Le parole di Don Giuseppe - 2022

Qui vengono raccolti tutti gli interventi
di Don Giuseppe nell'anno 202
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CIRCONCISIONE DI GESU'

Per domenica 1 Gennaio 2023


La settimana di Natale appena iniziata si conclude con la Circoncisione di Gesù nell’ottavo giorno dalla nascita. Questo gesto significa l’ammissione del bambino nel popolo ebraico. In questa occasione riceveva anche ufficialmente il nome.

In questo giorno siamo invitati alla contemplazione del nato Bambino e a testimoniare ciò che questo nato ci ha suggerito. L’esempio ci viene dai pastori, come ci ricorda il Vangelo.

E’ il frutto del Natale. Perché esso non sia la festa di un momento ma un evento spirituale che lascia dei frutti.

Io cosa ho imparato dal Dio Bambino? Cosa chiede alla mia vita di credente?

Il Natale non è dunque finito. Inizia a chiederci conto delle promesse fatte, dei desideri e delle attese formulate nell’Avvento.

Meditiamo davanti ai nostri presepi il mistero di un Dio che si fa Bambino per noi.


In questi giorni si conclude un anno e ne inizia un altro. Oltre ai bilanci economici, politici, sociali … che stiamo sentendo e leggendo è opportuno fare anche un bilancio spirituale.

Cosa ha portato a me quest’anno? Che ricordi ho, anche spirituali?

Cosa chiedo a Dio e a me per il prossimo anno?

La liturgia ci parla di benedizione. Chiediamo che Dio possa dire bene di noi nel prossimo cammino che stiamo per iniziare. Noi cosa siamo disposti a mettere?

Noi chiediamo benedizione, ma dobbiamo anche diventare benedizione per noi, le nostre famiglie, la nostra comunità.

E’ l’augurio che rivolgo a tutti per il nuovo anno.


Ricordo:

  • Sabato 31 alle ore 18,00 Cena del Signore e canto del Te Deum di ringraziamento

  • Domenica 1 gennaio canto del Veni Creator alle messe delle ore 9,00 e 11,00 e distribuzione del santo patrono dell’anno.

  • Giovedì 5 alle ore 18,00 messa solenne della Vigilia dell’Epifania

  • Venerdì 6 solennità dell’Epifania. L’orario delle messe: ore 9,00 e 11,00.

  • Domenica 8 festa del Battesimo di Gesù.

Don Giuseppe

E’ NATALE

Per domenica 25 Dicembre


Vorrei rivolgere a tutti voi i migliori auguri di Natale con queste parole.


VIENI, SIGNORE GESU’
Dono dell’amore del Padre, Tu che col tuo sacrificio ci hai riscattato dal peccato e ci hai resi capaci di vivere nell’amore.


VIENI, SIGNORE GESU’
Che sei voluto nascere nel grembo e nel cuore di una donna, Maria tua e nostra Madre, nobilitando così il valore della maternità.


VIENI, SIGNORE GESU’

Che ci chiami, perché ci ami, a collaborare al tuo progetto: portare nell’oggi il tuo regno di amore, vivendo con fede la nostra vita anche nelle azioni più semplici ma grandi se vissute nell’amore.


VIENI, SIGNORE GESU’

Tu sei presente in mezzo a noi anche nel momento della tristezza, della sofferenza, del male, della violenza che tutto devasta per aiutarci tutti a credere nel tuo Amore, collaborando per un mondo di pace, di giustizia, di gioia- oggi, pur nelle traversie quotidiane, ma quest’oggi vissuto nell’amore mi apre ad un domani di gioia infinita nell’incontro col Padre!


“IO STO ALLA PORTA E BUSSO”

Maria aiutaci ad aprire la porta del cuore a Cristo che viene, accogliendolo con umiltà e con piena docilità alla sua parola, perché il Natale non passi invano come molte volte è accaduto, ma arricchisca il nostro cuore di gioia perché abbiamo incontrato il CRISTO!


Questi auguri sono stati presi da un prete della nostra diocesi, don Luigi Sacchi, che hai guidato il mio cammino vocazionale agli inizi.

Possano questi auguri aiutare la nostra fede in questo Natale.

Don Giuseppe

DIVINA MATERNITA’ DI MARIA

Per domenica 18 Dicembre


L’ultima domenica di Avvento ci parla del sì di Maria all’annuncio dell’Angelo.

E’ l’inizio del mistero dell’Incarnazione e della nostra salvezza.

Siamo invitati alla gioia questa domenica viene chiamata anche domenica della gioia.

Vicini alla festa del Natale termina anche il nostro cammino di conversione e di attesa. Siamo chiamati alla gioia perché l’incontro con Dio è vicino.

Ci lasciamo guidare dalla parola di Dio.

Il profeta Isaia (62,10-63,3b) annuncia per il popolo esiliato la venuta di un salvatore.

La liberazione dalla schiavitù babilonese sta per compiersi ad opera di Ciro. Questi viene identificato con il Messia atteso. Gerusalemme tornerà a splendere per la presenza del Messia.

La nostra città, la nostra parrocchia deve splendere per la presenza di Dio. Tutti dobbiamo gioire per la sua venuta.

Anche l’apostolo Paolo scrivendo ai Filippesi (4,4-9) invita credenti ad essere nella gioia. Il Signore è vicino, la sua venuta è imminente, ad essa ci dobbiamo preparare con le ultime conversioni.

Luca nel Vangelo ci parla degli atteggiamenti che Maria ha avuto per accoglierel’annuncio dell’Angelo. Facciamoli nostri.

Anzitutto non lasciamoci prendere da false modestie e umiltà che vogliono nascondere solo le nostre pigrizie. Maria è piena di grazia, anche noi lo siamo, dal giorno del nostro Battesimo. Lì abbiamo ricevuto tutto quello che ci serve per essere discepoli di Gesù.

Dio si aspettava il si di Maria per iniziare la redenzione dell’umanità questo era il compito di Maria. Anche da noi Dio si aspetta un si per il compito che ci ha affidato.

Sappiamo dirlo?

La parola di Dio è affidabile. Maria riceve come segno la gravidanza di Elisabetta.

Anche a noi Dio manda segni. Li sappiamo capire e interpretare?

Infine il sì di Maria deve trovare anche il nostro si. Quale sì Dio si aspetta da me?


In settimana:

  • martedì ore 21 la Lectio divina in santuario. E’ possibile seguirla anche online.

  • Domenica: durante le messe benedizione delle famiglie che non hanno ricevuto la visita e la benedizione natalizia.


Buona settimana


Don Giuseppe

IL PRECURSORE

Per domenica 11 Dicembre


La V domenica di avvento pone l’attenzione sulla figura di Giovanni Battista, il Precursore, colui che precede e prepara la al Messia, Gesù.

E’ una figura che abbiamo già incontrato nelle domeniche passate, nella prossima ci è chiesto di vederlo come il preparatore del Messia, attraverso il suo messaggio.

Come ci viene presentato?

Il profeta Michea parla di un messaggero che annuncerà al popolo la venuta di Dio.

Profetizza che sarà Betlemme il luogo della venuta di Dio.

Essa è preceduta da un messaggero il cui compito è preparare la strada.

Il popolo ha bisogno di purificazione forte. Le immagini usate sono tipiche di chi deve pulire a fondo i vestiti, del fonditore che attraverso il fuoco prepara oggetti preziosi e utili.

E’ una purificazione profonda e seria quella richiesta da Giovanni Battista. Come non pensare alla confessione di Natale? Deve essere preparata con cura e collocata in uno spazio e tempo adeguati.

Il profeta Michea ci invita a tornare a Dio perché Lui possa tornare a noi.

Il Vangelo ci riporta una parte del Prologo di Giovanni centrato sulla figura di Giovanni Battista.

Ci viene detto che fu anzitutto testimone e diede testimonianza a Lui (ha indirizzato i suoi discepoli a Gesù: Pietro, Andrea, Giacomo, Giovanni).

Giovanni Battista che Gesù è la luce per tutti noi. Tutti abbiamo bisogno della luce per vivere meglio.

Vedere Gesù come Luce significa andare verso Lui, essere attratti da Lui, vedere la realtà con gli occhi di Gesù.

Impariamo anche noi a guardare la nostra storia alla luce di Gesù. Assumiamo i suoi criteri di giudizio.

Apprezziamo la sua Incarnazione come il modo per esserci più vicino e solidale.

Per fare bene questo prepariamo con cura la confessione di Natale.


In settimana:

  • mercoledì ore 8,30 Messa in onore di S. Ambrogio
    ore 18,00 messa della vigilia dell’Immacolata

  • giovedì messa festive ore 9,00 e 11,00

  • venerdì ore 21 messa contemplativa in santuario

  • sabato ore 9,00 cammino sinodale di avvento

  • domenica ore 16,30 in chiesa in concerto della corale Amici e Voci.

Buona settimana


Don Giuseppe

L’Ingresso Del Messia

Per domenica 4 Dicembre


La IV domenica di avvento ambrosiano ci propone la lettura dell’ingresso solenne di Gesù in Gerusalemme. Questa lettura la facciamo anche nella domenica delle Palme.

Sappiamo che il senso di questa scelta è di farci riflettere sull’accoglienza che noi riserviamo a Gesù. Egli vuole entrare nelle nostre città, nelle nostre vite, ci chiede disponibilità a livello comunitario e personale.

La folla acclama l’arrivo di Gesù, riconosce in Lui il Messia, lo chiama “figlio di Davide”. Anche noi ogni anno a Natale sentiamo il bisogno di accogliere Gesù nella nostra vita.

Nela terza domenica di avvento ci siamo riconosciuti nei dubbi di Giovanni Battista, ora capiamo che fidarci di Gesù era giusto. Lui viene per tutti noi!

Cosa porta in dono? Di cosa abbiamo bisogno?

Isaia, nella prima lettura, ci parla di consolazione, aiuto spirituale. Gesù viene a portare tutto questo.

Apriamo, anzi spalanchiamo le porte delle nostre città, delle nostre case, del nostro cuore alla venuta di Gesù.

La lettera agli Ebrei ci dice che Gesù poteva incontrare l’umanità in molti modi, soprattutto gloriosi e stupefacenti, ha scelto invece di avere un corpo umano come il nostro così da capirci meglio e per condividere maggiormente la nostra vita.

Sia questa IV domenica capace di predisporre al meglio i nostri cuori. Il Natale si avvicina sempre più e noi sentiamo sempre più il bisogno di Dio.


In settimana ricordo:

  • giovedì mattina l’adorazione silenziosa dalle 9,00 alle 10,00.

  • Nel pomeriggio alle 15,30 presso il centro anziani di via Mazzini la catechesi mensile per la terza età.

  • Venerdì alle 21,00 presso il teatro di Oreno il terzo incontro sulla Eucaristia, quali frutti produce nella nostra vita. Relatore don Giuseppe Como.

  • Sabato le prime confessioni a Velasca per i bambini del terzo anno di catechesi.


Buona settimana a tutti voi

Don Giuseppe

Le Profezie Adempiute

Per domenica 27 Novembre


La terza domenica di Avvento ci presenta il tema delle profezie adempiute: Dio è fedele e mantiene le sue promesse.

Cosa ci suggerisce la parola di Dio riguardo al nostro tema.

