Le parole di Don Giuseppe - 2023

Qui vengono raccolti tutti gli interventi
di Don Giuseppe nell'anno 2023

Divina Maternità di Maria

Per domenica 17 dicembre 2023 


VI AVVENTO   “ B “  Divina Maternità di Maria   ( Lc. 1,26-38 a )

La festa della Divina Maternità di Maria ci porta nel cuore del mistero natalizio. Domenica contempleremo il sì di Maria al progetto divino: Dio si fa uomo tra noi. Questo ci dona gioia grande.

Questa festa è chiamata anche la domenica della gioia, proprio per quello che abbiamo detto. Tutte le letture ci aiutano a cogliere la gioia e la contemplazione del mistero della maternità. Il profeta Isaia ( 62,10-63,3b ) scrive agli esiliati che sta finendo la loro prigionia. Dio farà tornare il suo popolo e gli ridarà la terra perduta.

Dio ridarà al popolo eletto tutti i titoli che aveva ritirato: “popolo santo, ridenti del Signore, ricercata, città non abbandonata”.

La venuta del Salvatore porta un mondo nuovo per chi lo accoglie.

San Paolo scrive ai Filippesi ( 4,4-9 ) e dice chiaramente lo stato d’animo con cui prepararci al Natale: la gioia. Dice: “siate lieti, sempre, nel Signore, la vostra carità sia verso tutti perché il Signore è vicino”. Questo è già un programma di vita per questi ultimi giorni che ci separano dal Natale.

Avere un cuore, non sempre è possibile nella vita quotidiana, la gioia di essere amati da Dio e da Lui considerati grandi è un compito importante.

Se non riusciamo ad essere gioiosi perché abbiamo ancora tante cose da fare per Natale cerchiamo di pensare alle priorità. Cosa è più importante per me oggi, per la mia famiglia, per la mia parrocchia, per il mio quartiere, ambiente di lavoro? Come posso testimoniare la gioia della venuta di Gesù?

Il Vangelo di Luca ci spinge a dire il nostro sì a Dio. Cosa mi sta chiedendo oggi? Maria dice sì non a occhi chiusi ma ragionando e, soprattutto, fidandosi di Dio.

Venerdì nella festa dell’Immacolata Concezione abbiamo capito che Dio le ha fatto un dono singolare, unico in vista della nostra salvezza. Come Maria anche noi siamo pieni di grazia, dal giorno del Battesimo, e Dio è con noi sempre. Allora, nella gioia, diciamo il nostro sì a Dio, come Maria.

Don Giuseppe

In settimana :

martedì     12: ore  21,00 in santuario la Lectio Divina

sabato       16: ore     9,00 incontro sulla parola di Dio guidata dai ministri della parola

domenica  17: ore 17,00 Messa di Natale Scout

                                        ore  18,00 serata chierichetti


NB: - ricordiamo il gesto di carità verso l’orfanotrofio di Betlemme “la Crèche". 

          - sono ancora disponibili alcuni libretti per la preghiera personale “la parola ogni giorno”.

          - tutte le sere su Telenova canale 18 alle ore 20,32-20-35 il Kaire con il Vescovo

Giovanni Battista

Per domenica 10 dicembre 2023 


V AVVENTO “ B “ Il PRECURSORE (GV.1,19-27a.15c.27b-28)

La parola di Dio della V domenica di Avvento ci propone la figura di Giovanni Battista nella sua veste di Precursore, colui che deve preparare la via a Gesù.

Compito importante e non facile quello che spetta a Giovanni e a tutti noi in questo tempo: preparare la via a Gesù. Eppure Dio ci chiede questo.

Vediamo come il Vangelo ci presenta la figura del Battista.

Anzitutto Gesù è chiamato a dare testimonianza di sé. Ciò richiede umiltà, pazienza, spirito di sacrificio, onestà intellettuale…

Giovanni Battista mostra tutte queste caratteristiche.

Anche noi sentiamoci rivolgere la domanda: tu chi sei? Facciamo attenzione alla nostra risposta, sia onesta, vera, anche capace di riconoscere le nostre mancanze.

Chi sono io oggi, dopo 3-4 settimane di Avvento? Impariamo a riconoscerci per chi siamo e non per chi vorremmo essere.

Gesù ci chiama anche ad essere sua voce verso i tanti fratelli e sorelle che ci vivono accanto.

L’annuncio non è di noi stessi ma della parola di Dio. Così ha fatto il Battista.

Anche per noi come per lui la nostra voce deve invitare ad andare da Gesù. E’ Lui la meta del cammino spirituale. Gesù chiede conversione, Gesù chiede la testimonianza.

Se riusciamo a creare un mondo così allora capiamo il valore della profezia di Isaia (11,1-10). Il Messia creerà un mondo nuovo per chi si affida a Lui e lo cerca.

Per questo mondo ci vuole la preghiera e poi l’azione concreta ad essere veri costruttori di pace, attraverso il dialogo, il perdono. Creiamo per noi e le generazioni future un mondo nuovo prendendo esempio dalla testimonianza di Giovanni Battista.


In settimana :

NB: ricordo il gesto di carità dell’avvento: aiutare l’orfanotrofio di Betlemme

altro gesto di carità è la donazione alla parrocchia tramite bonifico

Grazie a tutti

Don Giuseppe

Essere operatori di pace

Per domenica 3 dicembre 2023 


La IV domenica di avvento ci propone il Vangelo dell’entrata di Gesù in Gerusalemme. Come sappiamo, questo brano ci dice che Gesù vuole entrare nelle nostre città, ma anche nelle nostre vite.

La venuta di Gesù è un fatto personale ma anche sociale. Come viene Gesù? Come Messia, re di pace.   Un primo consiglio che ci viene da Lui è quello di essere operatori di pace. Il mondo in cui viviamo non è in pace né a livello di stati né a livello di società, famiglia. Tutta la violenza verbale e fisica che ci circonda ci dice che la pace non c’è.                                                             Il credente deve essere costruttore di pace e non di violenza, separazione, divisione, rancore, ira, giudizi…….     Abbiamo ancora tanto da fare.

Un altro pensiero viene dal dialogo iniziale tra i padroni dell’asino e i discepoli di Gesù. Tutto culmina con la frase: “il Maestro ne ha bisogno”.

Noi possiamo essere i puledri di cui Gesù ha bisogno per operare la sua missione.                          Gli asini sono animali pacifici. Quello che è chiesto loro è portare Gesù dove Lui vuole andare. Gesù ha bisogno degli asini e gli asini hanno bisogno di Lui.                                                          E’ un’alleanza quella che Gesù propone a noi.

Il Natale deve diventare l’alleanza pastorale tra Dio e gli uomini.                                                                L’accoglienza riservata a Gesù è quella tipica del Messia. Egli è il figlio di Davide, atteso per portare all’apice il regno da Lui inaugurato. Le folle acclamano. Anche noi acclamiamo. La folla però è volubile.

Chi grida di più o continua a ripetere certe frasi rischia di convincere tutti della sua idea. Come lo vediamo oggi in tutti i campi: Chiesa, società civile, politica, sport….

Impariamo a non essere folla-banderuola ma credenti che la domenica riconoscono Gesù come riferimento della loro vita e, arrivati al venerdì, dicono ancora che Gesù è il Messia, invece di invocarne la morte.

Siamo invitati alla coerenza e perseveranza per attendere al meglio la venuta di Gesù.

                     

In settimana :

Don Giuseppe

Voi che cercate il Signore

Per domenica 26 Novembre 2023 

III AVVENTO “ B “ : le profezie adempiute (Gv. 5,33-39)

Ci accompagna, nella III domenica di avvento, il tempo della speranza. Tutte le letture ci portano a Gesù come l’atteso. Egli è Colui che dà futuro positivo alla nostra vita. Lui non ci abbandonerà mai e ci mostrerà sempre i segni del suo amore.

Il profeta Isaia (51,1-6) si rivolge al popolo chiamandolo così : “voi che cercate il Signore”.

Noi tutti in questo avvento dobbiamo cercare il Signore. Egli è la Roccia, Colui che dà sicurezza, coraggio alle nostre azioni. Lui, ci dice, avrà pietà di noi umani smarriti. Ci darà il premio della nostra fedeltà: la vita eterna. Là avremo in pienezza tutto quello che qui abbiamo atteso e desiderato.

San Paolo scrive ai cristiani di Corinto (2Cor14-16a) e dice loro : “voi siete il profumo di Cristo nel mondo”.

Così ci esorta a dare testimonianza della nostra fede. Siamo responsabili verso il prossimo della salvezza.

Abbiamo un compito grande e importante.

Il Vangelo di Giovanni ci invita a leggere la parola di Dio e a interpretarla. Da essa bisogna arrivare a Gesù.

Tutta la Scrittura porta a Gesù e parla di Lui.

In questo modo Dio Padre dà testimonianza al Figlio Gesù. Cosa aspettarci da Gesù? Che con la sua parola e i suoi gesti ci annunci la salvezza; ci porti consolazione, pace, serenità.

Viviamo in un mondo in cui tutto sembra andare a rotoli, soprattutto viviamo in un mondo che vive senza il riferimento a Dio. Tanti valori sono stati dimenticati o definiti inutili per la vita umana. Così assistiamo al disfacimento della terra. Tante guerre funestano il mondo con tanti morti innocenti.

La violenza sembra la normalità dei rapporti tra i giovani, in famiglia, a scuola. Cosa fare? Il credente spera nel Signore che porti a tutti sentimenti di pace e giustizia. Tutto questo però deve partire da noi Lui manterrà la sua parola, chiede che anche noi cerchiamo di mantenere i nostri propositi.


In settimana :

NB: 

Don Giuseppe

Far fiorire il deserto

Per domenica 19 Novembre 2023 

II AVVENTO “ B “ (MT. 3,1-12)

La II^ domenica di Avvento ha per tema “i figli del Regno”.

Siamo noi che dobbiamo imparare uno stile di vita che ci rende degni di quel titolo.

Vediamo cosa ci propone la parola di Dio.

Il profeta Isaia (51,7-12a) scrive dell’esilio babilonese e parla ad un popolo sfiduciato, schiavo, senza prospettive e con una vita senza significato. Questo popolo cerca consolazione, vuole speranza, vuole avere un motivo per cui vivere. Il profeta parla a nome di Dio e promette l’aiuto dall’alto; annuncia consolazione e speranza. Rincuora il popolo perché non si perda seguendo idoli falsi.

Come non vedere attuale questa parola di Isaia. Anche oggi l’umanità si sente persa, sfiduciata, ha bisogno di essere consolata. L’Avvento ci parla di questo, ci dice che la venuta di Gesù porterà speranza e gioia a tutti.

