Espressioni degne di nota

L'epidemia di peste mostra l'imprevedibilità e l'impotenza degli uomini rispetto alla grandezza della natura:

“Benché un flagello sia un accadimento frequente, tutti stentiamo a credere ai flagelli quando ci piombano addosso”.

"Si credevano liberi, ma nessuno sarà mai libero finché ci saranno flagelli."

"Nonostante tutte le precauzioni, il contagio era inevitabile."

"Da quel momento ebbe inizio la paura, e con essa la riflessione."

"Il bacillo della peste non muore né scompare mai."

"...non sceglievano più..."


La peste porta ad una generalizzazione delle persone, dove l’uomo perde la sua identità individuale per assumere quella della comunità :

"L’epidemia riguardava tutti e ognuno doveva fare il proprio dovere."

"Della peste se ne vanno sempre i migliori, così è la vita”

"Le persone hanno anche in comune l’abitudine alla disperazione che è peggiore alla disperazione stessa e la loro sofferenza perdeva la sua dimensione drammatica; sono prive di memoria e di speranze perché la peste ha tolto loro la disposizione all’amore e all’amicizia poiché essi richiedono un po’ di futuro, mentre per loro adesso ci sono solo attimi."

"Se fosse stato un terremoto! Una buona scossa e non se ne parla più...Si contano i morti, i vivi, e il gioco è fatto. Ma questa porcheria di peste! Anche quelli che non l’hanno la portano nel cuore."

"La peste a la guerra colgono sempre tutti alla sprovvista.”

L'indifferenza sviluppata nei confronti del flagello:

“Lungo i marciapiedi poteva capitare a un passante notturno di sentire sotto il piede la massa elastica di un cadavere ancora fresco. Era come se la terra su cui erano piantate le nostre case si spurgasse del proprio carico di umori, lasciando affiorare bubboni e pus che finora la travagliavano internamente”.

"Ma no, la morte non è niente per gli uomini come me. È un accadimento che dà loro ragione."

"Abbandonavano l’apparenza del senso critico e nel contempo prendevano l’apparenza del sangue freddo.”

"I nostri concittadini non credevano ai flagelli. Dal momento che il flagello non è a misura d’uomo, pensiamo che sia irreale, soltanto un brutto sogno che passerà. Invece non sempre il flagello passa e, di brutto sogno in brutto sogno sono gli uomini a passare.”

“L’unico modo per sottrarsi a quella vacanza insopportabile era far ripartire i treni con l’immaginazione e riempire le ore con gli squilli ripetuti di un campanello pur ostinatamente silenzioso.”

"Al principio dei flagelli e al termine, si fa sempre un po’ di retorica. Nel primo caso l’abitudine non è ancora perduta e nel secondo è ormai tornata. Soltanto nel momento della sventura ci si abitua al silenzio”

I sentimenti provati durante la peste:

“Rimane comunque il fatto che per tutto il mese di gennaio i nostri concittadini reagirono in maniera contraddittoria: passarono alternativamente dall’euforia alla depressione”.

“Un sentimento privato quale la separazione da una persona amata divenne improvvisamente, sin dalle prime settimane, quello di un’intera popolazione e, insieme con la paura, il principale motivo di sofferenza di quel lungo periodo di esilio.”

"Provavano la sofferenza profonda di tutti i prigionieri e di tutti gli esuli, che è quella di vivere con una memoria che non serve a niente. Persino il passato a cui pensavano in continuazione aveva solo il sapore del rimpianto. Avrebbero voluto, infatti, potergli aggiungere tutto ciò si rammaricavano di non aver fatto, quando ancora era possibile, con colui o colei che aspettavano.”

“C’è una cosa che si può desiderare sempre e qualche volta ottenere ed è l’affetto umano”.

"Spesso scoppiano liti, dovute soltanto al malumore, che ormai è cronico."

"Il bene comune è fatto della felicità di ognuno”.

"La disperazione li salvava dal panico "

Il lavoro viene esaminato da diversi punti di vista durante la narrazione, a volte positivi ed altre negativi:

“Ecco dov’era la certezza, nel lavoro di tutti i giorni. Il resto era appeso a fili e movimenti insignificanti, su cui era inutile soffermarsi. L’essenziale era fare bene il proprio lavoro.”

"La miseria si dimostrò sempre più forte della paura."

“Capita così a tutti: ci si sposa, si ama ancora un po’, si lavora. Si lavora tanto da dimenticarsi di amare.”

Senso di solitudine e smarrimento provocato dal flagello:

“In tali estremi della solitudine, infine, nessuno poteva sperare nell'aiuto altrui e ciascuno restava solo con la propria inquietudine. Se uno di noi provava per caso a confidarsi a dire qualcosa del proprio stato d'animo, il più delle volte la risposta che riceveva, quale che fosse, lo feriva.”