Isaia, nella prima lettura (Is 35,1-10), dice chiaramente al popolo d’Israele che, nonostante il continuo peccato, Dio non si dimenticherà del popolo. Dopo averlo provato lo salverà, lo aiuterà. Questo perché Israele è un figlio caro.

Nella lettera ai Romani (11,25-36) Paolo ribadisce questa idea. Dio è misericordioso

e vuole tutti salvi. Anche il popolo ebraico che rifiutava Gesù e quindi la salvezza da Lui portata. Tutto serve a mostrare la misericordia divina.

Il Vangelo ci presenta la fine della vita di Giovanni Battista. E’ in carcere e sta per essere ucciso. Giovanni passa in rassegna la sua vita, soprattutto la sua missione di annunciatore del Messia.

La figura di Gesù, con il suo stile diverso la quello di Giovanni, lo manda in crisi. Si chiede se davvero Gesù è il Messia.

Gesù parlando di Giovanni dice che non ha sbagliato missione. Presenta agli ambasciatori non discorsi ma fatti.

Fa notare ai messaggeri che il suo operato è conforme alla Scrittura, al profeta Isaia:

i ciechi vedono, i sordi odono, i malati sono guariti, i poveri ascoltano il vangelo della liberazione.

Ma Gesù ci dice di più. Parlando ancora di Giovanni lo indica come un grande profeta che in prima persona ha vissuto il messaggio che annunciava. La conversione predicata voleva dire vivere in una nuova modalità, questo comportava anche la morte.

Gesù conferma la sua messianicità ed esalta la figura di Giovanni che lo ha preannunciato.

Noi cosa possiamo ricavare? Come per Giovanni e Gesù il compito che ci aspetta è diannunciare a tutti che il Vangelo è una buona notizia, concreta. Il nostro annuncio deve consistere in gesti che ci aiutano a vivere relazioni forti, consolanti, di solidarietà verso chi ha bisogno.

Così dimostreremo che il messaggio cristiano è vero per tutti ed è liberazione.


In settimana ricordo:

  • Venerdì alle ore 21 ad Oreno il secondo incontro sulla Eucaristia vista a partire dal suo contenuto. Relaziona don Pier Paolo Caspani-

  • Sabato al mattino ore 9,00 in chiesa il secondo incontro sul tema della sinodalità.

  • Alle ore 10,30 i genitori dei bambini da zero a sei anni si incontreranno con una operatrice del Consultorio per riflettere insieme sul tema della relazione di coppia e dl rapporto educativo verso i figli (il titolo completo si trova sul sito della nostra parrocchia).

Don Giuseppe

Figli del Regno

Per domenica 20 Novembre

La parola di Dio della seconda domenica di Avvento ha come tema “i figli del Regno”.

Il titolo dice chiaramente chi siamo e chi dobbiamo essere nella vita cristiana, perseverando fino alla fine.

Vediamo cosa ci dice la parola di Dio, soprattutto il Vangelo.

Luca introduce il brano con dei riferimenti storici. Ci vuole dire che il Vangelo, Gesù, la vita cristiana, l’annuncio sono incarnati nella vita, nella storia del mondo.

Il credente vive la sua storia presente. Deve imparare a leggerla e interpretarla. Ce lo diceva il vangelo della prima domenica di avvento.

L’attenzione si sposta poi sul messaggio di Giovanni Battista.

Ci viene detto che la parola di Dio scese su di lui. Ha ricevuto una rivelazione profetica. Non è un ciarlatano.

Cosa dice il profeta? Di convertirsi, cambiare vita. L’avvento è il tempo della conversione sincera. Ciò richiede un serio esame di coscienza. Cosa procede bene e cosa non va? In cosa devo migliorare?

La conversione non è generica, qualche bel proposito vago. Giovanni Battista era così coinvolgente che le folle andavano da lui per ascoltarlo e imparare. Tutti chiedevano: cosa dobbiamo fare per cambiare vita e migliorare?

Ad ogni categoria dava la risposta appropriata.

Anche noi poniamoci la domanda: cosa devo fare? Cerchiamo la risposta più adeguata alla nostra vita.

Non dimentichiamoci che tutto serve per farci incontrare Gesù.

In settimana ricordo:

  • martedì 15 la Lectio divina in santuario o online con don Cristiano Passoni.

  • Giovedì ore 21 in chiesa adorazione serale guidata.

  • Venerdì ad Oreno l’incontro liturgico con don Norberto Valli.

  • Sabato ore 9,00 in chiesa l’incontro-riflessione sul tema della sinodalità.

Don Giuseppe

Riscoprire il valore dell'Attesa

Per domenica 14 Ottobre

"LA VENUTA DEL SIGNORE"

Inizia il nuovo anno liturgico con il tempo di Avvento. Siamo invitati a riscoprire il valore dell’attesa e il desiderio di qualcosa o qualcuno più grande che deve venire.

E’ il tempo in cui chiederci dove sono dirette le nostre attese e i nostri desideri più veri. In sintesi dove sta andando il nostro cuore.

Se ci accorgiamo che la nostra vita non corrisponde al messaggio evangelico siamo invitati a convertirci.

L’avvento ci farà percorrere ogni settimana un tratto di cammino che, completato, ci porterà a vivere la gioia del Natale.

La parola di Dio oggi ci parla di una grande attesa che la terra spera di vedere realizzata. Nel mondo assistiamo a eventi terrificanti: calamità naturali sempre più frequenti e devastanti; guerre violente; persecuzioni contro i cristiani e i poveri.

Ogni essere veramente umano sente che queste situazioni negative vanno superate, perciò attende Qualcuno che possa dare speranza all’umanità smarrita e confusa.

Il cristiano sa che l’attesa è verso Gesù. Lui sarà il nostro faro nel mare della vita perché ha la pretesa di dare risposte chiare all’umanità.

L’Avvento ci veda desiderosi di mettere al centro delle nostre attese Gesù.

Ci aiuteranno in questo cammino alcune iniziative di preghiera.

Ogni mattina reciteremo le Lodi prima della Cena del Signore; le domeniche dei segni ci accompagneranno nella comprensione del mistero del Natale, soprattutto i ragazzi; gli adulti sono invitati i sabati mattina ad un momento di preghiera sulla sinodalità nella Chiesa; ci sarà la visita e la benedizione delle famiglie per il Natale.

Altre iniziative per ragazzi e adulti saranno presentate nelle prossime settimane.

Buon cammino di Avvento a tutti.

don Giuseppe

Approfondire il discorso missionario

Per domenica 30 Ottobre


“LA PARTECIPAZIONE DELLE GENTI ALLA SALVEZZA”


Il nostro cammino ecclesiale ci chiede di approfondire il discorso missionario.

Il messaggio che emerge dalla parola di Dio è la partecipazione delle genti alla salvezza. Detto altrimenti: Dio ci vuole salvi e fa di tutto per arrivare all’obiettivo.

Il profeta Isaia, attraverso questo bellissimo brano, ci parla della chiamata di tutti i popoli alla salvezza. Come la presenta? Un grande banchetto sul monte Sion (Gerusalemme città della pace). Mangiare insieme è sinonimo di comunione, solidarietà, familiarità. Questo dovrebbe essere anche per noi la partecipazione alla Cena del Signore.

Bella la conclusione. Quel Dio in cui abbiamo creduto e sperato ha mantenuto le sue promesse: ci ha salvato.

La lettera ai Romani ci parla di Abramo padre della fede. Cosa significa? Che ha sempre avuto fiducia in quel Dio che lo aveva chiamato da Ur. Anche nelle prove faticose della vita Abramo non ha perso la sua fiducia in Dio.

Sapeva che quel Dio che lo aveva chiamato aveva un progetto su di Lui ben chiaro.

Abramo doveva affidarsi.

Anche a noi è chiesto questo affidamento a Dio per dare senso alla nostra vita. Dio è fedele alle sue promesse.

Il Vangelo riprende la lettura di Isaia parlando del banchetto organizzato da questo re.

Ci poniamo qualche domanda?

Quali le nostre obiezioni per non vivere in pienezza la Cena del Signore e la chiamata a vivere da cristiani?

Chi sono quei poveri che il re invita al suo banchetto invece dei “bravi”? Ci sono persone o categorie che per noi sono impossibilitati alla salvezza? Perché? Cosa hanno di diverso o di meno rispetto a noi?

Il valore dell’abito da cerimonia richiama il nostro Battesimo e l’impegno cristiano che ne deriva. Siamo coerenti con il Battesimo ricevuto? Ci sono occasioni in cui togliamo l’abito battesimale? Perché?

Proviamo a riflettere su queste domande, ci aiutano a concretizzare il vangelo.


In settimana ricordo il terzo incontro ad Oreno per il ciclo di ottobre.


Don Giuseppe

Don Giuseppe

Il mandato missionario

Per domenica 23 Ottobre


I DOMENICA DOPO LA DEDICAZIONE


Il tema della prossima domenica è il mandato missionario. Infatti si celebrerà la giornata Missionaria mondiale.

La nostra Diocesi ha appena ospitato tra la fine di settembre e gli inizi di ottobre il “Festival della Missione”. Forse è passato inosservato, ma è stato un grande segno per molti.

Come sempre ci rivolgiamo alla parola di Dio per capire cosa ci dice della missione oggi.

Il Vangelo di Matteo ci porta al luogo dell’Ascensione. Qui Gesù comanda agli 11 di andare nel mondo allora conosciuto per annunciare Lui. Come? Battezzando, insegnando la parola di Dio. Tutto ciò perché i popoli diventassero discepoli di Gesù.

Colpisce l’imperativo con cui Gesù invia in missione: "andate". Questo ci ricorda che il dovere di uscire da noi e dai nostri piccoli gruppetti è un dovere morale.

Il cristiano non può che sentirsi parte di una “chiesa in uscita” che abbia con sé “l’odore delle pecore”.

Ci fa riflettere questo comando di Gesù perché smuove le nostre pigrizie, paure, abitudini, comodità per andare incontro ai nostri fratelli e sorelle.

Questo compito è duro, impegnativo, ma abbiamo la certezza che Gesù non ci abbandona: “io sono con voi tutti i giorni, sempre”.

Chi deve attuare questa missione? Tutti e qualcuno in particolare.

Il libro degli Atti degli Apostoli ci narra la chiamata missionaria di Barnaba e Saulo. Sono inviati a Seleucia e Cipro.

Anche gli altri hanno una chiamata e un compito importante: far conoscere Gesù ad Antiochia.

Tutti siamo invitati ad uscire e a sentire l’odore delle pecore, secondo quanto Dio ci ha chiesto.

Paolo scrivendo ai Romani, anni dopo, si dice pronto e onorato di servire Gesù nell’annuncio del Vangelo, soprattutto dove non è mai stato annunciato.

Ciascuno di noi trovi la sua strada missionaria per l’oggi.

In settimana ricordo:

  • Giovedì sera alle 21 l’Adorazione missionaria guidata.

  • Venerdì presso il teatro di Oreno la seconda serata del ciclo di ottobre con il giornalista Nello Scavo.

  • Domenica: giornata missionaria, guardare la locandina e il sito per le diverse iniziative.

