Guardare il cielo



di Alessandro Laganà






Le pietre d’inciampo che possiamo vedere in questa foto sono state posizionate il 30 agosto 2015 e si trovano davanti all’imbarcadero di Meina. 



Il loro scopo è quello di ricordare le vittime della strage compiuta nell’Hotel Meina dalle S.S. il 22 settembre 1943 dove si stima abbiano perso la vita 57 ebrei (seconda strage per numero di morti ebrei in Italia).

In alcune pagine del suo libro Decontaminare le memorie, Alberto Cavaglion ci parla di pietre d’inciampo come delle semplici lastre di ottone posizionate per terra; il loro limite però e che qualsiasi uomo a meno che non cammini a testa bassa non riesce ad accorgersi della loro presenza: questo è concettualmente un problema in quanto esse non invitano le persone a guardare il cielo, mentre ricordano i caduti e i deportati della seconda guerra mondiale.

Cavaglion afferma anche che la speranza risorge dalla sofferenza, la memoria non perisce se il riso ha la meglio sul lutto, anzi si rafforza. Questa frase presenta la soluzione del problema illustrato precedentemente: secondo lo scrittore, guardando il cielo, che è un elemento che ispira felicità o almeno speranza, noi possiamo ricordare l’olocausto in modo più giusto e rafforzare la memoria, piuttosto che guardare in basso e cadere in un vortice di tristezza e sofferenza pensando alle atrocità compiute dal terzo Reich.