archivio news

2023

30 dicembre 2023

Duccio di Buoninsegna, La strage degli innocenti (1308-1311), Siena, Museo del Duomo

28 dicembre 2023

La strage degli innocenti

Ilsreco pubblica il testo integrale del contributo di Ercole Ongaro dal titolo La strage di bambini nella striscia di Gaza non può lasciare indifferente il mondo apparso oggi su Il Cittadino alla p. 19.

 

La “guerra” in corso tra Israele e Hamas ha catalizzato nelle settimane scorse l’interesse e la preoccupazione di molti cittadini, che ora però si stanno assuefacendo a una tragedia che non ha precedenti per le conseguenze sui cittadini della Striscia di Gaza. Per comprendere l’eccezionalità e la gravità di quanto si sta svolgendo giorno dopo giorno, può essere efficace - al di là delle fotografie e dei filmati – considerare lo spazio territoriale in cui ciò avviene.

La Striscia di Gaza ha una superficie di 365 km²: per farcene un’idea concreta, consideriamo che la Provincia di Lodi ha una superficie di 783 km²; quindi la Striscia di Gaza ha meno della metà della superficie del Lodigiano. Ma se il nostro territorio ha 230.000 abitanti, quello della Striscia ha 2.300.000 abitanti.

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Betlemme, Basilica della Natività (Reuters)

25 dicembre 2023

Pace in terra

Supplico che cessino le operazioni militari, con il loro spaventoso seguito di vittime civili innocenti, e che si ponga rimedio alla disperata situazione umanitaria aprendo all’arrivo degli aiuti.

Non si continui ad alimentare violenza e odio, ma si avvii a soluzione la questione palestinese, attraverso un dialogo sincero e perseverante tra le Parti, sostenuto da una forte volontà politica e dall’appoggio della comunità internazionale.

Papa Francesco, 25 dicembre 2023

Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, 15 dicembre 2023 (Said Khatib, Afp)

19 dicembre 2023

On line i materiali del corso di formazione Ilsreco Insegnare la storia del secondo Novecento

Palestina, Sessantotto, America Latina, Strategia della tensione e terrorismo, Balcani: sono on line le riprese delle lezioni (canale YouTube Ilsreco) e i materiali relativi alle stesse (sito Ilsreco), a cura di Ercole Ongaro, Alice Vergnaghi, Laura Coci.

Per conoscere, comprendere, riflettere.

Eleanor Roosevelt, New York, 10 dicembre 1948

10 dicembre 2023

A 75 anni dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. Mai più?

La Dichiarazione nasce dal ricordo della catastrofe della Seconda guerra mondiale.

L’8 agosto 1945 Gran Bretagna, Francia, USA e URSS firmano il Patto di Londra che istituisce il Tribunale internazionale militare.

Nell’autunno 1945 si celebra il processo di Norimberga, nella primavera 1946 il processo di Tokyo.

È evidente che la nozione di “crimini di guerra” non basta a comprendere l’uccisione di prigionieri, le torture, il bombardamento di civili.

Il 10 dicembre 1948 la Dichiarazione è approvata dall’assemblea generale delle Nazioni Unite.

Nei settantacinque anni di vita della Dichiarazione, i diritti umani sono stati violati in modo ripetuto e grave. Lo sono ancora, oggi, nella Striscia di Gaza, ove, secondo il quotidiano israeliano Haaretz, si registra il maggior numero di vittime civili di tutte le guerre del XX secolo.

le Forze armate israeliane rastrellano civili palestinesi nella Striscia di Gaza (il manifesto, 8 dicembre 2023)

8 dicembre 2023

Articolo 99

Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, per la prima volta durante il proprio mandato, invoca l’articolo 99 dello Statuto delle Nazioni unite: «Il Segretario generale può richiamare l’attenzione del Consiglio di sicurezza su qualunque questione che a suo avviso possa minacciare il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale».

Dopo aver espresso la ferma condanna dell’attacco di Hamas al sud di Israele, della cattura degli ostaggi, delle violenze sessuali subite dalle donne israeliane, Guterres invoca l’intervento della comunità internazionale sul «rischio del collasso umanitario» a Gaza che sotto il «bombardamento continuo» delle Forze armate israeliane va incontro a «condizioni disperate in cui anche la fornitura di aiuti umanitari minimi diventerà impossibile». Potrebbe seguire una situazione «ancora peggiore», incluso lo scoppio di epidemie e «sfollamenti di massa nei paesi vicini».

All’appello del Segretario generale si sono subito uniti l’Alto rappresentante per gli affari Esteri Ue Josep Borrell e Tedros Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità.

1° dicembre 2023

Quando la notte è più profonda, le stelle brillano di più

«La pace è un affare di tutti, non è mai conquistata una volta per sempre e va coltivata. Richiede attenzione, pazienza, la capacità di guardare al domani: come un frutto, che non spunta il giorno dopo che lo abbiamo piantato. Bisogna credere e impegnarsi affinché da quel seme cresca qualcosa, dedicarsi alla speranza. Non si tratta di dire “andrà tutto bene” e affidarsi a un certo ottimismo incosciente, inconsapevole, fatalista o pigro. Non si spera se le cose vanno bene, ma se vanno male: quando la notte è più profonda, le stelle brillano di più».

Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana

21 novembre 2023

La Lettera agli ebrei italiani di Franco Fortini (24 maggio 1989)

Sotto il titolo La dissipazione di Israele – Lettera aperta per gli ebrei italiani «il manifesto» del 4 novembre 2023 ha ripubblicato, a firma Franco Lattes Fortini, il testo apparso il 24 maggio 1989 sullo stesso quotidiano.

La Lettera è riprodotta integralmente in Franco Fortini, I cani del Sinai, Macerata, Quodlibet, 2002 (Appendice, pp. 85-90), attualmente in commercio. A questa edizione si rimanda anche per le notizie bibliografiche e documentarie della Nota al testo (vedi anche, per la cornice biografica, Franco Fortini, Saggi ed epigrammi, a cura di Luca Lenzini, Milano, Mondadori, 2003, Cronologia, p. CXXVII).

Ogni giorno siamo informati della repressione israeliana contro la popolazione palestinese. E ogni giorno più distratti dal suo significato, come vuole chi la guida. Cresce ogni giorno un assedio che insieme alle vite, alla cultura, le abitazioni, le piantagioni e la memoria di quel popolo – nel medesimo tempo – distrugge o deforma l’onore di Israele. In uno spazio che è quello di una nostra regione, alle centinaia di uccisi, migliaia di feriti, decine di migliaia di imprigionati – e al quotidiano sfruttamento della forza – lavoro palestinese, settanta o centomila uomini corrispondono decine di migliaia di giovani militari e coloni israeliani che per tutta la loro vita, notte dopo giorno, con mogli, i figli e amici, dovranno rimuovere quanto hanno fatto o lasciato fare. Anzi saranno indotti a giustificarlo. E potranno farlo solo in nome di qualche cinismo real-politico e di qualche delirio nazionale o mistico, diverso da quelli che hanno coperto di ossari e monumenti l’Europa solo perché è dispiegato nei luoghi della vita d’ogni giorno e con la manifesta complicità dei più. Per ogni donna palestinese arrestata, ragazzo ucciso o padre percosso e umiliato, ci sono una donna, un ragazzo, un padre israeliano che dovranno dire di non aver saputo oppure, come già fanno, chiedere con abominevole augurio che quel sangue ricada sui propri discendenti. Mangiano e bevono fin d’ora un cibo contaminato e fingono di non saperlo. Su questo, nei libri dei loro e nostri profeti stanno scritte parole che non sta a me ricordare. [...]


il testo integrale della Lettera agli ebrei italiani di Franco Fortini (4 maggio 1989)

19 novembre 2023

Una marcia della morte

Nella Striscia di Gaza la situazione umanitaria è al collasso. La popolazione civile in fuga non ha alcun luogo sicuro dove rifugiarsi e continuano a mancare beni essenziali: carburante, cibo, medicine.

Dall’inizio della guerra sono oltre 1.400 le vittime in Israele e oltre 12.300 quelle nella Striscia di Gaza, delle quali più di 5.000 sono bambini e bambine.