Don Giuseppe

I diversi aspetti della vita
della Chiesa

Per domenica 16 Ottobre

DEDICAZIONE DELLA CHIESA CATTEDRALE DUOMO DI MILANO


La domenica che ci apprestiamo a vivere ci introduce nel terzo periodo del “tempo dopo la Pentecoste”.

In queste domeniche che ci porteranno all’Avvento noi pregheremo sui diversi aspetti della vita della Chiesa.

Essa ci viene presentata come l’attualizzazione, il prolungamento dell’opera di Gesù.

La parola di Dio ci suggerisce alcuni spunti interessanti per capire la Chiesa.

La prima lettura tratta dalla prima lettera di Pietro ci aiuta a capire queste cose.

Gesù è la pietra viva, rifiutata dagli uomini, e noi siamo pietre vive con Lui, chiamati a costruire un edificio spirituale.

Tale costruzione riguarda noi personalmente, ma anche la comunità dei credenti.

Gesù è il fondamento di tutti. Senza di Lui non siamo un edificio spirituale, ma una casa qualunque. In noi non inciampa nessuno perché nessuno ci considera, non siamo credibili per nessuno.

La chiesa senza Cristo non si regge. Noi siamo pietre vive grazie alla misericordia divina.

La lettera agli Ebrei ci ricorda che nel nome di Gesù siamo chiamati a lodare Dio e ad essere generosi e artefici di comunione tra i fratelli e sorelle.

Il Vangelo ci dice con altro linguaggio il messaggio di Pietro nella prima lettura. Luca mette sulla bocca di Gesù queste espressioni: voi siete alberi, dai vostri frutti si riconosce che tipo di alberi siete.

Come dare frutti buoni? Quali sono i frutti buoni che dobbiamo essere?

Anzitutto ascoltare la sua parola e compiere gesti di lode, carità e comunione tra gli uomini (come ci ha detto la lettera agli Ebrei).

Se faremo così avremo costruito una casa (vita, comunità) solida, forte contro tutte le tentazioni che insidiano la vita della comunità: invidie, gelosie, tradimenti, cattiverie …

Gesù non ci chiede di costruire una casa bella, ma costruirne una solida.

In settimana ricordo il rosario missionario in santuario alle ore 21 per tutta la comunità pastorale.


Venerdì 14 ad Oreno presso il Teatro il primo incontro del ciclo di ottobre.


Don Giuseppe

L’ospitalità

Per domenica 9 Ottobre

La VI domenica dopo il martirio ci propone il tema dell’ospitalità.

E’ una riflessione importante e attuale, anche oggi. La parola di Dio può aiutarci a pensare cristianamente l’ospitalità.

Il libro dei Re narra un episodio che vede protagonista il profeta Elia. E’ in fuga perché il re e la regina lo vogliono uccidere come lui ha ucciso i profeti di Baal. Teme per la sua vita.

Elia è scoraggiato e impaurito. Si rifugia presso un torrente e sopravvive. E’ ospite di Jahvè che gli dona cibo per rinvigorire il corpo e lo spirito.

Poi Jahvè lo invia in terra straniera per essere ospitato da una vedova. Elia si fa ospitare ma ricambia aiutando la vedova che viveva in povertà attraverso il miracolo della farina e dell’olio.

Chi è ospitato può fare del bene, non è solo una presunta minaccia. Elia aiuterà la vedova nella malattia mortale del figlio.

L’autore della lettera agli Ebrei invita espressamente i cristiani del suo tempo a

praticare l’ospitalità. Essa viene vista come una grazia che si riceve. Accenna a fatti

dell’Antico Testamento in cui personaggi famosi della storia di Israele nel praticare

l’ospitalità hanno accolto degli angeli, cioè dei messaggeri della volontà divina.

Chi pratica l’accoglienza riceve l’aiuto di Dio.

Il Vangelo ci parla di diversi tipi di ospitalità. La più importante riguarda l’accoglienza

di Gesù nella propria vita. Lo dobbiamo accogliere come Colui che da senso a tutte le

nostre attività e pensieri, soprattutto la carità.

Chi accoglie Gesù nella sua vita impara a ragionare e vivere come Lui. Così sa

riconoscere i suoi inviati, i profeti; sa accogliere le persone giuste (come ci ha detto il

vangelo della scorsa domenica); sa accogliere chi è bisognoso nel corpo e nello

spirito.

Chi farà tutto questo riceverà la ricompensa divina.

Impariamo allora l’arte dell’ospitalità.


Rinnovo l’invito all’aiuto materiale a favore della nostra parrocchia tramite il

bonifico bancario mensile, semestrale, annuale. Introdotto da don Michele come

risorsa importante. Potete trovare i dati necessari sul sito della parrocchia (bottone blu con scritto "Offerte e contributi").

Il grazie anticipato è doveroso ed è accompagnato dalla preghiera per ognuno.

Ricordo che:

  • giovedì 6 ottobre dalle ore 9,00 alle ore 10,00 ci sarà l’adorazione silenziosa e alle
    ore 18,00 la preparazione dei ragazzi e dei loro genitori al sacramento della Cresima.

  • Venerdì alle ore 21 in santuario sarà celebrata la messa contemplativa. Ad essa
    sono invitati tutti coloro che lo desiderano, ma soprattutto coloro che sono
    impegnati in parrocchia a vario titolo.

  • Sabato ore 17,00 amministrazione del sacramento della Cresima. Non sarà celebrata
    la messa della vigilia.

Una buona settimana a tutti

Don Giuseppe

Iniziare il cammino quotidiano

Per domenica 2 Ottobre


Abbiamo terminato bene la nostra festa patronale, ora siamo pronti ad iniziare il cammino quotidiano.

Qualche riflessione che offro a tutti sulla festa appena vissuta, in attesa anche delle vostre riflessioni.

Vorrei che per il prossimo anno riflettessimo sulla struttura della festa. Va sicuramente arricchita la parte ludica. Vanno calibrate meglio le due Messe solenni della vigilia e del giorno. Confermato il momento di preghiera in settimana sulla figura dei martiri e le confessioni.

Ho sentito parole di apprezzamento per il rinfresco dopo la Messa solenne invece del pranzo. Il rinfresco ha offerto più opportunità di dialogo, incontro, conoscenza. La scelta è certamente più pastorale.

Bene anche la festa dell’oratorio al pomeriggio con giochi e presenza delle famiglie. Chissà che qualcuno decida di impegnarsi nell’oratorio per il bene dei nostri ragazzi.

San Maurizio continui a benedirci.

Mettiamoci ora in ascolto della parola di Dio.

Il tema proposto è quello della giustizia. Cosa significa essere giusti secondo la parola di Dio? Vivere guidati da Dio.

Isaia nella prima lettura ci parla dell’agire umano guidato dai comandi divini. Così si è giusti.

Inoltre ci ricorda che nessuno deve essere escluso dalla comunità, neanche quelle persone che si ritengono o sono ritenute inutili (eunuchi).

Soprattutto nessuno deve essere escluso dalla casa del Signore e dalla Cena del Signore. Essa è casa di preghiera per tutti i popoli.

Paolo, scrivendo ai Romani, parla di accoglienza vera, reciproca tra fratelli e sorelle nella fede. Come ha fatto Gesù così devono fare anche i suoi discepoli.

Nel Vangelo Gesù ci propone tante situazioni umane in cui ragionare secondo Dio e non secondo il mondo.

Cosa ci dice:

Amate i vostri nemici e fate loro del bene, pregate per loro.

Mi chiedo e vi chiedo. Chi sono le persone della mia comunità che io escludo dalla mia vita e dalle mie preghiere? Cosa faccio per essere accogliente verso tutti? Perché mi comporto così, sapendo di non essere evangelico?

Non posso dire: io non ce la faccio. E’ una scusa. Cosa devo fare allora concretamente?

Ci viene detto poi di non creare piccoli gruppi chiusi a tutti e pronti a giudicare, condannare, escludere, calunniare altri fratelli e sorelle. Non è cristiano questo comportamento. Così agiscono anche coloro che non credono, ma noi ci diciamo credenti cristiani.

Gesù ci chiede poi di essere misericordiosi e capaci di perdonare. Questo è il vertice dell’amore cristiano. Su queste affermazioni siamo chiamati tutti a fare il nostro esame di coscienza.

Ritengo che questa parola di Dio ci mandi giustamente in crisi. Non ci dobbiamo scoraggiare, ma alimentare il nostro impegno personale e comunitario per essere come Gesù ci vuole.

In settimana ricordo il pellegrinaggio alla Madonna del Bosco di giovedì 29 settembre. Iscrizioni in segreteria entro martedì 27 settembre.

Don Giuseppe

Comunità gioiosa nell'incontrarsi

Per domenica 25 Settembre

IV DOMENICA DOPO IL MARTIRIO

DI GIOVANNI BATTISTA “C”

La prossima domenica la nostra parrocchia festeggia il suo patrono san Maurizio.

Fare festa significa sentirsi contenti di appartenere ad una comunità, felici di partecipare alle sue iniziative, sentirsi corresponsabili e collaboratori della sua vita ordinaria.

Questo è ciò che dobbiamo vivere sabato e domenica. La fiaccolata votiva, il pallone del martire bruciato con le nostre intenzioni di preghiera, il ricordo dei defunti e domenica l’aperitivo per tutti, i giochi per la festa dell’oratorio nel pomeriggio.

Esserci per incontrarci, conoscerci, partecipare dando il proprio aiuto. Dobbiamo essere una comunità partecipe, gioiosa nell’incontrarsi e costruire insieme il proprio futuro.

La parola di domenica prossima ci aiuta a vivere questo proposito ricordandoci l’origine di questo impegno: l’Eucaristia.

Gesù nel vangelo, dopo aver moltiplicato i pani e i pesci, spiega il vero significato di quel pane. E’ Lui disceso dal cielo per diventare nostro cibo e darci la salvezza, la vita eterna.

Ci fa riflettere sul valore del “fare” la comunione quando partecipiamo alla Cena del Signore. Certo bisogna essere pronti con la confessione, ma anche consapevoli del significato per la nostra vita spirituale. Se non ti nutri non reggi la fatica del lavoro quotidiano, se non ricevi il Corpo e Sangue di Gesù non stai in piedi spiritualmente.

Nell’Eucaristia Gesù ci assimila a Lui affinchè pensiamo, agiamo, sentiamo come Lui.

La stessa idea la propone Paolo scrivendo ai Corinzi. Dobbiamo capire bene il valore della partecipazione alla Cena del Signore per non farla diventare una rappresentazione idolatra.

Il libro dei Proverbi ci dice che la Sapienza personificata (Dio) vuole imbandire un grande banchetto per mangiare con la Sapienza e mangiare la stessa così si diventa saggi.

Ci aiutino questi pensieri a prepararci alla nostra festa.

In settimana ricordo:

  • Giovedì alle 18,00 nella chiesa di san Maurizio un momento di preghiera.

  • Sabato ore 18,00 messa per i defunti dell’anno e fiaccolata votiva con gli scout.

  • Domenica ore 11,00 messa solenne, a seguire aperitivo per tutti e giochi all’oratorio.

Sono aperte le iscrizioni per il pellegrinaggio della terza età al santuario della Madonna del Bosco del prossimo 29 settembre, le iscrizioni in segreteria.

