Peter Eisenman è un architetto che ha rivoluzionato il panorama architettonico con una logica formale e vettoriale, trasformando il disegno in un linguaggio indipendente e innovativo.
Analizziamo i suoi progetti e il contesto teorico che lo ha reso una figura iconica nel mondo dell'architettura.
Il Concetto di "Campo"
Il termine "campo" emerge come chiave di lettura del lavoro di Eisenman. Questo concetto, ampiamente discusso in ambiti scientifici come i campi elettromagnetici (esemplificati dalle opere di Walter De Maria, come i parafulmini nel deserto), si riflette anche nell'architettura. Eisenman non crea linee o semplici dualità, ma campi di forze che dialogano tra loro.
L’Influenza Italiana e il Dialogo con il Passato
Dopo la laurea, Peter Eisenman approfondisce lo studio dell’architettura italiana, concentrandosi su due figure chiave: Giuseppe Pagano e Giuseppe Terragni. Pagano, noto per il suo approccio razionalista e il lavoro documentato da Manfredo Tafuri, rappresenta una visione rigorosa dell’architettura. Terragni, autore di opere iconiche come la Casa del Fascio a Como (1932-1936) e la Palazzina Giuliani Frigerio (1939-1943), incarna un’architettura più espressiva e dinamica, influenzata anche dalla sua tormentata vicenda personale legata alla guerra.
Con Colin Rowe, Eisenman analizza queste due opere di Terragni, identificando nella Casa del Fascio il tema dell’erosione, con la sua volumetria scavata e dinamica, mentre nella Palazzina Giuliani Frigerio riconosce il concetto di esplosione, con elementi spinti verso l’esterno. Queste polarità influenzano House II, una delle prime opere sperimentali di Eisenman, dove introduce un ulteriore concetto: l’implosione.
L’Architettura come Linguaggio e il Movimento del New York Five
Eisenman rivoluziona la rappresentazione architettonica con assonometrie vettoriali, utilizzando il disegno come mezzo autonomo con valore intrinseco. L’architettura diventa un testo, influenzato dallo strutturalismo e dalla logica formale.
Nel 1967, Eisenman fonda il gruppo New York Five insieme a Michael Graves, Charles Gwathmey, John Hejduk e Richard Meier. Questo collettivo riafferma i principi del modernismo e sperimenta con un linguaggio architettonico astratto. La loro mostra al MoMA nel 1969, accompagnata dalla pubblicazione Five Architects, diventa un manifesto del loro approccio formale e concettuale. Eisenman approfondisce queste idee nel libro Notes on Conceptual Architecture.
L’Evoluzione delle “Houses” e la Crisi del Modernismo
Negli anni successivi, Eisenman sviluppa una serie di case numerate, ognuna delle quali rappresenta un’evoluzione del suo pensiero:
House II è un’analisi critica dell’opera di Terragni.
House VI segna un passaggio dal piano ai volumi, con scatole sovrapposte e elementi strutturali apparentemente arbitrari.
House X introduce il concetto di sito, con la casa divisa in quattro quadranti funzionali e un percorso anulare che attraversa gli spazi.
Negli anni ’70, Eisenman affronta una crisi personale e professionale con l’ascesa del postmodernismo. Le sue opere, come House III e House IV, esplorano strutture sempre più complesse, mentre House IX riflette la crisi dell’architettura modernista con la sua forma frammentata a “L”. House X, mai costruita, viene trasformata in modelli assonometrici, diventando una ricerca psicoanalitica sulla forma.
Lo Studio Eisenman Architects e il Progetto a Cannaregio
Nel 1983, Eisenman fonda Eisenman Architects, uno studio-laboratorio che affronta progetti complessi, considerando gli strati archeologici e culturali di ogni sito. Tra le opere più note vi sono il Memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa a Berlino, la Città della Cultura della Galizia e lo University of Phoenix Stadium per gli Arizona Cardinals.
Uno degli esempi più significativi del suo approccio è il progetto per Cannaregio, Venezia, dove sovrappone frammenti storici a strutture moderne, creando un palinsesto architettonico che fa emergere nuovi elementi spaziali.
Il Decostruttivismo e le Opere Iconiche
Negli anni successivi, Eisenman abbraccia il decostruttivismo, esplorando nuovi linguaggi architettonici. Tra le sue opere più rappresentative si trovano:
Guardiola House, caratterizzata da linee fluttuanti e virtuali.
L’ampliamento della Facoltà di Architettura di Cincinnati, che sperimenta nuove tessiture di campo.
Il Greater Columbus Convention Center, con masse deformate e volumi intersecati.
Nel tempo, il suo lavoro evolve verso un approccio territoriale, considerando il paesaggio come elemento architettonico. Questo si riflette in progetti come la Chiesa di Roma a Tor Tre Teste e la Casa di Santiago di Compostela, caratterizzata da onde di terra e forme scolpite nel suolo.
Peter Eisenman continua a influenzare l’architettura contemporanea con un approccio concettuale e decostruttivista. Il suo lavoro esplora i campi relazionali tra forme, storia e teoria, rendendo il disegno e la logica formale strumenti fondamentali per la progettazione. La sua capacità di reinventare continuamente il linguaggio architettonico lo rende un riferimento imprescindibile per l’architettura moderna e futura.