Ieri è arrivata a Gerusalemme la marcia dei parenti degli ostaggi, partita cinque giorni prima da Tel Aviv. Migliaia di persone hanno raggiunto l’ufficio del premier Netanyahu gridando “Liberateli ora”.

Sempre ieri centinaia di persone hanno lasciato l’ospedale al Shifa e si sono dirette a piedi verso le regioni meridionali della Striscia; il direttore generale dell’ospedale, in un’intervista ad Al Jazeera, ha detto che “dozzine di feriti perderanno la vita lungo la strada”.

Una marcia della morte.


a sinistra, in alto

18 novembre 2023, Gerusalemme, i familiari degli ostaggi israeliani, cui si sono unite migliaia di persone, manifestano davanti all'ufficio di Netanyahu (foto ansa)

a sinistra, in basso

18 novembre 2023, Gaza City, civili lasciano l'ospedale al Shira, dove si erano rifugiati (foto AFP/ Mahmud Hams)



«Leggere di queste cose è durissimo.

E credetemi, voi che leggete, non è meno duro scriverne. “Perché farlo, allora? Perché ricordare?” chiederà forse qualcuno.

Chi scrive ha il dovere di raccontare una verità tremenda, e chi legge ha il dovere civile di conoscerla, questa verità».

Vasilij Grossman, L’inferno di Treblinka, 1944

5 novembre 2023

Occhio per occhio... e il mondo diventa cieco

Il discorso di Ercole Ongaro

I conflitti non risolti talvolta irrompono nella storia con atroce violenza e interrogano la nostra coscienza: l’esserci lasciati distrarre o assuefare, impotenti e rassegnati, a una situazione di ingiustizia e di prevaricazione permanente. Il conflitto israelo-palestinese è attivo ormai da un secolo, scandito da periodiche guerre: nel 1948, 1956, 1967, 1973. Non è questo il momento di ricostruire questa catena di violenze. Ma non è possibile spiegare la tragedia innescata il 7 ottobre dall’attacco di Hamas ai kibbutz israeliani (1400 uccisi, 250 rapiti e ostaggi), se non ricercando le cause.

La principale di esse è l’occupazione militare dei Territori palestinesi, che dura da 56 anni, soffocando l’economia palestinese, impedendo la costruzione di case, demolendo quelle costruite senza permesso, espropriando terre, imprigionando senza mandati di arresto. Inoltre costante è stato il boicottaggio israeliano alla nascita dello Stato di Palestina nell’ultimo decennio del ‘900, non realizzando quanto prevedevano gli Accordi di Oslo del settembre 1993, ottenuti sull’onda della prima Intifada palestinese: esperienza straordinaria, perché attuata in forma nonviolenta e capace di suscitare il favore dell’opinione pubblica internazionale.

Contestualmente la Resistenza palestinese, rappresentata dall’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), ebbe il coraggio di cambiare la propria strategia politica, rinunciando ad atti terroristici, modificando il proprio Statuto che prevedeva la distruzione dello Stato di Israele e dichiarandosi favorevole alla nascita dello Stato di Palestina, accanto a quello di Israele, in base alla “linea verde” di armistizio della guerra del 1967: uno Stato di Palestina in Cisgiordania e Striscia di Gaza con capitale Gerusalemme Est. La guida nella transizione verso la formazione dello Stato fu affidata dagli Accordi di Oslo all’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), con sede a Ramallah. [...]

il testo integrale del discorso di Ercole Ongaro al presidio per la pace

Gaza, 29 ottobre 2023 (Ansa)

29 ottobre 2023

«Cessate il fuoco!»

«Cessate il fuoco! Cessate il fuoco! Fermatevi, fratelli e sorelle. La guerra sempre è una sconfitta».

dall'appello di papa Francesco durante l’Angelus del 29 ottobre 2023

Capitol Hill, Washington, 18 ottobre 2023, manifestazione per la pace della comunità ebraica (Ap)

20 ottobre 2023

«Il nostro dolore non è la vostra arma»

Il 18 ottobre scorso, centinaia di donne e uomini, giovani e anziani, della comunità ebraica statunitense hanno manifestato a Washington, invadendo pacificamente Capitol Hill, intonando canti e scandendo slogan per chiedere l'immediato cessate il fuoco in Palestina.

La polizia ha effettuato trecento arresti.

l'approfondimento di Ercole Ongaro Per superare il conflitto arabo-israeliano usciamo dalla logica del Novecento, su Il Cittadino di giovedì 19 ottobre 2023, p. 29

fotogramma dal film L'oro di Roma, di Carlo Lizzani (1961)

16 ottobre 2023

16 ottobre 1943

Erano le 5.15 del 16 ottobre 1943, ottanta anni fa, quando iniziò il rastrellamento del ghetto di Roma: le SS occuparono il Portico di Ottavia e iniziò la cattura casa per casa degli ebrei.

1024 furono caricati sui camion, trasferiti alla stazione di Roma Tiburtina e deportati nei campi di sterminio nazisti, principalmente ad Auschwitz. Soltanto 16 fecero ritorno.

«Fu alla stazione Tiburtina che il diciassette alle cinque del pomeriggio, partirono diciotto vagoni piombati dentro ai quali era anche una bimba, nata durante la notte... Pensare a quella madre giovanissima con la sua piccola creatura nuda, nel lungo viaggio verso le camere a gas, divenne per me un assillo che mi tormentò ogni qualvolta dovevo intraprendere un’azione contro gli aguzzini tedeschi e i loro alleati fascisti».

Carla Capponi, Con cuore di donna, 2000

Gaza, 13 ottobre 2023 (Ansa)

14 ottobre 2023

Sette giorni di guerra, un secolo di violenze

DUE POPOLI, DUE STATI

Narges Mohammadi (EPA/MAGALI GIRARDIN/ansa)

7 ottobre 2023

Donna vita libertà

Il Nobel per la Pace 2023 è stato assegnato ieri all’attivista iraniana Narges Mohammadi, per «la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e la sua lotta per promuovere i diritti umani e la libertà per tutti».

Mohammadi è una delle più celebri attiviste per i diritti delle donne e per i diritti umani in Iran. È stata arrestata tredici volte, sottoposta a cinque condanne penali e condannata complessivamente a trentun anni di prigione, ove si trova tuttora. Nell’ambito delle varie condanne è stata sottoposta anche a pene corporali, tra cui 154 frustate.

24 settembre 2023

Giovanna Boccalini, lodigiana insigne

Oggi il Doodle di Google è dedicato a Giovanna Boccalini, nata a Lodi 122 anni fa, della quale è ricordato l'impegno per la promozione del calcio femminile in Italia e, aggiungiamo, per i diritti delle donne tout court.

Grazie ad Alice Vergnaghi, direttrice scientifica Ilsreco, la figura di Giovanna è stata studiata e riportata all'attualità.


qui le proposte didattiche Ilsreco su Giovanna Boccalini

16 settembre 2023

A cinquant’anni dall’assassinio di Victor Jara

Il 16 settembre 1973, nell’Estadio National di Santiago del Cile che oggi porta il suo nome, è assassinato il poeta e musicista Victor Jara, esponente della Nueva Canción Chilena e sostenitore del presidente legittimo Salvador Allende, a sua volta ucciso.

Prelevato dall’Università l’11 settembre, Jara è torturato per cinque giorni, gli sono spezzate le dite delle mani per spregio, è ucciso con un colpo di pistola.

I generali autori del golpe non solo proibiscono la vendita dei suoi dischi, ma ordinano la distruzione delle matrici.

Victor Jara vive nel cuore e canto delle donne e degli uomini liberi.

La mia chitarra non è per i ricchi

o per qualcuno di simile

il mio canto viene dagli ultimi

per raggiungere le stelle

la canzone di Victor Jara, Manifiesto (1973)

Salvador Allende e Augusto Pinochet 

11 settembre 2023

Santiago del Cile, 11 settembre 1973

Il golpe del generale Augusto Pinochet rovescia il governo legittimo del presidente Salvador Allende, assassinato nello stesso giorno all'interno del Palazzo della Moneda, sede del governo.

È l'inizio di una dittatura sanguinosa e feroce, durata fino all'11 marzo 1990.


«[...] a volte si era chiesto perché gli aguzzini e i dittatori amassero tanto le lenti brune.»

