Le parole di Don Giuseppe 2024

Qui vengono raccolti tutti gli interventi
di Don Giuseppe nell'anno 2024

Figli della Luce

V DOPO PENTECOSTE “B” (Gv.12,35)


La parola di Dio della prossima domenica ci parla della volontà di Dio di fare Alleanza con l’uomo. Per Dio è importante avere l’uomo come interlocutore. Creato ad immagine e somiglianza di Dio, l’uomo è chiamato a specchiarsi nella faccia divina.

Il libro della Genesi (17,1b-16) ci racconta dell’Alleanza tra Jahvè ed Abramo. Jahvè vede la giustizia di Abramo, la sua fedeltà assoluta alle proposte divine. Dio lo sceglie per essere suo alleato. L’Alleanza avviene tra due parti uguali per forza, prestigio, aiuto da prestare. Qui Jahvè è superiore ad Abramo però non rinuncia a farsi alleato dell’uomo.

Promette ad Abramo una discendenza e una terra a patto che Abramo sia fedele al patto. La circoncisione sarà  il segno concreto dell’impegno umano verso Dio. Già qui notiamo che questo patto è siglato nel sangue. Un giorno sarà Gesù a dare il suo sangue per garantire l’Alleanza con l’umanità.

Ad Abramo e Sara viene cambiato il nome. Ciò indica la superiorità di Dio in questa Alleanza. Dio dispone della vita dell’uomo. Gli chiede fedeltà e impegno. Ancora oggi Dio vuole fare Alleanza con l’uomo.  L’Eucaristia è il modo attraverso cui Dio si lega all’uomo.  Pensiamo al nostro rapporto con la messa.

Nella lettera ai Romani (4,3-12) Paolo richiama la figura di Abramo come padre nella fede di tutti sia di coloro che sono circoncisi sia di coloro che non lo sono. La Pasqua di Gesù ha abbattuto il muro che divideva un popolo dall’altro.                   Viviamo nell’Alleanza con Dio. Essa sostiene il nostro cammino umano e spirituale.

Nel Vangelo di Giovanni,  Gesù si paragona alla luce e chiede ai credenti di essere figli della luce, avendo come riferimento della propria vita Gesù.                                      

Ci sono persone che rifiutano la luce, pur avendo visto le opere di Dio nel mondo.   Ciò fu predetto anche dal profeta Isaia. Anche noi oggi viviamo questa situazione. Dio ogni giorno ci dona tante grazie. Noi spesso non le vediamo o non vogliamo vederle.

La durezza di cuore accompagna sempre la vita umana. Egoismo, invidia, gelosia, prepotenza sono sempre accucciate alla nostra porta e ci condizionano pesantemente. I farisei che credono in Gesù ma non vogliono manifestarlo, sono un altro modo presente nella nostra società : la paura, la vergogna di manifestare ciò che siamo.

Come dice Gesù abbiamo più a cuore la stima degli uomini più che quella di Dio. Impariamo ad avere più coraggio cristiano e fiducia in Dio. Dio non è venuto per condannare ma per salvare coloro che credono in Lui, dopo essersi pentiti dei loro peccati.

Con questo scritto ci salutiamo e ci ritroviamo a settembre.

Buone vacanze a tutti 

Don Giuseppe



NB: a partire da domenica 7 luglio e fino al 1 settembre compreso, l'orario delle sante messe subirà la seguente variazione:

sabato ore 18.00

domenica ore 09.00

Ricordo che nei mesi di giugno, luglio e agosto, gli eventuali funerali saranno celebrati solo al mattino


Chi volesse sostenere anche economicamente il Grest può fare un’offerta con la busta e metterla nella cassetta di Mt.6,3l 

Vivere da credenti

Per domenica 16 giugno 2024


IV DOPO PENTECOSTE “B” (Mt.22,1-4)


Passate le grandi feste, la liturgia ci propone riflessioni su alcune situazioni di vita: il matrimonio, la prossima domenica, le condizioni per vivere da credenti.

Cosa chiede a noi Dio? Secondo quali princìpi siamo chiamati a vivere?


Tutte e tre le letture ci danno indicazioni preziose:

- La Genesi (18-19) ci narra la distruzione di due città, Sodoma e Gomorra. La causa è la loro vita piena di peccato e incapace di conversazione.

Si salva Lot, nipote di Abramo, a motivo di preghiere di intercessione che erano state fatte per salvare i giusti.

- L' Antico Testamento ci parla di punizioni divine per metterci in guardia dai comportamenti sbagliati.

Dio vuole la salvezza degli uomini

Anche Paolo scrivendo ai Corinzi (6, 9-12) fa una lista di peccati che impediscono agli uomini di avere la vita eterna.

Possiamo ricondurre tutti gli atteggiamenti descritti alla giustizia: essere giusti è cosa gradita a Dio. La giustizia, secondo la Bibbia, è l'obbedienza ai comandi di Dio e poi, sono per l'uomo.

Al prossimo si deve rispetto, aiuto, consolazione; l'altro non è un oggetto a mia disposizione ma un fratello.

- Il Vangelo di Matteo ci dice tutto questo attraverso la parabola degli invitati al banchetto di nozze preparato dal re per i suoi dignitari (noi). Il banchetto è l'Eucarestia domenicale, è anche la vita eterna.

Il rifiuto di partecipare al banchetto è il rifiuto di Dio. Questi rimane sullo sfondo della vita dei suoi dignitari ma non trasforma veramente  le loro vite.

Pensiamo al nostro rapporto con la messa: andremo in vacanza ma, la messa è nei miei programmi oppure no?

Se abbiamo capito la bellezza dell'invito che Gesù ci fa ogni domenica, dovremmo andarci anche in vacanza.

Siamo invitati a capire l'importanza di questo sacramento. Se non andiamo noi a messa, Dio chiama altre persone che forse noi giudichiamo indegne di partecipare al banchetto eucaristico

Sono gli invitati che il re manda a chiamare, perchè Lui la festa dell'Eucarestia la vuole vivere.


C'è un ultimo particolare che il Vangelo presenta: l'abito nuziale che è la veste del Battesimo, essa ci permette di entrare al banchetto eucaristico e alla vita eterna.

Però questa veste bisogna indossarla, non averla significa non essere pronti alla vita eterna.

Pensiamo ai nostri comportamenti verso l'Eucarestia e la vita cristiana.

Anche in vacanza ricordiamoci chi siamo e chi è coloui che ci ama veramente.



Don Giuseppe

In settimana:



NB: a partire da domenica 7 luglio e fino al 1 settembre compreso, l'orario delle sante messe subirà la seguente variazione:

sabato ore 18.00

domenica ore 09.00

Ricordo che nei mesi di giugno, luglio e agosto, gli eventuali funerali saranno celebrati solo al mattino

Matrimonio

Per domenica 9 giugno 2024


III DOPO PENTECOSTE “B” (Mc.10,1-12)


Il tempo dopo la Pentecoste è il tempo della Chiesa. Esso si divide in tre parti. La prima è quella che stiamo vivendo. Ci narra la storia della salvezza a partire dalle origini.

La seconda parte inizia a fine agosto, dopo il martirio di Giovanni Battista. E’ il tempo del Nuovo Testamento e ci dice che Gesù è l’atteso dal popolo d’Israele e da tutti i popoli.

La terza parte inizia a metà ottobre, dopo la festa del Duomo di Milano. Ci parla della Chiesa, corpo di Cristo e sua continuazione. Si conclude con l’inizio dell’Avvento.

Cosa ci propone questa settimana la parola di Dio? Un tema importante, bello ma anche faticoso e difficile da vivere: il matrimonio.

Vediamo cosa le tre letture ci dicono al riguardo.

La Genesi (2,18-25) ci racconta la creazione della donna. Notiamo queste considerazioni.

