In questo articolo vi parlo di un viaggio di circa 5 – 6 giorni che ho svolto a cavallo del Natale 2011 a Tallin, capitale dell’Estonia.
Iniziamo subito collocando geograficamente questa lontana terra; l’Estonia è uno dei tre stati delle repubbliche Baltiche, quello collocato più a nord-est; si affaccia sul mar Baltico che la separa di circa 80 km dalla Finlandia; confina territorialmente a sud-ovest con la Lettonia ed ad est con la Russia, con la quale l’Estonia fino al 1992 dalla fine della seconda guerra mondiale era sottomessa ed inglobata nell’URSS. Nel quadro dell’Europa quindi è uno degli stati più a nod-est, un paese cuscinetto tra i paesi scandinavi e l’estesa regione Sovietica, un territorio quindi di confine e di incontro policulturale.
Sì, perché prima di tutto dobbiamo far presente che gli Estoni sono un popolo ed i Russi tutto un altro, quasi del tutto diversi tra loro! Diverse lingue, diverse fattezze fisiche, diversi caratterialmente; per rendere l’idea immaginate come se improvvisamente Milanesi e Napoletani vengano collocati tutti nella stessa città a vivere insieme!
Partiti da Roma in aereo in tre ore raggiungiamo Riga, capitale della Lettonia, altro piccolo stato Baltico, da qui in pulmann percorriamo i 300 km di distanza per raggiungere Tallin, quasi tutti lungo strada a sole due corsie. Quattro ore bloccati sui sedili ma anche quattro ore ipnotizzati ad ammirare le sconfinate foreste che si attraversano, comunissime ed anche monotone per i locali ma assolutamente emozionanti per chi tanti alberi insieme non è più abituato a vederli. Si pensi che anche nel mercatino dell’usato di Tallin i classici alberelli di Natale che si vendono a tutti sono veri, tagliati alla base, adagiati l’uno su l’altro in gran quantità; questo anche perché un dato fondamentale, per subito inquadrare queste terre, è la bassa densità abitativa, dovuta sicuramente alle difficili condizioni ambientali, ma dato vitale per assicurare a tutti larghi spazi ed una minore divisione delle tante risorse in loco.
In Tallin visitiamo in primo luogo il mercato comune, posto tra il centro storico ed il mare vicino alla stazione ferroviaria centrale, è un posto vivace e confusionario, ci si trova realmente di tutto; a farla da padroni sono ovviamente i Russi che dopo la smobilitazione dell’ex regime e l’apertura delle frontiere smerciano ogni tipo di merce proveniente dalla madre patria. Troviamo soprattutto cartoline d’epoca, aggeggi meccanici obsoleti, orologi, macchine fotografiche ancora a pellicola; entrando invece in un capannone mucchi di scarpe mischiate fra loro e tanti peluche, ovviamente tutta roba usata; questo a testimoniare la grande cultura del riciclo vigente a conferma della poca tendenza al cercare di apparire.
Infatti svolgendo i veloci spostamenti sui classici tram tipici delle città dell’Est osserviamo persone vestite sempre in modo molto semplice, tutte molto composte e modeste dall’aria tranquilla e rilassata anche a dir il vero un po’ spente, sarà per il clima che in questo periodo con temperature molto basse, con poche ore di sole (alba ore 9 e 30, tramonto ore 15 e 30) sempre velato o nascosto da un cielo grigiastro, manda tutti temporaneamente in letargo. Comunque bisogna sottolineare il grande senso di accoglienza e di venirsi incontro della popolazione locale, soprattutto da parte dei Russi, gli Estoni si presentano un po’ più chiusi ma molto rispettosi e ligi al dovere.
Veniamo ora al centro storico, cuore della città, posto su una piccola altura, cinta da mura e torri è quindi di costruzione medievale; affascina per i colori vivaci delle casette, per gli alti campanili particolari nelle forme, per l’essere raccolta e presentarsi quindi in modo molto grazioso, opposta invece alla dispersione dell’enorme periferia fatta di palazzoni su palazzoni tipici dell’est che rappresentano un’altra città, un’altra entità, un qualcosa di aggiunto dopo in anni di regressione.
Possiamo però ed anzi dobbiamo mettere in luce una grande qualità degli Estoni a tal riguardo, quello di essere molto modesti nell’ottica della spesa per la propria vita privata ma molto oculati per quella pubblica, perciò se come abbiamo detto le residenze ovviamente poste fuori città appaiono abbastanza fatiscenti tutt’altro è per le scuole, per i luoghi di cultura, per tutto ciò che deve essere utilizzato in comune e deve far migliorare tutti insieme, soprattutto le prossime generazioni che avranno un domani da assicurare la sopravvivenza del paese; il loro ragionamento è molto semplice: se assicuriamo un alta vivibilità cittadina di tante altre cose ne possiamo fare anche a meno, riducendo al massimo gli sprechi.
Quindi posso ammettere che in tutta la città si respira un aria di vivo ottimismo, di positivismo, anche se le condizioni spesso ancora lasciano a desiderare, ma proprio questo margine di potersi e volersi migliorare tende a credere ed aver estrema fiducia nel futuro, da qui i presupposti e le basi del grande miracolo economico svolto dal paese negli ultimi anni.
Altra visita la facciamo sulle sponde del mar Baltico, in realtà è giusto una toccata e fuga perché avvicinarsi al mare nel periodo invernale abituati alle nostre bellissime spiagge è molto triste; la costa scende rapidamente nell’acqua senza un vero e proprio bagnasciuga, il colore molto scuro e lo stato di quasi perenne agitazione è lo standard; incontriamo lungo il molo un paio di pescatori imbottiti di panni immobili a scrutare l’orizzonte, mi colpisce la loro staticità, la pazienza di attendere il normale decorso del proprio destino con grande umiltà e serenità!
Un altro caratteristico posto è un quartiere sempre a ridosso del mare fatto tutto di casette in legno, immersi tra esse sembra di ritornare indietro nel tempo; colpiscono per la loro ruralità, per il loro stile campagnolo ma poste comunque nel cuore di una grande città!
Una curiosità di questo fine 2011 è la mancanza di neve, mi dicevano persone in loco che l’anno passato in centro a Natale vi era ben un metro di neve, quest’anno invece nulla di nulla, temperature quindi di gran lunga sopra la media, tra i 3 e gli 8 gradi! Un dato preoccupante a testimonianza che anche queste Terre per via della globalizzazione non sono risparmiate del surriscaldamento Terrestre.
Concludo col riportarvi i tempi del viaggio di ritorno: uscita di casa ore 8 e 30, breve viaggio in tram per raggiungere lo stazionamento dei pulmann , da qui 5 ore di viaggio in pulmann per raggiungere l’aereoporto di Riga, 5 ore di attesa, quindi 3 ore di aereo per Roma Ciampino, da qui ultime 2 ore di auto per ritorno a casa verso l’una di notte del giorno dopo! Un viaggio non da poco per mettere in collegamento due Mondi molti distanti tra loro sotto molte facce, ma lasciatemi dire che il profumo dell’Est è qualcosa che rinvigorisce, rianima molti sensi a noi ormai latenti, è qualcosa prima di tutto da vivere, ma da vivere con la stessa solerzia e spirito di adattamento degli abitanti del posto!
Alessandro Santulli