LABORATORIO 1: GRANATE DI ERICA DA SCOPE
In questo approfondimento illustriamo la filiera di realizzazione delle granate in Erica da scope, osservando le tecniche ed i gesti di Mario Carbonai, un sapiente artigiano della Val d’Ambra. All’interno del progetto Mario si è impegnato nella formazione dei ragazzi della Cooperativa “Granatha” insegnando loro le diverse attività di lavorazione e trasformazione delle piante di Erica.
IL TAGLIO DELL'ERICA E LE FASCINE
L’attività inizia nel bosco dove tra settembre e marzo le piante di Erica scoparia di 4-5 anni di età vengono tagliate a mano con roncola a falcetto oppure in maniera meccanica tramite decespugliatore a disco. La produttiva media pro-capite di taglio di una persona esperta è di 40-60 fascine con il taglio manuale, si sale invece a 120-150 fascine con il decespugliatore.
Si tagliano piante con turno di 4-5 anni perché così si hanno steli di lunghezza ideale per la produzione delle scope; durante l’utilizzo le granate si consumeranno fino in fondo producendo minori scarti. Dopo il taglio le Eriche vengono raggruppate e legate in fascine con circonferenza di circa 1 m., ogni fascina contiene circa 10 piante per una lunghezza di 1-1,4 metri. Da ogni fascina si ricavano 5 scope. Con il materiale tagliato a mano in un giorno da una persona 40-60 fascine si potranno quindi ottenere 200-300 scope. La produttività della brughiera da scope è molto variabile, dipende dalla densità, dal tipo di suolo, dall’altitudine, dall’esposizione, dal tipo di manutenzione dei terreni e dal clima si attesta tra le 400 e le 2.000 fascine ad ettaro, dalle quali si potranno quindi ottenere tra 2.000 e 10.000 scope finite ad ettaro.
In passato tutte le fascine venivano legate con lacci di ginestra, oggi si usano invece cordini naturali o spaghi. La ginestra appena tagliata deve esser girata tra le mani ed attorcigliata anche al braccio, così non si si romperà durante la legatura. La fascina dopo la legatura viene battuta alcune volte a terra per pareggiare la base degli steli ottimizzando così lo spazio per le successive fasi di trasporto e stoccaggio.
Nell’ericeto si tagliano piante di Erica di diversa lunghezza, in particolare necessari per produrre le scope zampe di lepre che analizzeremo in seguito.
Annotiamo inoltre che con il decespugliatore a disco si usa soprattutto per tagliare la scopa di dimensioni maggiori; i fasci più corti usati per le scope zampa di lepre conviene tagliarli a mano perché altrimenti il disco spanderebbe troppo il materiale che poi risulterebbe più difficile da riunire per creare la fascina.
Le fascine sono poi smacchiate ed accatastate nel bosco in prossimità delle vie di comunicazione, durante l’accatastamento le Eriche perdono le foglie, si alleggeriscono, in pochi giorni perdono quindi la parte verde non utile. Da qui dopo alcuni giorni le fascine verranno caricate nei carri agricoli di trattori oppure nei carrelli dei camion e verranno trasportate verso le aree di stoccaggio ed essiccazione.
Le aree di stoccaggio si trovano nei pressi dei laboratori dei “granatai”, qui le fascine possono venir ammucchiate in grande quantità e ricoperte con grandi teli; annotiamo che se le fascine vengono stipate nella maniera opportuna si può evitare il telo, il covone non si bagnerà internamente.
FASI DI LAVORAZIONE NEL LABORATORIO DELLE SCOPE
Nel laboratorio si svolgono le seguenti attività: selezione (su un piano di lavoro) degli steli di Erica per la realizzazione della scopa (in questa fase si pareggiano le punte nel fascio); selezione scarto; utilizzo della macchina per produrre le scope; creazione di una fascina di 10 scope; stoccaggio della fascina di 10 scope.
La produttività giornaliera pro-capite è di circa 150-200 scope finite.
Una scopa è costituita da un fascetto composto in media da circa 100 fusticini, legati con filo di ferro. Questi steli hanno un diametro che varia tra 3 e 6 mm.
In passato il confezionamento delle scope in laboratorio, fase lavorativa meno faticosa rispetto al lavoro nel bosco, era soprattutto svolto dalle donne, a Pietraviva (AR) quasi ogni famiglia produceva scope.