La donna è creata simile, non uguale, all’uomo. E’ un aiuto per l’uomo. In lei deve cercare un aiuto per completarsi. Non si parla di possesso, priorità, superiorità. Sono sullo stesso piano. L’immagine della costola indica questa parità. Sono creati dalla stessa materia.

Il sonno, in cui l’uomo cade, è il simbolo dell’amore. Solo in un rapporto vero d’amore si può realizzare una buona convivenza. L’amore va cercato, costruito, alimentato ogni giorno, non si può darlo per scontato.

La lettera agli Efesini (5,21-33) ribadisce queste idee. Paragona la donna alla Chiesa. Essa deve essere amata dal marito. Tutti e due sono sottomessi l’una all’altro ed entrambi a Dio. Il matrimonio cristiano è sacramento (segno) dell’amore di Cristo per la Chiesa.

Il cammino dei credenti che vogliono il matrimonio sacramento è questo, rendere simile all’amore divino il loro amore. Cosa significa amarsi tra coniugi? E in famiglia? Quali caratteristiche vedo nella mia vita coniugale come punti di forza? Quali fatiche, difficoltà, delusioni, amarezze? Da dove nascono? Qual è il progetto di vita matrimoniale scelto, gli siamo fedeli?

Il Vangelo di Marco ci propone la parola di Gesù sul matrimonio. Cosa ci dice? Anzitutto che la famiglia è una cosa seria, non si improvvisa o non la si cerca per non restare soli.

E’ fatta di caratteristiche basate sull’amore, la conoscenza vera, reciproca. Essa richiede il dialogo, il confronto ancora prima di vivere insieme. Il fidanzamento o la convivenza prima del matrimonio non è tempo di passaggio ma di conoscenza e di scelte. Siamo fatti per vivere insieme? Siamo fatti per il matrimonio? Su cosa stiamo costruendo la nostra unione? La fede è presente nel nostro percorso? Quanto è importante nelle nostre scelte?

Se questa fase è vissuta bene Gesù ci dice il perché la separazione non dovrebbe esserci. Ma nella vita complessa si possono creare situazioni non immaginabili prima. Essere bugiardi è, purtroppo, una delle caratteristiche dell’essere umano. E’ importante farsi aiutare per capire bene cosa si sta vivendo.

La prossima domenica sia un’occasione bella per contemplare il proprio matrimonio e rilanciarlo. 

Don Giuseppe

In settimana:


NB: sabato e domenica la cooperativa Il Germoglio vende fiori per l’autofinanziamento, è una proposta della Comunità Pastorale

CORPUS DOMINI

Per domenica 2 giugno 2024


CORPUS DOMINI “B” (Mc.14,12-16. 22-26)

Il prossimo giovedì e poi la prossima domenica celebreremo la festa solenne in onore dell’Eucaristia cioè del Corpo e del Sangue di Gesù. E’ una grande occasione per riflettere sulla presenza reale di Gesù tra noi e di adorarlo nella preghiera.

E’ anche un’occasione per riscoprire il valore della Cena del Signore. Partecipiamo ad essa tutti i giorni o tutte le domeniche a sappiamo cosa stiamo vivendo? Proviamo a capire meglio il valore di questo sacramento che deve diventare il distintivo del credente e che spesso diventa solo un momento occasionale nella nostra vita.

Troppi impegni, veri o presunti, la pigrizia, la non comprensione piena della Cena del Signore ci portano a non dare la giusta importanza a ciò che viviamo.

Nella Cena del Signore noi facciamo memoria della morte redentrice di Gesù sulla croce. Lo ringraziamo per questo suo gesto d’amore grande. Ha donato la sua vita per tutti.

Siamo chiamati a fare altrettanto per il nostro prossimo. Sappiamo che non è facile amare tutti; è difficile non emarginare, non invidiare, non essere gelosi di chi ci sta attorno. Amare è qualcosa di più. Noi per chi siamo disposti a dare qualcosa della nostra vita: del tempo, dell’energie, delle capacità, dell’ascolto…?

Vivere l’Eucaristia significa tutto questo. Non basta passare del tempo a contemplare il suo Corpo nell’adorazione se poi usciti di chiesa non sappiamo vedere il nostro prossimo.

Su questo siamo chiamati tutti a convertirci seriamente. Il libro dell’Esodo (24,3-8) celebra l’Alleanza tra Jahvè e il popolo d’Israele. Tale patto è suggellato dal sangue.

Ciò indica la fatica grande che Dio e l’uomo vivono nella reciproca Alleanza.

Andare d’accordo, aiutarsi, proteggersi, consolarsi… sono atteggiamenti che non vengono spontanei.

Dobbiamo volerli.

Il Vangelo di Marco ci racconta l’Ultima Cena di Gesù. Indica anche lo stile con cui vivere la Cena del Signore per noi. Tutto parte dalla domanda : “dove vuoi che prepariamo la Pasqua?”

C’è una sala della Comunione (Chiesa) in cui tutti insieme siamo invitati da Gesù a mangiare con Lui (Eucaristia). Ci sono tutti in quella sala: traditori, rinnegatori, paurosi. A questa Cena Gesù invita tutti.

Anche nelle nostre assemblee eucaristiche tutti siamo invitati e Gesù vuole stare con tutti. Perché noi facciamo distinzioni, separazioni, esclusioni, seminiamo invidie, gelosie…?

Poi Gesù spezza il Pane e lo distribuisce; dona il Vino perché tutti ne bevano. Il tutto dicendo di fare memoria nei secoli.

Noi oggi ubbidiamo a questo comando celebrando l’Eucaristia. Il Pane e il Vino ci fanno ricordare la salvezza che Gesù ci ha donato sulla Croce.

Impariamo ad essere riconoscenti a Dio per quello che ci ha fatto e impegnamoci a mettere in pratica gli insegnamenti che ci vengono da Lui.

Don Giuseppe

In settimana :

ore 20,45 rosario in Chiesa S. Maurizio


ore 09,00 durante la Messa sarà amministrato il Sacramento dell’Unzione dei malati

ore 11,00 Messa con Battesimo

ore 21,00 Processione eucaristica a Oreno

SS TRINITA’

Per domenica 26 maggio 2024


SS TRINITA’ “B” (Gv15,24-27)

Inizia il grande tempo dopo la Pentecoste. E’ il momento di vivere tutto ciò che la Quaresima e la Pasqua ci hanno suggerito. Come posso vivere da credente la mia vita quotidiana? Come i doni dello Spirito possono guidare la mia vita?

La liturgia della prossima domenica ci pone nel mistero divino. La Chiesa ci fa riflettere e pregare sul mistero della Trinità. Cosa ci dice la Parola riguardo al mistero divino? Il libro dell’Esodo (33,18-23; 34,5-7a) ci dice chiaramente che Dio è un mistero. Non possiamo tenerlo nelle nostre mani e fargli fare quello che vogliamo. Si può intravedere qualcosa di Dio ma non si può comprendere tutto. Cosa caratterizza il mistero divino? L’Esodo ci dice che è la misericordia ciò che ci parla di Dio.

Una misericordia che dura per mille generazioni.

Noi possiamo capire Dio attraverso la sua rivelazione cioè il suo amore per noi che si manifesta nei molteplici doni che ogni giorno ci vengono elargiti.

San Paolo scrive ai Romani (8,1-9b) e dice che coloro che hanno conosciuto il mistero di Dio vivono guidati dallo Spirito e non secondo la carne (la mentalità del mondo).

I frutti dello Spirito, Paolo li elenca in altri passi delle sue lettere e sono i modi di vivere la carità, verso Dio, nella preghiera, verso il prossimo nella generosità, giustizia, perdono, consolazione, vicinanza…

Le opere della carne sono l’egoismo, l’ingiustizia, l’indifferenza, la violenza, l’invidia, la gelosia, l’esclusione..

Il mistero divino ci chiede di scegliere chi seguire.

