusa altri due neofascisti, Marco Toffaloni, all’epoca minorenne, e Roberto Zorzi.


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Il primo ministro Netanyahu e il ministro della difesa Gallant (Ap/Abir Sultan)

Scrive Francesco Strazzari, docente di relazioni internazionali di Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa: «Non ci sono precedenti di capi di governo di paesi che si definiscono democratici per i quali la giustizia internazionale ha chiesto l’arresto per crimini di tale gravità elevati a metodo di guerra. […] Il procuratore Khan non fa che difendere l’esistenza della pietra d’angolo del diritto internazionale quale strumento che interviene in dinamiche di guerra sempre più disumane. Tale passo è indispensabile a non sancire la morte del diritto davanti al ‘resto del mondo’».

21 maggio 2024

Crimini di guerra, crimini contro l’umanità

Il procuratore della Corte Penale Internazionale Karim Khan ha depositato la richiesta di cinque mandati di arresto «sulla situazione dello Stato di Palestina»: per il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, il capo delle Brigate al Qassam, Mohammed Deif, il capo a Gaza, Yahya Sinwar; per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della difesa Yoav Gallant.

«Oggi sottolineiamo ancora – ha detto Khan – che diritto internazionale e leggi sui conflitti armati si applicano a tutti. Nessun soldato, comandante, leader civile – nessuno – può agire impunemente. Nulla può giustificare la privazione intenzionale a esseri umani, tra cui tante donne e bambini, dei beni di prima necessità necessari alla vita. Nulla può giustificare la presa di ostaggi o l’uccisione di civili».

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Foto Vatican Media/SIR

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19 maggio 2024

Costruttori di pace

Sabato 18 maggio a Verona, papa Francesco ha incontrato il popolo della pace.

Nel corso dell’evento, sul palco dell’Arena si sono incontrati e abbracciati Maoz Inon, israeliano, che ha avuto i genitori assassinati il 7 ottobre, e Aziz Sarah, palestinese, che ha perso il fratello ucciso dall’esercito israeliano: entrambi credono che la pace sia la più grande impresa da realizzare.

«Sono sempre più convinto – ha detto Francesco – che il futuro dell’umanità non è solo nelle mani dei grandi leader, delle grandi potenze e delle élite. È soprattutto nelle mani dei popoli. Voi, però, tessitrici e tessitori di dialogo in Terra Santa, chiedete ai leader mondiali di ascoltare la vostra voce, di coinvolgervi nei processi negoziali, perché gli accordi nascano dalla realtà e non da ideologie. La pace si fa con i piedi, le mani e gli occhi dei popoli coinvolti».

Spartizione della Palestina decisa dal’ONU (29 novembre 1947). Il criterio fu quello di spartire il territorio sulla base delle concentrazioni demografiche. Nonostante gli ebrei rappresentassero solo un terzo della popolazione fu loro attribuito il 55% del territorio; ai palestinesi il 45%. La comunità ebraica accettò il piano, gli Stati arabi lo respinsero

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Il futuro Bantustan-Stato di Palestina come immaginato dai leader israeliani prima del 7 ottobre 2023, senza i territori dei blocchi di colonie israeliane definitivamente annesse a Israele. Un mini-Stato composto da enclave che occupano il 10-15% del Paese (invece del 45% deciso dall’ONU nel 1947): senza confini internazionali, nessuna contiguità territoriale, nessun controllo su fonti idriche, luoghi archeologici, nessun accesso al Lago di Tiberiade e al Mar Morto, nessun controllo del proprio spazio aereo e del proprio sistema di comunicazione

15 maggio 2024

15 maggio 1948: la Nakba

Il 15 maggio 1948, il giorno successivo alla proclamazione dello stato di Israele, ha inizio la prima guerra arabo-israeliana (1948-1949) accompagnata dall’esodo forzato di circa 800.000 arabo-palestinesi (530.000 secondo il governo israeliano, 910.000 secondo l’Organizzazione internazionale dei rifugiati).

Con la guerra Israele si impossessa della metà del territorio che nel 1947 l’ONU ha assegnato ai palestinesi. Israele denomina il conflitto “guerra di indipendenza”, il popolo palestinese lo chiama “Nakba” (catastrofe).



