Tematiche principali (1)

Tema dell’indifferenza: gli uomini, dopo il periodo di terrore e di preoccupazione iniziale causato dall'avvento improvviso dell'epidemia, iniziarono a non prestare più attenzione alle notizie riguardanti la peste. Iniziarono a non leggere più giornali e non ascoltare più la radio, a qualsiasi risultato a loro riferito rispondevano con un finto interesse, dettato dall’indifferenza più totale.

Un esempio era lo stesso Rambert, a cui era stato dato il compito di dirigere un centro di quarantena e che, nonostante fosse al corrente della statistica degli effetti del siero sulle persone in quarantena, ignorava il numero delle vittime settimanali decedute per peste.

Tema della rivolta e della violenza scaturita da uno scontento generale: tutto iniziò con persone che, tornate dalla quarantena e affrante dal dolore e dal lutto, decisero di dare fuoco alle proprie abitazioni credendo che questo potesse far morire la peste.

Successivamente un insieme di circostanze che creano scontento e smarrimento causarono delle rivolte organizzate da piccoli gruppi armati alle porte delle città, con scambi di colpi d’arma da fuoco, alcuni feriti e qualche evasione.

Tema della conoscenza e della memoria: che cosa aveva guadagnato Rieux durante l'epidemia? Soltanto l'aver conosciuto la peste e di ricordarselo, l'aver conosciuto l'amicizia e di ricordarselo, l'aver conosciuto l'affetto e di doversene un giorno ricordare. La conoscenza e la memoria erano tutto ciò che l'uomo poteva guadagnare al gioco della peste e della vita.

Tema dell’onestà: il dottor Rieux in un passo del libro parla della sua enorme disponibilità verso il prossimo, ammettendo che non ha nulla a che fare con l'eroismo, ma è basata solamente su un principio di onestà, identificata come l'unico mezzo per lottare contro la peste.


Ecco l'estratto dal libro:

Rieux: “Però devo dirle una cosa: qui non si tratta di eroismo. Si tratta di onestà. Farà magari ridere, come idea, ma il solo modo di lottare contro la peste è l’onestà.”

Rambert: “Che cos’è l’onestà?”

Rieux: Nel mio caso so che consiste nel fare il mio lavoro.”

L'idea di dignità di Rieux è collegabile anche al libro Quel che resta del giorno, di Kazuo Ishiguro: qui il protagonista, un maggiordomo britannico al servizio di un importante personaggio protagonista delle vicende storiche della metà del XX secolo, definisce la dignità come capacità di svolgere bene il proprio lavoro, qualunque esso sia, perché può sempre avere risvolti importanti.

Tema del lavoro: Il lavoro viene esaminato da diversi punti di vista durante la narrazione, a volte positivi ed altre negativi. Inizialmente il lavoro viene descritto come un'ossessione che porta via la maggior parte della giornata, dunque la voce narrante critica la ‘gente’ che a Orano lavora fin troppo, dal mattino alla sera, fino a quasi dimenticarsi di amare; quando invece vengono emanate le prime restrizioni e tutti sono costretti a stare in casa, si rimpiangono i tempi in cui le settimane erano riempite dal lavoro.


Il rapporto tra bene e male: "dando troppa importanza alle belle azioni si finisce col rendere un indiretto omaggio al male (..) il male che è presente nel mondo viene quasi sempre dall'ignoranza, e la buona volontà, se non è illuminata, può fare altrettanti danni della malvagità."

Come conciliare la fede in Dio e l’esistenza del male?

La solidarietà rende possibile la conciliazione tra fede e scienza: lo scopo è comune, cioè la lotta contro il male.

Il tema della santità: durante uno dei numerosi discorsi tra Tarrou e Rieux, viene analizzato il tema della santità: Tarrou si chiede se sia possibile diventarlo.

“L’unico problema concreto che oggi conosco è se si può essere un santo senza Dio.”

“Che sia un santo?” si domandava Tarrou. E rispondeva: “Sì, se la santità è un insieme di abitudini."

Il tema della disuguaglianza: Il quinto capitolo della quarta sezione affronta il tema della disuguaglianza perché, da una parte, la peste ha portato [...]allineccepibile uguaglianza della morte [...] ma, d’altro canto, aveva sottolineato le disparità economiche dei cittadini di Orano.

Il tema del libero arbitrio: l’uomo perde la sua possibilità di scelta, tutti diventano prigionieri della malattia: non sono più liberi di agire come vorrebbero ma devono sottostare ad essa e alle norme che cercano di limitare i poteri dell'individuo.

Il tema della perdita dell'identità: La peste porta ad una sorta di generalizzazione delle persone, delle loro idee. L’uomo perde la sua identità individuale per assumere quella della sua comunità: la malattia gli ha portato via la persona amata, non gli concede di dar luogo ai suoi hobbies, non permette un funerale e una bara privata.

Si è tutti insieme, ma quell’insieme è costituito da persone a cui resta da condividere solo la condizione di esiliato e/o appestato. Il fatto è che siamo tutti degli appestati, ma quello che possiamo fare è evitare di far uscire il male da noi stessi, trasmettendolo alle altre persone e al mondo. Quindi, è meglio essere vittime di sé stessi, del male, della peste, piuttosto che essere i portatori del flagello, coloro che fanno il male.