Il Vangelo di Giovanni ci parla della Trinità e della loro unione come persone e come attività.

Tutte e tre le persone “lavorano” in sintonia. Il Padre ha il grande piano di salvezza per tutta l’umanità; il Figlio realizza la salvezza mediante la Pasqua; lo Spirito Santo ci aiuta a vivere la vita nuova che Gesù ci ha dato. Ci fa vivere quello che Gesù ci ha insegnato.

Mettiamoci anche noi alla scuola di Dio. Impariamo a vivere come Gesù ci ha insegnato. Lasciamoci guidare dallo Spirito Santo nel modo in cui costruiamo la Comunità.

Don Giuseppe

In settimana :

ore 08,30 celebrazioni delle Lodi ed esposizione eucaristica

ore 20,15 riposizione
ore 20,30 S. Messa e benedizione solenne


NB: durante la giornata è possibile pregare davanti al Santissimo singolarmente o a gruppi

ore 09,00 S. Messa e amministrazione sacramento dell’Unzione degli Infermi

ore 11,00 S. Messa con Battesimo

ore 21,00 processione solenne a Oreno in onore del Corpus Domini

NB: si cercano due uomini volontari per portare il baldacchino

PENTECOSTE

Per domenica 19 maggio 2024


Con questa solennità finisce il tempo pasquale e inizia il tempo in cui vivere guidati dalla grazia dello Spirito Santo. Questa festa era già vissuta dagli ebrei che ricordavano il dono della legge ricevuto sul monte Sinai.

Ora per i credenti c’è una nuova legge, quella dello Spirito che entra nei nostri cuori.

Vediamo come la parola di Dio ci presenta questa festa.

Il libro degli Atti degli Apostoli (2,1-11) descrive ciò che era accaduto quel giorno. La cornice è quella tipica delle teofanie (apparizioni divine). Come sul monte Sinai, Mosè aveva ricevuto la legge in una cornice simile, così ora gli apostoli ricevono lo Spirito che cambierà definitivamente la loro vita.

In loro, lo Spirito, ha operato il dono delle lingue. Annunciavano a tutti i popoli la resurrezione di Gesù.

Perché in tutte le lingue? Per far capire che la fede cristiana non è per qualcuno solo, ma è destinata a tutti i popoli della terra.

Oggi significa la capacità dei cristiani di parlare le lingue delle situazioni umane. Il cristiano deve imparare a parlare e capire la vita del prossimo. 

Aiutare il prossimo significa, oggi, capire chi è e aiutarlo per quello che è. Compito non facile, ma importante.

San Paolo scrivendo ai Corinzi (I Cor.12,1-11) descrive i diversi carismi che possono essere presenti in una comunità cristiana. 

Sono molti e vari, sono tipici di ogni persona umana. Tutti questi doni non sono da vivere privatamente o per proprio vantaggio, ma per il bene comune della comunità cristiana. Ciascuno di noi deve capire qual è il proprio dono e come lo sta mettendo a servizio della propria comunità, famiglia, ambiente di lavoro, scuola, parentado…

L’importante è che l’obiettivo sia l’edificazione della comunità, il bene del prossimo. Abbiamo tutti da imparare.

Il Vangelo di Giovanni (14,15-20) completa il discorso legato al dono dello Spirito Santo. Cosa ci dice?

Anzitutto che Gesù ci donerà lo Spirito. Egli ci aiuterà a comprendere meglio chi è Gesù. Osservando i suoi comandamenti lo conosciamo meglio e lo seguiamo da veri discepoli. Lo Spirito sarà per noi un Avvocato difensore davanti al Tribunale divino.

Infine ci promette la sua vicinanza nella Parola e nei Sacramenti (soprattutto l’Eucarestia).

Abbiamo tutti gli strumenti necessari per poter affrontare la vita quotidiana. Lo Spirito ci assiste sempre.

Don Giuseppe

In settimana :

ore 15,00 incontro dei ministri straordinari dell’Eucaristia

ore 18,00 Veglia di Pentecoste, nella messa, Professione di fede dei ragazzi/e di 3^media

  ore 20,45 rosario nella chiesetta di S. Maurizio

NB:

Ascensione

Per domenica 12 maggio 2024


ASCENSIONE (Lc.24,36b-53)

La festa dell’Ascensione avvia il compimento del tempo pasquale. Quaranta giorni dalla Resurrezione Gesù ritorna al Padre. Dà le ultime disposizioni agli apostoli per continuare la sua opera nel mondo.

E’ una festa importante che vivremo in due momenti, il giovedì e la domenica.

Per capire meglio questo aspetto della Pasqua rivolgiamoci alla parola di Dio.

Il libro degli Atti degli Apostoli (1,6-13a) ci racconta la scena dell’Ascensione. Gesù si trova con i suoi apostoli. Promette loro il dono dello Spirito Santo. Questo farà capire loro tutto quanto riguarda il mistero divino. Il dono dello Spirito che ci apprestiamo a ricevere farà capire anche a noi la Pasqua di Gesù, se ci apriamo alla sua azione.

Poi Gesù chiede agli apostoli di diventare suoi testimoni in tutto il mondo. Tutti sono chiamati alla salvezza.

La Chiesa è missionaria dagli inizi. Infine Gesù sale al cielo e, sembra, lasciare orfani gli apostoli. In realtà questa festa ci è necessaria per compiere un salto di qualità nella fede. Siamo chiamati a diventare adulti nella vita cristiana. Non dobbiamo aspettarci sempre un intervento divino che risolva i nostri problemi, le nostre paure, le nostre indecisioni. Gesù sarà con noi per sempre nei segni della Parola e dei Sacramenti.

Nel Vangelo Gesù appare agli apostoli riuniti nel Cenacolo in preghiera e in attesa di ricevere lo Spirito Santo. Si fa riconoscere come il crocifisso risorto, mangia con loro in segno di piena comunione.

Ricorda loro che il dono dello Spirito farà ricordare e interpretare tutta la sua vita soprattutto la passione, morte e resurrezione. Noi, come gli apostoli, abbiamo sempre bisogno di imparare a conoscere il vero volto di Gesù.

Anche San Paolo scrivendo agli Efesini ricorda loro la portata della Pasqua di Gesù. L’Ascensione è un aspetto del mistero pasquale. Gesù ritorna al Padre da dove era venuto perché ha compiuto la sua missione salvifica. Su questa terra ha affidato agli uomini compiti diversi a seconda dei carismi di ognuno. Lo scopo è l’edificazione della comunità cristiana.

Facendo questo anche noi ci glorifichiamo e possiamo entrare nel paradiso; infatti siamo diventati uomini e donne perfetti come Gesù.

Don Giuseppe

In settimana :

ore 21,00 lectio divina a Concorezzo

ore 11,00 il 1° gruppo di ragazzi riceverà la Prima Comunione

NB:  

Lo Spirito Santo

Per domenica 5 maggio 2024


VI DI PASQUA “ B “ (Gv.15,26-16,4)

La VI domenica di Pasqua ci presenta la figura dello Spirito Santo, la terza persona della Trinità.

Ci viene presentato come un dono utile per capire meglio il mistero divino. L’azione dello Spirito è il motore della storia personale e del cammino della Chiesa. La parola di Dio ci parla dell’azione dello Spirito nella vita degli uomini e della Chiesa.

La prima lettura (At.26,1-23) racconta la difesa tenuta di Paolo davanti al re Agrippa. Paolo ripercorre la sua vicenda personale di ebreo, fariseo zelante e persecutore della fede cristiana. Sulla via di Damasco la rivelazione divina operata dallo Spirito Santo cambia la sua vita. Infatti inizia a conoscere veramente il volto di Dio.

La domanda di Paolo è anche la nostra: “ chi sei, Signore?” “Io sono Colui che tu perseguiti”.

La nuova visione divina cambia la vita di Paolo. 

Può cambiare anche la nostra, se lo vogliamo.