Leggi la lezione di Ercole Ongaro La questione israelo-palestinese e il Medio Oriente

Ascolta Fedayn, un brano da La cantata rossa per Tall El Zaatar, 1977 (Gaetano Liguori, Roberto Del Piano, Pasquale Liguori, Giulio Stocchi)

Questo popolo ha sette anime

ogni volta che muore

rinasce più giovane e bello

Giovanna Marini in una foto di autore non noto, presumibilmente dei primi anni Duemila

9 maggio 2024

Bella ciao

Giovanna Marini è morta ieri a ottantasette anni.

È stata la voce della musica popolare, contadina, sociale, a partire dagli anni Sessanta; ha cantato la Resistenza antifascista, la forza e la fatica del lavoro, la lotta operaia.

Giovanna, Ilsreco ti ricorda e ti saluta. 

il Lamento per la morte di Pasolini di Giovanna Marini


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ilmanifesto.it

3 maggio 2024

Give Peace A Chance?

Massiccia operazione in stile militare all’alba del 2 maggio scorso (ora locale) per sgomberare il presidio pro-Palestina di studenti e docenti dell’UCLA (University Campus of Los Angeles): granate di stordimento, fascette di plastica per bloccare i polsi, arresti a centinaia, che si uniscono ai quasi duemila in tutti gli Stati Uniti.

La repressione segue al violento assalto al campus da parte di squadre filoisraeliane, durante il quale numerose ragazze e ragazzi sono stati colpiti con mazze e spranghe di ferro, presi a calci e pugni, nella totale assenza delle forze dell’ordine.

«È un’allegoria di quello che succede in Palestina. Come i Palestinesi siamo stati letteralmente bombardati dall’esterno per poi essere accusati di essere terroristi e antisemiti» (testimonianza della studente Tai Min al manifesto, 3 maggio 2024).

E per essere dichiarati antisemiti, in base al disegno di legge varato dalla Camera dei deputati statunitensi che rende illegale l’antisemitismo, rafforzandone la definizione, è sufficiente dichiarare «Palestina libera».

 

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Columbia University di New York, 23 aprile 1968 (corriere.it)

Columbia University di New York, 29 aprile 2024 (ansa)

29 aprile 2024

Aprile

Il 23 aprile 1968, alla Columbia University di New York inizia la rivolta studentesca contro la guerra in Vietnam.

Il 18 aprile 2024, nella medesima Università, inizia la rivolta studentesca contro la guerra a Gaza.

«Non voglio rassegnarmi a considerare conclusa e travalicata quella civiltà nella quale il pensare storicamente era il criterio più alto del comportamento umano, perché in un prevalere del mondo che avesse per modello la tecnica io vedo un enorme pericolo per la libertà razionale dell’umano pensare e dell’umano agire.

Il mondo costruito sul modello di una civiltà prevalentemente tecnica, che non ha bisogno di essere storicizzato, è retto, in realtà, dalle forze politiche che governano la tecnica. In esso, sotto forme diverse (che possono aver aspetto sociologico, psico-analitico, strutturalistico), riprendono spazio miti metafisici: quella metafisica che il pensiero storico aveva tanto faticato ad espellere dalla ricerca.

Solo il pensiero storico si è opposto in passato e può opporsi in futuro ai disegni di dominio assoluto dei politici ed è segno di una percezione, anche se indistinta, di questo il fatto che le contestazioni giovanili sono internazionalmente sorte dai gruppi di studio delle scienze umane e storiche. Di ciò occorre che si prenda coscienza».

Ranuccio Bianchi Bandinelli, Introduzione all'archeologia, [1970]

 

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www.quirinale.it

25 aprile 2024

Una lunga scia di sangue ha accompagnato il cammino dell’Italia verso la Liberazione

Dall’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia in occasione del 79° anniversario della Liberazione, Civitella in Val di Chiana, 25/04/2024

Una lunga scia di sangue ha accompagnato il cammino dell’Italia verso la Liberazione. Il sangue dei martiri che hanno pagato con la loro vita le conseguenze terribili di una guerra ingiusta e sciagurata, combattuta a fianco di Hitler nella convinzione che la grandezza e l’influenza dell’Italia si sarebbero dispiegate su un nuovo ordine mondiale. Un ordine fondato sul dominio della razza, sulla sopraffazione o, addirittura, sullo sterminio di altri popoli. Un’aspirazione bruta, ignobile, ma anche vana. [...]

Generazioni di giovani italiani, educati, fin da bambini, al culto infausto della guerra e dell’obbedienza cieca e assoluta, erano stati mandati, in nome di una pretesa superiorità nazionale, ad aggredire con le armi nazioni vicine: le «patrie degli altri» come le chiamava don Lorenzo Milani. [...]

