Nel 1980, Alvin Toffler ha parlato della “Terza Ondata”, un cambiamento che segna il passaggio dalla società agricola e industriale a una nuova era, quella dell'informazione. Mentre l'era industriale ha portato enormi cambiamenti, come l'invenzione della macchina a vapore, ha anche trasformato la società, influenzando la politica, le città e persino l'arte e l'architettura. L'industria ha generato una crisi nell'arte e nell'architettura, che ha portato a risposte come l'opera di Picasso "Les Demoiselles d'Avignon" nel 1907, e la scuola Bauhaus nel 1926, che ha proposto un nuovo tipo di architettura innovativa e leggera.
Oggi, nell'era dell'informazione, dobbiamo affrontare nuove sfide. Per farlo, è importante capire come i progettisti lavorano, utilizzando concetti come simulazione e modelli. In questa nuova era, lo spazio deve essere ripensato, ispirandosi a metafore. Inoltre, l'informazione non è più statica, ma continua a cambiare, quindi bisogna trovare nuovi modi per gestirla. Non basta integrarla in schermi o gadget, ma bisogna affrontare il cambiamento costante.
La chiave per comprendere questa era è l'interconnessione: possiamo immaginare l'informazione come una rete o una ragnatela, organizzata in modelli. La simulazione ci permette di rappresentare dinamicamente la realtà, applicandola all'architettura, agli spazi, e anche alla loro funzionalità e forma.
Un altro aspetto importante è come oggi la pubblicità e la comunicazione si siano evolute. Se prima si vendevano prodotti, oggi si vendono storie. I messaggi pubblicitari sono diventati dinamici e ricchi di simbolismo, proprio come l'elettronica che li diffonde. In architettura, questo ha portato all'uso di metafore, dove un edificio non è solo funzionale, ma anche un simbolo che comunica un messaggio. Architetti come Libeskind, Eisenman e Gehry usano questa metafora per esprimere idee attraverso i loro edifici.
Sostanze, Modernità e Estetica
Edoardo Persico ha parlato delle "sostanze", che rappresentano i problemi e le sfide che l'architettura deve affrontare, legati al concetto di modernità. Il termine "modernità" può avere diversi significati. Può indicare un periodo storico, come dopo la scoperta dell'America nel 1492 o la Rivoluzione Francese nel 1789. In architettura, la modernità è spesso associata al progresso e all'innovazione. Un'altra visione, proposta da Baudrillard e condivisa da Bruno Zevi, dice che la modernità affronta le crisi e le trasforma in nuove idee e forme artistiche.
In questo contesto, l'estetica non riguarda più la bellezza tradizionale, ma una forma di conoscenza che nasce da processi creativi e non lineari, spesso tramite simboli e metafore. La crisi diventa quindi un'opportunità per creare qualcosa di nuovo e significativo.
Crisi
Le crisi di oggi sono più profonde di quelle della nascita della società industriale. L'era dell'informazione sta cambiando radicalmente le regole della società. Se nel passato l'industria era il motore del cambiamento, oggi è il computer, con i suoi processi di gestione e trasmissione delle informazioni.
Il passaggio alla società dell'informazione ha causato diverse crisi. La prima riguarda le aree industriali dismesse, che possono essere recuperate e trasformate in spazi vitali e rigenerati. La seconda crisi riguarda il paesaggio: oggi è fondamentale ripensare come l'architettura e la natura possano coesistere. La terza crisi riguarda la comunicazione, che ora è essenziale per determinare valore e potere. La quarta crisi riguarda lo spazio, che sta passando da una visione fissa e deterministica a una più fluida e interconnessa. Infine, la quinta crisi riguarda l'estetica, dove la trasparenza è diventata un concetto fondamentale, influenzando la progettazione degli spazi.