Nella seconda lettura Paolo scrive ai Corinzi (I Cor.15,3-11) e racconta la sua conversione e la unisce al Kerigma (nocciolo della fede). La Pasqua di Gesù può cambiare la vita. Paolo ne è l’esempio.

Paolo ha visto il crocifisso risorto, come gli altri Apostoli. Ciò diventa un’investitura per lui. La fatica della sua conversione gli ha permesso di vivere con forza la testimonianza di Gesù.

“La grazia di Dio ha faticato in me”. Quante volte la grazia divina fatica anche nella nostra vita. Impariamo a vivere l’umiltà di fronte all’azione divina verso noi.

Nel Vangelo Gesù promette lo Spirito Santo. Questi ha la funzione di dare testimonianza a Gesù. Ci fa capire che la Pasqua era necessaria alla nostra salvezza. Il suo dono nella Pasqua ci ha dato la salvezza e la vita eterna. Alla luce della Pasqua e dell’azione dello Spirito, dobbiamo imparare a leggere i fatti della nostra vita; a non scandalizzarci del Vangelo di Gesù, delle sue parole, dei suoi gesti.

Ci preannuncia tempi difficili per vivere la fede: persecuzione, emarginazione, derisione, apparente inutilità della fede…

Lo Spirito, se ascoltato, ci aiuterà a capire e a vivere al meglio queste situazioni.

Impariamo ad essere docili all’azione dello Spirito.

Don Giuseppe

In settimana :


NB: 

L’insegnamento di Stefano

Per domenica 28 aprile 2024


V DI PASQUA “ B “ (Gv.17,1b-11)

La quinta domenica di Pasqua continua a parlarci della resurrezione di Gesù e delle conseguenze che essa ci  chiede.

La prima lettura tratta degli Atti degli Apostoli (7,2-54) racconta la storia della salvezza secondo l’insegnamento di Stefano.

Il primo diacono è già stato arrestato ed ora viene processato. Dopo le accuse mossagli, ora è lui che si difende. Narra la storia della salvezza mostrando l’amore di Dio per il popolo a partire dalla chiamata di Abramo e dei Patriarchi e attraverso l’esodo e Mosè, arriva a Salomone e al Tempio costruito per dare a Dio una casa in cui è possibile incontrarlo. Di fronte a questa benevolenza divina si pone il peccato degli ebrei.

Al tempo di Mosè si costruirono un idolo d’oro e anche in seguito furono ribelli a Dio, fino ai giorni di Stefano. Ora, dice il diacono, l’opposizione è a Gesù, il Giusto perseguitato e ucciso.

Questo discorso suscita la reazione violenta degli ebrei che uccisero Stefano.

Paolo scrive ai Corinzi (1Cor.2,6-12) e dice che l’insegnamento pasquale degli apostoli non viene da intelligenza umana o sapienza umana, è dono di Dio. Lo Spirito Santo suscita nei credenti una disposizione d’animo capace di capire meglio il messaggio di Gesù. A questo si oppone la sapienza del mondo che si fonda sulla violenza, la cattiveria, l’invidia, la gelosia, l’imbroglio. Così non si conosce più Gesù ma si ascoltano voci che parlano di Lui.

Il Vangelo di Giovanni è un po’ difficile. Fa parte dei discorsi di addio di Gesù. E’ il suo testamento spirituale.

Egli afferma di essersi fatto uomo per salvarci. Il Padre gli ha affidato questo compito e Gesù cerca di realizzarlo attraverso l’insegnamento, i miracoli e soprattutto la sua passione, morte e resurrezione.

Capire questi insegnamenti di Gesù significa conoscere il Padre e il suo disegno sulla storia dell’umanità.

A noi credenti del crocifisso risorto è chiesto di capire e testimoniare Gesù.

Vorrei spendere due parole riguardo al rinnovo del Consiglio Pastorale di Comunità Pastorale.

Anzitutto è un Consiglio che vuole valorizzare i laici. Essi hanno il compito di consigliare. In forza del battesimo ricevuto hanno il dovere morale di aiutare i sacerdoti a costruire la comunità. E’ un compito importante che esprime il “sensum fidei” dei credenti (la fede). E’ possibile candidarsi ed è possibile segnalare persone sagge e costruttori di comunione che entrino nelle liste che il 25/26 maggio saranno votate durante le messe.

Auspico una buona accoglienza di questo invito.

Don Giuseppe

In settimana :

NB: - ricordo l’adesione per la recita del rosario nei cortili o condomini nei mercoledì del mese

Buon Pastore

Per domenica 21 aprile 2024


IV DI PASQUA “ B “ (Gv.10,27-30)

La IV domenica di Pasqua è chiamata del “Buon Pastore”. Si prega per le vocazioni di speciale
consacrazione.

Un invito particolare nella preghiera per il nostro seminarista Andrea Swich. Il Buon Pastore gli insegni lo stile pastorale in questi ultimi anni della sua preparazione all’ordinazione diaconale e presbiterale.

Come la parola di Dio ci presenta il Buon Pastore? Negli Atti degli Apostoli (20,7-12) Paolo si presenta come il Buon Pastore. Infatti compie le opere principali del Pastore; spezza il Pane nell’Eucarestia e aiuta i bisognosi (è vicino e resuscita il ragazzo morto). Il Pastore celebra e dà aiuto a chi a lui si rivolge.

Paolo nella seconda lettura (1Tm.4,12-16) incoraggia il suo discepolo Timoteo ad essere degno del ministero ricevuto come dono. Questo è destinato non alla gloria personale ma al servizio del prossimo.

Questo chiede dedizione appassionata e vigilanza attenta su se stessi.

Nel Vangelo Giovanni indica il Pastore come Colui che, sull’esempio di Gesù, offre la vita per le sue pecore.

Ad esse dedica il tempo, le risorse che possiede, parla con autorevolezza e le pecore lo ascoltano e seguono.

Nessuno può strapparle dalla sua mano. Mi sembra voglia dire che il Pastore cerca tutte le pecore, anche quelle in crisi o che si lasciano attrarre da lusinghe che allontanano da Dio. Il Pastore veglia, cerca di capire e di aiutare chi vuole essere aiutato e lo cerca per questo.

Un compito impegnativo a sulle orme del Pastore unico che è Gesù.

Per questo i pastori hanno bisogno di preghiere, aiuto, comprensione.

Don Giuseppe

In settimana :

NB: - nel mese di maggio il mercoledì sera alle ore 20,45 replicheremo il rosario nei cortili
sono aperte le iscrizioni al pellegrinaggio serale a Caravaggio del 21 maggio; adesioni in segreteria

Paolo e Sila

Per domenica 14 aprile 2024


III DI PASQUA “ B “ (Gv.14,1-11a)

La terza domenica di Pasqua rafforza la nostra fede nella resurrezione.

Tutte le letture ci dicono cosa ha significato per gli apostoli credere in Gesù crocifisso e risorto e quali risultati questa fede ha portato.

Il libro degli Atti degli Apostoli (16,22-34) racconta un episodio che vede protagonisti Paolo e Sila.

Essi sono perseguitati e gettati in carcere. Qui con la potenza divina, riescono a convertire il carceriere e a farsi apprezzare dai compagni di prigione.

Credere in Gesù significa riuscire a resistere alle persecuzioni e ad essere testimoni.

Paolo ai Colossesi (1,24-29) dice che è lieto della sofferenza che sopporta per il bene della Chiesa.

In questo modo si sente a Gesù condividendo la sua sofferenza. Cosa siamo disposti a fare, anche nella fatica, per coloro che amiamo, e per la nostra comunità?

Il Vangelo di Giovanni ci dice la volontà di Gesù che vuole tutti con Lui nel paradiso.

La morte non deve turbarci, spaventarci, angosciarci. E’ un passaggio ad una vita più vera e più piena.

