Il tinello (La stúa)

Dalla cucina si entra nel tinello (stùa), che era la stanza dove si riposava nei pomeriggi invernali e prima di coricarsi. Sulla sinistra si vede la stufa in muratura (fórno) circondata da panchine (bànce) e sormontata da un'incastellatura lignea (sorafórno), che permetteva di distendersi al tepore. Il fórno originale era stato demolito e fu ricostruito, prendendo a modello un'analoga struttura avente le medesime dimensioni ed esistente in un'altra vetusta abitazione del paese. Esso è fatto di sassi (cròde) e intonacato (smaltó). Nell'intonaco è inserita un'erba palustre (èrba da palù), che serve da isolante.

La stùa era l'unico locale dell'abitazione esente da fumi e di temperatura gradevole anche nei periodi più rigidi, grazie sia alla presenza del fórno sia alla favorevole esposizione verso sud. Era il cuore della casa: luogo di giochi di bimbi, di riposo di uomini dopo le dure attività agricole e boschive, di lavori donneschi come la filatura, di racconti di vecchi affabulatori e di discreti corteggiamenti di giovani pretendenti.