crudele iniziazione

S.Maria C.V., 2-6-10

Eccola, la vedo lì nel mezzo del suo cortile, nel posto dove era nata ed aveva sempre vissuto, in compagnia delle prime amiche d’infanzia, si accarezzava i capelli circondata dalle care materne mura, simbolo di una casa protettiva su cui poteva sempre contare, nei momenti bui come in quelli belli poiché era quello il suo centro di gravità, il suo mondo principale, uno dei pochi di cui aveva piena coscienza e libero accesso.

Era una ragazzina, nel pieno della sua adolescenza, con i capelli a caschetto ed i cuoricini disegnati sui calzini; la sua mente era piena di speranze, sogni ed aspirazioni: era abituata da tempo a fantasticare e viaggiare lungo le mille vie dell’inconscio umano, sapeva ed aveva i piedi ben per terra che per il momento era pura fantasia ma in quell’effimero ed indefinito futuro ci aveva sempre creduto.

Ci aveva creduto non perché l’aveva constatato con prove tangibili o perché qualcuno le aveva promesso che così sarebbe stato ma perché il tutto era prima di tutto parte del suo essere e della sua natura, era un qualcosa che l’inconscio ti diceva che così doveva essere ed altro non era classificabile o almeno giusto. La sua natura la spingeva a credere che il tutto sarebbe entrato nei binari giusti prima o poi e che la sua strada sarebbe stata segnata da quel colpo di fulmine che tanto desiderava.

Quindi la spensieratezza era il suo pane quotidiano, i suoi giorni erano un vicino e lento avvicinamento verso quella ancora lontana realtà dei “grandi” che nessuno aveva ancora osato mostrarle, forse per timore forse perché è luogo comune dire che capirà da sola e soprattutto si adatterà da sola.

Ecco al chiave cruciale che l’attanaglia ora che adolescente non è più, l’adattarsi ad un mondo che è completamente fuori dai suoi schemi prefissati tempo fa, in una realtà che d’improvviso e quindi senza darle tempo di assestarsi se fatta senza profumo, senza colore, fredda e senza sostanza. Ora giace lì, sola ed inerme, di nuovo in quella casa, ora vuota e senza vitalità; poiché quell’amore in cui aveva sempre sperato è venuto sì, l’ha ingabbiata, l’ha fatta gioire, la sua vita era piena, era tutto per lei, non vedeva altro; quella persona ha spostato quel suo centro di gravità, quella insicurezza era completamente sparita, per questo aveva spalancato le porte allo straniero, si fidava ciecamente, non pensava ma più che altro non considerava minimamente l’ipotesi più tragica perché forse dava ragione al destino, perché forse la sua mente era annebbiata dalle sfavillante luccichio momentaneo o più francamente perché non poteva conoscere, non era consapevole, non era stata ancora marchiata con il fuoco vivo della crudele fugacità. Infatti quel periodo magico così come improvvisamente era venuto così s'è ne andato, lasciandola sola, senza fiato, senza apparenti difese, la sua struttura perfetta d’un colpo crollata, quella sottile scenografia che nascondeva tutt’altro completamente divelta, strappata, bruciata; ora che non c’è più la introduce in quel che a lei sembra un inferno. Al momento ce l’ha con tutti, con le amiche, che non l’hanno sostenuta, con i suoi genitori, che non l’hanno messa in guardia, con lei stessa, che non è riuscita a prevedere le cose ma quello che più l’attanaglia è che ora è rimasto solo un grande vuoto, irriempibile.

Il tutto sembra a questo punto terminare in vera tragedia, ma non è così, perché questo è solo il principio, la sua arma può essere solo ricercata nella consapevolezza, che il suo amore non è stato qualcosa di vano, che i ricordi vanno custoditi e non vissuti per sempre, che soprattutto la vita di ognuno deve essere libera di andare dove vuole e non essere ingabbiata e che al mondo ci sono tante piccole realtà umane tutte da conoscere, esplorare, giudicare perché forse la consapevolezza più grande è proprio quella di andare alla ricerca della vera e completa conoscenza, di tutto ciò che ci circonda, del nostro essere umano, nelle sue mille sfaccettature, a volte sbagliate che siano, a volte ipocrite, a volte amorevoli, ma sempre di stampo umano. Ognuno bisogna essere accettato per quello che è ed ognuno deve continuare ad insistere ella sua vera natura perché se pensi che tu sei l’unico individuo difettato in questo mondo io ti dico che allora è tutto il mondo intorno a te ad essere sbagliato.

Alessandro Santulli