Gesù dice che ognuno ha il suo posto nel cielo. La sua resurrezione gli ha permesso di prenderci e di prepararci un posto. Ognuno di noi ha un posto assegnatogli in paradiso, se lo vogliamo.

Come raggiungere il paradiso ce lo dice Gesù rispondendo a Tommaso. Lui è la Via. Ascoltando la sua parola e imitandone i fatti abbiamo la strada spianata per il paradiso.

Un’altra idea interessante la propone Filippo. “Mostraci il Padre e ci basta”.

Il desiderio di voler vedere il volto di Dio è in ogni credente e sarà esaudito quando arriveremo alla vita eterna. Ma già ora possiamo intuire il volto e lo stile del Padre. Leggiamo il Vangelo e cerchiamo di capire quale volto del Padre emerge.

In definitiva, siamo fatti per la vita eterna e ad essa dobbiamo anelare.

Don Giuseppe

In settimana :


NB: il pellegrinaggio in Toscana è annullato

Pietro, Giovanni e Tommaso

Per domenica 7 aprile 2024


La Domenica dell’Ottava conclude il grande giorno di Pasqua.

Una settimana come fosse un solo giorno per meditare e pregare il Crocefisso Risorto.

La parola di Dio ci aiuta a capire meglio questo mistero.

Il libro degli Atti degli Apostoli ( 4,8-24a ) riporta l’arresto di Pietro e Giovanni da parte del Sinedrio.

Non c’è un’accusa precisa, c’è l’invidia per non aver puntato su Gesù come Messia.

Ci sono i fatti: un paralitico guarito, ma non c’è la volontà di credere.

La risposta di Pietro e Giovanni è significativa anche per noi: “ dobbiamo obbedire a Dio e non agli uomini “ . Continueremo a predicare il Crocefisso Risorto, un esempio anche per noi.

Paolo nella lettera ai Colossesi ( 2, 8-15 ) ci invita a non credere alle favole che continuamente ci vengono raccontate riguardo alla fede.

Essa, per noi, è saldamente fondata su Gesù morto e risorto. Così la nostra vita diventa nuova.

Il Vangelo ci racconta l’episodio della fede di Tommaso. Vogliamo perciò considerare il contesto in cui l’episodio avviene . Nella sera di Pasqua Gesù appare agli Apostoli e li invita alla pace.

Siate pacifici e costruttori di pace, anzitutto fra voi e poi con tutti gli altri uomini e donne.

E’ un invito che ripeterà anche otto giorni dopo, apparendo ancora per rafforzare la fede di Tommaso. Qui ci viene presentato come il discepolo incredulo. Non crede che il Crocefisso sia Risorto. Questo avviene anche per noi quando dividiamo i due aspetti di Gesù.

Morte e Resurrezione vanno insieme e costituiscono il messaggio della Pasqua.

Anche per noi , l’invito a non separare i due aspetti della vita di Gesù, rimane forte.

Gesù non si preoccupa se noi abbiamo una fede incompleta e fragile, come quella di Tommaso.

Vuole che ci fidiamo di Lui.

                                                                          Don Giuseppe

 

                       Ore 21.00 S. Messa Contemplativa della Comunità Pastorale a Velasca

                        Ore 9.00 e 11.00  S.Messa

                        Ore 16.00 S.Battesimo


Don Giuseppe

AUGURI DI PASQUA

Per domenica 31 marzo 2024


AUGURI DI PASQUA

Dammi il supremo coraggio dell’Amore

questa è la mia preghiera,

coraggio di parlare,

di agire, di soffrire,

di lasciare tutte le cose,

o di essere lasciato solo.

Temprami con incarichi rischiosi,

onorami con il dolore,

e aiutami ad alzarmi ogni volta che cadrò.

Dammi la suprema certezza nell’amore,

e dell’amore,

questa è la mia preghiera,

la certezza che appartiene alla vita nella morte,

alla vittoria nella sconfitta,

alla potenza nascosta nella più fragile bellezza,

a quella dignità nel dolore,

che accetta l’offesa,

ma disdegna di ripagarla con l’offesa.

Dammi la forza di amare

sempre e ad ogni costo.

(Tagore)


Sia questo l’augurio per tutti voi

Don Giuseppe

DOMENICA DELLE PALME

Per domenica 24 marzo 2024


DOMENICA DELLE PALME

La domenica delle Palme ha come scopo di introdurci nei misteri della Settimana Santa. Ci spiega anche con quale stile entrarci.

La liturgia ci propone due schemi diversi.

Il primo schema si raccorda (Gv.11,55-12,11) con il brano della resurrezione di Lazzaro. Sei giorni prima della Pasqua ebraica Gesù è a casa di Lazzaro con i suoi apostoli. Qui avviene l’episodio di Maria che unge i piedi di Gesù con profumo raffinato. Ma l’atteggiamento da avere è anzitutto racchiuso dalla domanda che i Giudei si pongono: verrà, Gesù, alla festa? E’ anche una riflessione. Andremo anche noi alla festa di Pasqua seguendo Gesù? Vorremmo anche noi vivere in pienezza il messaggio che Gesù ci offre?

Gesù, nella casa di Lazzaro, festeggia il ritorno alla vita del suo amico, ma già prepara il suo animo alla Passione. L’unzione di Maria è interpretata come un’anticipazione della sua morte e sepoltura.

Possiamo essere anche noi come Giuda e pensare solo a noi e ai nostri interessi molto umani.

Pasqua significa riposo, viaggi, tavolate con parenti e amici. Tutto lecito. Forse dimentichiamo il mistero che la Chiesa e la nostra fede ci propone.

Il profeta Isaia (52,13-53,12) ci propone uno dei salmi del servo sofferente. Prevale l’idea del giusto chiamato a soffrire ingiustamente per la salvezza di molti.

Entrare nella Settimana Santa significa assumere questo atteggiamento spirituale.

Il secondo schema ci presenta l’entrata solenne di Gesù in Gerusalemme. Egli è il Messia (Gv.12,12-16).

Dopo la sera passata con gli amici Gesù entra nella sua città e così dà inizio alla sua Passione.

Egli entra osannato e accolto come un re. La folla lo acclama. La stessa qualche giorno dopo chiederà la sua  rocifissione. Questo episodio ci dice che Gesù è il Re-Messia ma nello stile della pace, della giustizia, della fratellanza, del perdono.

La figura dell’asino richiama queste caratteristiche.

Possiamo cercare Gesù come Dio a patto che capiamo bene cosa Lui intende per Messia. Il rischio di fraintendere è forte e ci può portare a rifiutarlo perché non lo abbiamo conosciuto realmente.

Allora con quale spirito vogliamo iniziare la Settimana Santa? La confessione sara’ un momento importante per la fine del cammino quaresimale o un’abitudine da espletare in fretta?


In settimana :

Don Giuseppe

Lazzaro

Per domenica 17 marzo 2024


V DI QURESIMA “ B “ Lazzaro ( GV. 11,1-53 )

L’ultima domenica di Quaresima ci fa riflettere sulla figura di Lazzaro, resuscitato da Gesù dopo che era morto e sepolto. Questo miracolo viene spiegato da Gesù come un modo per mostrare la gloria di Dio.

Possiamo dire che Gesù porta a compimento ciò che aveva fatto con la guarigione del cieco nato.                     

Quella malattia doveva mostrare la potenza divina capace di guarire, ora la gloria di Dio si rivela nella resurrezione. Una nuova vita che rimanda alla morte e resurrezione di Gesù ma anche alla nostra morte e resurrezione nell’ultimo giorno.                                                                                                                                                

In questo episodio Gesù parla di sé e parla a noi del destino a cui siamo chiamati: la vita eterna.                            