Don Giuseppe

Egli ha dato testimonianza alla Verità

Per domenica 18 Settembre


III DOMENICA DOPO IL MARTIRIO

DI GIOVANNI BATTISTA “C”


In questa domenica Gesù parla di sé stesso come dell’Inviato dal Padre. Giovanni Battista ne aveva dato testimonianza, ma soprattutto il Padre celeste da testimonianza al Figlio. Come?

Ce lo dicono le letture della prossima domenica.

Il profeta Isaia parla di Jahvè come di un Padre che è stato offeso, molestato dai peccati, dalla disubbidienza dell’uomo. Per questo il popolo si trova in esilio. Jahvè perdona il peccato del popolo. E’ pronto a far ritornare Israele dall’esilio e iniziare una nuova storia di alleanza e amore. L’uomo deve capire l’agire divino. Esso vuole la salvezza non la condanna.

La lettera agli Ebrei ci dice che Gesù, di cui danno testimonianza Giovanni e il Padre, è Colui che da origine alla nostra fede, in Lui siamo stati battezzati e perdonati, e la porta alla sua pienezza, completezza. I sacramenti della Cresima, del Matrimonio, dell’Ordine ci aiutano a vivere da credenti le nostre vocazioni. Ogni chiamata umana trova in Gesù la sua origine e la sua piena realizzazione.

In questa visuale siamo chiamati a dare significato alle fatiche che la vita ci presenta.

Guardare Gesù e imparare da Lui significa vedere e capire il senso delle sue parole e dei suoi gesti.

Chi gli rende testimonianza lo fa sulla base di questi atteggiamenti. Noi sappiamo dare testimonianza a Gesù partendo dalle parole, dai gesti, dai sentimenti che ha messo nei nostri cuori?

Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno partecipato all’assemblea parrocchiale di domenica 11.

Una bella esperienza sinodale per molti, servita a conoscersi e a cercare di lavorare insieme coordinando l’attività dei gruppi.

Tutto si può migliorare ma era importante iniziare un cammino.

Questo momento sarà un appuntamento fisso annuale e lo imposteremo dopo la verifica di giugno.

In settimana ricordo l’Adorazione guidata della sera alle ore 21,00. Seguiremo il vangelo di Luca.

Don Giuseppe

Riprendiamo il cammino pastorale

Per domenica 11 Settembre

II SECONDA DOMENICA DOPO IL MARTIRIO

DI GIOVANNI BATTISTA “C”


Riprendiamo il cammino pastorale dopo il periodo estivo.

Ci rivolgiamo alla parola di Dio per ricominciare nel modo migliore il nuovo anno pastorale.

In questo tempo liturgico la nostra attenzione si rivolge a Gesù, Colui che porta a compimento le attese, le speranze, i desideri dell’antico popolo ebraico.

Domenica scorsa abbiamo detto che la prima parola che Gesù pronuncia all’inizio del suo ministero è “convertitevi”.

Oggi ci esorta ad andare a “lavorare” nella sua vigna che è la chiesa universale, ma anche la nostra comunità parrocchiale e pastorale. E’ il frutto della nostra conversione questo!

L’invito di Gesù attende una risposta, anche la nostra.

Già Isaia nella prima lettura parlava del Regno di Israele come del luogo in cui gli ebrei avrebbero dovuto impegnarsi per costruire una comunità che fosse del Signore; capace di osservare le sue leggi ed essere luce per tutti i popoli.

Il commento del profeta è laconico: Jahvè ci ha invitati, ma noi non abbiamo risposto.

Cosa penserà di noi Jahvè? Come ci giudicherà si chiede il profeta.

Gesù nel Vangelo riprende questo pensiero mediante la parabola dei due figli invitati dal padre ad andare a lavorare nella sua vigna. Solo uno dei due ci andrà accogliendo l’invito.

Il commento di Gesù è laconico: quanto è difficile impegnarsi per la propria comunità. Troviamo sempre tante scuse per non far nulla o poco.

A volte ci stupiamo che persone che noi abbiamo emarginato o non considerato nel dovuto modo sono più pronti di altri ad impegnarsi per la comunità. Queste persone sono delle ricchezze non casi da guardare con sospetto. Dobbiamo saper accogliere tutti. Gesù mette davanti a tutti nel Paradiso proprio quelle figure, categorie … che noi giudichiamo lontani. Questo perché le vede obbedienti al suo invito.

All’inizio di un cammino dobbiamo prometterci impegno per accogliere chi si avvicina alla nostra comunità.

Chiediamoci: cosa si attende il Signore da me all’inizio di questo anno pastorale?

Domenica ringrazieremo Dio per il dono della vocazione di Andrea, ammesso tra i candidati al diaconato e al presbiterato. Il segno dell’abito da prete che vestirà dice l’impegno a percorrere l’ultimo tratto del cammino verso il sacerdozio.

Inizieremo l’anno scolastico con la benedizione del materiale scolastico affidando i nostri studenti alla Sapienza divina.

Nel pomeriggio con l’assemblea parrocchiale cercheremo di darci uno stile pastorale nuovo per accoglierci tutti.

Don Giuseppe

Corpus Domini

Per domenica 17 Giugno

CORPUS DOMINI “C”

La festa del Corpus Domini chiude l’anno pastorale. Anche per noi è così. Riprenderemo a settembre le nostre semplici riflessioni sulla parola di Dio della domenica.

L'attenzione va all'Eucaristia in questa settimana. Avremo due momenti importanti e complementari tra loro: l’adorazione continua personale o guidata nella giornata di giovedì e la Processione col Santissimo domenica sera. Partirà dalla nostra chiesa card Ferrari per arrivare in santuario.

Queste sono occasioni importanti per riflettere sull’Eucaristia come presenza di Gesù tra noi e sulla Cena del Signore come incontro settimanale tra i fratelli e sorelle e con Dio.

Essere comunità cristiana significa vivere la carità fraterna a partire dall’Eucaristia.

Qui Gesù ci ricorda che ha donato la vita per noi, anche noi lo dobbiamo fare per tutti i fratelli e sorelle che incontriamo. Abbiamo tutti ancora molto da imparare nel vivere così le relazioni in famiglia, in parrocchia, nei gruppi cui apparteniamo. Prevale l’egoismo, l’invidia, la gelosia, il desiderio di primeggiare, il potere sugli altri, il protagonismo.

Ecco allora l’occasione per riflettere come Gesù intende la comunità dei suoi discepoli.

Ci soffermiamo sul brano evangelico: la moltiplicazione dei pani e dei pesci secondo san Luca.

Ecco alcuni spunti di riflessione:

  • Gesù stava insegnando alle folle. Abbiamo bisogno di imparare, sempre, anche nella fede.

  • La gente sente fame, dopo aver ascoltato Gesù.

  • Gesù vuole sfamarli ma vuole anche la nostra collaborazione. Per costruire una comunità cristiana, una famiglia cristiana non basta la sola grazia divina, ci vuole la partecipazione umana.

  • I cinque pani e i due pesci sono poca cosa, ma è quello che umanamente possiamo dare come nostro contributo a Gesù.

  • Su questa povertà umana Gesù costruisce l’abbondanza di cibo che soddisfa la nostra voglia di conoscenza di Lui e anche delle relazioni che tra noi costruiamo.

Rimaniamo nell’amore divino e pensiamo a come mettere in comune i nostri talenti per edificare la comunità.

In settimana ricordo:

  • Martedì 14 la commissione territoriale per programmare il prossimo anno pastorale.

  • Mercoledì 15 alle ore 19,30 esposizione eucaristica e adorazione continua.

  • Giovedì 16: festa del Corpus Domini, adorazione continua durante la giornata e Cena del Signore alle 20,30.

  • Sabato 18 in Piazza Duomo a Milano incontro mondiale delle famiglie con il nostro vescovo Mario in occasione dell’incontro mondiale delle famiglie.

  • Domenica 19 alle 21 la Processione Eucaristica che partirà dalla chiesa card Ferrari per approdare al Santuario.

Auguro a tutti voi una felice estate e raccomando a tutti la Cena del Signore, anche nei luoghi di villeggiature e qualche buona lettura anche spirituale

Buona vacanza a tutti.

Don Giuseppe

Trinità e talenti

Per domenica 12 Giugno


La festa della Trinità ci porta nel cuore del mistero divino.

Trinità significa riconoscere che il Dio in cui crediamo si rende manifesto a noi in tre persone.

Esse hanno in comune la natura divina e sono distinte come persone tra loro, così come noi umani abbiamo in comune la natura umana e ognuno di noi è unico e irripetibile.

Certamente c’è una vita tra le tre persone. Essa si fonda sull’amore reciproco.

Questa vita è un insegnamento e una riflessione a vivere la nostra vita come relazione d’amore con Dio e i fratelli.

Noi ora vogliamo capire come il mistero della Trinità ci interpella. Come Dio viene a noi e ci accompagna nella vita.

Leggiamo la parola di Dio.

Il libro della Genesi ci racconta l’episodio dell’incontro dei tre angeli con Abramo alle querce di Mamre.

Dio si avvicina all’uomo, viene ospitato dall’uomo e messo a proprio agio. L’uomo è chiamato ad accogliere Dio e a dargli un posto importante nella propria vita.

Con questo atteggiamento Dio si espone verso l’uomo. Promette aiuto e vicinanza. Il figlio Isacco sarà per Abramo il figlio della promessa mantenuta da parte di Dio.

Nella lettera ai Corinzi Paolo ci ricorda l’origine dei nostri carismi o talenti. Tutto viene da Dio mediante lo Spirito santo.

Ogni carisma esiste per costruire l’unità della chiesa, della comunità cui apparteniamo. Tutto deve concorrere all’unità. E’ il testamento di Gesù sulla croce che anche la festa di Pentecoste ci ha appena detto.

Il Vangelo ci presenta il mistero della Trinità come comunità d’amore. Per il cristiano vivere l’amore reciproco è un comandamento non una possibilità, un'opzione tra tante.

Sappiamo per esperienza che non è facile vivere così. Ecco perché abbiamo bisogno dello Spirito che agisca in noi e ci aiuti a conoscere tutta la verità del mistero divino e umano.

Buona festa a tutti.

In settimana:

· 10 venerdì: ore 21 in chiesa concerto d’organo

· 11 sabato: ore 18,00 messa della vigilia della Trinità e mandato agli educatori e animatori del Grest.

· 12 domenica: ore 16,00 Battesimi

· 13 lunedì nel pomeriggio inizio del Grest.

Don Giuseppe

Pentecoste

Per domenica 5 Giugno


La festa in onore dello Spirito Santo conclude il tempo di Pasqua e ci lascia il compito di testimoniare il crocifisso risorto al mondo.

Questa festa inaugura il tempo della Chiesa, il nostro tempo.

Riflettiamo su questo compito che ci attende, guidati dalla parola di Dio.

Il libro degli Atti ci racconta l’episodio della discesa dello Spirito sugli Apostoli.

Tanti elementi che richiamano l’Antico Testamento. Esso viene completato dall’azione dello Spirito.

Il terremoto, il vento forte, le lingue di fuoco ci rimandano al libro dell’Esodo e precisamente quando Mosè riceve le tavole della legge sul monte Sinai.

Ora c’è una nuova legge, quella dello Spirito.