San Paolo scrive ai romani (15,15-21) parlando del suo ministero a Roma. Dice che il suo mandato è quello di annunciare il Vangelo a tutti i popoli e portare ad essi la luce della fede infondendo speranza, gioia, consolazione a chi è smarrito e cerca Dio con cuore docile.

E’ un bell’invito per il nostro cammino di Avvento.

Matteo nel Vangelo ci propone la figura di Giovanni Battista. Egli è la voce che parla dal deserto e predica conversione sia con la parola, sia con l’esempio di vita.

Il tempo che stiamo vivendo ci spinge alla vera conversione del cuore e della vita. Dal deserto del cuore e della vita di tanti fratelli e sorelle si leva la voce forte e sicura di Giovanni. Egli ci indica chiaramente la strada da percorrere.

Dobbiamo convertirci per far fiorire il deserto della nostra vita scegliendo non le comodità terrene ma la fatica delle rinunce e dei sacrifici: miele, locuste, vivere nel deserto. In poche parole ci dice di saper governare la nostra vita. Non dobbiamo lasciarci influenzare dalle proposte troppo materiali della nostra società.

Anche questo è un bell’invito a riflettere.


In settimana :

Don Giuseppe

Tempo di Avvento

Per domenica 12 Novembre 2023 

I AVVENTO “ B “ ( Mc. 13,1-27)

La prossima domenica inizia il nuovo anno liturgico con il tempo di Avvento.

In questa stagione siamo chiamati a riscoprire nella nostra vita il senso dell’attesa; dobbiamo dare nome ai nostri desideri. Cerchiamo di capire intorno a cosa ruota la nostra vita.

Noi siamo abituati ad attendere e desiderare qualcuno o qualcosa. Dobbiamo cercare di capire se ciò che attendiamo e desideriamo dà piena soddisfazione alla nostra vita.

La nostra fede ci indirizza a Gesù. Lui è l’Atteso e il Desiderato.

Come prepararci all’incontro con Lui? Con la preghiera, qualche rinuncia, la carità materiale e spirituale verso i bisognosi.

La parola di Dio ci aiuta ad entrare preparati in questo cammino, il ricordo della prima venuta di Gesù e in attesa della sua ultima venuta alla fine dei tempi.

Tutte e tre le letture ci parlano di un mondo cattivo, violento, falso in cui viviamo e ci viene detto cosa dobbiamo desiderare e attendere. Noi ci dobbiamo impegnare a rendere migliore questo mondo e non è facile.

Siamo invitati a cogliere i segni dei tempi ed interpretarli. Tutto quello che di brutto e negativo stiamo vivendo interpella la nostra vita cristiana? Fa sorgere in noi il desiderio di riuscire a cambiare qualcosa?

Gesù non ci promette rose e fiori nel vivere la testimonianza a Lui. Chiede perseveranza, fiducia, pazienza, coraggio. Le armi della preghiera, della carità, della rinuncia ci aiutano in questo cammino, se noi lo vogliamo.

Ci aiuti il Signore Gesù a vivere bene questo tempo di attesa.


In settimana :

Don Giuseppe

Cosa abbiamo imparato dalla sua vita?

Per domenica 5 Novembre 2023 

CRISTO RE “ A “ (Gv.18,33c-37)

Ci avviamo a grandi passi verso la festa di Cristo Re. E’ l’ultima domenica dell’anno liturgico. Siamo invitati a riflettere sul cammino spirituale vissuto in quest’anno.

Il centro del cammino liturgico è Gesù, visto nei momenti della sua vita. Il tempo dell’attesa che culmina nel Natale; il tempo della penitenza e della conversione in quaresima; il tempo della gioia e della testimonianza che culmina nella festa di Pentecoste; infine il tempo della vita quotidiana di Gesù. Eccoci dispiegato il mistero di Gesù.

Cosa abbiamo imparato dalla sua vita? Cosa dovremmo decidere per il prossimo cammino che ci aspetta?

Riprenderemo queste considerazioni in Avvento.

Ci prepariamo alla festa di Cristo Re. Gesù è re. Come, di che cosa.

Nel Vangelo di Giovanni assistiamo al dialogo tra Gesù e Pilato proprio sul fatto della regalità.

Gesù è re ma non di questo mondo. La sua regalità è nel cielo e lo stile è quello della sofferenza della croce.

Questa è la Verità del regno di Gesù.

Anche a noi è chiesto di fare nostro questo stile. Non dobbiamo pensare che essere cristiani ci liberi da tutti i mali, le difficoltà, le prove della vita. La certezza che ci deve accompagnare è quella di sapere che Gesù ha sofferto prima di noi e per noi e, soprattutto, non ci lascia soli.

Avere Dio al nostro fianco significa vicinanza, consolazione, conforto, condivisione.

Lui ci promette il Regno nell’aldilà. Prepariamoci a vivere questo cammino con Lui e i fratelli e sorelle che ci hanno preceduto.

In settimana vivremo la festa della consacrazione della nostra Chiesa. Pensiamo al significato: camminare insieme per diventare comunità.

Celebreremo la festa dei santi. Pensiamo alla Chiesa celeste, la meta del nostro cammino.

Ricorderemo i nostri defunti. Pregheremo per loro perché siano accolti presto nella vita eterna.

Domenica saremo invitati dalla Caritas a riflettere sulla virtù della carità. Come testimoniarla nella nostra quotidianità? Abbiamo tante occasioni per pregare, non lasciamoci sfuggire queste opportunità.


In settimana :

martedì 31: 

mercoledì 01: 

giovedì 02: 

venerdì 03: 

sabato 04: festa di San Carlo

domenica 05: 

festa di Cristo Re e giornata Caritas 

Don Giuseppe

Vivere in pienezza
questo anelito alla felicità

Per domenica 29 Ottobre 2023 


II DOPO LA DEDICAZIONE "A" (Mt. 13,47-52)

Il discorso sulla Chiesa che stiamo affrontando, ci dice un’altra caratteristica di questa realtà.

Qual è il suo scopo? Perché esiste? Per condurre tutti a salvezza.

Il compito missionario della Chiesa in uscita ci spinge a testimoniare la buona notizia a tutti.

Come la parola di Dio ci annuncia ciò?

Il profeta Isaia ( 45,20-23 ) dice che tutti i popoli della terra sono chiamati a rivolgersi verso Jahvè per ottenere la salvezza. Cosa desidera l’uomo per sé e per i propri cari? La felecità, stare bene, vivere piacevolmente, in una parola la salvezza; qui in terra per evitare tutto ciò che può compromettere la felicità; in cielo per ottenere il premio della propria testimonianza.

Anche noi siamo chiamati a vivere in pienezza questo anelito alla felicità per noi e chi ci sta vicino.

Camminiamo in questa direzione.

Paolo scrive ai Filippesi ricordando che la nostra vera patria è nei cieli. Qui in terra dobbiamo prepararci a vivere poi la vita eterna.

Non è autentica questa vita. Paolo esorta i filippesi ad evitare quei comportamenti che allontanano da Dio.

A Lui sostituiamo altri idoli molto terreni che non danno il senso compiuto alla nostra vita. Sono gioie di un momento ma non indicano la strada da percorrere.

Il Vangelo di Matteo riassume questo messaggio nella parabola del pescatore che al termine della sua giornata lavorativa divide i pesci buoni da quelli cattivi, non commestibili.

Alla fine dei tempi, nel giorno del giudizio avverrà questo davanti a Dio, giudice di misericordia.

Egli non potrà fare altro che constatare le opere della nostra vita. Il giudizio non ce lo dà Lui, ma noi con i nostri comportamenti e pensieri. In base a questi saremo giudicati.

Dobbiamo essere come lo scriba saggio del Vangelo che sa trarre dal profondo del suo cuore ciò che è bene per noi cioè l’insegnamento di Gesù.


In settimana :

Don Giuseppe

Lo stile missionario

Per domenica 22 Ottobre 2023 


DOMENICA DOPO LA DEDICAZIONE “ A “ (Lc. 24,44-49a)

La domenica dopo la Dedicazione del Duomo ci propone lo stile missionario. Il primo modo di essere Chiesa è essere missionari. Capiamo bene allora quello che Papa Francesco ci dice continuamente: la Chiesa è un ospedale da campo, un pronto soccorso, la Chiesa deve sentirsi in uscita sempre; avere l’odore delle pecore…

Già questo ci fa riflettere molto sullo stile cristiano da assumere. Aiutiamoci con la parola di Dio della prossima domenica.

La 1^ lettura degli Atti degli Apostoli (At.10,34-48a) narra l’incontro di Pietro con il centurione Cornelio.

Questo brano è importante perché sancisce l’apertura della Chiesa nascente ai pagani. Il motivo che Pietro riporta è che anche su di loro è sceso lo Spirito Santo.

Nessuna preclusione quindi di persone, ma docilità al soffio dello Spirito.

Nella II lettura Paolo scrive ai Corinzi (1Cor.1,17b-24) e dice quale sia l’origine del suo apostolato: annunciare ai pagani la salvezza che viene da Gesù crocifisso.

Ciò è stoltezza per i pagani: come si può credere ad un Dio che si fa crocifiggere, ma anche scandalo per i benpensanti di tutti i tempi: se è Dio non può morire sulla croce come un malfattore qualunque.

Dio è forte, glorioso, santo.

Eppure la croce deve essere punto di riferimento per il cristiano. Essa indica il cammino che aspetta tutti coloro che vogliono essere annunciatori del Vangelo.

Luca nel Vangelo ci dice che Gesù risorto ha chiesto agli Apostoli di andare in tutto il mondo ad annunciare la salvezza. Questo è il compito anche di ciascuno di noi. Dove viviamo dobbiamo essere annunciatori di Gesù, buona notizia per tutti.

Questo nelle famiglie, in parrocchia, negli ambienti di lavoro, tempo libero…

L’umanità, oggi, ha bisogno di tali figure. Ha bisogno di testimoni, ha bisogno di noi.


In settimana :

Don Giuseppe

Festa del Duomo di Milano

Per domenica 15 Ottobre 2023 

DEDICAZIONE DELLA CHIESA CATTEDRALE “ A “ (Mt.21,10-17)

Inizia la prossima domenica la 3° parte del Tempo dopo la Pentecoste, il Tempo della Chiesa.

La festa del Duomo di Milano inaugura questo periodo.