Ci sono diversi personaggi che vivono un loro cammino di fede. Gli apostoli non capiscono inizialmente il gesto di Gesù di recarsi a Betania da Lazzaro e dalle sue sorelle. Vedono il pericolo per Gesù e per loro. Non capiscono come può manifestarsi la gloria di Dio nella morte e nel pericolo.                                                       

Ci sono le sorelle di Lazzaro che vedono Gesù come amico e gli pongono la medesima domanda: “se tu fossi stato qui Lazzaro non sarebbe morto”.

Perché tu che sei Dio sei stato lontano da noi? Perché non ci hai aiutato? Noi crediamo in te!                                

Gesù corregge e fa crescere la loro fede. “Io Sono la resurrezione e la vita. Chi crede in me non morrà mai”.     

Nella vita eterna non ci sarà più dolore, malattia, vecchiaia, morte.

 Gesù ci vuole parlare di questo attraverso la resurrezione di Lazzaro.

Le sorelle lo intuiscono e poi la vedono quando Lazzaro esce vivo dal sepolcro. La festa che poi faranno con Gesù dice gratitudine e fiducia in Gesù. Sapevano che sarebbero morti tutti, ma avevano capito che la morte non è l’ultima parola di Dio. Questa è la vita eterna.                                                                                        

Un ultima considerazione vogliamo proporla sui sentimenti di Gesù. Di fronte alla morte dell’amico Lazzaro piange. Gesù non ha paura a manifestare i propri sentimenti.

La vera umanità è fatta di amore, paura, tristezza, gioia. Gesù vive tutto questo e ci chiede di vivere con serenità la nostra vita.

Riflettiamo anche noi su questa pagina per prepararci meglio alla Pasqua.

In settimana :

    ore 17,30 visita alle famiglie

                                     ore 21,00 Caep             

                               ore 18,00 Via Crucis adulti

                               ore 20,45 confessioni per preado e ado

                              ore 21,00 Quaresimale ad Oreno

Don Giuseppe

Il cieco nato

Per domenica 10 marzo 2024


IV DI QURESIMA “ B “ IL CIECO NATO ( GV. 9,1-38b )

Il Vangelo della IV domenica ci propone l’episodio del “cieco nato”. E’ un brano che conosciamo molto bene e ci propone sempre molte riflessioni.

Vediamone alcune.

Anzitutto ci propone il dramma del dolore umano, anche quello innocente. Di fronte ad esso noi cerchiamo subito la causa, il colpevole e non di rado, finiamo per attribuire a Dio il dolore che viviamo.

Gesù ci dice chiaramente che il dolore non è volontà di Dio ma è legato alla realtà umana debole, fragile, destinata a finire. Dio però, ama questa umanità sofferente. Nella Passione vediamo che si assume tutti i dolori del mondo per salvarci.

La sofferenza diventa occasione, per Dio, di mostrare la sua gloria che è la sua volontà di salvezza.

Proviamo a riflettere così sul dolore umano, anche quello innocente.

Il cieco poi compie un cammino di fede. Chiama Gesù un uomo, poi un profeta, poi il figlio di Dio.

Anche per noi è importante compiere un cammino di fede in questa Quaresima.

Lo scopo, ricordiamocelo, è scoprire il vero volto di Dio cristiano.

Non è facile compiere il cammino di fede. Anche noi come il cieco dobbiamo affrontare ostacoli, incomprensioni, derisioni, emarginazioni.

C’è sempre sulla nostra strada e sui nostri propositi il gruppo dei farisei. Coloro che pensano di avere capito tutto, di poter giudicare tutti, di comandare chi non la pensa come loro. Non è facile rapportarsi con queste persone. Ci si sente sempre sbagliati. In realtà questi sono i veri ciechi. Non vogliono vedere. Sono pieni delle loro teorie, delle loro presunte sicurezze. Non sanno fare spazio alla Verità della Parola di Dio.

Chiediamoci se non siamo anche noi così con i nostri fratelli e sorelle.

Mosè, nella prima lettura (Es.17,1-11) ci viene descritto come l’uomo amico di Dio che parla con Lui.

C’era amicizia, fiducia, ascolto della parola di Dio. Mosè dava l’esempio a tutto il popolo di aver bisogno di parlare con Dio. Il popolo seguiva il suo esempio e andava nella Tenda del Convegno per parlare con Dio.

Anche noi cerchiamo il tempo e il luogo per parlare con Dio della nostra vita di fede.


In settimana :

Don Giuseppe

Mettersi in posizione di ascolto

Per domenica 3 marzo 2024


III QUARESIMA : “ ABRAMO “ (Gv.8,31-59)

La prossima domenica la liturgia della parola ci fa riflettere sulla figura di Abramo. E’ il padre della fede e delle promesse. Il credente impara da lui l’obbedienza e la fiducia.

Come la parola di Dio ci aiuta a riflettere su Abramo? Gesù parte da lontano perché sa di parlare a persone che credevano in Lui. Egli chiedeva a loro e chiede a noi di ascoltare la sua parola.

Essere buoni ascoltatori e non persone distratte da tante voci e richiami che vengono da fuori.

Mettersi in posizione di ascolto attento non è scontato per nessuno. E’ il primo passo da compiere.

Ciò che dobbiamo ascoltare è la Parola, non una semplice voce o un richiamo allettante che ci viene dalla società odierna.

La Parola è quella di Gesù che ci chiama a salvezza e ci indica la via per raggiungerla.

In Quaresima abbiamo tante possibilità per ascoltarla e meditarla. Scegliamo l’ascolto più semplice e adatto per noi. L’ascolto della Parola ci farà conoscere la Verità che è Gesù. Così impareremo a dare a Lui la nostra fiducia ed obbedienza.

La Verità, che è Gesù, ci aiuta a mettere da parte le tante presunte verità che ogni giorno ci vengono proposte. E’ un’opera di discernimento quella che siamo chiamati a compiere: alla luce della Parola di Dio valutare le tante parole che ci vengono offerte e saperle eliminare dalla nostra vita.

Così, dice Gesù, saremo liberi. La libertà è da tutto ciò che ci tiene lontano da Dio. Si respira aria nuova, libera da preconcetti e idee che vengono presentate come belle e facili ma ci allontanano da Lui.

La libertà è conquista, è fatica, è possibilità di cadute più o meno pesanti, è ricerca continua.

Abramo è stato capace di vivere tutto questo così ci viene additato come esempio.

Quei giudici credenti pensavano di avere la salvezza per il solo fatto di essere discendenti di Abramo.

Essa non si ottiene per generazione o appartenenza etnica o religiosa. E’ scelta personale e responsabile.

Si arriva a questa conquista se si impara a conoscere veramente Dio, ( Verità che ci fa liberi ) e così essere obbedienti e fedeli alla sua Parola.

L’alternativa è eliminare Dio dalla nostra esistenza. Questo avviene perché non lo abbiamo conosciuto realmente.


In settimana :

ogni mattina alle ore 8,15 recita delle lodi

ogni sera alle ore 20,32 su Telenova il nostro Vescovo ci parla del Credo


Don Giuseppe

La samaritana

Per domenica 25  febbraio 2024


II QUARESIMA “ B “ : LA SAMARITANA

La seconda domenica di Quaresima è detta della “Samaritana” vede la vicenda di questa donna al centro dell’azione missionaria di Gesù.

Cerchiamo di capire cosa ci vuole insegnare questo brano evangelico. Il centro del messaggio mi sembra sia collocato verso la fine del brano. Gesù dice devo obbedire alla volontà del Padre, essa è la salvezza dell’umanità. Come avviene questa salvezza?

Gesù arriva in un villaggio samaritano e si siede ad un pozzo in attesa.

E’ un’immagine molto bella di Chiesa in uscita. Se vogliamo incontrare i fratelli e sorelle per testimoniare loro la nostra fede in Gesù dobbiamo andare dove la gente vive.

Qui potremo capire i loro pensieri, i loro desideri, captare le aspettative e i problemi.