Il fascismo aveva in realtà, da tempo, scoperto il suo volto, svelando i suoi veri tratti brutali e disumani. Come ci ricorda il prossimo centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti.

il testo integrale dell’intervento del Presidente della Repubblica

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21 aprile 2024

Resistere, pedalare, resistere

La tradizionale pedalata di impegno civile toccherà i luoghi degli scioperi locali del ‘43 e del ‘44: si partirà dalle fabbriche cittadine (Linificio, Officine Adda, Officine Gay), per poi proseguire per cascina Cagnola di Galgagnano (ove all’alba del 26 luglio 1944 la Guardia Nazionale Repubblicana uccise quattro civili inermi) e concludere l’itinerario al Poligono di tiro di Lodi. Qui il 22 agosto 1944 furono fucilati, dopo essere stati torturati e senza essere stati sottoposti a processo, cinque partigiani (Oreste Garati, Ludovico Guarnieri, Ettore Maddè, Franco Moretti, Giancarlo Sabbioni); il 31 dicembre 1944 altri cinque furono passati per le armi (Pietro Biancardi, Antonio DArco, Giuseppe Frigoli, Paolo Sigi, Ferdinando Zaninelli); l8 marzo 1945, infine, fu assassinato Rosolino Ferrari.


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on line sul canale YouTube Ilsreco

la presentazione della mostra Vignette partigiane, a cura di Pier Luigi Gaspa (Lodi, sala Granata, 19 aprile 2024)

on line alla pagina didattica/materiali

le diapositive della presentazione Per la libertà. La Resistenza nel fumetto, di Pier Luigi Gaspa (Lodi, sala Granata, 19 aprile 2024)


13 aprile 2024

Mostra Vignette partigiane. La Resistenza nei fumetti

Protagonista nella letteratura e nel cinema, la Resistenza non ha ricevuto grande attenzione dal fumetto. Eppure, alcuni fumetti di ambientazione resistenziale sono apparsi in Italia ancora prima di quel 25 aprile 1945 che nell’immaginario collettivo rappresenta la fine della guerra, la sconfitta del fascismo, l’alba della democrazia.

Questo mondo poco noto e variegato è proposto a Lodi dalla mostra Vignette partigiane. La Resistenza nei fumetti, a cura dello studioso Pier Luigi Gaspa in occasione del 25 aprile di quest’anno: venti pannelli che raccontano la storia della Resistenza (e dell’Italia del dopoguerra) attraverso i fumetti, stampati per iniziativa di cinque Istituti per la storia della Resistenza lombardi: oltre a Ilsreco di Lodi, Fondazione Memoria di Milano, Isrec di Bergamo, Imsc di Mantova, Issrec di Sondrio, che li esporranno nei prossimi mesi.

Un approccio alla storia innovativo e stimolante per incontrare l’interesse delle giovani generazioni.

La mostra sarà inaugurata venerdì 19 aprile 2024, alle ore 18.00, nella sala Granata presso la Biblioteca Comunale Laudense. Per la sua valenza storica, l’evento rappresenta un’opportunità formativa per le e i docenti che vi prenderanno parte, ai quali sarà rilasciato un attestato di partecipazione.

La mostra sarà visitabile presso la Biblioteca Comunale Laudense dal martedì al sabato dalle ore 9,15 alle ore 18,15 dal 20 aprile all’8 maggio 2024. Le scuole sono invitate!

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Folla di palestinesi vista da un drone israeliano (ansa)

5 aprile 2024

Fantascienza?

Nel 1967 Fred Saberhagen – onesto artigiano di scrittura dell’immaginario – pubblica il primo romanzo della serie Berserker, nome dato a macchine che dopo aver sviluppato una propria intelligenza artificiale percorrono l’universo per sterminare ogni forma di vita.

Nel 2021, con lo pseudonimo Brigadier General Y.S., è pubblicato il libro The Human-Machine Team, nel quale l’autore (comandante di una unità di intelligence israeliana) sostiene la necessità di creare una macchina, ovvero un’intelligenza artificiale, in grado di processare rapidamente enormi quantità di dati per generare migliaia di potenziali «obiettivi» durante gli attacchi militari di una guerra.