Guardare al nostro Duomo con attenzione, fede, simpatia, significa capire la centralità della nostra fede;vedere dove il vescovo vive e prega per tutta la diocesi; ascoltare la sua parola autorevole e seguirla come traccia di un cammino di santificazione.

Vedremo nelle prossime domeniche alcune caratteristiche della Chiesa e ci rifletteremo.

La parola di Dio cosa ci dice?

La prima lettura di Baruc ( 3,24-38 ) ci dice che la Chiesa è grande, aperta a tutti, capace e desiderosa di accogliere tutti.

Come non pensare alle parole di Papa Francesco quando ci parla di accoglienza, di ascolto, di capacità di curare le ferite dell’anima umana. La Chiesa ha questo dovere morale.

Paolo scrivendo a Timoteo ( 2Tm,2-19-22) dice che tutti possono e/o devono dare il proprio contributo alla propria Chiesa. In essa ci sono tanti vasi, tutti utili, ma diversi tra loro. Sta al padrone di casa utilizzarli secondo le loro caratteristiche. Sta ai vasi essere disponibili all’uso che il padrone intende fare.

Anche noi cerchiamo di capire come essere vasi utili all’edificazione della comunità.

Il Vangelo di Matteo ci narra l’episodio in cui Gesù scaccia i mercanti dal Tempio dicendo che è casa di preghiera e non commercio disonesto.

Anche noi dobbiamo vedere la Chiesa come luogo d’incontro. Qui ci mettiamo in relazione con Dio nella preghiera e con i fratelli e sorelle nella preghiera e nel dialogo di amicizia.

Bisogna tenere insieme le due dimensioni verso Dio e il prossimo. La nostra vita di fede porta a questi incontri importanti. Cerchiamo di vedere così la nostra comunità.

Don Giuseppe

Giobbe

Per domenica 8 Ottobre 2023 


VI DOPO IL MARTIRIO “ A “ (Lc.17,7-10)

L’ultima domenica legata alla figura di Gesù, come riferimento della nostra vita, ci spiega cosa deve desiderare il credente; per che cosa deve vivere.

La parola di Dio di domenica ci fa riflettere sul perché noi facciamo “cose religiose” come andare a messa, pregare, fare del bene al prossimo, formarci dal punto di vista cristiano.

Attenzione perché non è scontata la risposta.

La scorsa domenica ci diceva che ciò che deve muovere il nostro agire è l’amore per Dio e il prossimo.

La prossima domenica ci ripropone la tesi da un altro punto di vista. Vediamo cosa ci dicono le letture.

La I^ lettura ci parla di Giobbe ( 1,13-21 ). Costui era un uomo ricco, potente, generoso stimato da tutti, aveva una famiglia bella e numerosa. Era benedetto da Dio. Ad un certo punto Dio lo mette alla prova per verificare la forza della sua fede. La vita spesso ci mette alla prova anche verso la fede.

Giobbe perde tutto, dai beni materiali alla famiglia; non cade nella disperazione, si affida a Dio: “nudo uscii dal grembo di mia madre e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore”.

E’ un forte invito a riflettere sulla presenza di Dio e sul nostro agire. Viviamo la fede per ottenere qualcosa da Dio come : salute, ricchezza, essere preservati dal male o perché amiamo Dio?

Nella II^ lettura Paolo scrivendo a Timoteo, suo discepolo e capo di una chiesa dice di vivere il suo compito pastorale senza doversi vergognare davanti a Dio e alla gente.

Perché? Ha dato la vita a Dio per annunciare il Vangelo. Questo comportamento corretto è testimonianza valida della sua fede in Dio.

Facciamo tesoro anche noi di questo stile.

Il Vangelo di Luca ci narra la parabola del servo fedele al suo padrone. Fa tutto quello che il padrone vuole.

In questo modo mostra la sua fedeltà e il suo affetto per chi lo comanda.

E’ significativo lo stile che Gesù ci propone: essere servi inutili, facciamo quello che dobbiamo perché ci crediamo e perché amiamo sinceramente Dio.

Tutti abbiamo ancora da camminare su questa strada di umiltà.


In settimana :

Don Giuseppe

Vivere il comandamento dell’amore, verso Dio e verso il prossimo

Per domenica 1 Ottobre 2023 


V DOPO IL MARTIRIO DI GIOVANNI BATTISTA “ A “ (Mt. 22,34-40)

Essere discepoli di Gesù significa vivere il comandamento dell’amore, verso Dio e verso il prossimo.

Sono le due facce di un’unica medaglia. Non si possono dividere.

Cosa significa amare Dio e il prossimo? Cosa chiede a noi Dio?

Vediamo cosa ci suggerisce la V domenica dopo il martirio.

Il libro del Deuteronomio ( 6,4-12 ) ci propone la famosa preghiera del vero ebreo. Inizia con il verbo “ascolta”.

Il discepolo deve imparare ad ascoltare sia Dio che il fratello. Le parole divine devono entrare nel cuore e guidare la vita. Esse sono nel cuore, davanti agli occhi, sul braccio perché devono guidare tutta l’esistenza umana.

Interessante il finale del brano. Non accada all’uomo, dopo aver ricevuto tanto dalla vita, di dimenticarsi di Dio, tutto viene da Lui.

Paolo nella lettera ai Galati ( 5,1-14 ) ci invita a riflettere sulla nostra fede e il suo fondamento. Esso è l’osservanza della legge o la libertà dello Spirito che Gesù ci ha donato nella sua Pasqua?

L’uomo che vive sotto la legge diventa schiavo della legge e rischia di perdere il senso dell’amore per Dio e il prossimo.

Chi vive nella libertà dello Spirito impara a vivere col cuore in mano, sa vedere i bisogni degli altri.

Soprattutto capisce che il prossimo è una persona da rispettare, così come ha fatto Gesù con noi.

Paolo ci mette in guardia dai legalisti, coloro che pensano che la fede consista solo nell’osservare le leggi.

Noi come concepiamo la nostra fede?

Il Vangelo di Matteo ci parla del grande comandamento dell’amore. L’unico comandamento che Gesù ci ha consegnato. Quello su cui dobbiamo mettere la nostra attenzione maggiore.

Gesù viene messo alla prova su ciò che Dio Padre vuole dall’uomo.

Sentiamoci messi alla prova anche noi su questo amore.

Cosa significa, per noi, amare Dio? Cosa significa per noi amare il prossimo? E Gesù cosa ci dice?


In settimana :

ore 18,00 messa di inizio mandato come parroco di Don Maurizio, sarà presente anche Mons. Delpini

Don Giuseppe

Dio vuole la salvezza dell’uomo

Per domenica 24 Settembre 2023 


IV DOPO IL MARTIRIO “ A “ (GV. 6,24-35)

L’immagine divina che emerge dalla parola di Dio è quella di un Dio che vuole la salvezza dell’uomo.

Gesù si è fatto uomo per salvarci, per togliere i nostri peccati.

Bene diceva il profeta Isaia ( 63,19b-64,10) che Dio è nostro Padre e a Lui l’uomo si affida e lo invoca: “se tu squarciassi i cieli…". L’ebreo in esilio capisce di essere lì perché peccatore e vuole il perdono divino per poter ripartire con una vita rinnovata.

Isaia chiede a Dio di non guardare più il peccato ma di agire con la sua grazia.

La lettera agli Ebrei ( 9,1-12 ) ci dice che Dio si manifesta agli uomini tramite Gesù. Non c’è più bisogno del Tempio con il Santo e il Santo dei Santi. Gesù è in mezzo a noi e ci salva con il sacrificio della sua vita.

Il Vangelo di Gesù ci racconta ciò che è accaduto dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci.

Le folle cercano Gesù perché hanno mangiato gratis. La sua parola non interessa.

Gesù dice loro di fare la volontà del Padre che consiste nel credere in Lui come Messia. Lui è il Pane vero che sfama per sempre. Bisogna mangiare di Lui per assimilare in sé quello che Gesù ci insegna.

La folla risponderà che questo linguaggio è duro da capire e vivere. Molti non lo seguiranno più.

A noi è chiesto oggi di riconoscerci peccatori, come chiedeva Isaia e quindi di invocare il perdono divino.

Come ci dice la lettera agli Ebrei, dobbiamo vedere in Gesù Colui che ci salva mediante il sacrificio della croce. Gesù è il nostro salvatore. Gesù ci chiede di mangiare il suo Corpo e di credere in Lui, come inviato del Padre.

Mangiare di Lui è avere la vita eterna cioè la salvezza.


In settimana :

                                                            ore 20,45 proiezione del film: “Uomini di Dio”
                                                            e breve commento dei ministri della parola in sala Betania

                                                            ore 10,45 arrivo fiaccolata degli scout, brucio del pallone del                                                                       martirio,
                                      a seguire:
                                                            Messa solenne presieduta da don Maurizio Rolla neo parroco;

                                                            pranzo e giochi per la festa dell’oratorio.

                                     Nel pomeriggio in sala Betania:

                                                             video di presentazione sulla nuova Via Crucis

                                                             Iscrizioni al cammino di iniziazione cristiana

Don Giuseppe

Gesù, il riferimento vero e sicuro

Per domenica 17 Settembre 2023 


III DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI GIOVANNI BATTISTA “ A “ ( Lc. 9,18-22)

Il Signore Gesù continua a presentarsi come il riferimento vero e sicuro per la vita del cristiano.

Il profeta Isaia (11,10-16) presenta Jahvè come il vessillo delle genti. Scopo del vessillo era quello di fare da riferimento per i soldati in battaglia. Dove c’era quello, lì c’era il proprio esercito.

Dio vuole essere un riferimento così per il popolo ebraico. Esso vive ancora Giuda ma il profeta annuncia che solo guardando Dio eviterà guai seri : l’esilio.

Ciò vale anche per noi. Teniamo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della nostra fede (lettera agli Ebrei).

Paolo scrivendo al discepolo Timoteo dichiara che Gesù è stato il riferimento di tutta la sua vita.

Egli era stato un bestemmiatore e sterminatore dei cristiani, Gesù però lo ha chiamato e ha cambiato il suo cuore. Così è diventato l’apostolo delle genti.

Paolo deve tutto a Gesù. Ci dimostra anche che nella vita si può cambiare, e anche molto, se ci si affida a Dio. Il Vangelo di Luca riassume tutte queste idee. La domanda di Gesù ci fa pensare al nostro rapporto con Lui. E’ sempre quella, ma forse non è sempre quella la nostra risposta. Non dobbiamo credere perché qualcuno ce lo impone o ci ha detto qualcosa di bello riguardo alla fede.

La fede deve diventare qualcosa di nostro.

Crediamo perché noi abbiamo incontrato Gesù. 

