Tarrou

Tarrou è il grande amico di Rieux e insieme rischiano la loro vita combattendo in prima persona l’epidemia. Secondo lui “ciascuno deve anche fare la sua parte” per uscire da quella situazione di disagio, infatti le sole misure restrittive adottate non sono sufficienti.

Convinto che l’epidemia fosse ormai finita, non si disinfettò le mani e morì di peste. Fu proprio l’ultima vittima della peste, mentre fuori la città ne festeggia la liberazione.

Grazie a Tarrou e ai suoi taccuini, sui quali egli scriveva ogni sua riflessione e ogni cosa che notava nella città, il narratore riesce ad aggiungere informazioni importanti durante la narrazione.

Primo dialogo Rieux-Tarrou:

Mentre stanno parlando di vaccini e varianti, Tarrou chiede a Rieux se crede in Dio; il dottore scuote la testa.

‘Se avesse creduto in Dio onnipotente avrebbe trascurato di guarire gli uomini’

Da questa risposta si può ben comprendere che Tarrou sia ateo, come Rieux e lo stesso Camus.

Tarrou considera la peste una condanna a morte per la quale prova orrore.


Tarrou diviene il portavoce della visione di Camus soprattutto durante una sorta di monologo (c’era il dottore a cui stava rivolgendo il suo racconto ma questi non è mai intervenuto) sul balcone della casa del paziente asmatico di Rieux.

Secondo Dialogo Tarrou- Rieux:

Si soffre ‘di peste’ sempre.

Figlio di un pubblico accusatore, andò a vedere il padre al lavoro e provò disgusto per gli uomini che ne vogliono uccidere un altro.

Ho visto tante condanne

Ho visto la peste

Sono anch’io un assassino (si lascia che altri uomini agiscano a nome anche nostro per condannare uomini)

Tutti eravamo e siamo soggetti alla peste

Nessuno è immune

Onesto è chi non infetta quasi nessuno

Non ho voluto più ‘uccidere’, quindi sono andato in esilio

Mi sono rifiutato di essere col flagello

Cerco di essere un assassino innocente

Limitare il male

Provare simpatia

Essere uomo

Tarrou, per quanto strambo potesse sembrare, si è posto una domanda degna di nota:Come si fa a non sprecare tempo?. Per quanto banale possa sembrare, questo interrogativo racchiude in sé delle considerazioni importanti come, tanto per iniziare, la differenza tra una persona che si interroga e che cerca di far funzionare la sua mente e una persona che vive e basta, semplicemente perché è nato e non è ancora morto.

E’ molto interessante e pratica la risposta che Tarrou si dà, ossia provare a passare una giornata intera seduto su una sedia scomoda nella sala d'aspetto di un dentista oppure ascoltare conferenze in una lingua che non si conosce.