L’inchiesta condotta dai siti di informazione israeliani +972 Magazine e Local Call a firma di Yuval Abraham (oggi riportata per intero dal manifesto) dimostra che questa macchina esiste, è denominata Lavander: l’esercito israeliano si è affidato a essa per marcare come sospetti militanti di Hamas fino a 37.000 persone palestinesi, lasciando al controllo umano circa 20 secondi prima di autorizzare il bombardamento delle loro case, per lo più di notte, mentre erano presenti le loro famiglie.


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Ettore Archinti, testimone di Resistenza non violenta, fotografato a Lodi nel 1943

2 aprile 2024

Anche tu puoi diventare testimone attivo della memoria

Associarsi a Ilsreco significa avere a cuore la storia della Resistenza e dell’età contemporanea

Ventisei anni di attività e di impegno civile: in questi giorni l’Istituto Lodigiano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (Ilsreco) avvia la campagna associativa 2024. Preservare la memoria, con lo sguardo rivolto al futuro: l’Istituto realizza eventi e iniziative, spesso in sinergia con gruppi, enti e associazioni del territorio, interagisce con le scuole, ha prospettive di crescita e diversi progetti in costante evoluzione.

Grazie all’utilizzo della tecnologia, Ilsreco resta al passo con i tempi, conserva e divulga una quantità consistente di materiali, video, documenti: sono infatti a disposizione il sito (www.ilsreco.it), la pagina Facebook Ilsreco Lodi e l’omonimo canale Youtube.

Chi desiderasse associarsi a Ilsreco può scrivere a ilsreco.lodi@gmail.com oppure inviare un messaggio alla pagina Facebook Ilsreco Lodi. La quota associativa parte da 15 euro.

IBAN: IT46 S056 9620 3000 0000 4813 X28

L’anno di fondazione risale al 1998. Gli intenti e i compiti di Ilsreco sono di valore culturale ed etico: assicurare l’ordinata documentazione del patrimonio storico del Lodigiano relativo alla storia contemporanea, promuovere la conoscenza e lo studio del movimento di Liberazione, nonché la conoscenza dell’età contemporanea nei suoi differenti aspetti, attraverso la raccolta e la conservazione di documenti, gli studi e le pubblicazioni, l’attuazione di programmi didattici, l’organizzazione di eventi.

Associarsi a Ilsreco significa condividere tali obiettivi, sostenere indirettamente le numerose attività, contribuire alla crescita culturale del territorio, avere a cuore la storia della Resistenza e dell’età contemporanea.

Ilsreco dispone di un consistente patrimonio archivistico e librario, ora accolto presso il Liceo statale Maffeo Vegio di Lodi, affinché sia consultabile e fruibile da studiosi e cultori della materia, nonché da docenti e studenti delle istituzioni scolastiche del territorio.

vai alla biografia di Ettore Archinti

27 gennaio 2024, Lodi, la pietra d'inciampo posta in memoria di Luigi Giulio Marzagalli 'Gino' in via Ottone Morena 4

27 marzo 2024

In onore e a memoria dei lodigiani assassinati a Mauthausen

Si è concluso lunedì il viaggio In treno per la Memoria con meta a Mauthausen, al quale hanno preso parte anche studenti, docenti, esponenti delle organizzazioni sindacali del territorio.

A Mauthausen furono diciassette i lodigiani assassinati: erano antifascisti, resistenti, partigiani; il più giovane aveva vent’anni, il più anziano sessanta. Ecco i loro nomi.


  nome                      luogo di nascita         classe   matricola   data di morte

  Francesco Affaba      Salerano al Lambro    1898 61544    4.02.1945

  Celeste Bolognesi      Montanaso Lombardo 1884 58725    16.05.1944

  Enrico Boriani           Codogno                   1925 126075  22.04.1945

  Secondo Brizzi          Sant’Angelo Lodigiano 1901 58747    9.12.1944

  Giuseppe Cecchi        Cornegliano Laudense 1924 113943  26.04.1945

  Annibale Fontanella    Lodi                         1886 57581    3.02.1944

  Mario Galluzzi            Casalpusterlengo        1922             26.01.1945

  Mario Garrini            Lodi                         1896             30.04.1945

  Luigi Gillio                Lodi                         1923 115538  15.04.1945

  Luigi Goretti             Marudo                    1902 108585  24.04.1945

  Angelo Lucca            Zelo Buon Persico      1887 61673    29.11.1944

  Luigi Marzagalli ‘Gino’ Lodi                         1901 52423    22.04.1945

  Giovanni Mirotti         Casalpusterlengo        1912 53428    21.03.1945

  Luigi Pea                  Casalpusterlengo        1897 61714    7.04.1945

  Ugo Rotta                Lodi                         1913             28.02.1945