Forse la crisi di fede di tante persone oggi è dovuta proprio a questo. Si crede perché altri ci dicono di credere, non facciamo o vogliamo fare esperienza personale di fede in Gesù.

Questa potrebbe essere la sfida educativa-spirituale per ciascuno di noi all’inizio dell’anno pastorale.

Avere una fede personale e non per sentito dire.

In settimana :

Don Giuseppe

Ripartire nel nome di Gesù

Per domenica 10 Settembre 2023 


II DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI GIOVANNI BATTISTA “ A “ ( Gv. 5,19-24)

Riparte il nuovo anno pastorale. Anche noi siamo chiamati a ripartire nel nome di Gesù. La liturgia ci propone la figura di Gesù come Colui che porta a compimento le attese, le speranze, i desideri dell’allora popolo ebraico e oggi le nostre. Siamo invitati ad affidarci a Lui.

Cosa ci dice la parola di Dio al riguardo?

Il profeta Isaia (60,16b-22) ci parla di Jahvè come della vera luce che illumina il cammino della vita umana.

Se il sole e la luna ci danno vita con la loro luce, tanto più Jahvè ci illumina con la sua parola e la sua presenza. Affidarci a Lui è segno di saggezza.

Questo diceva il profeta al popolo ebraico che tornava dall’esilio e doveva ritrovare il senso di una nuova guida in Jahvè stesso.

Paolo nella 1 lett. ai Corinzi (15,17-28) ci dice perché Gesù merita fiducia. E’ risorto dai morti e Dio Padre gli darà tutto il creato nelle sue mani alla fine del mondo, perché lo giudichi e lo salvi.

Credere a Gesù significa fidarsi della sua misericordia nel giudizio finale.

Il Vangelo di Giovanni ci dice che Gesù è davvero, per noi, un riferimento importante. Dio Padre gli ha dato tutto nelle mani, soprattutto il destino dell’umanità. Egli, alla fine dei tempi, giudicherà il mondo affinchè tutti capiscano che il Padre ha dato al Figlio tutto il potere. Quindi chi onora Dio Padre deve adorare anche il Figlio.

Chi si affida al Padre deve affidarsi anche al Figlio.

Avere Gesù come riferimento teorico e pratico nella vita ha senso.

Inizi anche per noi questo cammino con Gesù.


In settimana :

NB: comunico che dall’ 8 al 10/9 a Velasca ci sarà la festa patronale in onore di S. Maria Maddalena

Don Giuseppe

CORPUS DOMINI

Per domenica 11 Giugno 2023 


CORPUS DOMINI “ A “ (Gv. 6,51-58)

La festa solenne del Corpus Domini (l’Eucaristia) sembra chiudere l’anno pastorale e ci apre al periodo estivo. La festa sembra ricordarci che nel periodo estivo la nostra fede va alimentata. L’Eucaristia è questo cibo che alimenta il nostro tempo estivo e di vacanza.

Sappiamo di dover frequentare la messa ogni domenica anche in vacanza. Sappiamo anche le scuse per saltare la messa che troviamo puntualmente. Ci ritroviamo, spesso, più poveri spiritualmente alla ripresa dell’anno pastorale a settembre.

Vediamo cosa ci dice la parola di Dio per capire meglio il valore della presenza di Gesù tra noi.

Il libro del Deuteronomio è una riflessione sul cammino dell’esodo compiuto dagli Ebrei.

In questo brano notiamo queste caratteristiche.

Anzitutto il verbo ricordare. E’ il memoriale. Ricordare i doni ricevuti da Dio; ricordare l’esperienza vissuta per 40 anni nel deserto. Per noi significa ricordare ciò che Dio ci dona nell’Eucaristia; ci fa ricordare l’aiuto spirituale che le celebrazioni eucaristiche ci hanno dato; ci dice che Dio è presente per accompagnare la vita dell’uomo.

La manna è dono di Dio per il nutrimento del corpo. La nuova manna, l’Eucaristia, nutre la nostra fede e la nostra vita spirituale. Siamo invitati a mangiare perché ne abbiamo bisogno.

Il popolo ebreo mangiando la manna è giunto alla terra promessa. Noi mangiando il Corpo di Cristo abbiamo la caparra della vita eterna.

San Paolo nella 1° lettera ai Corinzi (10,16-17) ci dice che mangiare insieme il Corpo di Cristo ci fa vivere la Comunione con Lui e tra di noi.

Pensiamo se anche per noi la Cena del Signore è vivere la comunione con Cristo e con i fratelli e sorelle nella fede.

Se non fosse così ha senso partecipare alla Cena del Signore?

Il Vangelo di Giovanni ci dice la necessità di mangiare il Corpo di Cristo per essere in comunione con Lui e tra i fratelli. Vivere questa esperienza significa avere la caparra per il paradiso.

In più ci dice che mangiare l’Eucaristia ci aiuta a diventare come Gesù, a pensare come Gesù, a vivere come Gesù. Questo è ciò che la Cena del Signore ci dice. Come sempre a noi vedere la risposta che diamo.


In settimana :

Don Giuseppe

SS TRINITA’ 

Per domenica 4 Giugno 2023 


SS TRINITA’ “ A “ (Gv. 16,12-15)

Siamo entrati nel tempo dopo la Pentecoste. Tempo importante per mettere in pratica ciò che la Pasqua ci ha insegnato riguardo a Gesù, il crocifisso risorto.

La prima domenica dopo la Pentecoste ci propone la festa della SS Trinità.

Questa festa ci presenta la figura di Dio; ci dice chi è il Dio nel quale crediamo.

Vediamo come la parola di Dio ci presenta il Dio trino e unico.

Il libro dell’Esodo (3,1-15) ci dice molto del mistero divino. Noi potremmo pensare che Dio, potente creatore, onniscente, stia nell’alto dei cieli a compiacersi della sua perfezione. Invece il Dio cristiano ha voluto rivelarsi agli uomini. Non ci vuole servi obbedienti ma cari amici.

Questo Dio è Colui che si è fatto vicino a Mosè, rivelando a lui il suo nome. Esso significa che sarà sempre presente nella storia degli uomini.

E’ il Dio della storia, degli uomini. Come dice a Mosè ha visto le sofferenze degli ebrei e vuole liberarli da tutto ciò. Come non pensare a Gesù che è disceso dal cielo per salvarci?

Dio vede le nostre e non ci vuole lasciare soli. Sarà sempre con noi nella Chiesa e nei sacramenti.

La lettera di Paolo ai Romani (8,14-17) ci dice che questo Dio possiamo chiamarlo addirittura papà (Abbà).

E’ un Dio che vuole esserci vicino ma con le caratteristiche di un Padre affettuoso.

Quando preghiamo noi ci rivolgiamo a questo Dio papà.

Il Vangelo di Giovanni ci parla del suo ritorno al Padre, nel paradiso, ma anche della promessa dello Spirito Santo. Egli ci aiuta a capire meglio il nostro Dio.

Invocare lo Spirito, per un cristiano, deve diventare una cosa normale. Significa affidarci e fidarci di Dio e della sua vicinanza all’uomo. Significa credere che Dio vuole la nostra salvezza.


In settimana:

Don Giuseppe

PENTECOSTE

Per domenica 28 Maggio 2023 


Gv. 14,15-20

La festa che conclude il tempo di Pasqua è da contemplare, non solo da capire.

Chi è lo Spirito Santo e come agisce è la domanda che deve guidarci la prossima domenica e per tutto il tempo dopo la Pentecoste.

Cosa ci dice la parola di Dio?

Negli Atti degli Apostoli (2,1-11) viene narrato l’episodio della discesa dello Spirito sugli apostoli nel Cenacolo nella festa di Pentecoste. In questa festa gli ebrei ricordano il dono della legge.

Ora ci viene detto che la nuova legge è lo Spirito.

Lo scenario è lo stesso del Sinai ma la conclusione è diversa.

Lingue di fuoco scendono dal cielo e producono la capacità di parlare lingue diverse. Così l’annuncio della salvezza è portato in tutto il mondo allora conosciuto.

In questo annuncio si parla della salvezza che solo Gesù può portare. Dobbiamo credere in Lui e aiutare a credere in Lui.

Una domanda e un invito ci viene. Il cristiano deve essere capace di parlare le lingue degli uomini di oggi.

Ogni situazione, ogni cultura, ogni persona, deve ricevere la testimonianza della salvezza di Gesù. Sappiamo e vogliamo parlare le lingue degli uomini, noi?

La lettera ai Corinzi (I Cor. 12,1-11) ci dice che lo Spirito opera nella chiesa e dona a tutti i suoi doni o carismi. Essi servono per edificare la chiesa. Ognuno è prezioso all’interno della comunità perché ognuno ha le sue doti da mettere a servizio del bene comune.

Pensiamo seriamente a quello che ciascuno di noi può dare alla propria comunità.

Dovremmo gioire perché tante persone fanno la loro parte per la parrocchia. Togliamo invidie e gelosie e facciamo spazio agli altri. Ogni persona è dono dello Spirito per l’edificazione della chiesa.

Il Vangelo ci dice che lo Spirito è regalo di Gesù e del Padre all’umanità. Egli ci aiuta a conoscere meglio sia il Padre che il Figlio e, in loro nome, edifica la chiesa. Fa comparire i diversi carismi e suscita la generosità in tante persone.

Ci aiuta anche a vincere le tentazioni diaboliche che dividono, escludono, giudicano.

Vieni, allora, Santo Spirito e riempici dei tuoi doni, ne abbiamo bisogno.


In settimana:

NB: continuano le iscrizioni al GREST

Don Giuseppe

ASCENSIONE

Per domenica 21 Maggio 2023 


In questa VI settimana di Pasqua siamo invitati a celebrare la festa solenne dell’Ascensione di Gesù al cielo.

Ci stiamo avviando alla pienezza del tempo di Pasqua. Esso è iniziato con la Resurrezione e, passando per l’Ascensione, arriva al dono dello Spirito Santo nella Pentecoste.

La festa che celebreremo giovedì e riprenderemo domenica ci porta ad una svolta importante del mistero pasquale. Gesù “deve” ritornare al Padre per lasciare spazio all’azione dello Spirito Santo. Ciò può sembrare difficile da capire. Gli apostoli erano abituati a vedere sempre Gesù come colui che risolveva molti problemi, ora andando via, loro sarebbero rimasti soli. Forse anche a noi risulta difficile capire perché Gesù non rimanga sempre con noi.