Enrica Zunic', La guerra di Ain. La discesa interrotta dal rosa e dal blu, Delos Digital, Milano 2014

Milano, 1943. Si abbattono i simboli del fascismo (Archivio Luce) 

8 settembre 2023

Ottanta anni fa, il proclama dell'armistizio

Il proclama del capo del governo italiano Pietro Badoglio, alle 19.42 dell'8 settembre 1943:

«Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.

La richiesta è stata accolta.

Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo.

Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza».

Poi, la disgregazione dell'esercito, la fuga del re e delle alte gerarchie dello Stato, l'occupazione nazista e la nascita della Repubblica Sociale Italiana: i venti mesi più angosciosi della storia d'Italia.


L'inizio della Resistenza.


l'approfondimento di Ercole Ongaro su «Il Cittadino» dell'8 settembre 2023, alle pp. 1 e 33

l'approfondimento di Alice Vergnaghi su «Il Cittadino» dell'8 settembre 2023, alla p. 32


Gian Maria Volonté e Riccardo Cucciolla nel film Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo (1971)

6 settembre 2023

Ciao maestro, compagno, partigiano

Così ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, saluta Giuliano Montaldo, il grande regista scomparso oggi, così lo saluta Ilsreco.

Giuliano Montaldo ha diretto opere cinematografiche di grande impegno civile, tra le quali Sacco e Vanzetti, Giordano Bruno, L'Agnese va a morire, tratta dal bellissimo romanzo resistenziale di Renata Viganò.

Alla pagina contatti del nostro sito una fotografia di scena tratta da quest'ultimo film.

A questo link, la canzone Here's to you, di Ennio Morricone e Joan Baez, dedicata a Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, dalla colonna sonora del film.

Here's to you, Nicola and Bart

Rest forever here in our hearts

The last and final moment is yours

That agony is your triumph 

28 agosto 2023

I have a dream

Sessanta anni fa, il 28 agosto 1963, al Lincoln Memorial di Washington, durante la marcia per i diritti civili in occasione del centenario della firma del Proclama sull'Emancipazione da parte di Abraham Lincoln, Martin Luther King pronunciava questo bellissimo discorso visionario:

«[...] E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno. È un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali [...]».

Noi abbiamo ancora questo sogno!

il testo integrale, in italiano, del discorso di Martin Luther King

Il 12 giugno 1994, tre mesi dopo le elezioni che avevano segnato la discesa in campo e la vittoria di Berlusconi alleato della Lega Nord e del Movimento Sociale Italiano, Gian Antonio Stella su «Il Corriere della Sera» pubblicò un’intervista a Francesca Mambro e Valerio Fioravanti dal titolo eloquente: Loro al governo noi all’ergastolo. Quel «loro» era riferito ai vari Storace, Fini, Alemanno e Gasparri che con i due terroristi dei NAR (condannati per numerosi delitti politici e per la strage di Bologna) avevano condiviso il punto di partenza iniziale della propria vita politica.

2 agosto 2023

La matrice neofascista della strage di Bologna

Dalla Dichiarazione del Presidente Mattarella nell'anniversario della strage della stazione di Bologna (2 agosto 2023).

«L’Italia ha saputo respingere gli eversori assassini, i loro complici, i cinici registi occulti che coltivavano il disegno di far crescere tensione e paura.

È servita la mobilitazione dell’opinione pubblica. È servito l’impegno delle istituzioni. La matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi, cui hanno partecipato associazioni segrete e agenti infedeli di apparati dello Stato. La ricerca della verità completa è un dovere che non si estingue, a prescindere dal tempo trascorso. È in gioco la credibilità delle istituzioni democratiche».

https://www.quirinale.it/elementi/93812

27 luglio 2023

Il Mediterraneo in piena emergenza climatica

Comunicato congiunto della Presidente della Repubblica ellenica e del Presidente della Repubblica italiana (26 luglio 2023)

«La Presidente della Repubblica Katerina Sakellaropoulou ed il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella hanno avuto un colloquio telefonico in cui hanno espresso forte preoccupazione per l’emergenza climatica che sta colpendo con particolare violenza la regione del Mediterraneo.

La Presidente Sakellaropoulou ringraziando per l’invio di mezzi aerei per far fronte agli incendi che colpiscono la Grecia ha sottolineato la necessità di un’iniziativa congiunta da parte dei Paesi dell’Europa del Sud per affrontare i rischi climatici nel Mediterraneo.

Il Presidente Mattarella, dopo aver espresso il suo sostegno e ricordato che anche l’Italia sta affrontando gravi conseguenze dovute al cambiamento climatico, ha risposto positivamente alla proposta. Grecia e Italia possono creare un fronte comune per sensibilizzare l'Unione Europea, gli altri Paesi del Mediterraneo e tutta la comunità internazionale, al fine di agire più rapidamente ed efficacemente per contrastare gli effetti della crisi climatica.

I due Presidenti hanno quindi concordato di lavorare insieme per sensibilizzare e coinvolgere i loro omologhi dei Paesi europei del Mediterraneo».

https://www.quirinale.it/elementi/93725

Proponiamo l’intervista di Francesco Aleotti e Giovanni Beatrisini, allora studenti del Maffeo Vegio, a monsignor Zuppi, che viaggiò con loro sul Treno per la Memoria nel marzo 2016; l’intervista fu pubblicata il 22 marzo 2016 da «Il Cittadino» alla p. 10.

18 luglio 2023

Un passo dopo l’altro, per costruire la pace

Oggi, 17 luglio, monsignor Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, inviato da papa Francesco, incontra a Washington il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, dopo essere stato a Kiev e a Mosca, per cercare una via d’uscita dalla guerra in Ucraina.

Come scrive il giornalista di Radio Popolare Chawki Senouci, la mediazione è solida per tre motivi.

«Primo perché storicamente quando gli emissari del Vaticano sono scesi in campo hanno sempre fatto bene. Adottano la cosiddetta strategia dei piccoli passi cercando di ottenere dei risultati anche minimi per facilitare una tregua e poi un accordo di pace. Ad esempio in questo momento sono concentrati sulle questioni umanitarie per alleviare le sofferenze delle persone più colpite e più fragili, in modo particolare i bambini ucraini che si trovano in Russia.

Secondo, questa mediazione ha il sostegno del cosiddetto sud globale guidato dal Presidente brasiliano Lula da Silva e dal premier indiano Modi. La maggior parte dei paesi dell’America Latina, Africa e Asia sono stati danneggiati dalla guerra.

Terzo: questa guerra non può essere vinta sul campo, con le armi. Lo ammette lo stesso Pentagono commentando la lentezza della controffensiva ucraina».

Richiesta di autorizzazione della libreria Casa del Libro di Barcellona ai fini dell’importazione dall’Argentina del romanzo di Virginia Woolf Orlando (24 luglio 1944) respinta dalla censura franchista (8 agosto 1944)

14 luglio 2023

Guerra alle donne

In Afghanistan le donne non sono più libere di camminare in un parco o frequentare la scuola superiore e l’università. E neppure di recarsi dall’estetista. In questi giorni, i taleban hanno infatti decretato anche la chiusura dei saloni di bellezza, restringendo ulteriormente gli spazi di cultura, socialità, vita delle donne.

qui l’appello di Amnesty International

Anche in Europa, però, in Spagna, è in atto un violento attacco alle donne che non si riconoscono nel modello patriarcale: a Valdemorillo, un piccolo centro di settemila abitanti a quaranta chilometri da Madrid, l’assessora alla cultura e al turismo di Vox (il partito della destra estrema che governa alcuni municipi insieme con il Partido Popular), ha deciso di cancellare la rappresentazione teatrale Orlando prevista per il 25 novembre, nell’ambito di un festival teatrale. Il testo, pluripremiato, è tratto dal celebre romanzo femminista di Virginia Woolf (1928), nel quale il/la protagonista attraversa tre secoli di storia inglese cambiando sesso, da uomo a donna.