  Camillo Tonani          Casalpusterlengo        1905 61764    13.04.1945

  Battista Vignoli          Lodi                         1890 61778    27.10.1944

24 marzo 2024, visita al campo di sterminio di Mauthausen (fotografie di Ivano Mariconti)

24 marzo 2024

A Mauthausen

Ai grandi scioperi antifascisti e antinazisti del marzo 1944 seguirono rastrellamenti e arresti: migliaia di lavoratori e lavoratrici furono deportati nei campi di sterminio nazisti, principalmente a Mauthausen, oggi visitato dalla delegazione lodigiana guidata da Ivano Mariconti, nell’ambito del viaggio In Treno per la Memoria.

Dopo Dachau e Auschwitz, il KL di Mauthausen fu quello ove giunse il più alto numero dei centoventitré trasporti partiti dall’Italia (ventuno).

Questi i principali, secondo la ricostruzione dello storico Brunello Mantelli:

Mauthausen fu l’ultimo campo a essere ‘liberato’ dagli alleati, il 5 maggio 1945.

23 marzo 2024, lodigiani al castello di Hartheim, luogo simbolo dell'Aktion T4 (fotografie di Ivano Mariconti)

23 marzo 2024

In Treno per la Memoria in visita nei luoghi dello sterminio di lavoratori e lavoratrici e persone con disabilità

Ricorre quest'anno l'80° anniversario degli scioperi che nel marzo 1944, a Torino e Milano soprattutto, dimostrarono la possibilità di un antifascismo di massa e furono pagati da lavoratori e lavoratrici con la deportazione in Germania e, spesso, la morte.

Anche in questa primavera, le organizzazioni sindacali lombarde hanno chiamato a raccolta scuola e società civile per partecipare al viaggio della memoria con destinazione il campo di sterminio di Mauthausen (ove furono assassinati principalmente lavoratrici e lavoratori arrestati in seguito agli scioperi, tra loro il lodigiano Luigi Giulio Marzagalli "Gino") e il castello di Hartheim, luogo simbolo dell'Aktion T4, sigla utilizzata a indicare lo sterminio delle persone con disabilità.

Al viaggio, che ha avuto inizio ieri e che si concluderà lunedì 25 marzo, partecipa anche una significativa rappresentanza dal Lodigiano: 32 studenti, 3 docenti (guidati dal nostro Ivano Mariconti), 9 esponenti del sindacato e della società civile.

Tal Mitnick e Sofia Orr, giovani israeliani renitenti alla leva, per questo attualmente in carcere nel loro paese (fotografie non accreditate)

18 marzo 2024

La guerra non sa arrestarsi sulla soglia della barbarie

Un estratto dall’Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia commemorativa dell’ottantesimo anniversario della distruzione della città di Cassino (15 marzo 2024).

«[…] Quello che l’Italia ha compiuto in Europa in questi decenni è un cammino straordinario di pace e di solidarietà, abbracciando i valori dell’unità del nostro popolo, della democrazia, dell’uguaglianza, della giustizia sociale.

Valori che gli italiani vollero consacrati con la scelta della Repubblica e con la Costituzione.

Insieme a una affermazione solenne, tra le altre: il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo per la risoluzione delle controversie internazionali.

Sono queste le poche parole dell’articolo 11 della nostra Costituzione che contiene le ragioni, le premesse del ruolo e delle posizioni del nostro Paese nella comunità internazionale: costruire ponti di dialogo, di collaborazione con le altre nazioni, nel rispetto di ciascun popolo […]».

Bambino nel ghetto di Varsavia, maggio 1941 (German Federal Archives). Nel ghetto della città polacca furono rinchiuse circa 500.000 persone appartenenti alla cosiddetta razza ebraica; oltre 85.000 erano bambine e bambini, che furono in grandissima parte uccisi dalla fame, dalle malattie, dalle deportazioni.

15 marzo 2024

Gaza, guerra alle bambine e ai bambini

«Negli ultimi mesi sono stati uccisi più bambini lì che in quattro anni di conflitto mondiale. Questa guerra è una guerra contro i bambini. È una guerra alla loro infanzia e al loro futuro. Gli ultimi dati delle autorità sanitarie di Gaza sono sconcertanti: almeno 12.300 bambini sono morti nell’enclave negli ultimi quattro mesi, rispetto ai 12.193 a livello globale tra il 2019 e il 2022».