La risposta ci viene da Lui: devo andare perchè su di voi scenderà lo Spirito Santo che vi aiuterà a capire tutto su di me. Accettare questa partenza significa credere al valore della Chiesa guidata dallo Spirito e non dagli uomini. Questi sono strumenti nelle mani dello Spirito.

Significa anche crescere nella fede. Non abbiamo più bisogno di qualcuno che risolva per noi tutti i problemi (non siamo bambini). Dobbiamo darci da fare guidati dallo Spirito.

Credere nell’Ascensione è crescere nella fede in Dio che non ci abbandona e credere nella Chiesa che continua la sua opera.

Viviamo la prossima solennità con questa consapevolezza. Lo Spirito guida la mia vita di fede mediante la Parola e i Sacramenti.

Non guardiamo il cielo ma la terra dove vivono tanti fratelli e sorelle bisognosi di aiuto. Noi guidati dallo Spirito siamo il loro aiuto.


In settimana:

NB: 

Don Giuseppe

Gesù ci parla della presenza e delle azioni dello Spirito Santo nella Chiesa

Per domenica 14 Maggio 2023 


VI di PASQUA “ A “ (Gv. 14,25-29)

Nella prossima domenica, la VI, Gesù ci parla della presenza e delle azioni dello Spirito Santo nella Chiesa.

Sappiamo che è Lui il grande attore della vita di ogni comunità cristiana. Il protagonista di ogni scelta grande nella fede. Vediamo cosa ci propone la parola di Dio.

Nel libro degli Atti (4, 8-14) Pietro parla al popolo subito dopo aver ricevuto lo Spirito nel giorno di Pentecoste. Esorta il popolo a riconoscere in Gesù il Messia.

Cosa porta come prova? La guarigione di un paralitico avvenuta nel nome di Gesù. Questo ci fa dire che il crocifisso risorto continua ad avere la potenza per fare i miracoli, ma anche che è Gesù il riferimento del cammino di fede. Gli apostoli non compiono niente con le loro forze, ma con l’aiuto dello Spirito.

Ci fa riflettere questo atteggiamento di Pietro. Anche per noi vale il discorso che tutto quello che facciamo per la comunità cristiana viene da Gesù mediante lo Spirito. Noi siamo strumenti utili, importanti, ma sempre strumenti.

Nessuno è indispensabile, tutti siamo utili. Questo è l’insegnamento che emerge dalla prima comunità cristiana.

Anche Paolo, scrivendo ai Corinzi, (1 Cor 2,12-16) dice con molta chiarezza che quello che lui dice viene da Dio. Non è frutto solo di sapienza o intelligenza umana. Noi siamo strumenti.

Nel Vangelo Gesù parla delle azioni dello Spirito come colui che permetterà alla Chiesa di conoscere meglio Gesù.

Lo Spirito suggerisce, spinge ad osare, fa capire, consola, lavora per l’unità, porta la pace non le divisioni, i contrasti, le gelosie.

Abbiamo bisogno ancora dell’azione dello Spirito anche per la nostra città. Invochiamolo per la nomina del nostro parroco e per i sacerdoti della nostra diaconia, per tutte le famiglie, i giovani e ragazzi, i malati e le persone sole, i disperati e abbandonati.

Che la prossima Pentecoste sia portatrice di frutti veri di vita cristiana.


In settimana:

Don Giuseppe

 Lo Spirito di Dio scende su tutti

Per domenica 7 Maggio 2023 


V DI PASQUA “A” (Gv.14,21-24)


La prossima domenica si presenta ricca di iniziative per la nostra parrocchia.

Alla Cena del Signore alle ore 9.00 avremo la testimonianza di una Suora missionaria;
alle ore 11.00 la professione di fede dei ragazzi di terza media e nel pomeriggio due Battesimi.

Tutte queste iniziative ben si inquadrano nella Parola di Dio che la liturgia ci proporrà domenica.

Il libro degli Atti continua a parlarci della prima comunità cristiana, che cresce di numero ed è chiamata a stupirsi per la logica divina che è ben diversa da quella umana.

Pietro è invitato dal centurione Cornelio per parlargli di Gesù e rafforzarlo nella fede, affinchè giunga a ricevere il Battesimo.

Cornelio riceverà il sacramento della fede e dello Spirito Santo che agirà in lui facendogli compiere azioni cristiane.

Mi sembra utile, per riflettere, la frase dei Cristiani. Erano stupiti che anche sui pagani scendesse lo Spirito Santo. Perché questo stupore? Allora, come oggi noi credenti, che ci riteniamo bravi, facciamo fatica a capire che lo Spirito di Dio scende su tutti, non solo su di noi ed i nostri amici.

Come la IV Domenica, anche oggi, ci è chiesto di allargare il nostro sguardo e divenire accoglienti verso tutti. Gli altri sono una ricchezza non un pericolo.

Possiamo esserlo noi se diventiamo poco accoglienti, selettivi, escludenti.

Come ci stiamo comportando verso il prossimo? Siamo gelosi, invidiosi, rancorosi?

La Parola di Dio ci invita a convertirci. Il Vangelo di Giovanni ci invita ad accogliere Gesù nella nostra vita attraverso l’osservanza dei suoi comandamenti. Gesù li riassume nel comandamento dell’Amore, per Dio e per i fratelli.

Amare Gesù vuol dire accogliere la sua Parola e farla diventare azione concreta per noi.

Allora la testimonianza della Suora missionaria, la professione di fede, il Battesimo sono modi per incarnare questa Parola di Dio da parte di chi la vive.

In settimana : 

ore 11.00 Professione di fede

ore 16.00 Battesimi

Don Giuseppe

La domenica del Buon Pastore

Per domenica 30 Aprile 2023 


IV di PASQUA “ A “ (Gv. 10,11-18)

La domenica del Buon Pastore è legata da sempre al tema delle vocazioni sacerdotali e di speciale consacrazione.

Siamo invitati a pregare per i sacerdoti, vescovi, Papa e i seminaristi, per noi una preghiera speciale ad Andrea.

Chi ha questa vocazione deve avere alcune caratteristiche ben precise che la parola di Dio ci propone.

Il libro degli Atti degli Apostoli (6,1-7) ci racconta la situazione della prima comunità cristiana. Questa si trova in un momento felice. Cresce in numero ed entusiasmo, ma si evidenziano alcuni problemi utili anche a noi per riflettere.

La Chiesa delle origini viveva di annuncio e carità. Gli apostoli erano i protagonisti di questa Chiesa. Si accorgono che non possono fare tutto. Allora la riflessione diventa questa: noi apostoli cosa dobbiamo fare per vivere al meglio il nostro compito? Annunciare il Vangelo a tutti. Il resto può essere fatto da altre persone.

Ecco allora spuntare i diaconi come operatori di carità.

Il volto accogliente e di servizio della comunità.

Qualche riflessione utile. Nella Chiesa non si deve essere accentratori ma coordinatori. C’è posto per tutti coloro che vogliono servire la comunità. Il discernimento è dei pastori, la collaborazione è per tutti i laici che intendono mettere i loro carismi al servizio di tutti. Non uno che fa tutto, ma molti che fanno qualcosa.

Soprattutto in questa epoca storica, abbiamo bisogno della collaborazione di tutti.

Il Vangelo ci propone la figura del Buon Pastore. E’ il riferimento di ogni prete che vede quale sia la meta a cui arrivare, ma anche di ogni cristiano.

Anzitutto ci invita a considerare la vita come un dono. Non egoismo, desiderio di potere, prepotenza, ma dono. E’ lo stile di Gesù che lava i piedi agli apostoli e muore in croce.

Il mercenario è un mestierante. Uno che non ama nessuno se non se stesso e quando vede qualcosa che non va o qualcuno che potrebbe prevalere su di sé calunnia, emargina, fugge, incolpa…

Il Pastore conosce le sue pecore. Conoscere i nomi, conoscere la vita non per curiosità ma per carità.

Il nostro Vescovo insiste nel parlarci di buon vicinato.

Infine il Pastore sa che deve testimoniare la propria fede e cercare altre pecore che non sono della nostra stretta cerchia di amici e conoscenti, ma preziosi per il bene della comunità.

Noi facciamo fatica ad accettare che chi viene “da fuori” possa aiutare e portare novità. Su questo dobbiamo crescere ancora molto.

L’altro è una opportunità, non un pericolo, ricordiamocelo.

Buona settimana a tutti.

Don Giuseppe

Lo Spirito che agisce nella Chiesa

Per domenica 23 Aprile 2023 


III di PASQUA “ A “ (Gv. 1,29-34)

Chiediamoci ancora: cosa significa festeggiare, vivere la Pasqua? Conoscere il vero volto di Dio e testimoniarlo. La parola di Dio odierna parla molto dello Spirito Santo. Ciò ci fa capire come la Pasqua si completa con la presenza dello Spirito che agisce nella Chiesa.

Il libro degli Atti (19,16-7) ci racconta l’episodio in cui Paolo, arrivato ad Efeso, interroga i cristiani presenti sulla loro fede. Cosa la origina e la sostiene? Paolo parlerà loro dello Spirito Santo e li battezzerà nello stesso Spirito. Anche questi uomini diventano profeti e parlano altre lingue.

Ecco la potente azione dello Spirito nella Chiesa. Non impediamogli mai di agire.

La lettera agli Ebrei (9,11-15) ci ricorda il valore della croce di Gesù. La sua morte ci ha purificato dai nostri peccati e ci ha dato una vita nuova. Noi crediamo nel crocifisso risorto. Non dimentichiamolo.

La nostra fede si fonda sulla morte e resurrezione di Gesù. Noi siamo chiamati a vivere questa esperienza nella nostra quotidianità.

Il Vangelo di Giovanni ci parla della testimonianza che Giovanni Battista ha reso a Gesù. Egli è l’Agnello di Dio che, immolato sulla croce, salva l’umanità dai peccati.

Giovanni Battista dà autorevolezza all’agire di Gesù perché ha ricevuto lo Spirito Santo e il Padre ha confermato tutto dal cielo.

Anche Gesù ha vissuto guidato dall’azione dello spirito. Impariamo anche noi invocare su di noi e la nostra comunità la grazia dello Spirito.

Anche in noi farà grandi cose se gli lasciamo spazio.

In settimana:

Don Giuseppe

“ Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto ed ascoltato”

Per domenica 16 Aprile 2023 


DOMENICA in ALBIS Gv. 20,19-31


La conclusione dell’ottava di Pasqua ci propone riflessioni importanti su come vivere la Festa per eccellenza di noi cristiani. Oltre al Vangelo che ci narra la vicenda di Tommaso, ci propone alcune riflessioni su altre letture.