I comandamenti non sono superati, ma perfezionati dall’amore, come ci dice il Vangelo di oggi.

Parlare lingue diverse ci ricorda l’universalità dell’annuncio. Al contrario di Babele qui le lingue diverse servono all’annuncio del crocefisso risorto.

Infine il coraggio degli Apostoli ci dice che lo Spirito è fortezza interiore per ogni credente. Ci fa vincere paure, pigrizie, abitudini sbagliate, basta ascoltarlo.

La lettera ai Corinzi ci dice che nella Chiesa, comunità di credenti, ognuno ha il proprio carisma da esercitare. Ciò è frutto dello Spirito. Ci ricordiamo la parabola dei talenti. Essi vanno vissuti, pena non collaborare e non credere allo Spirito.

Lo scopo del possedere diversi doni o carismi è per il bene della Chiesa, della comunità cristiana, non per il bene personale, per la superbia, l’orgoglio. Tutti siamo abilitati e utili a costruire la Chiesa in cui viviamo. Il Battesimo ci dice che questo è il dovere del cristiano. Pentecoste ci fa partire da qui.

Il Vangelo ci dice che lo Spirito costruisce la Chiesa nell’amore. Tutto ciò che lo Spirito ci dona deve diventare amore cristiano, carità vicendevole. Come ha fatto Gesù che ha dato la sua vita per tutti noi.

Tante altre riflessioni possiamo farle personalmente.


In settimana ricordo:

lunedì 30 maggio: ore 20,45 presso la chiesetta di S. Maurizio recita del rosario.

Martedì 31 maggio: ore 21 processione e rosario partendo dal ponte di san Rocco e arrivando in santuario.

Giovedì 2 giugno: ore 9,00-10,00 adorazione eucaristica silenziosa.

Venerdì 3 giugno: ore 21 in santuario santa messa contemplativa.

Domenica 5 giugno: festa di Pentecoste.

Ore 18,00 Cena del Signore con professione di fede.

Don Giuseppe

Ascensione

Per domenica 29 Maggio


La festa dell’Ascensione, che celebreremo giovedì e poi domenica, ci aiuta a capire il mistero pasquale.

Gli evangelisti la presentano in modo diverso. Chi parla dell’Ascensione dopo quaranta giorni dalla resurrezione; chi nello stesso giorno della Pasqua. A noi interessa cogliere il valore profondo di questa festa. Essa celebra il ritorno definitivo di Gesù al Padre nel paradiso.

A noi cosa insegna questa festa?

Il Vangelo ci ricorda che il tempo pasquale è l’occasione per eccellenza per conoscere il Crocifisso Risorto. Gesù appare ma non è riconosciuto subito. Ci vuole uno sguardo nuovo per incontrare una persona diventata nuova con la resurrezione. La Pasqua ci deve aiutare a compiere questo passaggio.

Gesù si fa riconoscere nel mangiare con gli Apostoli (è il richiamo all’Eucaristia) e nel farsi conoscere mediante le Scritture.

Anche a noi rimangono questi strumenti per conoscere meglio il Messia. Guidati dallo Spirito possiamo arrivare al Gesù risorto.

La prima lettura ci dice anche questo. Non basta che Gesù sia tornato al Padre perché quella è la sua casa. Noi abbiamo il compito di testimoniarlo.

L’invito a non guardare continuamente il cielo ci dice che dobbiamo avere un’altra visione di Dio. Non più Colui che ci risolve i problemi perché è qui con noi fisicamente, ma dobbiamo capire che ora tutto è affidato a noi.

Guardiamo la terra e ciò che bisogna fare su di essa per renderla migliore, iniziando dalla nostra città, quartiere, caseggiato, famiglia ….

Ora è il nostro compito di testimoniare il risorto.

Che lo Spirito ci aiuti a svolgere il nostro compito al meglio.

In settimana ricordo:

  • Mercoledì ore 20,45: rosario in via Motta 44

  • Giovedì ore 20,30: messa dell’Ascensione
    E ‘ sospesa la messa delle 8,30.

  • Venerdì ore 21: in santuario santo rosario guidato da san Maurizio.

  • Sabato ore 16,30: secondo turno della Messa di Prima Comunione
    E’ sospesa la messa delle 18,00.

  • Lunedì 30: ore 20,45: concluderemo il mese di maggio presso la chiesa di S. Maurizio.

  • Martedì 31 alle ore 21: in santuario processione in conclusione del mese di maggio per la Comunità Pastorale.

Don Giuseppe

Diventare testimoni del risorto

Per domenica 22 Maggio


Il tempo di Pasqua ci chiede di diventare testimoni del risorto.

Come? Non è sempre facile, soprattutto se vediamo le vicende degli apostoli e dei santi.

Si corre il rischio dell’umiliazione, del rifiuto, dell’indifferenza, della persecuzione …

Quindi il credente cosa deve fare di fronte a questa prospettiva?

Il libro degli Atti ci racconta la testimonianza di Paolo di fronte ai giudei. Egli ripercorre la sua storia e ne scopre i punti salienti.

Forse anche noi, guardando la nostra storia di fede, possiamo capire i doni di grazia che Dio ci ha fatto. Questi sostengono il nostro cammino, sono punti di forza per noi.

Vediamo qualche frase interessante che ci aiuta a riflettere.

Paolo dice: “chi sei Tu?” E’ la volontà di cercare la Verità, il senso della vita.

Non dobbiamo mai dare per scontata la nostra fede. Va sempre alimentata.

Un’altra domanda: “cosa devo fare?” Signore a cosa mi stai chiamando? Come posso e devo testimoniarti nella mia vita quotidiana?

Ancora: “torna a vedere”. Togli le tenebre, il buio dai tuoi occhi e dalla tua mente. Guarda in modo nuovo la vita che hai intorno.

Guarda con occhi nuovi chi ti sta vicino. Vedrai persone nuove, se ti metti alla scuola di Gesù.

Infine: “ti manderò lontano”. Il Signore ci farà capire cosa vuole da noi. Ci indicherà cosa ci ha riservato nella sua Chiesa.

Nel Vangelo il discorso di Gesù ci porta a capire che la testimonianza nel suo nome non è facile. Comporta fatica e rifiuto. Il mondo si rallegrerà quando sarete perseguitati e oltraggiati.

A noi Gesù chiede la perseveranza nel suo nome. Allora la nostra fatica si cambierà in gioia. Vedremo spuntare fiori da ciò che abbiamo seminato. Tutto questo non per la nostra bravura ma per il dono dello Spirito che ci sarà donato.

Avviciniamoci alle grandi feste che concludono il tempo di Pasqua e chiediamo il dono dello Spirito per tutti noi.

In settimana ricordo:

Lunedì rosario in chiesa alle 20,45

Mercoledì rosario in via Passirano 7

Martedì ore 21,00 lectio divina in santuario, anche on line.

Giovedì ore 21 adorazione serale guidata

Sabato 16,30 Messa di Prima Comunione

E’ sospesa la messa delle 18,00

Domenica ore 16,00 incontro genitori e figli dei bambini battezzati negli ultimi 5 anni.

Don Giuseppe

Come essere
vera comunità cristiana?

Per domenica 15 Maggio


La quinta domenica di Pasqua ci propone riflessioni importanti sulla comunità cristiana.

Come essere vera comunità cristiana? Cosa fare come comunità e cosa fare come singole persone per edificarla?

Tanti spunti di riflessione. Li accenno perché poi ciascuno possa approfondire ciò che più lo riguarda.

Il libro degli Atti ci presenta l’immagine ideale della comunità cristiana. Più che realtà è una meta da raggiungere. Allora come oggi.

Cosa deve fare una comunità perché possa dirsi cristiana, evangelica?

“Avere un cuore solo e un’anima sola”. Cioè avere un progetto da realizzare, un cammino da compiere e voler camminare tutti nella medesima direzione.

Altro aspetto è la condivisione dei beni, la solidarietà. Chi più possiede è invitato a condividerlo. Non solo i beni materiali, ma anche quelli spirituali: energie, capacità, tempo …

Solo così si gode la stima degli “altri” che non credono.

In queste cose tutti abbiamo da imparare e da fare. Gli altri, tutti gli altri, sono una risorsa non un ostacolo. Fino a quando non capiamo questo siamo lontani dall’ideale di comunità che gli Atti ci propongono.

Paolo nella Lettera ai Corinzi ci esorta a prendere il largo nella vita cristiana, a volare alto. Ci dice “aspirate ai carismi più alti”, cioè, non accontentatevi di vivacchiare ma puntate in alto, anche spiritualmente. La carità, che ci descrive, è la strada per volare alto.

La carità che ci fa riflettere è quella che Paolo ci descrive, non gli arrangiamenti che noi spesso ci mettiamo in mente.

Nel Vangelo Gesù ci esorta ancora all’amore reciproco. Sembra proprio che il modo migliore per vivere la Pasqua sia quello di amarsi.

Amore verso Dio e i fratelli, sempre.

Anche qui Gesù ci dice il modo di amare. Non come voglio io, mi piace, me la sento, ma come Gesù ha amato. L’importante è il come. non ci lascia scampo. Essere suoi discepoli significa imitarlo nel modo di amare.

Riflettiamoci in questa settimana.

Ricordo gli appuntamenti settimanali:

ogni lunedì sera alle 20.45 in chiesa la recita del rosario.

Ogni mercoledì sera alle 20.45 recita del rosario nei cortili.

Iscriviamoci al pellegrinaggio serale a Caravaggio del 23 maggio. E’ un momento bello di preghiera e di comunità.

Don Giuseppe

GIORNATA MONDIALE DELLE VOCAZIONI
DI SPECIALE CONSACRAZIONE

Per domenica 8 Maggio

Oggi la Chiesa celebra la domenica del Buon (Bel) Pastore ed è la domenica di preghiera per le vocazioni di speciale consacrazione (preti, suore, monaci, religiosi/e).

E’ un invito grande a pregare per queste persone, molte, ne conosciamo e sappiamo quanto siano importanti e preziose per la nostra vita umana e cristiana.

Cosa ci dice la parola di Dio al riguardo? Quale è lo stile del Buon Pastore oggi?

Il libro degli Atti ci racconta di Paolo a cui viene predetta la prigionia e le catene. La sua risposta è la disponibilità a soffrire e morire per Gesù.

Quando Paolo ha capito chi era il Crocefisso risorto si è innamorato di Lui al punto di essere disposto a morire per Gesù.

La stessa cosa ci dirà il Vangelo riguardo all’amore di Gesù per l’umanità.

Nella seconda lettura Paolo, prigioniero, vede che la sua situazione non provoca solo disprezzo, indifferenza, vergogna, paura ma parresìa (fortezza) nel vivere la fede.

Tanti credenti vedendo le catene di Paolo erano incoraggiati nella loro testimonianza al Vangelo.

Riflettiamo anche noi sul valore della visibilità della nostra fede. Tante persone ci guardano e valutano la nostra fede dai nostri comportamenti e pensieri.

Pensiamoci e stiamo attenti alle parole e ai gesti che compiamo. Rappresentiamo sempre l’immagine della Chiesa.

Il Vangelo ci da alcuni suggerimenti sullo stile del Pastore, ma anche del credente.

