La casa dei Sai
La ricchezza di boschi del Cadore si è espressa storicamente anche attraverso l'uso del legno nella fabbricazione degli edifici civili e rurali. Con le norme del Rifabbrico, che imposero l'utilizzo prevalente della pietra nella costruzione delle abitazioni distrutte dagli incendi o di nuova fabbricazione, la fisionomia dei paesi cadorini mutò. A Costalta sono ancora numerosi i fabbricati in legno che hanno incoraggiato a valorizzare l'originale patrimonio architettonico. Casa Angiul Sai, dal nome del suo ultimo proprietario, è un esempio significativo di questa architettura tradizionale e proprio per questo la Regola di Costalta ha voluto destinarla a museo.
La costruzione poggia su di un basamento in pietra nel quale sono ricavati dei depositi di attrezzi. Al di sopra la struttura dell’edifico è composta da travi in legno incastrati tra di loro agli spigoli secondo la antichissima tecnica costruttiva a “Blockbau”.
Il piano terreno è occupato dalla stalla a monte, un largo corridoio con due ingressi che la divide dalla cucina e dalla stanza di soggiorno, la “stua”. Si noti il focolare nella cucina, privo di camino; il fumo infatti veniva fatto uscire secondo diversi percorsi in modo da utilizzare il suo calore per riscaldare gli ambienti sovrastanti secondo il principio della “Rauchstube” diffuso nelle architetture popolari alpine.
Attraverso le scale esterne aperte sui ballatoi si aveva accesso al piano superiore a due camere aperte sul fronte Sud; dietro ad esse, verso monte, il grande fienile aveva accesso diretto dalla strada grazie alla forte pendenza del terreno. Il sottotetto, sopra le camere, era utilizzato come essiccatoio per le derrate agricole.