Nel luglio 1944 la dittatura franchista aveva vietato la distribuzione di mille copie del romanzo importate dall’Argentina e solo nel 1978 l’opera fu pubblicata in Spagna senza censura.

crediti fotografici

il manifesto (Jenin) e Save The Children (Ucraina)

8 luglio 2023

Violenze e guerre, armi e vittime

Morti 12 civili palestinesi nel raid israeliano a Jenin (3-5 luglio 2023), oltre 100 feriti e 4000 sfollati

«I raid a Jenin stanno diventando sempre più frequenti e sempre più intensi. Abbiamo visto diversi pazienti con ferite da arma da fuoco alla testa e abbiamo ricevuto 37 pazienti feriti. Le dichiarazioni delle forze israeliane secondo cui vengono prese di mira solo le infrastrutture militari sono in netto contrasto con quello che vediamo: l’ospedale dove stiamo curando i pazienti è stato colpito da gas lacrimogeni».

Jovana Arsenijevic, Coordinatrice del progetto di Medecins sans Frontieres a Jenin

Gli Stati Uniti annunciano l’invio di bombe a grappolo all’Ucraina (8 luglio 2023)

A questa decisione si oppongono diverse associazioni per i diritti umani, che sottolineano l’effetto devastante che queste bombe hanno sui civili.

La convenzione ONU del 2008 – non firmata, tra gli altri da Stati Uniti, Russia e Ucraina, vieta la produzione, la vendita e l’uso delle bombe a grappolo, armi capaci di rilasciare submunizioni e di trasformare vaste aree in campi minati a cielo aperto a causa dell’alto tasso (circa il 40%) di mancata esplosione.

In 500 giorni di guerra, secondo le stime ONU, sono oltre 25.000 le vittime civili tra morti (9.000) e feriti, di cui 1600 bambini (500 i morti).

22 giugno 2023

Prima prova dell’esame di stato. Manipolato il pensiero di Federico Chabod

Tra le tracce proposte alla prima prova dell’esame di stato vi è una citazione tratta dall’opera di Federico Chabod L’idea di nazione (1961).

Si tratta di un testo ricomposto con segmenti di un discorso unitario tratti da ben otto pagine del saggio: una manipolazione, come ha commentato lo storico David Bidussa; inoltre, l’ultima omissione operata (segnalata tra parentesi quadre) contiene un assunto fondamentale, che qui reintegriamo nella traccia, evidenziandolo in rosso.

Testo tratto da: Federico Chabod, L’idea di nazione, Laterza, Bari, (I edizione 1961), edizione utilizzata 2006, pp. 76-82.

«[…] è ben certo che il principio di nazionalità era una gran forza, una delle idee motrici della storia del secolo XIX. Senonché, occorre avvertire ben chiaramente che esso principio si accompagna allora, indissolubilmente, almeno negli italiani, con due altri princìpi, senza di cui rimarrebbe incomprensibile, e certo sarebbe incompleto. Uno di questi princìpi, il più collegato anzi con l’idea di nazionalità, era quello di libertà politica [...]. In alcuni casi, anzi, si deve fin dire che prima si vagheggiò un sistema di libertà all’interno dello Stato singolo in cui si viveva, e poi si passò a desiderare la lotta contro lo straniero, l’indipendenza e in ultimo l’unità, quando cioè ci s’accorse che l’un problema non si risolveva senza l’altro. E fu proprio il caso del conte di Cavour, mosso dapprima da una forte esigenza liberale, anelante a porre il suo paese al livello raggiunto dalle grandi nazioni libere dell’Occidente (Francia ed Inghilterra); e necessariamente condotto a volere l’indipendenza, e poi ancora l’unità. […] Quanto al Mazzini, credo inutile rammentare quanto l’esigenza di libertà fosse in lui radicata: a tal segno da tenerlo ostile alla monarchia, anche ad unità conseguita, appunto perché nei principi egli vedeva i nemici del vivere libero. Egli è repubblicano appunto perché vuole la libertà: piena, assoluta, senza mezzi termini e riserve. Il Manifesto della Giovine Italia è già più che esplicito: «Pochi intendono, o paiono intendere la necessità prepotente, che contende il progresso vero all’Italia, se i tentativi non si avviino sulle tre basi inseparabili dell’Indipendenza, della Unità, della Libertà». E più tardi, nell’appello ai Giovani d’Italia ch’è del 1859, nuova, nettissima affermazione «Adorate la Libertà. Rivendicatela fin dal primo sorgere e serbatela gelosamente intatta...» […] Il secondo principio che s’accompagnava con quello di nazione, era quello europeo. […] Pensiamo al Mazzini, anzitutto. Egli, che esalta tanto la nazione, la patria, pone tuttavia la nazione in connessione strettissima con l’umanità. La nazione non è fine a se stessa: anzi! È mezzo altissimo, nobilissimo, necessario, ma mezzo, per il compimento del fine supremo: l'Umanità, che è la Patria delle Patrie, la Patria di tutti. Senza Patria, impossibile giungere all’Umanità: le nazioni sono «gl’individui dell’umanità come i cittadini sono gl’individui della nazione… Patria ed Umanità sono dunque egualmente sacre. [Il bene comune rappresenterà un giorno la patria di tutti, la patria delle patrie, l’umanità, e solamente allora la parola straniero passerà dalla favella degli uomini e l’uomo saluterà l’uomo, da qualunque parte gli si muoverà incontro, col dolce nome di fratello.] Ora, l’umanità è ancora, essenzialmente, per il Mazzini, Europa: ed infatti insistente e continuo è il suo pensare all’Europa, l’Europa giovane che, succedendo alla vecchia Europa morente, l’Europa del Papato, dell’Impero, della Monarchia e dell’Aristocrazia, sta per sorgere.»

20 giugno 2023

Mai così tanti in cerca di asilo e protezione

Saranno 117,2 milioni le persone rifugiate nel mondo nel 2023, secondo la stima di UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Uomini, donne, bambine, bambini sfollati con la forza o apolidi, in fuga da guerre e persecuzioni, violenze generalizzate e cambiamenti climatici.

Oggi, 20 giugno 2023, è la Giornata mondiale del Rifugiato, istituita dalle Nazioni Unite il 4 dicembre 2000, in occasione del 50° anniversario della Convenzione del 1951 relativa allo status dei rifugiati. Non solo oggi, occorre riaffermare il diritto ad asilo e protezione, a essere accolte e a ricostruire la propria vita delle persone rifugiate: contro l’indifferenza e l’egoismo, restiamo umani.

reuters

17 giugno 2023

Strage di innocenti.

Oltre seicento bambini, donne, uomini annegati nell’Egeo, nella notte tra il 13 e il 14 giugno

«Siamo di fronte a una tragedia di dimensioni inimmaginabili, che oltretutto era totalmente evitabile. […]

Occorre indagare urgentemente sulle circostanze del naufragio. Ma questa tragedia è solo l’ultima di una lunga serie di naufragi, in Grecia e altrove in Europa, del tutto evitabili. Oggi ci sono famiglie che piangono i loro cari e un numero ancora maggiore è alla ricerca di persone che non si riesce più a contattare. I politici europei avrebbero potuto prevenire tutto questo sin dall’inizio, istituendo percorsi legali e sicuri verso l’Europa. Ecco l’unico modo per evitare queste tragedie così frequenti».

Adriana Tidona, Amnesty International

https://www.vaticannews.va/it

6 giugno 2023

Missione di pace

Il 5 giugno è giunto a Kiev monsignor Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, inviato da papa Francesco. L’obiettivo dichiarato della missione è «ascoltare in modo approfondito le autorità ucraine circa le possibili vie per una giusta pace, e sostenere gesti di umanità che contribuiscano ad allentare le tensioni».

Che le ragioni della pace trovino ascolto.

https://www.quirinale.it/elementi/89773

il testo integrale del discorso pronunciato dal Presidente della Repubblica a Barbiana, il 27 maggio 2023

27 maggio 2023

Sergio Mattarella ricorda don Lorenzo Milani a Barbiana nel centenario della nascita (27 maggio 2023)

Dal discorso del Presidente della Repubblica.

«La scuola è di tutti. La scuola deve essere per tutti.

Spiegava don Milani, avendo davanti a sé figli di contadini che sembravano inesorabilmente destinati a essere estranei alla vita scolastica: “Una scuola che seleziona distrugge la cultura. Ai poveri toglie il mezzo di espressione. Ai ricchi toglie la conoscenza delle cose”.

Impossibile non cogliere la saggezza di questi pensieri. Era la sua pedagogia della libertà.

Il merito non è l’amplificazione del vantaggio di chi già parte favorito.