Anzitutto siamo amati da Gesù e dal Padre da sempre cioè dal Battesimo.

Il sacramento ricevuto ci chiede di decidere di rimanere nell’amore di Gesù. E’ una scelta che dobbiamo compiere quotidianamente.

Siamo già nell’amore di Dio, dobbiamo restarci.

Ciò significa osservare la parola di Dio guida alla nostra vita.

Gesù ci comanda una cosa sola: l’amore per Dio e il prossimo. Su questa base va costruita la nostra vita cristiana.

Amare significa dare la vita, come Gesù, come Paolo. E noi? Cosa siamo disposti a dare a Gesù? Quanto del nostro tempo, energie, capacità? Con lo stile del servizio e dell’umiltà!!!

Gesù ci dice che chi agisce così porterà molto frutto nella testimonianza cristiana.

Ci ha scelti Lui, ci chiama amici, prega Lui per la nostra fede. Siamo in una botte di ferro!

Buona settimana a tutti.


In settimana ricordo:

  • Tutti i lunedì sera in chiesa la recita del rosario alle 20,45.

  • Tuti i mercoledì nei cortili o condomini alle 20,45 la recita del rosario. Questo mercoledì saremo alla Casa di Chiara.

  • Giovedì dalle 9,00 alle 10,00 l’adorazione silenziosa.

  • Venerdì è il primo del mese e alla sera alle ore 21,00 in Santuario la Messa Contemplativa.

  • Domenica prossima è la Festa della Mamma e celebreremo i Battesimi.

Don Giuseppe

Il tema proposto
è quello della testimonianza

Per domenica 1 Maggio

Il cammino pasquale ci chiede di imparare a leggere la nostra vita alla luce del crocifisso risorto. Non è compito facile per chi pensa che la vita consista nel vivere tranquillamente e serenamente senza alcun tipo di difficoltà.

Sappiamo bene che la vita è fatta di gioie e dolori. Impariamo a leggere tutto con gli occhi della Pasqua.

La parola di Dio ci aiuta in questo compito. Il tema proposto è quello della testimonianza. Come annunciare il crocifisso risorto chiave di lettura della nostra vita cristiana?

Gli Atti degli Apostoli ci raccontano l’impatto di Paolo con la comunità ebraica di Roma. Egli cerca di spiegare loro il senso delle Scritture lette alla luce di Gesù morto e risorto. Non è impresa semplice accettare questa logica. Noi, come gli ebrei del tempo, preferiamo un Gesù che predica e compie miracoli, non un Gesù che deve morire per poi risorgere.

Usciamo da questa logica di fede troppo comoda!

Nella seconda lettura Paolo esprime il desiderio di arrivare a Roma, il centro del mondo allora conosciuto. Da qui il Vangelo avrebbe potuto diffondersi per tutto l’Impero.

Il desiderio di Paolo è la testimonianza del Cristo risorto. Non si vergogna di annunciare il crocifisso risorto pur nelle difficoltà che gli uomini gli riservano ovunque. E noi?

Il Vangelo ci parla della verità della testimonianza di Gesù. Due testimoni rendevano credibile la parola della persona da giudicare o salvare. Questo secondo la legge ebraica.

Gesù parla di sé e del Padre come testimoni credibili, ma i giudei non vogliono credere. Perché? La risposta di Gesù ci fa riflettere: non conoscono né me né il Padre mio.

Impariamo, in questo tempo di Pasqua, a conoscere meglio Gesù e il progetto del Padre su di Lui. Capiamo il senso profondo della frase: “secondo le Scritture”.

E’ l’augurio che rivolgo a tutti voi.

Don Giuseppe

la Resurrezione di Gesù
non dura solo un giorno

Per domenica 24 Aprile

Il grande giorno di Pasqua dura una settimana per ricordarci che la Resurrezione di Gesù è un fatto che segna un cammino, quello della vita. Non dura solo un giorno.

Siamo invitati a riflettere seriamente sul fatto che la Pasqua sia l’inizio di un nuovo mondo, ma anche di una storia nuova per ciascuno di noi.

Tutte le letture che ascolteremo domenica hanno spunti interessanti per farci riflettere.

Gli Atti degli Apostoli ci dicono diverse cose: nel nome di Gesù risorto possono accadere molte cose grandi e importanti per noi e per chi ci sta vicino. La guarigione del paralitico ne è la prova.

Cosa possiamo fare noi per il nostro prossimo a partire dalla fede rinnovata nel crocifisso risorto?

Pietro e Giovanni non si fanno intimidire dal Sinedrio. Noi dobbiamo ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini.

Chiediamo il dono del coraggio cristiano (parresia) con umiltà e decisione. Ne abbiamo bisogno tutti, sempre.

Paolo ai Colossesi dice di essere cercatori della Verità. Non fatevi ingannare da chi pensa e parla secondo il mondo e non secondo il Vangelo di Cristo. Gesù ci ha salvato dalla morte e dai peccati. Questo ci deve bastare.

Il Vangelo ci racconta il famoso episodio della fede di Tommaso, rinfrancata dall’apparizione di Gesù risorto.

Notiamo questi aspetti: l’apparizione di Gesù agli apostoli è nel segno della pace. L’invito ad essere in pace è ripetuto più volte. Pace con Dio e con i fratelli, forse litigavano tra loro in quei giorni sul senso della tomba vuota, delle parole delle donne.

Anche tra noi il primo dono della Pasqua deve essere la pace. Quella del cuore e quella verso il prossimo.

Come riuscirci per noi che siamo deboli, fragili, peccatori? Gesù ci dona lo Spirito di sapienza, coraggio, perdono.

Infine Tommaso ci viene presentato come l’uomo che non crede se non vede.

E’ la fotografia di tutti noi. Cerchiamo sempre un segno che ci possa rassicurare. Gesù non dice che è una fede sbagliata, ma che non è ancora matura.

Gesù non ha fretta circa i nostri percorsi di fede. Ci aspetta con pazienza ma ci indica la strada da percorrere perché possiamo arrivare alla beatitudine che dice: beati coloro che crederanno senza aver visto.

Il segno del sepolcro vuoto e delle apparizioni di Gesù possono rafforzare la nostra fede.

Buon cammino pasquale a tutti voi.

Don Giuseppe


La settimana santa

Per domenica 17 Aprile

Abbiamo iniziato la settimana santa. Ci stiamo avvicinando al Triduo pasquale guidati dalle vicende del giusto Giobbe e del giusto Tobia, immagini del Cristo innocente perseguitato.

Il Triduo pasquale ci propone ogni giorno riflessioni molto belle e importanti per la nostra fede.

Il giovedì santo. Viene offerta la possibilità di vivere diverse celebrazioni tutte importanti. Al mattino si celebra la Liturgia della parola. Si mettono in risalto la figura di Susanna, innocente condannata, e del giusto sofferente secondo il libro della Sapienza. Immagini che ci preparano alla grande Coena Domini.

gli oli che serviranno per la celebrazione dei diversi sacramenti durante l’anno pastorale. I sacerdoti promettono al vescovo il loro impegno pastorale a servizio delle diverse comunità a cui sono mandati. C’è il gesto della Lavanda dei piedi, spiega il senso della Pasqua: amore fino alla fine.

Infine alla sera si celebra la Coena Domini. E’ il memoriale dell’Ultima Cena di Gesù. In questa cena di Gesù nasce l’Eucaristia e il sacerdozio. E’ un giorno importante anche per i ministri straordinari dell’Eucaristia, chiamati ad adorare il sacramento che portano ai malati.

Sia il giorno della preghiera e riflessione sulla Cena del Signore nella nostra vita e di preghiera per i sacerdoti.

Il venerdì santo ci propone la Passione di Gesù e la sua morte in croce. E’ il gesto supremo dell’amore che si dona. Dare la vita per chi si ama. Quello che succede dopo la morte ci ricorda proprio questo: velo del Tempio che si squarcia, morti giusti che risorgono …

E’ l’occasione per dare significato a tutte le nostre croci e sofferenze. Il gesto dell’adorazione della croce dice quanta intimità e affetto avere per la croce di Gesù.

Il rito della deposizione dalla croce ci richiama il rispetto per i defunti.

Vediamo nel dolore di Gesù tutti i dolori dell’umanità. Chiediamoci come Gesù, se anche noi abbiamo sete del bene del prossimo.

Il sabato santo è il giorno del grande silenzio e della speranza. Dio non c’è ma sta per ritornare a creare un mondo nuovo. Così dice la celebrazione della parola al mattino. Il diluvio è il segno della Pasqua: passare da un mondo vecchio e peccaminoso ad uno nuovo redento.

La speranza di Maria ci prepara alla grande Veglia.

Veglia Pasquale. E’ la celebrazione più importante dell’anno liturgico. Tanti segni da capire e vivere. Li accenniamo.

Il fuoco da cui tutto si accende: Cero, incenso, cantari, luci della chiesa. Il fuoco della creazione, quello che guidò gli ebrei nel deserto per indicare loro la via …

Il Preconio è un ‘antica preghiera che permette di lodare Dio per tutto ciò che fatto nella storia della salvezza.

L’abbondanza della Parola di Dio. Ci fa ripercorrere la storia della salvezza e si completa nella Resurrezione, nuova creazione.

La Benedizione dell’acqua del fonte battesimale. Ci ricorda il Battesimo ricevuto e gli impegni assunti.

Il ritorno alla Comunione Pasquale. Dopo il digiuno del Venerdì santo il credente sente il bisogno di cibarsi di Cristo per camminare meglio nella fede. Con la forza di questo cibo possiamo camminare ogni giorno.

La domenica di Pasqua ci propone l’incontro tra Gesù e la Maddalena. Siamo alla conclusione del cammino di fede iniziato con la Quaresima. Gesù ci chiama per nome e ci invia in missione nella nostra quotidianità.

Questo sarà il cammino del Tempo pasquale.

Auguro a tutti voi una buona settimana santa e una buona Pasqua.

Don Giuseppe

Maria unge i piedi di Gesù

Per domenica 10 Aprile

Ci stiamo avvicinando alla settimana santa, vera, autentica, così viene chiamata. Ci rimane questo tempo per approfondire la preparazione spirituale al vero volto di Gesù.

La parola di Dio, in questi giorni, ci propone la figura del giusto sofferente che trova il riscatto nell’aiuto divino. Il Vangelo ci chiede di fare il punto della situazione spirituale riguardo a Gesù: “chi sono io per voi?” e poi approfondire la conoscenza di Gesù attraverso gli annunci della Passione.

In questo cammino di preparazione alla Pasqua non dimentichiamoci di preparare bene la confessione. Non si improvvisa, va preparata guardando il cammino quaresimale vissuto o meno.

Questa settimana si presenta preziosa per il nostro ultimo tratto di cammino.

Domenica celebreremo l’inizio ufficiale della settimana santa.

La parola di Dio si presenta in una duplice forma: l’Unzione di Betania e l’entrata solenne di Gesù a Gerusalemme come Messia.

Le due modalità sono collegate non solo cronologicamente ma anche spiritualmente.

La vigilia dell’entrata in città Gesù si trova a casa di Marta, Maria, Lazzaro. Serata di amicizia, di ringraziamenti, di saluti, di addii. Ad un certo punto Maria unge i piedi di Gesù con nardo profumato. Questo segno rimanda alla sepoltura di Gesù. Come già aveva anticipato la sua morte il segno della resurrezione di Lazzaro.

