LA COSTRUZIONE (LA CÉDA)
Le caratteristiche costruttive e la distribuzione dei vani della casa "ÀNGIUL SAI" sono una cospicua testimonianza del modo di vivere fino alla metà del secolo scorso. Il fabbricato - uno dei rarissimi esempi rimasti delle dimore di tipo arcaico - si sviluppa su tre piani ed è diviso in due parti: la prima, con esposizione verso sud, è adibita ad abitazione; la seconda, con destinazione rurale, è situata nella parte nord e nel piano seminterrato. In termini tecnici si tratta dunque di una dimora unifamiliare unitaria cioè a destinazione mista.
L'edificio presenta uno zoccolo in muratura risultante dal tamponamento di una sorta di palafitta di travi (braze) e ritti (colònde), che sostiene l'intera struttura lignea. Esso è costruito con la tecnica "a castello" ovvero Blockbau (a giastlì), tecnica che richiede cellule di pianta quadra di dimensioni uniformi a causa della lunghezza standardizzata dei tronchi da squadrare, fissata sin dal taglio delle piante.
La struttura lignea si basa su una banchina (zèrzin), costituita da quattro travi incastrate, sulla quale poggiano la travatura orizzontale delle pareti connessa agli angoli (morzés) e i ritti (colònde). Altro zèrzin chiude in alto la costruzione. I ballatoi sono caratterizzati da due tipologie costruttive diverse: a nord, in corrispondenza del fienile, i parapetti sono costituiti da pali di legno trasversali fissati ai montanti del ballatoio (pinizo) ed un tempo erano utilizzati in caso di necessità per il completamento dell'essiccazione del fieno; a sud, in corrispondenza delle camere cioè della zona destinata ad abitazione, i parapetti sono realizzati con doghe di legno lavorate e disposte verticalmente (solêi). L'orditura del tetto è costituita dalla trave (cólmin), che sostiene il colmo del tetto a due falde; da una trave sottostante (óstra), che ne rinforza la portata quando il tetto si carica di neve; dai travetti (bràze), incastrati in maniera trasversale e fissati con chiodi di legno (bròce) nell'orditura principale, allo scopo di legarla compensando i suoi movimenti nelle varie direzioni; dai correnti (dugrénte), travetti inclinati che rappresentano l'orditura grossa del tetto e corrono dal colmo alle travi lunghe della banchina (zèrzin) secondo la massima pendenza della falda e sostengono l'orditura minuta delle assicelle o stanghe squadrate su due lati (làta) e il mantello di copertura di scandole (sàndle). La trave di colmo porta la scritta: 1858 10 mag LDM. Da alcuni indizi però - come per esempio dal fatto che le travi rechino inciso all'esterno un numero romano - è lecito supporre che i materiali (i lêgnes) impiegati per la travatura dell'edificio fossero frutto, almeno in parte, di riutilizzo di edifici più antichi, a suo tempo demoliti a causa dell'instabilità del terreno sul quale sorgevano. Come in tutti i modelli arcaici di dimore del Comèlico, anche in questo edificio si può notare l'originaria totale mancanza di condotti fumari. Il nostro rappresenta anche uno dei pochi esempi di abitazione con scale esterne