Qualche riflessione…..

Il Libro degli Atti degli Apostoli ci racconta il miracolo della guarigione di un paralitico da parte di Pietro e Giovanni e le conseguenze presso i capi del popolo ebraico.

Gli Apostoli sono arrestati e viene chiesto loro di non parlare più di Gesù, di non compiere più miracoli nel nome di Gesù. Cosa rispondono Pietro e Giovanni?

“ Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto ed ascoltato”

Noi cosa abbiamo visto ed ascoltato in questi giorni di Pasqua?

Quali conseguenze pratiche ci chiede la nostra fede in Gesù Risorto?

Non ci accorgiamo che la fede sta diventando marginale in una scelta di vita familiare?

Ci lasciamo assorbire dalle proposte che la nostra società ci propone nello sport, nelle attività ricreative. Tutti siamo stressati dai ritmi che la vita ci impone e non abbiamo tempo per Dio e neanche per ribellarci a questi ritmi che ci vengono imposti, anche ai nostri ragazzi.

Cosa è importante per la crescita dei nostri figli e di noi adulti?

Quanto conta Dio per noi, non a parole ma nei fatti?

S. Paolo scrivendo ai Colossesi, li ammonisce di “fare attenzione che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo”

C’è da meditare per tutti.

Infine il Vangelo ci propone la vicenda di Tommaso che non crede se non vede.

Ricordiamoci che Gesù non boccia questa fede. Dice solo che non è matura.

Essa deve diventare fiducia nel Crocefisso Risorto.

Ripensiamo al nostro rapporto di fede con Dio. Quando riusciremo a toglierci l’idea che abbiamo bisogno sempre di prove per credere, inizieremmo ad avere una fede più matura.

Nel frattempo camminiamo guardando al Risorto come riferimento per la nostra vita.

Don Giuseppe

AUGURI DI PASQUA

Per domenica 9 Aprile 2023 


Cari parrocchiani,

vi auguro una santa, bella, gioiosa Pasqua nel Signore Gesù risorto.

Arriviamo a questa festa dopo il cammino quaresimale.

Esso ci ha fatto scoprire il vero volto di Cristo al quale convertirci.

Ci ha fatto capire che le nostre vite sono spesso permeate di fatica, sofferenza, difficoltà di vario genere. In tutte queste situazioni non dobbiamo essere schiacciati, ma cercare la presenza di Gesù.

Egli è la vita nuova che ci è promessa e alla quale tendiamo.

La Pasqua porti a tutti voi, famiglie, anziani, malati, soli, lontani dalla Chiesa, il dono della pace, della serenità, della gioia, delle relazioni rinnovate.

Buona Pasqua a tutti voi.

Don Giuseppe

DOMENICA DELLE PALME

Per domenica 2 Aprile 2023 


L’inizio della settimana santa ci propone due celebrazioni: l’Unzione di Betania e l’entrata trionfale di Gesù in Gerusalemme.

Nel primo episodio Gesù si trova nella casa di Lazzaro per una cena. Ad un determinato momento Maria prende un vasetto di nardo e con esso unge i piedi di Gesù. Il significato di questo gesto lo spiega Gesù stesso quando dice che si anticipa la sua morte. I cadaveri venivano profumati e unti. Gesù lascia intendere che la sua morte sarebbe avvenuta di lì a poco. Chiede di prepararsi spiritualmente a viverla.

Giuda non capisce il gesto e parla di vendere il profumo e darne il ricavato ai poveri. La risposta di Gesù fa riflettere: i poveri sono visivamente sempre presenti nel mondo, Gesù non è visibile come persona, ma lo è nei poveri. In essi siamo chiamati a vedere Gesù, se così non è, anche la nostra carità può essere vuota.

Non mascheriamo la carità cristiana con interessi personali come intendeva fare Giuda.

Il secondo episodio ci parla dell’entrata trionfale di Gesù nella sua città. Gli onori che gli sono riservati erano quelli tipici di un re e del Messia. Gesù è il Messia, viene accolto come tale. Anche noi siamo chiamati a decidere se accogliere Gesù nella nostra vita e chiederci chi è Lui per noi, oggi.

La folla è volubile, domenica lo acclamerà, il venerdì santo lo condannerà a morte.

Impariamo a ragionare con la nostra testa. La fede cresce grazie alla preghiera e alla formazione di ognuno.

Sono due episodi che ci introducono nel cuore dell’anno liturgico, dobbiamo prepararci a vivere nel modo migliore la prossima settimana, raccogliendo ciò che abbiamo seminato in quaresima.

La confessione pasquale sia preparata e vissuta con calma da tutti.

Auguro a tutti un buon termine di quaresima e un buon inizio di mistero pasquale.

In settimana :

- ore 17,00 Via Crucis per i ragazzi
- ore 18,00 Via Crucis per gli adulti con la presenza di Lucia che spiegherà “l’anima” della Via Crucis da lei preparata
- ore 21,00 ad Oreno si concludono i quaresimali

- ore 09,00 celebrazione della parola sul tema del sinodo
- ore 18,00 messa conclusiva per i fidanzati che hanno frequentato il cammino di preparazione

- ore 10,30 Santa Messa preceduta dalla processione con gli ulivi partendo dal campetto della Chiesetta di San Maurizio ( ritrovo ore 10,00 )

Don Giuseppe

I sentimenti di Gesù

Per domenica 26 Marzo 2023 


V QUARESIMA “A” LAZZARO Gv. 11,1-53

L’ultima domenica di Quaresima ci parla di Lazzaro, fratello di Marta e Maria. Famiglia amica di Gesù. La malattia e la morte di Lazzaro portano Gesù a parlare della gloria divina che si manifesta in questo fatto. La resurrezione, temporanea, di Lazzaro preannuncia e anticipa quella di Gesù.

La Vita vince sulla morte, sulla sofferenza, sul dolore. L’uomo è fatto per la vita non per la morte. Cosa possiamo vedere in questo brano?

I sentimenti di Gesù. E’ una pericope importante perché mette in evidenza i sentimenti di Gesù. Egli apprende la notizia della malattia e morte di Lazzaro. Si mette in cammino per andare da lui; accoglie il dolore delle sorelle e le loro domande di senso; piange sulla tomba dell’amico.

Anche noi non dobbiamo avere paura dei nostri sentimenti. Ci sono, dobbiamo seguirli e orientarli da persone adulte e di fede.

Gesù si presenta come la Vita vera. Ci fa riflettere sul destino della nostra vita terrena. Siamo fatti per l’eternità. Gesù ce lo dice. Questa vita ci aiuta a capire meglio il “per sempre” dell’eternità. Ciò che qui è bello e ci dà gioia, sarà per sempre nell’eternità. La Pasqua, per il cristiano, è il passaggio dalla vita terrena all’eternità gioiosa. Il libro dell’Apocalisse ce lo ricorda parlando della Gerusalemme celeste.

Infine il pensiero che i farisei dopo questo fatto, decisero di uccidere Gesù e anche Lazzaro. Invidie, gelosie, incomprensioni? C’è sempre chi vuole leggere i fatti a modo suo, spesso cambiando la realtà dei fatti. Scribi e farisei pur di perseguire i loro obiettivi, sono pronti a non vedere la realtà e il suo significato.

Che non capiti anche a noi questo!

In settimana:

-ore 17.0 Via Crucis ragazzi                                                             
-ore 18.00 Via Crucis adulti                                                               
-ore 21.00 Quaresimale ad Oreno

-ore 09.00 Celebrazione della Parola                                                 
-ore 16.00 Veglia per la vita                                                             
-ore 21.00 Concerto sacro in chiesa

-raccolta offerte per i terremotati della Siria e della Turchia         
-vendita uova per opera del gruppo missionario

Don Giuseppe

Avere la luce degli occhi e dell’anima

Per domenica 19 Marzo 2023 


IV di QUARESIMA “A" CIECO NATO Gv. 9,1-38b

La domenica del “cieco nato” ci fa riflettere sul nostro cammino di fede visto come “illuminazione". Avere la luce degli occhi e dell’anima. C’è un richiamo alla creazione. Dio disse e la luce fu, dice Gen.1. Per questo cieco, avere la luce, è rinascere a vita nuova.

Due pensieri vorrei offrirvi, tra i tanti possibili. Per due volte più alla fine del brano viene chiesto al cieco dove fosse Gesù. La risposta è: non lo so. Infatti chi è cieco non vede e quindi non sa dove sono le cose, non le conosce. In greco il verbo vedere significa anche sapere, conoscere. Chi non vede non conosce.

Chi vede conosce.

Alla fine del brano è Gesù che si fa trovare dal cieco, anzi è lui che lo cerca e trova. E’ il culmine del cammino di fede.

Impariamo a vedere, conoscere Gesù per trovarlo e stare con Lui.

Un altro pensiero mi viene dall’inizio del brano. Gesù passa per strada e vede un cieco. I suoi discepoli chiedono l’origine della malattia. Secondo la loro fede essa stava nella punizione che Dio dà ai peccatori.

Gesù ribalta per loro e per noi questa prospettiva. Nessuno ha peccato per essere malato. Dipende da tanti fattori di cui anche noi potremmo essere responsabili più di Dio. Le nostre azioni, i nostri comportamenti, omissioni… possono essere causa dei nostri mali o di quelli altrui.

Gesù dice che la malattia, la sofferenza, servono a mostrare la gloria di Dio. Cosa significa? Che anche nelle situazioni di sofferenza Dio non ci abbandona, anzi è presente dove maggiore è la sofferenza. Lì, nella debolezza Dio manifesta la sua gloria ( presenza ), come sulla croce.

Cerchiamo anche noi di entrare in questa logica. E’ una buona preparazione alla prossima Pasqua.

In settimana:

Don Giuseppe

Cos’è la libertà?

Per domenica 12 Marzo 2023 

III QUARESIMA “ A “ Abramo - Gv. 8,31-59

La domenica di Abramo ci fa meditare sulla nostra fede personale.

Il Vangelo sembra rivolgersi proprio a noi credenti. Gesù ci invita a credere nelle sue parole per essere liberi. Cos’è la libertà? Da cosa ci dobbiamo liberare? Tutto il Vangelo cerca di rispondere a queste domande, facendo riferimento alla figura di Abramo.

La libertà non consiste nel fare ciò che si vuole, ma sta nella scelta libera per Gesù e la sua parola. Io liberamente scelgo Gesù e non altre idee. Questa scelta ha delle conseguenze importanti che Gesù cerca di spiegare ai discepoli.

