Maio nacque nel 1220, fu timorato di Dio, visse sempre in umiltà e al servizio dei poveri, era molto caritatevole e restava in preghiera giorno e notte. Spesso veniva deriso e umiliato per questi suoi atteggiamenti di povertà e umiltà, ma se qualcuno lo offendeva era lui stesso a chiedere scusa. Rinunciò a cariche pubbliche essendo stato nominato membro del Generale Consiglio Comunale per dedicarsi alle opere di misericordia.
Visitava gli infermi, i carcerati e ospitava tutti coloro che bussavano alla sua casa.
Non dormiva mai nel letto, ma a terra seduto, perché anche di notte desiderava interrompere il sonno per pregare. Dio gli preannunciò che presto lo avrebbe chiamato a sé, così si recò al Palazzo Comunale e chiedendo il permesso di parlare disse: “Cari padri e fratelli gualdesi, poiché devo andarmene in un’altra regione, per volontà di Dio lascio a voi la mia casa e tutto il resto per i poveri. Pregate Dio per me e mantenete la pace tra voi e aiutate i poveri”.
Molti cittadini rammaricati di perdere un uomo così buono si offrirono di accompagnarlo, ma egli non volle, in segreto si recò presso Valdigorgo e chiese ai frati di ospitarlo.
Dopo pochi giorni gli venne la febbre e, ricevuti i sacramenti, tornò a Dio il 15 agosto 1270. Dopo la sua morte si verificarono vari miracoli: un ragazzo cieco riacquistò la vista e un neonato dichiarato morto tornò alla vita. In vari luoghi dell’Umbria e delle Marche venne eletto patrono dei Consigli Comunali.
Le sue ossa dalla chiesa del convento di Valdigorgo vennero poi portate nella chiesa di San Francesco e dal 10 dicembre 1907 riposano nella chiesa di San Benedetto sotto l’altare di San Pietro.