Il gesto di Maria ci richiama la carità verso il prossimo e l’attenzione verso i morti. Per noi credenti il rispetto per i morti significa ricordare che siamo fatti per la vita eterna. Il gesto ci apre alla dignità di ogni persona creata per raggiungere la piena comunione con Dio.

Il brano dell’entrata solenne a Gerusalemme dice che ormai il tempo della manifestazione di Gesù è giunto. Entra nella sua città per salvarla. La morte in croce sarà il modo in cui si realizzerà il piano divino.

Giovanni direbbe che è giunta l’ora di Gesù di manifestarsi al mondo.

Noi, che siamo la folla, cerchiamo di non essere assorbiti dalle solite frasi fatte: so già tutto, abbiamo sempre fatto così, cosa ha da dirmi questa giornata.

Cerchiamo di capire che quel Gesù che acclameremo domenica è Colui che morirà in croce anche per noi che lo abbiamo abbandonato.

Ritorneremo sulla settimana santa il prossimo lunedì. Ora viviamo al meglio questo tempo che ci è dato.

In settimana ricordo:

martedì la via crucis col vescovo al Palacandy di Monza, ore 21.

Giovedì adorazione silenziosa dalle 9,00 alle 10,00.

Venerdì via crucis per i ragazzi alle 17, e per gli adulti alle 18,00. Poi ad Oreno alle 21 l’ultimo quaresimale.

Buona settimana a tutti

Don Giuseppe

Lazzaro

Per domenica 3 Aprile

L’ultima domenica di quaresima ci propone la figura di Lazzaro. E’ l’ultimo tassello del mosaico per costruire il vero volto di Gesù. Lazzaro passa dalla morte alla vita, Gesù passa dalla morte alla vita, nel Battesimo anche noi passiamo dalla morte del peccato alla vita nuova di figli di Dio.

E’ un’anticipazione della Pasqua questo brano, ma anche una riflessione per comprendere il vero significato della Pasqua.

La quarta domenica ci aveva offerto alla riflessione la malattia vista come conseguenza del peccato, ora ci è chiesto di riflettere sul senso cristiano della morte.

In tutti e due i casi Gesù ci dice che queste situazioni manifestano la gloria di Dio. La morte non ci deve far paura perché Gesù l’ha vinta per sempre, anche per noi.

Pensiamo ad alcuni aspetti che il brano evangelico ci propone.

Il primo aspetto che mi piace sottolineare è il valore dell’amicizia umana che Gesù vive in pienezza. Gesù ci credeva e la viveva come deve essere una vera amicizia: luogo di incontro, di pace, di riposo dell’anima, di condivisione, di affetto …

Riflettiamo sulla qualità delle nostre amicizie.

Un secondo aspetto è la fede di Marta e Maria. C’è un cammino che percorrono. Da “se Tu fossi stato qui …” a “io credo che Tu sei il Cristo e ci darai la vita eterna”.

Anche per noi è importante porci domande sulla fede e cercare le risposte giuste che ci vengono da Gesù.

Infine ci sono i capi dei sacerdoti, i farisei e il sinedrio. Essi non conoscono Gesù e si fermano al sentito dire. Soprattutto colpisce come l’uomo spesso, se ha potere, non cerca la Verità e prima della persona umana viene la ragion di stato. E’ meglio che muoia Gesù piuttosto che perisca tutta la nazione.

Questo è un modo di ragionare che vediamo presente non solo a livello di nazioni ma anche all’interno delle nostre comunità: se uno serve e fin quando serve …

Chiediamo al Signore Gesù la parresia, (forza interiore), e il coraggio di cercare sempre la verità dell’uomo. Gesù lo ha fatto e ha ridato vita fisica e spirituale ad un morto. Lo può fare anche per noi.

In settimana ricordo la via Crucis alle 17,00 per i ragazzi e alle 18,00 per gli adulti. Sempre venerdì alle 21,00 ad Oreno il Quaresimale.

Sabato e domenica vendita di uova da parte del gruppo missionario per gli aiuti all’Ucraina e per le missioni.

Buona settimana

Don Giuseppe


Il cieco nato

Per domenica 27 Marzo

La domenica del cieco nato, come quella della resurrezione di Lazzaro, ci pone la domanda che spesso ci poniamo o sentiamo dire dai credenti: se una persona è malata significa che è punita da Dio? Il peccato è della stessa persona o di qualcuno dei parenti e tale persona ne porta le conseguenze? E’ la domanda che porta ad affrontare il tema della malattia e del peccato soprattutto di coloro che sono innocenti da tutto. La riflessione è importante perché spesso attribuiamo la malattia a Dio che sta castigando noi o qualche altra persona per i suoi peccati.

Non è questo il luogo della risposta teologica ma della riflessione di fede a partire dal Vangelo.

La fatidica domanda è posta dagli apostoli. Gesù risponde dicendo che questa malattia serve a manifestare la gloria di Dio. Come? A volte con la guarigione altre con la sua vicinanza al sofferente. Gesù è sempre vicino a chi soffre e ha preso su di sé tutte le sofferenze e i peccati dell’umanità sulla croce. Questa è la strada per riflettere sulla questione della malattia e del peccato.

Il brano evangelico parte da qui ma poi ci racconta un cammino di fede da parte del cieco. La cecità è il peccato che ci impedisce di vedere Dio. La guarigione del peccato avviene col Battesimo, (va a Siloe a lavarti), quella del corpo permette di dare gloria a Dio per la sua vicinanza e perché vuole il nostro bene e mai il nostro male. Ricordiamoci che Gesù non ha mai fatto un miracolo per fare del male, anche quando gli è stato chiesto dai suoi apostoli Giacomo e Giovanni (fa scendere un fuoco dal cielo che li uccida …)

Il Vangelo ci presenta diversi cammini di fede: quella del cieco che lo porterà alla fede piena, quello dei farisei, dei genitori, degli amici che si allontanano dal vero volto di Dio.

Il cieco nel suo cammino riconosce in Gesù un grande uomo, poi un profeta e infine Dio.

Gli altri personaggi sono fermi ad una fede che si esprime nella pratica di una religione piatta e abitudinaria. Questo atteggiamento impedisce loro di pensare e capire il gesto di Gesù. Il verbo greco “orao” significa vedere, ma anche capire, conoscere meglio Gesù.

Sia anche per noi questo il cammino di fede di questa settimana.

In settimana ricordo la possibilità di partecipare alla Veglia per i martiri missionari giovedì alle 20,45 ad Agrate.

Venerdì si celebra la solennità dell’Annuncio dell’angelo a Maria. Celebreremo al mattino alle 8,30 la santa Cena del Signore; non ci sarà la via crucis alle 18,00, rimane quella dei ragazzi alle 17.

Ricordiamoci che alla sera ad Oreno si terrà il quaresimale con don Isacco Pagani

Domenica prossima nel pomeriggio presso l’oratorio alle ore 15 vivremo la domenica insieme genitori-figli.

Ricordo poi le iniziative promosse dalla Caritas e del Gruppo Missionario per gli aiuti al popolo dell’Ucraina.

Buona settimana a tutti

Don Giuseppe

Abramo

Per domenica 20 Marzo

La figura di Abramo domina la terza domenica di quaresima.

La riflessione si snoda attorno all’obbedienza di Abramo alla parola di Dio. Questo gli è valso il titolo di Padre nella fede.

Vediamo come la parola di Dio di domenica ci presenta l’obbedienza della fede.

Il libro del Deuteronomio invita gli israeliti usciti dall’Egitto a non seguire le tradizioni dei popoli conquistati. Essi sono idolatri cioè non credono in Dio, ma si servono di tante mediazioni umane per arrivare a Dio: magia, ricorso ad indovini, fattucchieri, negromanti … Il peccato sta nella poca fiducia accordata a Dio. Capiamo allora perché l’autore di questo libro ci da il criterio per riconoscere il profeta che parla a nome di Dio. Costui non si perde in tante parole, ma compie gesti che vengono da Dio.

Paolo ai romani ricorda che la nostra salvezza è venuta dalla fede in Gesù. Egli è morto e risorto per noi. Credergli significa avere la salvezza.

Il Vangelo è un po’ difficile. Il dialogo tra Gesù e i giudei credenti ci fa riflettere sulla nostra fede e fin dove può arrivare la cattiveria umana quando non si è aperti al dialogo e alla conversione a Gesù. La nostra fede non deve essere abitudinaria, oppure fatta solo di formule o riti. Deve fidarsi di una persona: Gesù.

Il dialogo parte da lontano e pone una dichiarazione forte: scopo della vita del credente è conoscere la Verità (non affidarsi alle piccole verità) per essere liberi. La Verità è Gesù e la sua conoscenza libera l’uomo da tutte le piccole o grandi schiavitù della vita.

I giudei rispondono proclamando la loro libertà. Non si accorgono di essere schiavi di frasi fatte e abitudini vuote. Si appellano ad Abramo, ma non lo hanno capito. Lui ha conosciuto Dio, questi non lo sanno riconoscere.

Il dialogo diventa forte e cattivo, fatto da insulti: samaritano, indemoniato, figli del diavolo…

E’ possibile per il credente arrivare al rifiuto di Dio? Il Vangelo ci dice di sì. Quando l’uomo pensa di fare da solo, di aver capito tutto della fede e non si interroga sulla Verità; di vivere di abitudini divenute vuote, allora si sta allontanando da Dio.

Non sa più riconoscere il volto di Dio. E’ anche la tentazione odierna: pensare di aver capito tutto della fede e non porsi più domande; vivere la fede come abitudine senza un rapporto vero con Gesù (ricordiamoci il vangelo della samaritana).

Recuperiamo l’obbedienza fedele di Abramo.

Abbiamo davanti a noi una settimana piena di occasioni di riflessione e preghiera.

Decidiamo cosa serve a noi.

Martedì abbiamo la scuola della parola in santuario, è guidata da fra Sergio Pesenti e gestita da noi di san Maurizio.

Giovedì abbiamo l’adorazione guidata per tutti e in particolare per gli impegnati in parrocchia.

Venerdì oltre alla via crucis dei ragazzi alle ore 17 e 18 per gli adulti, iniziano ad Oreno i quaresimali.

Sabato si terrà l’inaugurazione dell’Emporio della Caritas alle ore 14, alle ore 15 presso l’ospedale la Veglia per la vita. In entrambi parteciperà l’arcivescovo mons. Delpini Mario.

Buona settimana a tutti.

Don Giuseppe


La Samaritana

Per domenica 13 Marzo

Le domeniche quaresimali hanno un carattere battesimale. Lo dobbiamo comprendere e fare nostro nelle sue conseguenze spirituali.

Il tema della prossima domenica è quello dell’acqua. Quella del Battesimo che ci da la vita nuova da figli di Dio. C’è anche un rimando alla parola di Dio. Come ci ricorda la prima lettura. Dio ci ha dato parole di vita (acqua fresca) per vivere nella sua benedizione e fare opere secondo lo Spirito (Paolo nella seconda lettura), ma quest’acqua si può rifiutarla e non capirne la freschezza e la bontà.