"La peste è definita un’organizzazione attenta e scrupolosa dal funzionamento impeccabile e come un qualcosa che spezzava i legami comunitari tradizionali e abbandonava gli individui alla loro solitudine."

“Quella separazione brutale, senza appello, senza un avvenire prevedibile, ci lasciava sconcertati . In realtà soffrivamo due volte - della nostra sofferenza e di quella che immaginavamo negli assenti, figli, moglie o amante.”

I cambiamenti dovuti all'epidemia:

“Dopo che un caffè ebbe esposto il cartello 'Il buon vino uccide i microbi', si rafforzò nell'opinione pubblica l'idea già diffusa fra la gente che l'alcol preservava dalle malattie infettive.”

“Si udivano allora i veicoli sobbalzare ancora nella notte d’estate, con il loro carico di fiori e di morti.”

“In verità, ci vollero parecchi giorni perché ci rendessimo conto di trovarci in una situazione in cui qualunque compromesso era impossibile, e che le parole “transigere”, “favore”, “eccezione” non avevano più alcun senso."

“Nella nostra città spuntavano allora molti nuovi moralisti, i quali andavano dicendo che era tutto inutile e che bisognava mettersi in ginocchio […] bisognava lottare e non mettersi in ginocchio”

“Per settimane ci riducemmo così a riscrivere sempre la stessa lettera, a ricopiare gli stessi appelli, tanto che dopo qualche tempo le parole che all’inizio ci erano uscite sanguinanti dal cuore avevano perso ormai tutto il loro significato. Allora le ricopiavamo meccanicamente, tentando di dare con quelle frasi morte qualche segno della nostra vita difficile. Finché a quel monologo sterile e ostinato, a quella conversazione arida con un muro, ci sembrava preferibile il messaggio convenzionale del telegramma.”

Il confronto con gli altri diventa un'abitudine ricorrente:

"Alle famiglie ricche non mancava nulla, mentre quelle povere soffrivano la fame. Pertanto, sebbene la peste con la sua efficace imparzialità avrebbe dovuto rafforzare l'uguaglianza fra i cittadini, per il normale effetto degli egoismi rendeva più acuto nel cuore degli uomini il sentimento di ingiustizia."

“Il mondo è bello perché è vario”

“C’è sempre qualcuno più prigioniero di me”

“L’opinione pubblica è sacra: niente panico, assolutamente niente panico.”

L'importanza del tempo:

“Come si fa per non sprecare tempo? Sentirlo in tutta la sua durata”.

“Se per esempio uno di loro era stroncato dalla malattia, ciò accadeva quasi sempre senza che avesse potuto prestarvi troppa attenzione. Strappato al lungo dialogo interiore che aveva con un’ombra, era gettato senza transizione nel silenzio più fitto della terra. Non aveva avuto il tempo di accorgersene.”

“Con il sole incessante, quelle ore che hanno il sapore del sonno e delle vacanze non invitavano più come prima ai piaceri dell’acqua e della carne. Suonavano invece vuote nella città chiusa e silenziosa. Avevano perduto lo splendore ramato delle stagioni felici. Il sole della peste spegneva i colori e fugava ogni gioia. Era questa una delle grandi rivoluzioni della malattia.”

In alcuni soggetti l'epidemia fa sviluppare una certa determinazione:

“In una maniera o nell’altra, bisognava lottare e non mettersi in ginocchio”

“Se ritieni che ne valga davvero la pena, posso provare a sollecitare un’ordinanza.” disse Mercier “Ne vale sempre la pena” disse Rieux

“La follia è ostinata, chiunque se ne accorgerebbe se non fossimo sempre presi da noi stessi.”

"Io odio la morte e il male, lei lo sa. E, che lo voglia o no, siamo insieme per sopportarli e combatterli.”

“Più originale nella nostra città è la difficoltà che si può incontrare nel morire”

“La società dei vivi temeva da un giorno all’altro di essere soppiantata dalla società dei morti. Era un dato di fatto. Certo si poteva far finta di negarlo o non vederlo, ma un dato di fatto ha una forza tale che ha la meglio su tutto.”

La sventura come meritata punizione:

“Fratelli, la sventura vi ha colpito, fratelli, ve lo siete meritato.”

"Voi avete creduto che vi basterebbe visitare Dio la domenica per essere liberi dei vostri giorni. Ma Dio non è tiepido, questi rari rapporti non bastavano al suo divorante affetto. Vi voleva vedere più a lungo; è la sua maniera di amarvi e, a dir la verità, è la sola maniera di amare. Stanco di aspettare la vostra venuta, ha lasciato che il flagello vi visitasse come ha visitato tutte le città del peccato da che gli uomini hanno una storia”.