Eneide

raiplay 6^episodio 19.19 l'età dell'oro

https://it.wikipedia.org/wiki/Crateri_di_Dione 

Mentre cosí dicea, Volscente il colpo

 già con gran forza spinto, il bianco petto

 del giovine trafisse. E già morendo

 Eurïalo cadea, di sangue asperso le belle membra, e rovesciato il collo, qual reciso dal vomero languisce purpureo fiore, o di rugiada pregno papavero ch'a terra il capo inchina. In mezzo de lo stuol Niso si scaglia solo a Volscente, solo contra lui pon la sua mira. I cavalier che intorno stavano a sua difesa, or quinci or quindi lo tenevano a dietro. Ed ei pur sempre addosso a lui la sua fulminea spada rotava a cerco. E si fe' largo in tanto ch'al fin lo giunse; e mentre che gridava, cacciogli il ferro ne la strozza, e spinse. Cosí non morse, che si vide avanti morto il nimico. Indi da cento lance trafitto addosso a lui, per cui moriva, gittossi; e sopra lui contento giacque. Fortunati ambidue! Se i versi miei tanto han di forza, né per morte mai, né per tempo sarà che 'l valor vostro glorïoso non sia, finché la stirpe d'Enea possederà del Campidoglio l'immobil sasso, e finché impero e lingua avrà l'invitta e fortunata Roma. 


esercizio di metrica: dividi il testo in endecasillabi

Già declinava il sole, e crescean l'ombre de' monti opachi, quando a terra vòlti col desire e co' remi in su la riva pur n'adducemmo, e procurammo a' corpi cibo, riposo e sonno. Ancor la notte non era al mezzo, che del suo stramazzo surse il buon Palinuro; e poscia ch'ebbe con gli orecchi spiati il vento e 'l mare, mirò le stelle, contemplò l'Arturo, l'Iadi piovose, i gemini Trïoni*, ed Orïone armato; e, visto il cielo sereno e 'l mar sicuro, in su la poppa recossi, e 'l segno dienne. Immantinente movemmo il campo, e quasi in un baleno giunti e posti nel mar, vela facemmo. Avea l'Aurora già vermiglia e rancia scolorite le stelle, allor che lunge scoprimmo, e non ben chiari, i monti in prima, poscia i liti d'Italia. - Italia! - Acate gridò primieramente. - Italia! Italia! - da ciascun legno ritornando allegri tutti la salutammo. Allora Anchise con una inghirlandata e piena tazza in su la poppa alteramente assiso: "O del pelago - disse - e de la terra, 68 e de le tempeste numi possenti, spirate aure seconde, e vèr l'Ausonia de' nostri legni agevolate il corso". Rinforzaronsi i vènti; apparve il porto piú da vicino; apparve al monte in cima di Pallade il delúbro. Allor le vele calammo, e con le prore a terra demmo. 


*L'espressione indica le costellazione dell'Orsa Maggiore e dell’Orsa Minore. Arturo è la stella più luminosa dell’Orsa Maggiore    

https://www.edisco.it/eneide/wp-content/uploads/sites/23/2015/01/libro_i_e_ii__il_banchetto_in_onore_di_enea.pdf 


Libro I

..........................ed Euro e Noto 

s'avventaron nel mare, e fin da l'imo 

lo turbâr sí, che ne fêr valli e monti; 

monti, ch'al ciel, quasi di neve aspersi, 

sorti l'un dopo l'altro, a mille a mille 

volgendo, se ne gian caduchi e mobili 

con suono e con ruina i liti a frangere. 


https://www.liberliber.it/mediateca/libri/v/vergilius/eneide/pdf/eneide_p.pdf 

Esametri_importanza della musicalità del verso

Libro VII

Enea sbarca alla foce del Tevere e riconosce da segni prestabiliti la terra promessa. Enea ottiene ospitalità dal re Latino, che gli concede in sposa la figlia Lavinia. Ma Giunone istiga contro Enea la madre di Lavinia, Amata, e Turno, re dei Rutuli, a cui era stata promessa la giovane. Scoppia la guerra. 

Libro VIII

In gravi difficoltà, Enea per consiglio divino si reca a chiedere aiuto al re di Pallanteo, Evandro, che mette a sua disposizione dei cavalieri, guidati da suo figlio Pallante. Un altro sostegno gli viene dal popolo etrusco. Dalla madre Venere riceve poi un’armatura forgiata da Vulcano, che sullo scudo racconta le future vicende di Roma. 

Libro IX

Comincia la guerra fra Enea, Turno e i rispettivi alleati. I Troiani sono in difficoltà per l’assenza di Enea e decidono di cercarlo. Incaricati della missione sono i due giovani volontari Eurialo e Niso. Essi, però, indugiano nel far strage di nemici addormentati e alla fine vengono uccisi. Turno riesce a penetrare nel campo troiano, ma costretto alla fuga, si salva gettandosi nel Tevere. 

Libro X

Ritorna Enea, che risolleva le sorti della battaglia. Ma Turno uccide il giovane Pallante, alleato di Enea e suo protetto. In cambio Enea uccide Mezenzio, il fortissimo alleato di Turno. 

Libro XI

Viene stabilita una tregua per seppellire i caduti. Segue poi una grande battaglia equestre, durante la quale muore la vergine guerriera Camilla, regina dei Volsci. 

Libro XII

Turno, incurante del destino che sente a sé contrario, sfida Enea e nel duello finale viene ucciso. L’Eneide si chiude con l’immagine dell’anima di Turno che fugge indignata tra le ombre. 



I Re Latini o Re Latini di Alba Longa sono una serie di 13 leggendari re del Lazio e Alba Longa che, nella mitologia romana, colmano il vuoto fra Enea e la fondazione di Roma da parte di Romolo e Remo. Ascanio, il secondo della lista, fondò Alba Longa intorno al XII secolo a.C., qualche tempo dopo la distruzione di Troia. Il primo fu il re eponimo Latino presso la cui corte fu accolto Enea.

Il padre di Latino, Fauno, gli predice che Lavinia è destinata ad uno straniero che verrà da una città distrutta e porterà turbamento e spargerà sangue latino

 il re Latino: "si rivolge agli oracoli di Fauno, il padre profetico, e consulta i divini boschi sotto l’alta Albunea, massima tra le selve, che risuona dal sacro fonte ed esala violenti vapori mefitici