Quanti pregiudizi cadrebbero. Ci accorgeremo di quanto sia ingiusto il giudizio dato senza conoscere le situazioni. Gesù si siede, aspetta e incontra una donna e così inizia il dialogo che porterà alla conversione.

Vogliamo sederci anche noi ai pozzi dove la gente vive? Cerchiamo l’umanità che ci è affidata affinchè possiamo testimoniare loro la vicinanza di Dio?

Tre temi formano il dialogo tra Gesù e la donna.

Il primo è legato all’acqua da bere. Si cerca l’acqua perché si ha sete. Di che cosa? Solo di avere, possedere beni materiali? Gesù ha sete dell’anima delle persone. Si offre a loro come dissetante.

Un secondo tema di riflessione riguarda la vita affettiva: le amicizie, le relazioni famigliari, lavorative, di svago. Cosa significa per me vivere un’amicizia, la vita famigliare, sociale? Quali valori metto in campo per vivere queste relazioni? Il divertimento, la possessività, la gelosia, la prepotenza, l’invidia, l’odio, la cattiveria, il rispetto, la pazienza, il perdono, la giustizia..,

Questa donna sembra far prevalere il divertimento, l’improvvisazione, la voglia di non costruire legami forti e impegnativi. E io come vivo le mie relazioni umane?

Un altro tema è legato alla fede e alla religione, che permette alla fede di manifestarsi. Dove pregare?

Quando pregare? Come pregare? Sono domande a cui sappiamo come rispondere. C’è in gioco la giusta idea di Dio. Soprattutto ci è chiesto di pensare alla fede come incontro di due cuori, il nostro e quello di Dio.

Più che fare è importante amare Dio.

Chiediamo che lo Spirito guidi il nostro cammino di conversione.


In settimana :

ore 17,00 Via Crucis ragazzi

ore 18,00 Via Crucis adulti

ore 20,45 Via Crucis cittadina in santuario

Per la Quaresima il gesto caritativo è a favore dell’Ecuador

Don Giuseppe

Tentazioni

Per domenica 18  febbraio 2024


I QUARESIMA “B “ LE TENTAZIONI DI GESU’ (Mt.4,1-11)

La prossima domenica ci porterà nel tempo sacro e importante della Quaresima. Tempo propizio per convertirci e per riscoprire il vero volto di Dio che spesso offuschiamo con le nostre debolezze e i nostri peccati.

La parola di Dio ci invita alla conversione e ci consiglia già riflessioni e azioni che poi approfondiremo nel cammino verso la Pasqua. Il profeta Isaia (57,15-58,4a) dice al popolo ebreo in esilio: il Signore vi farà tornare se tornerete a Lui convertendo il vostro cuore, ora vi comportate come se Dio non esistesse.

Dite: Dio non ci vede e quindi facciamo quello che vogliamo. Questo non va bene. Dio ci vede e valuta le nostre scelte.

Anche Paolo scrivendo ai Corinzi (2Cor4,16b-5,9) dice di non pensare solo all’uomo materiale che siamo.

La nostra vera patria è eterna, celeste. Per questa patria ci dobbiamo preparare durante la vita terrena.

Il Vangelo di Matteo ci propone l’episodio della tentazione affrontata da Gesù all’inizio del suo ministero pubblico.

E’ un brano che conosciamo molto bene, ma ci fa altrettanto bene riprenderlo come verifica del nostro cammino di fede. La vita umana è una continua tentazione. Anche Gesù ci è passato e l’ha affrontata.

Un modo per superare le tentazioni è affrontarle. Matteo ci dice che Gesù andò nel deserto per essere tentato dal diavolo prima di iniziare la sua vita pubblica. Sapere che nella vita di tutti le tentazioni ci sono ci fa bene. Gesù ci dice che queste prove bisogna affrontarle per purificare la nostra fede e per avere più forza nelle nostre capacità di fronte al male.

Anche in Quaresima saremo tentati nei nostri propositi di conversione. Affrontiamo le prove, facciamoci aiutare. Non è necessario fare tante cose, ma solo quelle necessarie al nostro cammino di fede.

Gesù ci invita a riflettere sul nostro modo di vedere le cose materiali. Conta più avere tante cose o essere delle persone padrone della loro vita?

Gesù viene portato sul punto più alto del Tempio e gli viene chiesto di gettarsi. Dio lo avrebbe salvato.

Gesù risponde dicendo di non tentare Dio. A cosa? Ai nostri progetti, aspettative, desideri umani.

Vorremmo spesso un Dio a nostra disposizione. Pronto a fare quello che noi vogliamo. Impariamo a rispettare il volto di Dio e i suoi tempi. E’ una questione di fiducia in Lui.

L’ultima tentazione che Gesù subisce consiste nell’adorare satana. Cosa significa? Non aver capito chi è Dio e la sua misericordia.

Significa impostare la propria vita su principi e presunti valori che non fanno riferimento a Dio ma alla logica del mondo che spesso è impregnata di violenza, odio, possessività…

Le armi che abbiamo sono la preghiera, la confessione, scelte concrete di rinuncia a qualcosa di importante.

Prepariamoci dunque a vivere un buon cammino quaresimale impegnandoci a riconoscere i nostri peccati e chiedere la misericordia divina.

Don Giuseppe

In settimana:

Don Giuseppe

Perdono

Per domenica 11  febbraio 2024


DOMENICA DEL PERDONO “ B “ (Lc.18,9-14)

La prossima domenica si conclude il cammino delle domeniche dopo l’Epifania. Il tema della prossima domenica è il perdono. E’ un argomento importante per la vita del cristiano.

L’autenticità, la crescita cristiana si misura soprattutto sulla nostra capacità di perdonare. Sappiamo perdonare se riconosciamo che noi stessi abbiamo bisogno di perdono.

Vediamo come la parola di Dio ci presenta questo tema.

Il profeta Isaia (54,5-10) paragona il credente ad una moglie infedele. Dio allontana momentaneamente l’infedele, ma poi va a ricercarla e la fa tornare nella casa coniugale. Questo perché Jahvè è fedele sempre.

Molto bella la frase finale del brano : “anche se i monti si spostassero o vacillassero, il mio affetto per te non si allontanerebbe…” dice il Signore che ti usa misericordia.

Ci deve far riflettere questo atteggiamento divino. Ci ama a prescindere dai nostri peccati.

Paolo ai Romani (14,9-13) dice che il credente non deve giudicare né disprezzare il suo prossimo. Noi, come tutti, abbiamo bisogno di riconoscerci peccatori e di essere perdonati.

Il legame tra il perdono ricevuto e quello donato è forte. Sono due facce della stessa medaglia.

Riflettiamo sul nostro amore per il prossimo e per Dio. Sappiamo essere accoglienti, giusti, misericordiosi verso gli altri? Se sì saremo anche capaci di amare Dio, altrimenti il nostro amore per Dio è falso.

Dio è presente in tutti i fratelli, anche se a volte è difficile vederlo, e per questo vanno accolti sperando di essere accolti a nostra volta.

Il Vangelo di Luca riassume tutto questo nelle parole di due uomini che salgono al Tempio a pregare.

Chi dei due prega meglio? Quello che sembra fare più cose giuste? Secondo noi sì, per Dio no.

Cosa fa sì che il pubblicano venga perdonato nonostante una vita poco onesta? Gesù ci dice che è l’umiltà di riconoscersi peccatori che ci fa ottenere il perdono divino.

La nostra società ci sta inculcando l’idea che noi non sbagliamo mai. Sono gli altri che ci inducono al peccato; sono gli altri che fanno peccati su di noi e noi rispondiamo.

Questa è la preghiera dei farisei di tutti i tempi : i pubblicani sono rari e spesso malvisti o considerati pazzi.

Siamo invitati a riscoprire il riconoscimento dei nostri peccati. Questa è una delle condizioni per ottenere il perdono di Dio, quando ci confessiamo insieme al pentimento per ciò che abbiamo compiuto.