Così Philippe Lazzarini, commissario generale dell’United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East – UNRWA. Nella Striscia di Gaza almeno 576.000 bambine e bambini, uomini e donne sono alla fame, una persona su quattro.

Emergono intanto nuovi, inquietanti dati relativi all’export militare italiano: come dimostra l’analisi di Giorgio Beretta di Rete Pace e Disarmo riportata da Altreconomia, nella categoria merceologica «Aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi», durante il periodo compreso tra ottobre e dicembre 2023, sono stati esportati verso Israele materiali del valore complessivo di oltre 14.800.122 euro. Una violazione della Legge 185/1990 che impedisce di inviare armi a paesi coinvolti in conflitti militari e in abusi dei diritti umani.

Manifestazione per la Giornata internazionale della donna, Milano 8 marzo 2024 (ansa) 

12 marzo 2024

Marzo

Le tante manifestazioni contro la guerra (sostantivo femminile ma pratica patriarcale) e per la pace (sostantivo femminile e pratica femminista) nella Giornata internazionale della donna, l’8 marzo, a conferma che «Il mondo ha bisogno di guardare alle donne per trovare la pace, per uscire dalle spirali della violenza e dell’odio, e tornare ad avere sguardi umani e cuori che vedono» (Papa Francesco, 1° gennaio 2024).

L’appello del Papa, il 9 marzo, affinché l’Ucraina abbia il coraggio di negoziare e in Palestina sia posta fine alla guerra di «due irresponsabili» che ha già provocato oltre trentamila morti e pene indicibili alla popolazione civile.

L’inizio del Ramadan, mese che per la fede musulmana rappresenta solidarietà, preghiera, pace, il 10 marzo, nel segno del digiuno forzato che colpisce soprattutto i più deboli (bambine e bambini, persone anziane e malate, già morte a decine per fame e sete) a Gaza.

Il report pubblicato l’11 marzo dallo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), gruppo di scienziati svedesi pacifisti che monitorano il commercio delle armi, secondo il quale l’Italia è il paese che guadagna ora di più dalle guerre in corso (Ucraina e Palestina in primis): le esportazioni di armi sono aumentate dell’86% tra il 2019 e il 2023; con il 4,3% l’Italia è il sesto paese esportatore mondiale di armi, dopo Stati Uniti, Francia, Russia, Cina e Germania.

Ilsreco si unisce alle voci che, in un tempo in cui i venti di guerra soffiano sempre più forti, chiedono pace.

Manifestazione contro la guerra di aderenti all’organizzazione israeliana Mesarvot (in ebraico ‘Noi rifiutiamo’ declinato al femminile, per esplicita scelta femminista); il quinto da sinistra è Tal Mitnick, il diciottenne refusnik che ha rifiutato di indossare la divisa perché «un massacro non mette fine a un altro massacro» e che per questo il 27 dicembre scorso è stato condannato a 30 giorni di carcere (Mesarvot Network)

14 febbraio 2024

Voci ebraiche per la pace. Dall’appello Mai indifferenti

«Siamo un gruppo di ebree ed ebrei italiani che, dopo la ricorrenza del Giorno della Memoria e nel vivere il tempo della guerra in Medio Oriente, si sono riuniti e hanno condiviso diversi sentimenti: angoscia, disagio, disperazione, senso d’isolamento. Il 7 ottobre, non solo gli israeliani ma anche noi che viviamo qui siamo stati scioccati dall’attacco terroristico di Hamas e abbiamo provato dolore, rabbia e sconcerto.

E la risposta del governo israeliano ci ha sconvolti: Netanyahu, pur di restare al potere, ha iniziato un’azione militare che ha già ucciso oltre 28.000 palestinesi e molti soldati israeliani, mentre a tutt’oggi non ha un piano per uscire dalla guerra e la sorte della maggior parte degli ostaggi è ancora incerta. Purtroppo sembra che una parte della popolazione israeliana e molti ebrei della diaspora non riescano a cogliere la drammaticità del presente e le sue conseguenze per il futuro.

I massacri di civili perpetrati a Gaza dall’esercito israeliano sono sicuramente crimini di guerra: sono inaccettabili e ci fanno inorridire. Si può ragionare per ore sul significato della parola «genocidio», ma non sembra che questo dibattito serva a interrompere il massacro in corso e la sofferenza di tutte le vittime, compresi gli ostaggi e le loro famiglie […]»

7 febbraio 2024

Il Giorno del Ricordo con Ilsreco, Aned, Anpi

Il Giorno del Ricordo, ricorrenza del calendario civile nazionale che cade il 10 febbraio, compie vent’anni: la legge istitutiva è la n. 92 del 30 marzo 2004.