Merito è dare nuove opportunità a chi non ne ha, perché è giusto, e anche per non far perdere all’Italia talenti preziosi se trovano la possibilità di esprimersi, come a tutti deve essere garantito».

https://www.quirinale.it/elementi/89670

il testo integrale del discorso pronunciato dal Presidente della Repubblica a Milano, il 22 maggio 2023

23 maggio 2023

Sergio Mattarella alla cerimonia in occasione del 150° anniversario della morte di Alessandro Manzoni (Milano, 22 maggio 2023)

Ecco alcuni passaggi dal discorso del Presidente della Repubblica.

«Ricollegandosi alla grande tradizione della poesia civile, di Dante, Petrarca, Foscolo, ambiva a un’Italia unita, che non fosse una mera espressione geografica, una addizione a freddo di diversi Stati e staterelli, ma la sintesi alta di un unico popolo, forte, orgoglioso della sua cultura, della sua storia, della sua lingua, delle sue radici. Ve ne è traccia, efficace e di rimpianto, nel Coro dell’Adelchi. […]

A proposito del Romanticismo e del Risorgimento italiano si cita spesso la triade Dio, Patria, Famiglia, quasi in contrapposizione alla triade della Rivoluzione Francese, Libertà, Eguaglianza, Fraternità. È una cesura eccessivamente schematica.

Il romantico e cattolico Manzoni, in verità, non rinnega i valori della Rivoluzione Francese, anzi, li approva e li condivide, insistendo soprattutto su quello più trascurato, la fraternità. La Rivoluzione Francese, secondo Manzoni, aveva tradito questi valori, perché, con il giacobinismo, si era trasformata nell’ideologia del Terrore e della violenza. […]

Non c’è alcun quietismo, alcuna rassegnazione: Manzoni sostiene i moti di indipendenza nazionale, incoraggia i venti di libertà che spirano in Italia e in tante altre parti del mondo – non a caso nella Pentecoste ricorda America Latina, Irlanda, Libano e Haiti – giungendo, davanti alle aggressioni e alle ingiustizie, a teorizzare la legittimità della resistenza.

Ma - nella sua visione - è la persona, in quanto figlia di Dio, e non la stirpe, l’appartenenza a un gruppo etnico o a una comunità nazionale, a essere destinataria di diritti universali, di tutela e protezione. È l’uomo in quanto tale, non solo in quanto appartenente a una nazione, in quanto cittadino, a essere portatore di dignità e di diritti».

15 maggio 2023

I treni della felicità a Correggio

Sabato 20 maggio 2023, alle ore 16.30 presso il Teatrino Giannetta Musitelli, in via Paolo Gorini 19 a Lodi, si terrà la presentazione del libro di Cecilia Anceschi I treni della felicità a Correggio.

L’iniziativa si inserisce all’interno dell’ampio Progetto Boccalini sostenuto da Snoq Lodi, Toponomastica femminile e altre associazioni ed enti del territorio.

Il libro descrive la straordinaria esperienza di accoglienza e di solidarietà che a Correggio, al pari di altre città dell’Emilia Romagna, si realizzò nel 1946, ospitando decine di bambine e bambini provenienti dalle città del Nord, per poi continuare con quelle, quelli, del Sud. Cecilia Anceschi ha raccolto i documenti originali e le testimonianze di protagoniste e protagonisti di questa esperienza che ha lasciato un segno profondo su chi veniva accolto, ma anche e soprattutto su chi accoglieva.

La lodigiana Giovanna Boccalini, commissaria all’assistenza e futura assessora al Comune di Milano, ebbe un ruolo centrale nell’organizzazione dei primi “treni della felicità”, che permisero l’accoglienza nelle famiglie emiliane delle e dei piccoli del Nord durante il lungo e freddo inverno 1945/1946.

All’iniziativa parteciperanno, oltre all’autrice – intervistata da Alice Vergnaghi, docente e biografa di Giovanna Boccalini – l’assessora al welfare, alle politiche familiari e alla coesione sociale, Simonetta Pozzoli; la vicepresidente di Toponomastica Femminile, Danila Baldo; Francesca Di Bella, componente della Segreteria CGIL. L’incontro si concluderà con le letture di alcune testimonianze tratte dal libro, a cura di Daniela Fusari, Monica Rossi e Silvia Ferrari.

Verrà esposta per l’occasione la mostra di Snoq Lodi Le madri costituenti.

Bologna, stazione ferroviaria

8 maggio 2023

A proposito delle dichiarazioni di Roberto Fiore al cimitero Maggiore di Lodi

Ristabilire la verità storica 

Il «Cittadino» di lunedì 1° maggio scorso, alla p. 3, riporta (tra virgolette, dunque si presuppone testuali) le parole del leader di Forza Nuova, Roberto Fiore, in occasione della commemorazione di Sergio Ramelli al cimitero Maggiore di Lodi. Leggiamo dunque che, quando nel 1975 Ramelli fu ucciso, «le strade e le scuole di Milano erano dominate militarmente dall’ultrasinistra. Abbiamo avuto scontri feroci, ma la guerra civile strisciante di quegli anni fu provocata da settori torbidi dello Stato». Queste dichiarazioni non possono essere accettate acriticamente.

Fermo restando il ripudio di ogni forma di violenza, per ristabilire la verità storica è necessario ricordare che negli anni Settanta – per la precisione dal 1969, anno della strage di piazza Fontana, al 1980, anno della strage della stazione di Bologna – il numero di militanti di sinistra morti per mano di militanti di destra in scontri e pestaggi fu circa tre volte il numero di militanti di destra morti per mano di militanti di sinistra. Non può dirsi, allora, che «le strade e le scuole di Milano erano dominate militarmente dall’ultrasinistra».

Per quanto riguarda «i settori torbidi dello Stato» e le stragi di matrice fascista (oltre duecento morti nello stesso arco temporale) è sufficiente fare riferimento alle motivazioni della sentenza della Corte d’Assise di Bologna che ha condannato Paolo Bellini all’ergastolo, motivazioni rese note il 5 aprile scorso. Sono stati riconosciuti come mandanti, organizzatori e finanziatori della strage di Bologna (2 agosto 1980, 85 morti e oltre 200 feriti) quattro uomini: i vertici della loggia P2 Licio Gelli e Umberto Ortolani, l’ex capo dell’Ufficio Affari riservati del ministero dell’Interno Federico Umberto D’Amato e l’ex senatore del MSI-DN (Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale) Mario Tedeschi, morti da anni; come esecutori materiali, gli appartenenti all’organizzazione della destra eversiva NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini (condannati in via definitiva), Gilberto Cavallini (primo grado) e il “quinto uomo” Paolo Bellini, allora militante di Avanguardia Nazionale, altra organizzazione della destra eversiva. È dunque con la destra estrema che si allearono i «settori torbidi dello Stato».

4 maggio 2023

SAN COLOMBANO AL LAMBRO

Presentazione del Quaderno Ilsreco 38, Storia del soldato Giuseppe Antonietti

Quale fu l’impatto che la Repubblica Sociale Italiana ebbe nella vita delle persone comuni del territorio, in particolare dei giovani che dopo l’8 settembre 1943 furono forzati all’arruolamento, e anche dei loro familiari, che furono vittime di intimidazioni e violenze?

Nel quadro dei venti mesi più angosciosi della storia d’Italia, segnati da sangue e morte, si pone la vicenda del liceale Giuseppe Antonietti (nato a Landriano, nel Pavese, nel 1925, vissuto poi a San Colombano al Lambro) che nel febbraio 1944 è inquadrato nella Divisione Monterosa in seguito all’arresto della madre, trattenuta nella locale caserma dei Carabinieri e costretta a firmare una dichiarazione d’impegno affinché il primogenito si consegni al distretto militare. Ed ecco, in sequenza, l’addestramento in Germania e il rientro in Italia, dapprima in Liguria, quindi al fronte, nella guerra bianca sulle Alpi cuneesi, fino ai giorni convulsi di fine aprile 1945, con lo sfaldamento dell’esercito di Mussolini e l’avventuroso ritorno a casa. Una storia che da personale assume carattere di esemplarità, con l’acquisizione di consapevolezza che porta il soldato Antonietti al disgusto per il fascismo e al rifiuto della violenza, in ogni sua forma, all’aiuto degli altri, nella professione pubblica e nella vita privata.