La grande liberazione che siamo chiamati a compiere è quella di non sentirci bravi perché osserviamo delle leggi che diventano abitudini: andare alla Cena del Signore perché si deve fare l’abbiamo imparato; fare determinate preghiere che però non ci dicono niente, le abbiamo imparate e le diciamo senza pensare a ciò che ripetiamo, osservare i comandamenti a modo nostro, ad esempio togliendo o adattando ciò che non ci piace o non condividiamo…

Questo è ciò che rimprovera Gesù ai suoi discepoli. Discendenti di Abramo e per questo salvi al di là dei comportamenti avuti.

Il riferimento è Abramo. Egli si è fidato della parola di Dio e ha cercato di viverla in pienezza. Così ci dice Paolo scrivendo ai Galati.

Il valore della parola di Dio ce la spiega bene il libro dell’Esodo. Qui ci viene narrato l’episodio della riconsegna della legge a Mosè e al popolo.

Il popolo aveva tradito la fiducia in Dio, ma Lui perdona e dà una nuova possibilità. Anche noi, come il popolo, possiamo sbagliare ma Dio ci aspetta e ci ripropone la sua Alleanza. Anche Gesù la propone ai suoi discepoli, ma essi non la vogliono e cercano di ucciderlo.
E noi?

In settimana:

Don Giuseppe

La samaritana
e lo stile pastorale di Gesù

Per domenica 5 Marzo 2023 

II QUARESIMA “ A “ - “La samaritana” Gv.4,5-42

La prossima domenica, detta della samaritana, ci fa riflettere su molti aspetti dello stile di vita cristiana.

Ci fa soprattutto capire qualcosa del vero volto di Dio.

Mi sembra importante cogliere lo stile pastorale di Gesù, quello di una chiesa in uscita, che dovrebbe diventare anche il nostro. Come noi ci relazioniamo al prossimo? Cosa vediamo nel vicino? Siamo solo giudici del prossimo o ci interessa la loro vita e la ricchezza che sono?

Queste domande ci portano da Gesù seduto al pozzo di Giacobbe che sta in attesa. Di chi? Di coloro che al pozzo vanno perché hanno sete. Sete di senso, di valori forti, di voglia di incontrare Qualcuno che aiuti a cambiare la vita. Questo è l’incontro tra Gesù e la donna samaritana. Ella è assetata di vita. Pone a Gesù domande e fa osservazioni sulle questioni serie della vita.

Vediamo. Cerca l’acqua, bene indispensabile per vivere, ma capisce che l’acqua che cerca non è quella del pozzo ma quella che Gesù dona e che dice chi dobbiamo essere nella vita; non persone sole, frustrate, infelici, ma persone realizzate nella fede.

Anche nei rapporti affettivi è disorientata. Ha avuto sei mariti, ma cerca il settimo, quello vero. L’uomo vero è Gesù. E’ lui il riferimento di ogni vita affettiva. Tutte le persone che amiamo ci portano a Lui. Non cose quindi, ma persone. Nell’altro/a c’è la presenza divina, siamo in cammino verso la perfezione che troveremo solo in paradiso.

Anche la vita di fede chiede chiarimenti. La fede non è solo questione di luoghi e pratiche. E’ cosa del cuore, cioè è relazione degli innamorati di Dio. Se non riusciamo a metterci in relazione amorosa con Dio, vivremo sempre una fede fragile, opaca.

La conclusione del Vangelo ci dice che l’incontro con Gesù fa diventare testimoni. Fa essere la persona umana credibile davanti alla gente che incontriamo.

Riflettiamo e preghiamo.

In settimana :

Don Giuseppe

Il grande cammino quaresimale
che ci porta a Pasqua

Per domenica 26 Febbraio 2023 

I QUARESIMA “ A “

La prossima domenica inizia il grande cammino quaresimale che ci porta a Pasqua, il centro della nostra fede.

E’ un cammino di conversione alla scoperta del vero volto di Dio e di conversione della nostra vita.

Le domeniche cercheranno di farci scoprire il vero volto di Dio attraverso i personaggi tipici della quaresima: samaritana, Abramo, cieco nato, Lazzaro.

Le settimane ci proporranno le Beatitudini come esame di coscienza per la conversione personale e comunitaria.

Non dimentichiamo i venerdì. Non si celebra l’Eucarestia, ma si contempla la passione di Gesù attraverso la Via Crucis, per noi di San Maurizio nuova e bella.

Sempre per noi i sabati mattina con la preghiera e riflessione sul cammino sinodale.

La carità che ci permetterà di aiutare le popolazioni colpite dal terremoto in Siria e Turchia.

Altre iniziative le vedremo strada facendo.

Tutto questo per dirci che davvero abbiamo davanti un cammino, ma anche tanti aiuti per compierlo al meglio.

Il Papa nel suo messaggio ci invita anzitutto a metterci in ascolto di Dio che parla nella Liturgia e nella Parola. Ci chiede poi di vivere questo tempo non all’insegna dell’abitudine cioè di gesti che abbiamo sempre fatto, ma non scalfiscono la nostra vita. Non una religiosità fatta di regole e abitudini, ma una fede che ci fa fare scelte forti per la nostra conversione.

Come ci dice il Vangelo saremmo tentati di non fare niente, di continuare con le nostre abitudini, di non fare rinunce perché, diciamo, la vita è già dura.

Gesù, le tentazioni non le ha evitate, le ha affrontate con la parola di Dio, la preghiera e l’ascesi.

Proviamo anche noi a camminare così!

Don Giuseppe

Il perdono di Dio verso il peccatore

Per domenica 19 Febbraio 2023 

ULTIMA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA “ A “ DEL PERDONO Lc. 15,11-32


L’ultima domenica dopo l’Epifania ci parla del perdono di Dio verso il peccatore.

Tutta la parola di Dio di domenica ci parla dello stile di Dio verso l’uomo. Dio perdona sempre il peccatore pentito. Vediamo cosa ci dice la parola di Dio.

Il profeta Osea 1,9-22 è chiamato da Dio ad essere segno, simbolo per tutto il popolo d’Israele peccatore.

Il profeta sposa una prostituta da cui ha tre figli che portano nomi simbolici per evidenziare il peccato del popolo. Ma è importante capire cosa Dio fa capire a Osea e che lui deve riferire al popolo.

La moglie di Osea gli è perennemente infedele nonostante l’amore che il profeta le dona. Così, dice Dio, anche il popolo è infedele a Dio nonostante l’amore di Dio per lui.

Dio allora decide di andare dal popolo per convertirlo usando le armi della seduzione amorosa. Cerca di far innamorare ancora sua moglie. Quando ella si convertirà, Osea ( Dio ) la perdonerà.

La fede cristiana è questione di innamoramento più che di osservanza supina delle leggi.

San Paolo scrivendo ai Rm.8,1-4 riprende il discorso legato all’osservanza della legge. Per chi crede in Gesù Cristo la legge è un aiuto, un mezzo per credere. La Pasqua di Cristo ci dona la libertà dello Spirito che ci fa agire secondo il comandamento dell’amore.

Il Vangelo riassume tutto questo nella famosa parabola del Padre misericordioso. La vicenda è nota.

Qualche spunto per una riflessione personale.

Un padre aveva due figli. Dio è Padre buono e misericordioso, non dimentichiamolo.

Aveva due figli di cui uno ribelle. Se ne va di casa con tutti i suoi averi ( Dio dà a ciascuno delle ricchezze: talenti, virtù ). Con questi vuole costruirsi una vita sua lontano dal Padre.

Vive una vita dissoluta ( lontani dalla fede cambiano i valori di riferimento nella vita, il male diventa un bene per me).

Si trova povero e solo a pascolare porci ( cosa ne ricava l’uomo? Solitudine e fame vera di vita).

Si pentì e decise di tornare dal Padre ( il pentimento è il vero motore del perdono ).

Trova un Padre che lo aspetta e lo accoglie ( Dio è sempre attento all’uomo e lo aspetta con pazienza ).

Il Padre organizza una festa solenne per il figlio morto e ritornato ( per Dio ogni peccatore pentito è occasione di gioia).

Il fratello maggiore non vuole festeggiare ( il legalismo esasperato non permette di conoscere il vero volto di Dio. ( Questo figlio giudica il fratello solo negativamente, a differenza del Padre ). Entrò alla festa? Non lo sappiamo.

Noi possiamo essere i due figli. In quale dei due oggi ci riconosciamo maggiormente? Cosa fare per scoprire il vero volto di Dio Padre?

In settimana :

Don Giuseppe

Chi è senza peccato,
scagli la prima pietra

Per domenica 12 Febbraio 2023 


PENULTIMA DOPO L’EPIFANIA “ A “,

“DELLA DIVINA CLEMENZA” (Gv. 8,1-11)

Iniziamo l’ultima parte del cammino dopo l’Epifania. Queste due domeniche ci preparano alla Quaresima, proponendoci due temi simili, legati al perdono divino e alla misericordia. Ci ricordano la nostra realtà di peccatori e ci aprono alla salvezza che viene da Dio.

Nella prima lettura il profeta Baruc parla al popolo ebraico esiliato. Gli ricorda che la presente situazione è dovuta al suo peccato. Il popolo non ha ascoltato le parole del profeta Geremia e Jahvè ha punito gli ebrei con l’esilio. E’ una punizione pedagogica quella presentata da Baruc.

Siamo nell’Antico Testamento, e la logica della retribuzione è molto forte.

Il profeta invoca Jahvè perché perdoni il popolo e lo faccia ritornare dall’esilio. Questo perché Dio sia fedele alle sue promesse.

Nella lettera ai Romani, Paolo ci parla del peccato legato alla legge. La legge fa conoscere il bene e il male, quindi anche il peccato. Dice Paolo che la legge è stata superata da Gesù. Non più schiavi della legge ma liberi nel vivere la legge. Questo non ci deve opprimere ma aiutare a vivere meglio. Cristo è morto sotto la legge ebraica e ci ha dato la libertà di vivere usando la legge e non sentendoci schiavi di essa.

Nel Vangelo Gesù ci parla della clemenza divina verso il peccatore. E’ la spiegazione più semplice della lettera ai Romani che abbiamo ascoltato.

Una donna sorpresa in adulterio. Deve essere lapidata secondo la legge. Gesù la salva. Come? Non escludendo il peccato, dicendo che questo non conta più niente, ma dicendo che il peccatore pentito è prezioso ai suoi occhi. Dio guarda al peccatore pentito per dargli una nuova possibilità, condanna sempre il peccato.

Ricordiamoci spesso la parola di Gesù : “chi è senza peccato, scagli la prima pietra”, del giudizio sugli altri, sulla condanna del prossimo. Parole che ci fanno riflettere.

