Considerazione generale

Qualche giorno fa la prof.ssa Maria Damiano ci ha segnalato che la sua scuola, Liceo "Sciascia - Fermi" Sant`agata Di Militello (Me), aveva aderito all'iniziativa relativa alla Giornata nazionale della promozione alla lettura inviandoci il fumetto realizzato dai suoi studenti sulla storia scritta da Simona Lo Iacono, autrice del libro L'Albatro.

Riteniamo veramente pregevole e significativo il contributo degli studenti del liceo "Sciascia - Fermi"; pertanto abbiamo deciso di pubblicarlo integralmente insieme alla recensione della studentessa Chiara Tascone.

Inoltre aggiungiamo un bellissimo disegno della studentessa della classe IV sez. B, Elena Salerno.

La Recensione - Chiara Tascone, classe III sez. B

Un libro, l'Albatro di Simona Lo Iacono, che ha lo scopo di ricordare la storia di un gigante della letteratura italiana, Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Tutti erano soliti chiamarlo 'mostro' alludendo alla sua cultura immane, ma tutte le creature mostruose che conosceva, dalla Bellina al Minotauro, avevano avuto un destino solitario, proprio come il suo, circondato da luoghi deserti di compagni di gioco, soldatini in piombo e cavalli a dondolo, più cose che persone.

La scrittrice, entrando abilmente a far parte di quel mondo, concretizza nel testo l'unico soffio di allegria passante per il sorriso monco di Antonno, un bambino tra realtà e sogno. Lo stesso bambino che forse 'u principuzzu' avrebbe tanto voluto essere; inizia a leggere un libro dall'ultima pagina, si veste al contrario e dà vita ad un'estate di misteri e svelamenti a Santa Margherita Belice, residenza estiva palpitante

di stelle e attori girovaghi, appartenente alla famiglia Cutò.

La scrittrice dà ad Antonno l'appellativo di albatro, animale fedelissimo che non abbandona mai il capitano, 'con tempu bonu o tempu tintu'.

Pian piano, però, tra il suo mondo e quello degli adulti non si leverà più quel bastione di silenzi e i mostri che gli incussero tanto timore nell'infanzia lo lasceranno in balia di un presentimento di vita e al tempo stesso di morte, prima la guerra e poi la malattia. La Lo Iacono descrive in maniera minuziosa e informata anche dal punto di vista storico queste calamità facendo sì che sia lo stesso Tomasi a ripercorrere i momenti salienti della propria vita attraverso un diario regalatogli durante il soggiorno a Roma per la malattia dall'amata moglie Licy, Alexandra Wolff, prima psicoanalista italiana e allieva di Freud, con la quale riesce a vivere solo dopo le grandi perdite dei due conflitti mondiali e la morte della madre, a cui era legatissimo.

'Siamo noi stessi luogo, diventiamo ciò che abitiamo', scrive la Lo Iacono riferendosi alla perdita del gigante di Palermo per la quale Tomasi proverà grande senso di smarrimento e malinconia confortati soltanto dall'amore di Giò, Gioacchino Lanza, nipote e figlio adottivo.

Autore del celeberrimo Gattopardo e del principe solitario di Salina, proiezione dei suoi più intimi desideri infantili, Tomasi “troverà” la morte in una calda notte di luglio.

'Non si scrive per vivere principuzzu, ma per imparare a morire'

La recensione - Josephine Naso Onofrio, classe II sez. F

Il romanzo “L’Albatro”, di Simona Lo Iacono e pubblicato da Neri Pozza Editori, sin dalla prima pagina fa salpare il lettore per un viaggio attraverso il magnifico, ma alle volte terribile, periodo dell’infanzia, raccontando della vita quotidiana del giovane “principuzzo” Giuseppe Tomasi nello sfarzoso palazzo di via Lampedusa.

Il libro si apre con una pagina di diario in cui la voce narrante che coincide con Tomasi di Lampedusa stesso, fa affiorare i suoi ricordi e le sue memorie del periodo della fanciullezza.

I fatti narrati sono presentati su due filoni narrativi, utilizzando uno schema binario e il romanzo viene diviso in due parti, “Dal dritto al rovescio” e “Dal rovescio al diritto”.

La prima parte si apre con il filone narrativo delle vicende che hanno luogo nel palazzo dei Lampedusa. Qui il lettore assiste al primo incontro tra Giuseppe Tomasi e Antonno, un bambino “tutto al contrario” che di certo non è come gli altri bambini.

Il giovane principe non sa perché gli è stato messo accanto questa nuova figura, ma ben presto Antonno diventerà il suo compagno di avventure, la cui fedeltà e devozione sono paragonabili solo a quelle dell’albatro: nobile e tenace, che non abbandona mai la scia della nave e il suo capitano, standogli accanto nella buona e nella cattiva sorte.

Nel secondo filone narrativo, invece, viene presentata al lettore la figura adulta del principe Giuseppe, reduce dai due conflitti mondiali e ormai sposato con Alexandra Wolff, che in fin di vita, mentre si trova ricoverato a Roma presso la Clinica Villa Angela, annota su un diario personale i viaggi che l’hanno portato poi a cimentarsi nella stesura del suo romanzo più famoso, “Il Gattopardo”, rievocando le reminiscenze delle giornate nel palazzo dei Lampedusa e la visione “al contrario” di Antonno.

Quest’opera riesce a far riflettere il lettore sui valori dell’amicizia, la famiglia e il focolare domestico.

Incita ,inoltre, a volgere lo sguardo verso gli anni che costituiscono l'infanzia, tema in comune con altri suoi scritti, in questo modo il romanzo arriva a far commuovere il lettore, celebrando ideali a lui vicini e rammentando di custodire questi anni preziosi.

La costruzione binaria del testo rende scorrevole e leggera la lettura, lasciando ogni volta un certo senso di curiosità.

Le vicende narrate nell'opera forniscono uno scorcio della vita quotidiana della nobiltà del tempo e delle abitudini siciliane, infatti l'autrice, senza incertezze, utilizza anche la lingua dialettale siciliana, fondamentale per far trasparire nel modo più onesto possibile la realtà e le tradizioni sicule.

Infine il compito di uno scrittore, per Simona Lo Iacono, è quello di fare emergere il dritto della verità dal rovescio delle cose attraverso la scrittura, senza compromessi e senza banalizzazioni, affidandola alla letteratura che la manifesta al mondo nel “dritto del suo rovescio”.

Il Fumetto - Liceo Sciascia Fermi Sant`agata Di Militello (Me)

Disegno della studentessa Elena Salerno,