La Storia del soldato Giuseppe Antonietti è protagonista del Quaderno Ilsreco 38, di Laura Coci, ed è ripercorsa attraverso lettere e documenti custoditi grazie alla cura amorevole della componente femminile della sua famiglia; rappresenta, infine, una testimonianza della complessità del rapporto tra la grande storia e le vicende individuali, tra l’immensa tragedia della dittatura, della guerra, dell’occupazione e le esistenze delle piccole persone che vi sono, loro malgrado, coinvolte.

La Storia del soldato Giuseppe Antonietti sarà presentata nell’aula consiliare del palazzo comunale di San Colombano al Lambro sabato 6 maggio prossimo, alle 16.00; parteciperanno il sindaco Giovanni Cesari, l’autrice Laura Coci e lo storico Ercole Ongaro, entrambi rappresentanti dell’Istituto lodigiano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea; l’evento è promosso dal Comune di San Colombano al Lambro, Ilsreco, Anpi e Aned.

29 aprile 2023

Presentazione del Quaderno Ilsreco 38, Storia del soldato Giuseppe Antonietti

Nell’ambito delle iniziative riguardanti il 25 aprile 2023, Istituto lodigiano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (Ilsreco) e Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (Aned), con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Lodi, propongono un approfondimento sulla Repubblica Sociale Italiana e sull’impatto che questa ebbe nella vita delle persone comuni del territorio, in particolare dei giovani che dopo l’8 settembre 1943 furono forzati all’arruolamento, e anche dei loro familiari, che furono vittime di intimidazioni e violenze. L’evento – in programma mercoledì 3 maggio 2023, alle 21.00, nella sala Granata presso la Biblioteca Comunale Laudense – ha infatti per titolo Macrostoria e microstoria: la Repubblica Sociale Italiana e il soldato Giuseppe Antonietti; vi parteciperanno per Ilsreco Laura Coci ed Ercole Ongaro.

Nel quadro dei venti mesi più angosciosi della storia d’Italia, segnati da sangue e morte, si pone la vicenda del liceale Giuseppe Antonietti (nato a Landriano, nel Pavese, nel 1925, vissuto poi a San Colombano al Lambro) che nel febbraio 1944 è inquadrato nella Divisione Monterosa in seguito all’arresto della madre, trattenuta nella locale caserma dei Carabinieri e costretta a firmare una dichiarazione d’impegno affinché il primogenito si consegni al distretto militare. Ed ecco, in sequenza, l’addestramento in Germania e il rientro in Italia, dapprima in Liguria, quindi al fronte, nella guerra bianca sulle Alpi cuneesi, fino ai giorni convulsi di fine aprile 1945, con lo sfaldamento dell’esercito di Mussolini e l’avventuroso ritorno a casa. Una storia che da personale assume carattere di esemplarità, con l’acquisizione di consapevolezza che porta il soldato Antonietti al disgusto per il fascismo e al rifiuto della violenza, in ogni sua forma, all’aiuto degli altri, nella professione pubblica e nella vita privata.

La Storia del soldato Giuseppe Antonietti è protagonista del Quaderno Ilsreco 38, di Laura Coci, ed è ripercorsa attraverso lettere e documenti custoditi grazie alla cura amorevole della componente femminile della sua famiglia; rappresenta, infine, una testimonianza della complessità del rapporto tra la grande storia e le vicende individuali, tra l’immensa tragedia della dittatura, della guerra, dell’occupazione e le esistenze delle piccole persone che vi sono, loro malgrado, coinvolte.

Proprio per la sua valenza storica, l’evento rappresenta un’opportunità formativa per le e i docenti che vi prenderanno parte, ai quali sarà rilasciato un attestato di partecipazione.

Cesare Giardini, 25 aprile 2023

24 aprile 2023

Racconti di libertà: Ilsreco a Retequattro per il 25 aprile

Qui il trailer del documentario in onda domani, alle 10.50 e alle 16.35. 

Raymond Depardon, Auschwitz, 1987

20 aprile 2023

Auschwitz non fu «il prodotto della follia umana»

Nel corso della visita ad Auschwitz-Birkenau, il 18 aprile scorso, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha riaffermato la verità storica, a pochi giorni dalla Festa di Liberazione: «Siamo qui oggi a rendere omaggio e fare memoria dei milioni di cittadini assassinati da un regime sanguinario come quello nazista che, con la complicità dei regimi fascisti europei, che consegnarono propri concittadini ai carnefici, si macchiò di un crimine orrendo contro l’umanità».

Nessuna follia, dunque, ma una volontà consapevole e determinata.

quirinale.it

18 aprile 2023

Le dichiarazioni di Sergio Mattarella sul fenomeno migratorio

«Tutto questo richiede - come noi sappiamo bene in Italia, per la grande affluenza, in crescita dai Paesi africani, e non soltanto da quelli africani ma anche da Paesi asiatici - che venga affrontato il problema dall’Unione europea come problema dell’Unione.

Nessuno Stato, da solo, può affrontare un problema così epocale. Ma l’Unione europea può farlo con un’azione coordinata e ben organizzata. E questo è un tema che richiama alla responsabilità dell’Unione, e richiama a una nuova politica di immigrazione e di asilo dentro l’Unione, superando vecchie regole che sono ormai della preistoria».

 dalle Dichiarazioni alla stampa del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Visita di Stato nella Repubblica di Polonia (Varsavia, 17 aprile 2023)

Salvataggio operato dalla Ong Medici senza frontiere nel Mediterraneo centrale, a fine gennaio 2023

16 aprile 2023

Rispettare i diritti umani

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, chiede al governo italiano di cancellare il decreto Piantedosi contro le Ong che salvano vite in mare. «Adottare una linea dura per frenare la migrazione irregolare non impedirà le partenze, ma porterà a più sofferenze e morti – ha detto il 14 aprile scorso il Commissario, che ha parlato anche dello stato d’emergenza dichiarato proprio sul tema dell’immigrazione – Qualsiasi nuova politica in questo ambito deve essere conforme agli obblighi dell’Italia in materia di diritti umani».


guarda il video con le dichiarazioni dell'avvocato dei familiari delle vittime Andrea Speranzoni a Bologna Today

6 aprile 2023

Strage di Bologna: mandanti ed esecutori

«In conclusione, deve ritenersi che l’esecuzione materiale della strage di Bologna sia imputabile ad un commando di soggetti provenienti da varie organizzazioni eversive, tra i quali era presente Paolo Bellini, uniti dal comune obiettivo di destabilizzazione dell’ordine democratico, coordinati dai funzionari dei servizi segreti o da altri esponenti di apparati dello Stato, che a loro volta rispondevano delle direttive dei vertici della Loggia P2, a cui avevano giurato fedeltà, con un vergognoso tradimento della Costituzione Repubblicana». È questa, secondo la Corte d’Assise di Bologna, la struttura che ha ideato, finanziato e compiuto la strage alla stazione di Bologna, come emerge dalle 1.714 pagine delle motivazioni – rese note ieri, 5 aprile 2023 – della sentenza del processo che ha condannato Bellini all’ergastolo.

Sono stati riconosciuti come mandanti, organizzatori e finanziatori della strage (85 morti e oltre 200 feriti) quattro uomini: i vertici della loggia P2 Licio Gelli e Umberto Ortolani, l’ex capo dell’Ufficio Affari riservati del ministero dell’Interno Federico Umberto D’Amato e l’ex senatore del MSI-DN (Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale) Mario Tedeschi, ormai morti da anni; come esecutori materiali, gli appartenenti all’organizzazione della destra eversiva NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari), Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini (condannati in via definitiva), Gilberto Cavallini (primo grado) e il “quinto uomo” Paolo Bellini, allora militante di Avanguardia Nazionale.