Anche per il 2024, Istituto lodigiano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (Ilsreco), Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (Aned), Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi) Comitato provinciale di Lodi, con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Lodi e del gruppo Di Voce in Voce, propongono una iniziativa per ricordare la complessa vicenda del confine orientale, nella quale si inserisce il dramma delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, che si terrà giovedì 15 febbraio prossimo, alle 21.00, nella sala Granata presso la Biblioteca Comunale Laudense di Lodi, in via Solferino 72.

Laura Coci di Ilsreco terrà una lezione intitolata Voci dal confine orientale. Testimonianze e letture tra storia e memoria, accompagnata dalla proposta di testi del saggista Claudio Magris e dell’intellettuale Boris Pahor; di Antonietta Carretta e Clementina Tosi, già recluse nella Risiera di San Sabba di Trieste; dei poeti Ivan Goran Kovačić, croato, e Biagio Marin, istriano; di Marisa Madieri, Anna Maria Mori e Nelida Milani, pure istriane, la prima e la seconda profughe in Italia, la terza straniera in patria nella nuova Jugoslavia. Le letture saranno effettuate da Sabrina Aresu, Enrica Gioia, Elena Zaini del gruppo Di Voce in Voce; la presentazione sarà affidata a Gabriele Zuffetti (Anpi), la conclusione ad Alice Vergnaghi (Ilsreco).

Per la sua valenza storica, l’evento rappresenta un’opportunità formativa per le e i docenti che vi prenderanno parte, ai quali sarà rilasciato un attestato di partecipazione.


piazza Ospitale, posa della pietra d'inciampo in memoria di Luigi Vincenzo Marzagalli 'Barba'; da sinistra la studente di 5S Bassi Greta Giliotta (che ha ricordato la figura di 'Barba'), il sindaco di Lodi Andrea Furegato, lo storico Ercole Ongaro

via Ottone Morena, posa della pietra d'inciampo in memoria di Luigi Giulio Marzagalli 'Gino'; da sinistra il sindaco di Lodi Andrea Furegato, la studente di 5S Bassi Veronica Melodia (che ha ricordato la figura di 'Gino'), lo storico Ercole Ongaro 

29 gennaio 2024

Le pietre d'inciampo in memoria di Luigi Marzagalli 'Barba' e di Luigi Marzagalli 'Gino'

Il 27 gennaio, Giorno della Memoria, Lodi ha ricordato con la posa di due pietre d'inciampo due concittadini che hanno scelto di dire 'no' al fascismo, Luigi Vincenzo Marzagalli, detto 'Barba' e Luigi Giulio Marzagalli, detto 'Gino', entrambi deportati e uccisi nei campi nazisti, il primo a Flossenbürg, il secondo a Mauthausen.

Grazie a tutti, tutte coloro che hanno collaborato all'iniziativa, in particolare alle ragazze e ai ragazzi delle classi 5S Bassi e 5O Maffeo Vegio, e alle loro insegnanti Zara Lanzoni, Simonetta Saccardi ed Elena Zaini, che hanno guidato alcune classi di scuole cittadine nell'Itinerario in memoria di deportati lodigiani.


vai al discorso di Ercole Ongaro sulla deportazione dal Lodigiano

vai alla biografia di Luigi Vincenzo Marzagalli 'Barba'

vai alla biografia di Luigi Giulio Marzagalli 'Gino'


27 gennaio 2024






Nell’ambito delle iniziative per il Giorno della Memoria, Istituto lodigiano per la storia della Resistenza e dell’età̀ contemporanea (Ilsreco), Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (Aned), Associazione nazionale partigiani d’Italia Comitato provinciale di Lodi (Anpi Provinciale Lodi) e Movimento ecclesiale di impegno culturale, (Meic) con la collaborazione del Comune di Lodi, propongono un approfondimento sul Trasporto 81, il convoglio partito il 5 settembre 1944 da Bolzano e diretto a Flossenbürg sul quale viaggiarono i lodigiani Ettore Archinti, Luigi Vincenzo Marzagalli (detto il Barba) e Giuseppe Moretti, con il beato Teresio Olivelli.