Nei laboratori “gli scopettari” confezionano le scope utilizzando una macchina semplice e funzionale (creata negli anni 60) dotata delle seguenti parti: una morsa regolata da un pedale che blocca il fascio di Erica; una sega elettrica che trancia e livella la base del fascio; un tubo-manovella con all’interno il filo di ferro usato per imbrigliare la scopa con due o tre livelli di legature; un trapano con una speciale punta d’acciaio (lavorata con tornio e lima, brevettata da un artigiano di Pietraviva) capace in un secondo di girare e tagliare il fil di lega a misura. Le azioni dell’artigiano che utilizza la macchina sono le seguenti: preme il pedale che blocca la morsa e stringe il fascio, in modo da provvedere sia al taglio che alle legature; alza il pedale, si allenta la morsa e si sposta manualmente il fascio, dopo la tranciatura e tra una legatura e l’altra; abbassa il manico che aziona il trapano elettrico con la punta legatrice automatica.
Le eccedenze dei 3 fili di lega rigirati vengono abbassati in orizzontale e piegati in dentro in modo da evitare che i clienti si facciano male alle mani durante l’uso.
A seguire la scopa realizzata verrà inserita nello “stringi-fascine” in acciaio costituito da: una struttura contenitrice, una leva, una morsa ed una serie di fermi. Una volta raggiunto il numero di 10 scope, si confeziona la fascina che viene imballata legandola con cordino naturale o spago. Infine la fascina viene battuta a terra per pareggiare le basi delle scope, facilitando così le successive fasi di stoccaggio e trasporto.
Nel laboratorio, se richiesto, la scopa può essere immanicata con un manico di legno, ed ecco pronta la “granata” pronta per svolgere i compiti di sempre: pulire e spazzare.
TIPI DI GRANATE
Esistono diversi tipologie di scope, queste sono classificate in base alla lunghezza, al peso ed al tipo di confezionamento e di utilizzo, possono inoltre essere prodotte a due oppure a tre legature. Le legature possono infine esser fatte meccanicamente oppure a mano con un fil di lega di maggior diametro.
Scopa tonda a tre fili
Lunga circa 0,9-1 m., peso 1,1-1,3-1,5 Kg. E' la scopa tonda più usata per lo spazzamento di strade e cortili, adatta a tutti gli impieghi di piccole e medie superfici, è ideale per pulire le vie di fuga dei san pietrini nei centri storici. Si tratta di una scopa resistente e maneggevole grazie ai filamenti fini oltre che per avere appunto tre passaggi di fil di ferro. Nella mani di uno spazzino può durare circa 4 giorni interi di lavoro.
Scopa a zampa di lepre
Lunga 0,9 m., peso 1,1-1,3-1,5 Kg. Questa scopa è chiamata così per la sua forma, viene prodotta con la scalatura di tre diverse lunghezze di Erica, da più lunga a più corta verso l’esterno. Rispetto alla precedente questa ha un raggio di spazzamento più grande e risulta ideale per la pulizia di ampie superfici come piazze o parchi, è più durata della scopa tre fili dato che ha steli ancora più sottili oltre ad avere legature più ravvicinate. Uno spazzino ci può lavorare per circa una settimana intera.
Scopa piatta a tre mazzetti
E’ una scopa più corta e più leggera delle precedenti, con la punta leggermente tagliata, lunga 0,7 m. e pesa 1 Kg. Superiormente si apre a ventaglio. Utilizzata nelle stalle degli animali. Il primo livello di legatura racchiude 3 mazzetti, gli altri due livelli di legature sono uguali alla scopa tre fili e zampa di lepre.
Erica sfusa per ostacoli e strusce per gli ippodromi
Le fascine sfuse di Erica si possono usare per realizzare ostacoli nelle piste dei cavalli; le fascine lunghe 1,6-1,7 m. e dal peso di 10-15 Kg. vengono aperte e distribuite lungo tutta la superficie dell'ostacolo.
Le strusce sono una serie di scope in Erica che vengono agganciate dietro ad un trattore agricolo con rastrello di ferro; vengono strusciate nelle piste dei cavalli per togliere le impurità della pista e spianarla. In questo caso il singolo fascio ha tre fili di lega ed è più lungo e più stretto rispetto alla scope precedenti.
Le scope possono esser prodotte con legatura a due fili, queste sono più piccole, meno pesanti, meno rigide ed un po’ più economiche rispetto alle classiche tre fili ed alle zampe di lepre.
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Un ringraziamento speciale per la collaborazione a "Mario Carbonai" artigiano di Ambra (AR) che produce granate in Erica scoparia da una vita
Referenze e Links per i testi di questa pagina web: https://www.ericafinproduction.com/ - http://www.scopeerica.it/
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COPERTURE E RIVESTIMENTI LATERALI IN ERICA
Laboratorio 3:
FASCINE E MANNELLINI PER FORNI A LEGNA
Laboratorio 4:
Il MIELE DI ERICA, VERA LECCORNIA
Laboratorio 5:
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LA PIPA DA TABACCO, ANTICO MESTIERE