«È una sentenza che ci mostra in modo chiaro il tema del ricatto allo Stato e delle infedeltà alla democrazia». È il commento dell’avvocato dei familiari delle vittime della strage del 2 agosto Andrea Speranzoni. La sentenza costituisce «un enorme passo avanti nella ricostruzione della verità sulla strage del 2 agosto 1980 – sottolinea Speranzoni – e sul modo d’essere di una parte del potere di questo Paese».

ascolta l'intervista di Radio Popolare allo storico Alessandro Portelli e al partigiano Angelo Nazio, gappista romano

1° aprile 2023

Si fa presto a dire «banda»

In merito alle dichiarazioni del Presidente del Senato Ignazio La Russa, l’Istituto nazionale Ferruccio Parri - rete degli istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea, di cui Ilsreco è aderente -, per rispetto alla verità storica, dichiara:

26 marzo 2023

Dal Viaggio della Memoria

Il castello di Hartheim è situato ad Alkoven, in Austria, nei pressi della città di Linz.

È stato uno dei sei centri di sterminio, Tötungsanstalt, dell'Aktion T4, il programma di «eutanasia» nazionalsocialista.

30.000 persone con disabilità e malattie mentali, internati nei campi di concentramento e lavoratori civili sono stati assassinati qui con monossido di carbonio.

Ivano Mariconti

25 marzo 2023

Dal Viaggio della Memoria

Immagini da Mauthausen (Ivano Mariconti).

24 marzo 2023

Ilsreco in Viaggio della Memoria

Ci sono anche 48 lodigiani tra le 550 persone partite oggi, 24 marzo, per Mauthausen, in occasione dell’annuale Viaggio della Memoria organizzato dal Comitato In Treno per la Memoria (Cgil, Cisl, Uil Lombardia).

E c’è anche Ilsreco: il nostro Ivano Mariconti – vicepresidente e delegato Aned – è infatti alla guida didattica del gruppo costituito da 14 studenti della classe 3G del Liceo Gandini, 15 delle classi 5A e 5B dell’Istituto Merli, 4 della consulta studentesca, nonché 3 docenti, ai quali si sono uniti sindacalisti e pensionati. Quest’anno, infatti, il Comitato si è avvalso della collaborazione degli Istituti storici lombardi affiliati all’Istituto nazionale Ferruccio Parri per la preparazione e la realizzazione del percorso formativo: tra questi Ilsreco.

Nel 2023 ricorre anche l’ottantesimo anniversario delle deportazioni operaie seguite agli scioperi del marzo 1943, che costarono la vita a centinaia di lavoratrici e lavoratori, antifascisti e oppositori politici, internati proprio nel campo di Mauthausen.

Emad al-Trabulsi e Matteo Piantedosi lo scorso 28 gennaio a Tripoli (Ministero dell'Interno)

14 marzo 2023

Thank you for the information, bye bye

«Grazie per l’informazione, ciao ciao». Con queste parole il comando generale delle Capitanerie di porto, organismo del Ministero delle Infrastrutture, ha risposto alla telefonata di Sea Watch che alle 16.00 di sabato 11 marzo scorso segnalava un peschereccio di profughi in difficoltà al largo delle coste libiche, che la cosiddetta guardia costiera libica non avrebbe soccorso.

L’epilogo è noto: diciassette salvati, trenta sommersi.

Il 28 gennaio scorso il Ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, ha incontrato a Tripoli il suo omologo libico, Emad al-Trabulsi.

Già nel 2018 Trabulsi è stato indicato dalle Nazioni Unite come uno dei più grandi trafficanti di esseri umani, armi, petrolio dalla Libia, nonché capo di una agguerrita milizia personale; il 3 marzo scorso, all’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi, Trabulsi è stato fermato (e rilasciato dopo l’identificazione) a causa di un’ingente quantità di valuta estera che trasportava con sé.

chi è Emad al-Trabulsi: l’approfondimento di Nello Scavo su Avvenire.

Torpekai Amarkhel (Ansa) e Shahida Raza (credito fotografico non noto)

8 marzo 2023

Donna, vita, libertà

Torpekai Amarkhel, quarantadue anni, giornalista e attivista per i diritti umani in fuga dall’Afghanistan, è tra le vittime del naufragio del 26 febbraio scorso sulla spiaggia di Steccato di Cutro, in Calabria; con lei sono morti suo marito e i loro tre bambini.

Aveva lasciato il proprio paese anche Shahida Raza, ventisette anni, capitana della nazionale femminile di hockey su prato del Pakistan e calciatrice, lei pure morta nel naufragio di Cutro.

Entrambe, in quanto donne, erano perseguitate dai governi patriarcali alla guida di Afghanistan e Pakistan, entrambe cercavano vita e libertà per sé e per i propri cari.



«Le donne non hanno diritti, Don. Eccetto quelli che gli uomini concedono loro. Gli uomini sono più aggressivi e potenti e dominano il mondo. Quando la prossima autentica crisi li metterà sottosopra, i nostri cosiddetti diritti svaniranno… come quel fumo. Ritorneremo a essere quello che siamo sempre state: una proprietà. E tutto quello che sarà andato a male sarà addebitato alla nostra libertà, come lo è stata la caduta di Roma. Vedrai».

James Tiptree Jr. [Alice Sheldon, 1915-1987], The Women Men Don’t See (1973)

6 marzo 2023

Donne resistenti e resilienti

Ilsreco si associa alla promozione dell'evento, al quale ha collaborato sotto il profilo storico.

Crotone, 2 marzo 2023, il Presidente della Repubblica rende omaggio alle vittime del naufragio (Francesco Ammendola/Ufficio Stampa Quirinale/LaPresse) 

2 marzo 2023

La quarta opera di misericordia

«Ero straniero e mi avete accolto» (Matteo, 25,35).

Crotone, 26 febbraio 2023 (Ansa)

28 febbraio 2023

La scelta

Il 26 febbraio scorso, in un naufragio lungo le coste crotonesi, sono morte decine di persone in fuga da guerre, violenze, persecuzioni. Provenivano in prevalenza da Afghanistan e Iran, tra di loro vi erano molti bambini e bambine, anche piccolissimi.

Ilsreco augura a chi ha dichiarato che «la disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli» di non trovarsi mai nella condizione di dover scegliere tra la repressione senza speranza nel proprio paese e la fuga da questo a rischio della vita.

fotogramma dal film Germania anno zero, di Roberto Rossellini (1948) 

24 febbraio 2023

«Nessuna vittoria può essere costruita sulle macerie»*

Canzone, io t’ammonisco

che tua ragion cortesemente dica,

perché fra gente altera ir ti convene,

et le voglie son piene

già de l’usanza pessima et antica,

del ver sempre nemica.

Proverai tua ventura

fra’ magnanimi pochi a chi ’l ben piace.

Di’ lor: - Chi m’assicura?

I’ vo gridando: Pace, pace, pace.

Francesco Petrarca, Canzoniere CXXVIII (Italia mia...), vv. 113-122

edizione a cura di Gianfranco Contini, Einaudi, Torino 1964

* Papa Francesco, 22 febbraio 2023

Lodi, 16 febbraio 2023. Immagini dalla conversazione con Franco Cecotti

18 febbraio 2023

Il Giorno del Ricordo secondo Ilsreco

Ilsreco e Aned, in collaborazione con l'Ufficio Scolastico Territoriale di Lodi, per il Giorno del Ricordo hanno organizzato una conversazione con Franco Cecotti dal titolo Geografia, demografia, ideologia di un confine conteso tra Italia, Jugoslavia e Austria (1914-1954), che si è tenuta giovedì 16 febbraio alle 21.00, nella sala Granata presso la Biblioteca Comunale Laudense di Lodi.

Nell'arco di pochi giorni, in città si sono tenute quattro iniziative in relazione a questa ricorrenza del Calendario civile nazionale: nonostante ciò e malgrado l'assenza di copertura mediatica, circa trenta persone hanno premiato la competenza e la passione di Cecotti (in forza all’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia, nonché vicepresidente dell'Aned di Trieste), dimostrando attenzione e desiderio di comprendere una vicenda complessa quale quella del confine orientale, troppo spesso soggetta nel discorso pubblico a semplificazioni e strumentalizzazioni.

Lodi, 27 gennaio 2023. La delegazione dell'UniTre e una classe di scuola secondaria superiore si incontrano in via Solferino 60, davanti all'abitazione di Giuseppe ed Edoardo Meazzi, padre e figlio, rispettivamente internato militare e deportato politico

17 febbraio 2023

Il Giorno della Memoria secondo Ilsreco

Sono a oggi oltre tremiladuecento gli accessi all'Itinerario in memoria di deportati lodigiani: docenti e studenti, donne e uomini pensionati, cittadini e cittadine lo hanno visualizzato o percorso, rinnovando la memoria di sommersi e salvati del nostro territorio, e non solo, grazie alle immagini e alle biografie che possono essere visualizzate a ogni tappa.