Comunicazione
Nel mondo della "terza onda", la comunicazione sta cambiando radicalmente. Un esempio storico di questo cambiamento è l’edificio Bauhaus del 1926, che ha rotto con l'architettura del passato. Qui, l'architettura non si basava più su tradizioni storiche, ma su una nuova visione funzionale, dove forma e funzione erano strettamente legate. Nel tempo, però, questa visione è diventata limitante, e l'architettura ha iniziato a concentrarsi più sugli aspetti narrativi e simbolici, come nella Sydney Opera House di Utzon o nel Guggenheim Museum di Bilbao di Gehry, che sono diventati simboli culturali.
Questo cambiamento di paradigma si ricollega all'era dell'informazione, dove l'architettura non è più solo un contenitore funzionale, ma un mezzo di comunicazione simbolica.
Paesaggio
Dal 1970 in poi, è emersa una maggiore consapevolezza ambientale che ha cambiato il modo in cui vediamo la relazione tra l'uomo e la natura. Se un tempo si pensava a sfruttare le risorse naturali, oggi l'obiettivo è creare un rapporto sostenibile con l'ambiente, integrando spazi urbani e naturali. Questo nuovo approccio vede la natura non solo come un elemento estetico, ma anche come una risorsa economica, sociale e educativa.
In architettura, la natura e l'ambiente non sono più separati, ma sono parte di un sistema che deve essere pensato in modo dinamico e interattivo. Architetti come Gehry, Eisenman e Hadid usano geometrie complesse per rappresentare questo nuovo tipo di "paesaggio informatico", che è reso possibile dalla tecnologia e dalla simulazione.
Informazione
Immagina un punto su un foglio bianco: per dargli un significato, dobbiamo interpretarlo secondo delle regole. Così, un "dato" diventa informazione solo quando associato a una convenzione che gli dà un significato. In informatica, tutto è già definito da queste convenzioni. Non esistono dati "puri", ma solo informazioni già interpretate.
In architettura, il concetto di "modello" diventa cruciale. I modelli, come il BIM (Building Information Modelling), sono utilizzati per creare rappresentazioni dinamiche degli spazi, dove ogni cambiamento si aggiorna automaticamente. Gli architetti oggi esplorano come utilizzare questi modelli interattivi per progettare spazi che riflettano il dinamismo dell'era dell'informazione.
Commento :
Alvin Toffler, con il suo concetto di “Terza Ondata”, ci spinge a pensare all’era dell’informazione come a qualcosa di più di un semplice cambiamento tecnologico. Non si tratta solo di nuove tecnologie, ma di una vera e propria evoluzione della società. L’era industriale, con le sue innovazioni come le macchine e le fabbriche, ha trasformato le città, le abitudini quotidiane e il nostro concetto di bellezza. Oggi, nell’era dell’informazione, ci troviamo ad affrontare sfide diverse: la connessione globale e la capacità di adattarci a un mondo in costante cambiamento. Le informazioni non sono più statiche e facilmente definibili, ma fluiscono e si organizzano in una rete complessa che richiede nuovi metodi per essere comprese e gestite.
Questa nuova realtà influisce anche sull’architettura. Gli edifici non sono più progettati solo per rispondere a funzioni pratiche, ma diventano veicoli di significati e simboli. Architetti come Libeskind, Eisenman e Gehry esprimono questa complessità creando strutture che vanno oltre il semplice concetto di "macchina da abitare" e che sono invece forme artistiche e comunicative. In questo contesto, la modernità non è solo legata al progresso, ma rappresenta un continuo processo di trasformazione che nasce dalle crisi, che sono viste come opportunità per sperimentare e sviluppare nuove idee e forme.
In quest’ottica, l’adattamento non riguarda solo l’integrazione dei cambiamenti esterni, ma diventa una parte fondamentale del progetto stesso. Con l’aiuto delle tecnologie informatiche, gli spazi architettonici possono interagire attivamente con l’ambiente e con le persone, evolvendo in ecosistemi urbani complessi che si adattano continuamente al contesto. In questo modo, l’era dell’informazione non solo introduce nuove tecnologie, ma porta con sé un nuovo modo di pensare l’architettura e il nostro rapporto con lo spazio, spingendo a esplorare nuove visioni estetiche e concettuali.