In settimana :

Don Giuseppe

Dio ci vuole tutti salvi.

Per domenica 5 Febbraio 2023 

V dopo l’EPIFANIA “ A “ Gv. 4,46 – 54


Continua il tempo dell’ Epifania. Gesù si mostra Figlio di Dio davanti alle genti. Tutti sono chiamati alla salvezza. Dio ci vuole tutti salvi.

Ciò che permette alla salvezza di realizzarsi è la fede. Grazie alla fede dei superstiti del popolo ebraico alcuni popoli vengono alla fede in Dio.

Anche Paolo scrivendo ai Romani dice che la salvezza sta nella fede in Dio.

Il Vangelo di Giovanni ci narra questa idea con il miracolo della guarigione del figlio di un funzionario del re.

Costui chiede a Gesù la guarigione del figlio gravemente malato. Gesù sembra titubare. E’ uno straniero colui che chiede il miracolo. Dice anche che la gente vuole sempre vedere dei segni per potersi fidare di Dio.

Il segno importante che Gesù chiede a questo padre è la fede in lui. Se ti fidi di me tuo figlio è guarito. Il figlio è distante, non ci sono telefoni per chiamare. Il funzionario deve fidarsi e sperare nella parola di Gesù.

Essa è efficace e suo figlio vive e lui crede.

E’ importante per il credente fidarsi e affidarsi a Dio. Non è sempre facile. Anche noi, come la generazione contemporanea a Gesù, chiede un segno. La nostra fede è così debole che vogliamo sempre sapere che Dio ci è vicino, pensa a noi, ci aiuta.

La nostra fede deve crescere, maturare e diventare affidamento.

Chiediamo questo dono nella celebrazione del nostro patrono, il beato card. Andrea Carlo Ferrari. Lui che ha avuto fiducia in Dio nell’attraversare le prove della vita, aiuti e sostenga la nostra fragile fede.

In settimana :

Don Giuseppe

La Santa famiglia di Nazareth

Per domenica 29 Gennaio 2023 

FESTA DELLA FAMIGLIA “ A “ Lc. 2,22-33

Il tempo dell’Epifania continua la prossima domenica in famiglia. La Santa famiglia di Nazareth è il luogo in cui Gesù si manifesta Figlio di Dio.

Dalla Santa famiglia la manifestazione di Gesù si trasmette a Simeone il veggente che sa intravedere in quella famiglia la presenza divina. Facciamo qualche riflessione tratta dalla parola di Dio.

Il Siracide ci dice che ai famigliari deve essere riservato l’onore. Esso significa gratitudine, ascolto, consolazione, perdono, accompagnamento nel cammino di vita.

Che bello se ogni famiglia riuscisse a vivere così!

La lettera ai Colossesi ci propone una serie di atteggiamenti spirituali da vivere in famiglia. Quali sentimenti avere e coltivare nella vita famigliare? Tenerezza, bontà, docilità, sopportazione, perdono. Questo perché Gesù ha avuto questi sentimenti verso l’umanità.

Ciò che lega questi sentimenti è la carità cristiana. La parola di Dio deve guidare le scelte di vita famigliare.

Essa è la fonte dei valori e degli atteggiamenti da vivere.

Il vangelo di Luca ci propone alcune azioni della Santa Famiglia. Essa segue le tradizioni della legge ebraica: porta Gesù bambino al Tempio per presentarlo al Padre e per la purificazione di Maria.

E’ interessante riflettere sui fondamenti di vita di ogni famiglia. Quali sono i riti, le feste, le abitutidini importanti per la vita delle nostre famiglie?

La vicenda di Simeone è importante per la testimonianza che dà a questa famiglia. Consideriamo che ci sono persone che vedono la nostra vita famigliare dall’esterno e vedono quanto siamo testimoni per la loro vita. Impariamo ad essere esempi per tutti gli altri avendo coerenza nei nostri comportamenti e pensieri.

Un ulteriore pensiero ci viene dalla fine del brano. I genitori di Gesù si stupivano di quello che si diceva di loro e del bambino. Che bello se ogni membro della famiglia guardasse con stupore gli altri componenti, vedendo in essi i segni della presenza divina. Ognuno è capolavoro di Dio e il compito famigliare è aiutarsi a diventare adulti nella fede e nella vita.

In settimana :

Don Giuseppe

EUCARISTIA

Per domenica 22 Gennaio 2023 


III DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

Lc 9,10b-17


L’Epifania che la prossima domenica ci presenta è l’Eucaristia. Gesù si manifesta alle folle come il Pane che sfama la vera fame dell’uomo.

Anche nella prossima domenica il punto di partenza è la mancanza (di vino alle nozze di Cana, di cibo la prossima domenica).

Noi scopriamo il bisogno di cibo che è metafora del senso della nostra vita.

Di cosa abbiamo fame? Di cosa abbiamo bisogno? Ci accorgiamo di tante fragilità, debolezze che segnano la nostra vita e andiamo alla ricerca di qualcosa o qualcuno che sazi la nostra fame di senso.

La parola di Dio ci dice che il senso vero della vita è Gesù. Infatti davanti alle folle che lo cercavano Egli non le scaccia o le congeda come inopportune, le accoglie e parla loro. Dio ha attenzione all’umano. Chiede che anche noi ne abbiamo per il prossimo (date voi da mangiare a loro).

Questo fa scoprire le nostre fragilità, paure, indifferenze verso gli altri. Ma è necessario che noi facciamo la nostra parte come credenti.

Con questo miracolo Gesù ci fa capire che quando riconosciamo la nostra insufficienza Lui interviene e ci aiuta, come ha fatto a Cana. Non tiriamoci indietro dal donarci. Il cibo eucaristico ci aiuta e ci sostiene. Gesù ci dona la propria vita per questo motivo. Il dono di se agli altri è cos’ abbondante che ne avanza ancora, anche per coloro che sono fuori dalla nostra cerchia di amici.

In questa settimana siamo invitati a riflettere sul cammino sinodale della chiesa, stimolati dalle riflessioni del “ramo di mandorlo” e dall’adorazione ecumenica.

Sono occasioni per riscoprire il valore dell’Eucaristia come dono di Dio all’uomo e capire che senza l’impegno verso il prossimo è monca.

In settimana:

Don Giuseppe

Il tempo delle “Epifanie”

Per domenica 15 Gennaio 2023 


Abbiamo iniziato il tempo della quotidianità. E’ l’occasione per vivere i propositi, le emozioni, le idee che il Natale ci ha messo nel cuore.

Siamo aiutati, in questo cammino, dal tempo delle “Epifanie”. Sono le manifestazioni attraverso le quali Gesù si rivela Figlio di Dio alle genti, al popolo d’Israele, alle singole persone, a ciascuno di noi.

Non perdiamo l’occasione di lasciarci interpellare da Gesù.

La parola di Dio della prossima domenica ci propone il racconto delle “nozze di Cana”. Gesù si rivela agli sposi come il “vino buono”, ma anche come il Messia. Colui che è affidabile e a cui affidarsi.

Gesù fa grandi cose per chi si affida a Lui. Noi, che siamo l’acqua, possiamo diventare vino ottimo, se ci fidiamo di Lui. La mancanza di vino ci dice che abbiamo dimenticato Dio, lo abbiamo messo da parte, siamo indifferenti alla sua parola.

Dobbiamo diventare vino buono non rimanere acqua.

Gesù non vuole che noi diventiamo solo del vino. Ci vuole vino ottimo. Il vino qualunque da bancarella non gli interessa. Siamo così quando cerchiamo noi le soluzioni ai nostri problemi senza riferirci a Dio. Col suo aiuto diventiamo vino ottimo che stupisce noi e chi ci incontra.

Ciò vale per tutte le situazioni di vita ma soprattutto per le coppie. E’ importante cercare di essere sempre buon vino gli uni per gli altri, sapendo che a Cana Gesù ha compiuto il primo miracolo per gli sposi, altri ne seguiranno se ogni coppia avrà una riserva di vino buono (Gesù) nella propria cantina.

C’è ancora altro che questo brano evangelico ci suggerisce. Il vino buono rimanda all’Eucaristia. Qui noi incontriamo Dio che ha il potere di donarsi a noi per farci diventare ottimo vino cristiano.

Non perdiamo questa occasione.

In settimana ricordo che:

Don Giuseppe

BATTESIMO DI GESU’ 

Per domenica 8 Gennaio 2023 


In questa prima settimana dell’anno celebreremo due feste cristiane importanti: l’Epifania e il Battesimo di Gesù.

Entrambe ci fanno riflettere su come vivere il cammino cristiano appena iniziato quest’anno.

L’Epifania è chiamata anche “Manifestazione di Gesù alle genti”. I Magi, rappresentati con i diversi colori della pelle, rappresentano le razze allora conosciute.

L’episodio ( Mt2,1-14) ci ricorda il mistero del Natale da contemplare, come hanno fatti i Magi. Erano sapienti dell’Oriente, cercavano la Verità. I loro studi li condussero in Giudea.

Lo studio è importante anche per noi per cercare la Verità (Gesù). Scienza e fede possono collaborare.

Anche noi siamo cercatori della Verità? Cerchiamo ancora solo le piccole e parziali verità?

I Magi offrono doni preziosi e profetici della futura vita del Bambino Gesù. Anche noi siamo invitati ad offrire a Gesù il dono della nostra vita, delle nostre doti e capacità.

Tutto a servizio della Sua gloria.

Quanto siamo disposti a donare a Gesù e al prossimo (tutto) di noi stessi?

Conoscere meglio Gesù e noi stessi significa convertirsi, avere il coraggio di cambiare vita. I Magi se ne tornarono ai loro paesi per un’altra strada (iniziando una nuova vita).

Anche noi abbiamo capito cosa cambiare di noi per essere un dono migliore per gli altri?


La festa del Battesimo di Gesù conclude il tempo di Natale, ci fa ricordare il nostro Battesimo e le sue conseguenze.

Questo sacramento ci fa diventare figli di Dio. Ci da grande dignità umana e cristiana, ma ci da l’onere di testimoniare la fede che abbiamo ricevuto (veste bianca e candela accesa).

Il Crisma ci dice che siamo cristiani, apparteniamo a Cristo (l’Unto). Siamo stati lavati dai nostri peccati per mezzo della Pasqua di Gesù.


E’ importante ricordarci del nostro Battesimo e riflettere su come viverlo meglio in famiglia, in comunità, nell’ambiente di lavoro …

In settimana:


 Auguro a tutti un buon anno

Don Giuseppe