Un itinerario, realizzato da Ilsreco e Aned con la collaborazione del Comune di Lodi, che può essere compiuto in ogni giorno dell'anno!

5 febbraio 2023

Il Giorno del Ricordo

«Il ricordo, anche il più doloroso, anche quello che trae origine dal male, può diventare seme di pace e di crescita civile»: sono parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella pronunciate lo scorso anno in occasione del Giorno del Ricordo, ricorrenza del calendario civile nazionale che cade il 10 febbraio.

Parole appropriate e attualissime, che Istituto lodigiano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (Ilsreco) e Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (Aned), con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Lodi, assumono nel proporre una conversazione con Franco Cecotti dal titolo Geografia, demografia, ideologia di un confine conteso tra Italia, Jugoslavia e Austria (1914-1954) che si terrà giovedì 16 febbraio prossimo, alle 21.00, nella sala Granata presso la Biblioteca Comunale Laudense di Lodi, in via Solferino 72.

Cecotti, autore di saggi e formatore in corsi di didattica della storia, è stato presidente dell’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia e ricopre attualmente la carica di vicepresidente dell’Aned di Trieste. Il suo intervento tratterà delle molteplici variazioni del confine nord-orientale, della composizione su base linguistica dei territori che da quel confine sono stati interessati, degli stati nazionali o plurinazionali che vi sono stati fondati, delle ideologie che li hanno attraversati: una storia complessa, per comprendere la questione di Trieste e della Venezia Giulia (in cui si inserisce il dramma delle foibe e dell’esodo), ma anche le vicende, recenti e recentissime, degli Stati dell’Europa orientale, impegnati a costruire uno Stato-nazione, possibilmente privo di minoranze.

Proprio per la sua valenza storica, l’evento rappresenta un’opportunità formativa per le e i docenti che vi prenderanno parte, ai quali sarà rilasciato un attestato di partecipazione.


23 gennaio 2023

Il Giorno della Memoria

Il Giorno della Memoria, dalla sua istituzione nel 2000, è una ricorrenza fondante nel calendario civile nazionale, ma, come tutte le ricorrenze, è a rischio di trasformarsi in una celebrazione rituale e talvolta ripetitiva; ancora, accade che nell’arco di una settimana si concentrino iniziative ed eventi, quasi in concorrenza gli uni con gli altri, tra i quali la scelta risulta spesso difficile.

Per questo, l’Istituto lodigiano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea – Ilsreco, in collaborazione con il Comune di Lodi e con Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti - Aned, per il 2023 propone un Itinerario in memoria di deportati lodigiani, che può essere percorso non solo il 27 gennaio, ma in ogni giorno dell’anno, a piedi (privilegiando i tracciati pedonali che la città offre), insieme, per esempio da gruppi classe accompagnati da insegnanti, o singolarmente, lasciando spazio all’approfondimento e alla riflessione attraverso il dialogo o in silenzio.

L’itinerario è tracciato digitalmente ed è interattivo: è sufficiente scansionare il QR code o aprire il link che si trova sui siti di Comune di Lodi e Ilsreco per visualizzarlo e seguirlo; cliccando poi sul puntatore rosso di ciascuna delle nove tappe del percorso, appaiono la biografia breve, l’immagine, la documentazione relative alla persona deportata. Chi vorrà accedere a un ulteriore approfondimento bibliografico, potrà visionare pagine e interi volumi sulla deportazione lodigiana sul sito Ilsreco.

Si parte, dunque, da piazza dell’Ospitale, e attraverso le vie Gaffurio e Solferino, corso Archinti e via Vecchio Bersaglio, le vie Cagnola e Ottone Morena, piazza Castello e via Cavezzali, si arriva al piazzale della Stazione ferroviaria. Nell’arco di circa due ore di cammino si incontrano le vicende e si visualizzano i volti di Luigi Vincenzo Marzagalli “Barba” ed Ettore Archinti, entrambi deportati e scomparsi a Flossenbürg; degli internati militari Gian Paolo De Paoli, Giuseppe Meazzi e Mario D’Angelo, che dai durissimi campi in Germania hanno fatto ritorno (non è rientrato nella propria casa, invece, Pietro Santi); di Luigia Mazzini Folli, lodigiana arrestata per l’aiuto dato a ex prigionieri alleati e deportata nel lager femminile di Ravensbrück; del giovane Edoardo Meazzi, che per lo stesso motivo è inviato al lavoro coatto e poi deportato nel campo punitivo di Bitburg (entrambi rientrano a Lodi a guerra conclusa); di Giovanni Mirotti e Luigi Giulio Marzagalli “Gino”, inghiottiti da Mauthausen; di Giuseppe Moretti, morto in un sottocampo di Flossenbürg, e Gianfranco Mariconti, che da quel lager è stato tra i pochi a fare ritorno; per concludere con Estrea Hazan, anziana di origine turca appartenente alla cosiddetta ‘razza’ ebraica, che il destino ha voluto fosse arrestata alla stazione ferroviaria di Lodi.

Un itinerario emozionante e doloroso, ma necessario, che rende giustizia a quanti sono sommersi e quanti, pochi, sono salvati.

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20 gennaio 2023

GIORNO DELLA MEMORIA 2023

Itinerario in memoria di deportati lodigiani

Un itinerario interattivo nella città di Lodi, da percorrere a piedi il 27 gennaio e in ogni giorno dell’anno, per riscoprire i volti e le storie di lodigiani e non solo – dieci uomini e due donne – che negli anni 1944-1945 hanno conosciuto l’arresto e la deportazione nei campi di internamento o sterminio, perché antifascisti, resistenti, militari o appartenenti alla cosiddetta ‘razza’ ebraica. Donne e uomini che hanno camminato per le vie di Lodi, che vi hanno abitato e vissuta parte della propria vita, e che talvolta, non vi hanno fatto ritorno.

Luigi Vincenzo Marzagalli “Barba”   Gian Paolo De Paoli

Giuseppe Meazzi   Edoardo Meazzi   Ettore Archinti

Mario D’Angelo   Luigia Mazzini Folli

Luigi Giulio Marzagalli “Gino”   Gianfranco Mariconti   Giuseppe Moretti   Giovanni Mirotti   Estrea Hazan



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https://www.hrw.org/

13 gennaio 2023

L’indifferenza è sempre complice

È stato pubblicato ieri, 12 gennaio, il rapporto annuale di Human Rights Watch, organismo non governativo internazionale per la salvaguardia dei diritti umani.

«La lunga sequenza di crisi dei diritti umani che si è svolta nel 2022 – dall’Ucraina alla Cina all’Afghanistan – ha lasciato dietro di sé un mare di sofferenza umana, ma ha anche aperto nuove opportunità per la tutela dei diritti umani da parte di paesi di tutto il mondo». Questo il lancio del rapporto, che chiama in causa le democrazie occidentali, affermando che è «un abuso anche voltarsi dall’altra parte di fronte alle violazioni».

 

per scaricare e leggere il World Report 2023


Soldati inglesi e tedeschi fraternizzano durante la Tregua di Natale 1914 (fotografia di autore non noto)

6 gennaio 2023

Tregua di Natale

Nei giorni intorno al 25 dicembre 1914, durante la Grande Guerra, soldati britannici e francesi da una parte, tedeschi dall’altra, spontaneamente cessarono il fuoco e diedero vita alla cosiddetta Tregua di Natale, incontrandosi nella terra di nessuno tra le trincee contrapposte, scambiandosi auguri e sigarette, alimenti e piccoli doni, improvvisando anche partite di calcio. L’episodio, malvisto dai comandi, non mise fine alla guerra, ma rappresentò la volontà dei soldati di restare umani.

Per il Natale cattolico, il 25 dicembre 2022, l’Ucraina ha proposto alla Russia una tregua, rifiutata; per il Natale ortodosso, il 7 gennaio 2023, la Russia ha proposto all’Ucraina una tregua, ugualmente rifiutata.