Sabato 20 gennaio 2024, alle 10,30, nella sala Granata presso la Biblioteca Comunale Laudense sarà inaugurata con la presenza della curatrice, Maria Antonietta Arrigoni, e del curatore, Marco Savini, la mostra dal titolo In treno con Teresio. I deportati del Trasporto 81. Bolzano-Flossenbürg 5-7 settembre 1944. Sarà possibile visitare la mostra allestita presso la Biblioteca Comunale Laudense dal martedì al sabato dalle ore 9,15 alle ore 18,15 dal 20 gennaio al 9 febbraio 2024.






Giovedì 25 gennaio 2024, alle 21,00, nella Sala Rivolta presso il Teatro alle Vigne di Lodi si svolgerà una conferenza dal titolo Olivelli e Archinti: testimoni di resistenza e di umanità, tenuta dal prof. Anselmo Palini, biografo di Teresio Olivelli, e dal prof. Ercole Ongaro, biografo di Ettore Archinti. Teresio Olivelli ed Ettore Archinti sono entrambi attivi nella Resistenza: Olivelli nel Bresciano e a Milano; Archinti a Lodi. Oltre alla loro militanza nella Resistenza, sono accomunati anche dalla deportazione, conseguenza del loro impegno civile, sul Trasporto 81; dalla scelta non violenta; dalla morte nel campo di sterminio. La storia di Olivelli e Archinti sarà ricostruita dai due storici anche attraverso la lettura delle testimonianze dei due deportati.

Venerdì 26 gennaio, alle 10,10, nell’aula magna del Liceo Scientifico Gandini, in via Papa Giovanni XXIII, 1, Lodi, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale di Lodi, si proporrà alle classi quinte delle scuole secondarie di II grado lodigiane un incontro di approfondimento sulle figure di Teresio Olivelli ed Ettore Archinti sempre tenuto dai proff. Palini e Ongaro che, ripercorrendo la vicenda dei due deportati, offriranno alle e agli studenti due preziosi esempi di impegno civile e solidarietà.

Sabato 27, lunedì 29 e martedì 30 gennaio Ilsreco e le classi 5S turistico dell’ITE Bassi di Lodi (docente referente Zara Lanzoni) e 5O Esabac del Liceo Maffeo Vegio (docente referente Elena Zaini) propongono alle classi quinte delle scuole secondarie di II grado di Lodi di effettuare sul campo l’Itinerario in memoria di deportati lodigiani, progetto realizzato da Ilsreco in collaborazione con il Comune di Lodi, con la guida di tre studenti delle classi formate a questo scopo, in lingua italiana, oppure, a richiesta, in lingua francese o tedesca.

Le/gli studenti-guide delle classi 5S e 5O opereranno a rotazione, con partenze scaglionate per ciascuna visita-itinerario (due ore).


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Sfollati interni in una scuola UNRWA trasformata in rifugio, sud della Striscia di Gaza, 17 dicembre 2023 (UNRWA)

15 gennaio 2024

100 giorni di guerra

Tre mesi di guerra, a ieri 23.843 palestinesi uccisi.

Il sottosegretario generale per gli affari umanitari e gli aiuti d’emergenza delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, denuncia la situazione «orribile» della striscia di Gaza.

«Il sistema sanitario è al collasso. Le donne non sono in grado di partorire in sicurezza. I bambini non possono essere vaccinati. I malati e i feriti non possono ricevere cure. Le malattie infettive sono in aumento. E le persone cercano rifugio nei cortili degli ospedali».

Heinrich Himmler e Reinhard Heydrich a Vienna (marzo 1938)

5 gennaio 2024

La storia si ripete?

Nel 1940, dopo l’occupazione della Polonia da parte del Reich, Heinrich Himmler, comandante delle SS, perfeziona un piano per l’emigrazione forzata degli ebrei d’Europa in Madagascar, già colonia francese, poi abbandonato perché ritenuto troppo oneroso. Nel 1941 Reinhard Heyndrich, plenipotenziario per la ‘soluzione finale’, presenta un piano per deportare gli ebrei ancora più a est, poi vanificato dalla resistenza sovietica.

Nei giorni scorsi, il ministro della sicurezza del governo israeliano, Itamar Ben Gvir, ha proposto di trasferire in modo coatto il popolo palestinese in Congo o in Arabia Saudita. I palestinesi, intanto, sono costretti a lasciare le proprie case e spinti sempre più a sud, in uno spazio sempre più ristretto, privi di mezzi di sostentamento.

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