Riflettiamo su questi aspetti di vita cristiana. E’ il modo migliore per prepararci alla Quaresima.

In settimana :

Don Giuseppe

Beato Cardinal Ferrari

Per domenica 4  febbraio 2024

DOMENICA DELLA DIVINA CLEMENZA “ B “ ( Lc. 7,36-50 )

Siamo vicini alla Quaresima e la liturgia ambrosiana ci prepara a questo tempo con le ultime due domeniche. Esse hanno come tema la misericordia di Dio che perdona i peccatori.

Siamo invitati ad assumere questi suggerimenti così da essere pronti a vivere la Quaresima come un’occasione grande per ottenere il perdono delle nostre colpe ed essere pronti a celebrare la Pasqua.

Come la parola di Dio della prossima domenica ci parla della “Divina Clemenza”.

Nella prima lettura il profeta Osea (6,1-6) ci invita a vedere la nostra esistenza come un continuo ritornare al Signore. E’ un invito alla conversione continua. Come la moglie di Osea doveva ritrovare l’amore del marito così il perdono deve ritrovare l’amore di Dio.

La strada è quella dell’amore più che dell’osservanza esteriore delle leggi che pianificano la mente ma non coinvolgono il cuore. Su questo tema è anche la lettera ai Galati di Paolo (2,19-3,7). Chiede a quei credenti:

da dove viene la vostra salvezza? Dal credere in Cristo crocifisso e risorto o dall’aver osservato scrupolosamente le leggi del giudaismo senza metterci la convinzione interiore? Naturalmente tutto serve alla salvezza, anche le leggi, ma di esse non si deve essere schiavi.

Il Vangelo di Luca ci propone l’episodio del pranzo di Gesù presso Simone un fariseo. La vicenda della donna peccatrice che entra e lava i piedi di Gesù diventa l’occasione per parlare della misericordia divina.

Dio vuole la salvezza degli uomini. Qualunque siano i loro peccati, se pentiti, possono ottenere il perdono.

E’ una grande notizia per noi. Dio ci vuole perdonare perché ci ama. Spesso però non capiamo questo stile, come Simone, siamo pronti a giudicare, a condannare in base alle leggi che noi abbiamo stabilito.

Quanti conflitti, quante fatiche, quante liti in meno se noi invece di giudicare il prossimo in base ai nostri  criteri cercassimo di ragionare con il cuore di Dio.

Proviamo a pensare se nella nostra vita cristiana c’è spazio non solo per il giudizio, ma anche e soprattutto per la misericordia e il perdono verso noi stessi e il prossimo.

Riconoscersi bisognosi di perdono per i nostri peccati ci deve rendere misericordiosi verso i peccati del prossimo.

Cerchiamo di vivere così questa settimana che ci porta a festeggiare il nostro patrono beato card. Ferrari.

Vivere insieme i momenti proposti è occasione per conoscersi e sentirci più uniti.

In settimana :

ore 9,00 adorazione silenziosa

ore 8,30 messa e processione con le candele

ore 21,oo messa contemplativa della comunità a Ruginello

ore 18,00 benedizione della gola e dei panettoni

ore 11,00 messa solenne

ore 12,30 pranzo dei volontari

ore 15,30 concerto in chiesa

ore 16,30 tombolata con le famiglie

Don Giuseppe

Gesù tra i dottori del tempio

Per domenica 28 gennaio 2024

FESTA DELLA FAMIGLIA “ B “

La prossima domenica la Chiesa ambrosiana celebra la festa della famiglia. E’ un’occasione importante per riflettere su questa realtà e pregare perché le famiglie siano sempre luogo di amore e crescita reciproca aiutati dalla grazia divina.

Il Vangelo della festa ci ricorda l’episodio del ritrovamento di Gesù a Gerusalemme tra i dottori del tempio, mentre insegnava. Possiamo fare tante considerazioni in chiave famigliare su questo brano :

-Tutti gli anni la Santa famiglia andava al tempio per pregare.
Ciò ci ricorda che ogni famiglia ha le sue tradizioni, i suoi riti. Questi diventano un collante forte per l’identità famigliare. Quali sono le nostre tradizioni famigliari e i nostri riti?

-Il fanciullo si chiese . Fiducia o trascuratezza?
Come educhiamo i nostri figli? Vogliamo avere tutto sotto controllo? Impossibile. Si può sbagliare e riparare nella vita. E’ importante crescere nella fiducia e nella stima reciproca. Se manca cesserà anche il dialogo tra i diversi membri e si diventerà estranei.

-Perché mi cercate? Devo fare la volontà di Dio.
Educare significa tirar fuori le potenzialità che ogni persona possiede. Questo vale verso i figli ma anche nell’ambito della coppia. Libertà di scelta significa non imporre i propri desideri e idee, ma condividere e capire il punto di vista degli altri. Significa anche fidarsi di Dio che guida la vita di ognuno dei suoi figli.

-Insegnava ai dottori del tempio.
Tutti abbiamo da imparare da tutti. E’ importante saper ascoltare ed evitare la superbia che pretende di sapere tutto.

-Ritornò a Nazareth e stava loro sottomesso.
Non è la rinuncia alla libertà e ai pensieri. E’ la situazione che si vive quando c’è stima reciproca, fiducia, dialogo, ascolto…

Questa può essere la sintesi a cui ogni famiglia può cercare di arrivare, con la grazia di Dio che sempre accompagna i suoi figli.

Buona festa della famiglia a tutti.

In settimana :

NB:

Don Giuseppe

Le nozze di Cana

Per domenica 14 gennaio 2024

II DOMENICA DOPO L’EPIFANIA “ B “ (Gv. 2,1-11)

Abbiamo iniziato il tempo dell’Epifania cioè delle manifestazioni di Gesù al mondo, al popolo di Israele, agli sposi, alle folle affamate, alle famiglie ….

La prossima domenica il Vangelo di Giovanni ci racconta l’episodio delle nozze di Cana. Qui Gesù trasforma l’acqua in vino e si presenta come il vino buono da conservare gelosamente e da bere. Così Egli può entrare nella nostra vita personale, ma anche in quella famigliare e coniugale.

Il vino è visto dalla Bibbia come simbolo di gioia, di festa (cfr I lettura : Is.25,6-10 a). Dove c’è Gesù la vita è piena di gioia, non perché non ci sono più problemi, ma perché la sua presenza non ci fa sentire soli e abbandonati.

Dio è con noi sempre. E’ questo il grande lascito che il Natale ci ha lasciato.

Nella nostra vita non deve mai mancare il vino che è Gesù. L’acqua che diventa vino rappresenta la nostra umanità. Con l’acqua non si festeggia, ma se diventa vino, tutto si può fare. Il nostro proposito è quello di trasformare la nostra vita in qualcosa di grande e buono. Questo avviene se ci fidiamo di Gesù.

Il miracolo poi avviene tramite l’intercessione di Maria. La preghiera anzitutto, ma anche gli aiuti che ci vengono da tante persone fidate nella fede possono compiere anche per noi il miracolo.

L’ora di Gesù non era ancora giunta. Lo sarà nel momento della crocifissione. Infatti qui si opera la salvezza definitiva per noi.

La salvezza di Gesù è però già in atto nell’oggi. Se ci trova pronti ad accoglierlo nella nostra vita Egli anticipa la sua ora per noi. Questo vale per ognuno di noi singolarmente, ma anche per le coppie di sposi e le famiglie. Non perdiamo il vino buono che la grazia del sacramento ci ha dato. Teniamo nella cantina questo vino da bere quando ce n’è bisogno.

Gesù ci sarà. Infatti è pronto a continuare a rinnovare il miracolo dell’amore ogni volta che ne abbiamo bisogno, basta fare quello che Lui ci dice.

Buon anno e buon cammino a tutti.


  ore 10-12 continuano le iscrizioni al corso fidanzati

Don Giuseppe