Il Vangelo ci da indicazioni belle su cui riflettere. Come sempre qualche spunto.

Gesù si ferma ad un pozzo in Samaria. Sappiamo che questa immagine è profonda. C’è tutta l’ansia missionaria di Gesù che vuole la nostra salvezza.

Gesù ci vuole incontrare non in situazioni perfette (che non ci saranno mai) o asettiche, ma nel cuore della vita quotidiana (il pozzo e l’acqua, necessarie per la vita). Per incontrare Gesù in profondità c’è un passo da compiere: uscire dalla propria casa (sicurezze, difese, preconcetti su Gesù …) e andare al pozzo, cioè verso la vita vissuta, qui si vive e si fanno incontri decisivi. Lì si è liberi da tutto e si può incontrare Gesù.

Egli ci fa capire quanto è fresca l’acqua che ci offre, la sua parola, e come ci disseta aiutandoci a rileggere la nostra vita con il suo sguardo.

Anzitutto dobbiamo sentire la sete di Gesù, aver bisogno di Lui, della sua parola, della sua presenza.

Poi guardiamo alcune situazioni della nostra vita. Quella affettiva. La samaritana aveva una vita affettiva disordinata, superficiale, forse in ricerca. Aveva avuto cinque mariti e ora viveva con il sesto, ma forse attendeva il settimo. Sette nella Bibbia è il numero perfetto. Ella cercava l’uomo vero, capace di capirla e amarla per quello che era. Quest’uomo non l’aveva mai trovato. Quest’uomo è Gesù. Ora lo ha davanti.

Chiediamoci: sappiamo vedere nell’uomo, nella donna che abbiamo accanto l’uomo e la donna vera che cerchiamo? In Gesù sappiamo vedere meglio chi abbiamo vicino nella vita? Nell’uomo/donna della nostra vita vediamo chi ci permette di compiere il passo decisivo verso Gesù?

Un’altra situazione di vita importante è quella spirituale. Dove pregare? La preghiera è solo questione di luogo, di formule? Non è forse questione di cuore? Chi sa amare veramente l’umano sa pregare bene anche Dio.

Ogni situazione di vita diventa occasione di preghiera.

So pregare con il cuore? So usare formule per arrivare a Dio?

La conclusione di tutto è il ritorno alla propria casa, alla propria vita in paese, ma vissuta in modo diverso. L’incontro con Gesù ci ha cambiati e allora diventiamo testimoni di Lui.

Al pozzo si va per attingere acqua, poi si ritorna colmi e dissetati per dissetare.

In settimana ricordo la giornata di venerdì. Non c’è la Cena del Signore ma la Via Crucis: ore 17 i ragazzi e ore 18 gli adulti.

E’ giorno di magro e digiuno, non solo di cibo ma di ciò che veramente serve alla nostra conversione.

Sabato mattina alle ore 9,00 in chiesa la preghiera del sabato animata dai ministri della parola.

Buona quaresima a tutti.

Don Giuseppe

Tentazioni di Gesù nel deserto

Per domenica 6 Marzo

Inizia il grande periodo quaresimale. Il cammino che ci porterà a Pasqua. Allora avremo scoperto il vero volto del Dio a cui crediamo.

Per vivere bene questo tempo la Chiesa ci suggerisce alcuni percorsi spirituali e ci dona gli strumenti che aiutano il cammino.

La prima domenica è nota con il titolo delle Tentazioni di Gesù nel deserto.

Cerco di suggerire alcuni spunti che dobbiamo riprendere personalmente per approfondirli.

La parola di Dio di domenica ci fornisce molti spunti di riflessione.

Il profeta Gioele chiede al popolo la conversione del cuore più che la pratica di riti divenuti esteriori e muti. Dio potrebbe cambiare idea riguardo al castigo e perdonare l’uomo.

Soprattutto è importante chiederci tutti: “dov’è il tuo Dio?”. Tutti possono fare la domanda, la risposta del credente è quella di un cammino da compiere. E’ quello che la quaresima ci propone.

S. Paolo nella lettera ai Corinzi ci ricorda che un buon cammino esige degli accorgimenti e strumenti adeguati. I propositi concreti che di solito formuliamo ci possono aiutare a camminare bene.

Il Vangelo ci aiuta a sintetizzare il cammino da compiere.

Matteo ci dice che lo Spirito porta Gesù nel deserto (la nostra vita arida) per essere tentato.

Ciò significa che le tentazioni siano insite nel cuore dell’uomo. Esse sono utili perché aiutano a formare il nostro carattere umano e cristiano.

Vanno affrontate con l’aiuto dello Spirito. Egli ci accompagna come ha accompagnato Gesù.

Le tentazioni ci richiamano situazioni presenti nella nostra vita.

Tramutare le pietre in pane ci richiamano l’esagerazione data alle cose materiali. Possiamo pensare che è importante avere tanto per essere felici. Gesù ci dice che è importante essere in Dio.

La prova del pinnacolo del Tempio dal quale avrebbe dovuto buttarsi ci ricorda di purificare la nostra fede. Non dobbiamo sempre pretendere da Dio prove della sua vicinanza e del suo aiuto. Lui semplicemente c’è.

La terza prova ci invita a guardare dov’è il nostro cuore. Cosa è decisivo per la nostra vita? Cosa significa adorare satana? Avere la percezione che il senso della vita sia altrove, non legato a Gesù. Capita questo quando vogliamo tenere il piede in due scarpe, quando la tentazione di vivere come tanti ci fa fare scelte non evangeliche….

Potremo continuare, ma ognuno lo può fare da solo. L’importante è che, anche per noi, al termine del cammino il diavolo ci lasci.

In settimana ricordo la preghiera e la fraternità col popolo ucraino mercoledì 2 marzo, presso le suore canossiane alle ore 15 e alle ore 20,45 presso l’oratorio Cristo Re la veglia con giovani e adulti.

Giovedì l’adorazione personale a favore della pace dalle 9,00 alle 10,00 in chiesa.

Venerdì è il primo del mese e alla sera la Messa contemplativa in santuario alle ore 21.

Sabato ci introdurremo alla quaresima in modo solenne: la Messa tra i vesperi.

Domenica dopo ogni celebrazione la possibilità dell’imposizione delle ceneri.

Buona settimana a tutti voi.

Don Giuseppe

DOMENICA DEL PERDONO

Per domenica 27 Febbraio

L’ultima domenica prima della Quaresima ci parla del perdono verso Dio e il prossimo. Una riflessione importante ci è chiesta riguardo ad un tema di grande attualità anche per noi.

Come la parola di Dio ci parla del perdono?

Il libro del Siracide ci propone una breve riflessione sulla misericordia divina.

Essa è anzitutto paziente. Dio non ha fretta nei confronti dell’uomo, aspetta e rispetta i nostri cammini. Ci aspetta per donarci il suo perdono. Esso è abbondante perché i peccati dell’uomo sono sempre numerosi.

E’ bello e consolante sapere che Dio ci aspetta sempre per riammetterci tra i suoi discepoli.

La misericordia divina è per tutti gli uomini, nessuno è escluso dal suo amore. Ci chiede di seguirlo e imparare da Lui.

Nella lettera ai Corinzi san Paolo associa il peccato personale a quello comunitario. Chi pecca non danneggia solo sé stesso o l’altro, ma tutta la comunità.

Mi sembra bello riscoprire la formula penitenziale del Confesso a Dio … contiene l’aspetto del peccato personale ma anche quello comunitario. Abbiamo offeso una Chiesa e la Chiesa ci perdona e riammette. Forse a questa dimensione comunitaria ci pensiamo poco.

Noi e la Chiesa siamo legati. L’incapacità di perdonare viene definita diabolica da Paolo. Anche qui ci accorgiamo che c'è molto da riflettere per ciascuno di noi.

Il Vangelo ci racconta il famoso episodio della conversione di Zaccheo.

Qualche osservazione da continuare anche personalmente.

Anche oggi ci viene presentato Gesù in movimento. Ci ricorda il cammino della vita. Lui ci è accanto e proprio nella vita quotidiana ci vuole incontrare. Sta a noi volerlo fare, come ha voluto fare Zaccheo.

Il capo dei pubblicani vuole vedere Gesù. Perché? Sicuramente ne aveva sentito parlare, forse era curioso di vedere un personaggio famoso, forse voleva incontrare Qualcuno che, si diceva, sapeva aiutare gli uomini a trovare il senso pieno della vita.

Voler vedere Gesù è un desiderio che dovrebbe avere ogni cristiano.

Per far questo bisogna salire un po’, elevarci dalla nostra posizione, voler guardare il cielo e non solo la terra con i suoi interessi troppo umani.

Guardare Gesù cosa porta? Accorgerci che Lui ci sta già guardando, ci aspetta perché vuole entrare nella nostra casa (vita).

Zaccheo gli fa spazio, e noi?

Incontrare seriamente Gesù significa convertirsi nel profondo del cuore.

Quella di Zaccheo ci sembra una conversione esagerata, ma esagerata è anche la misericordia divina, se solo ci pensassimo.

Chi incontra Gesù raggiunge la salvezza perché Lui cerca proprio noi, ciascuno di noi.

In settimana segnalo l’incontro formativo del Gruppo di ascolto della Parola, mercoledì alle ore 21 presso i locali della parrocchia.

Domenica 27 i ragazzi di terza elementare riceveranno la preghiera del Padre nostro, preghiamo per loro e le loro famiglie impegnate nel cammino della formazione cristiana.

Sempre domenica la vendita della foglia di cioccolato da parte dell’associazione vivere aiutando a vivere.

Buona settimana a tutti.

Don Giuseppe

DOMENICA
DELLA DIVINA CLEMENZA

Per domenica 20 Febbraio

Ci stiamo avvicinando a grandi passi alla Quaresima. La liturgia ambrosiana ci accompagna a questo appuntamento proponendoci due domeniche che ci fanno riflettere sul perdono divino e dispongono il nostro cuore al cammino quaresimale.

Oggi riflettiamo sulla “Divina Clemenza” .

Siamo invitati a considerare la nostra vita come realtà segnata dal peccato e dalle sue conseguenze. E’ una vita aperta all’incontro misericordioso con Dio. La sua clemenza e bontà sono per noi garanzia di salvezza.

Vediamo come la parola di Dio ci presenta la sua clemenza verso di noi.

Il profeta Daniele eleva a Jahvè una grande preghiera invocando la grande misericordia divina.

Ricordiamoci che questo profeta scrive in esilio e profetizza il ritorno alla propria terra.

Dio ascolterà la preghiera di Daniele non perché riconosce al popolo grandi meriti, ma per la grande misericordia divina. Jahvè ricorderà le sue promesse fatte ai Patriarchi e riporterà Israele nella sua terra.

Esiste un peccato sociale, collettivo che ha danneggiato il popolo ebreo e lo ha portato all’esilio. Solo Dio potrà perdonare il peccato e dare al popolo il desiderio del riscatto.

Paolo scrivendo al discepolo Timoteo gli ricorda questa verità: “Cristo è venuto a salvare i peccatori, il primo di questi sono io. Infatti ero persecutore, bestemmiatore, violento, ma Dio mi ha usato misericordia e mi ha fatto apostolo”.

Paolo ci mostra cosa può fare Dio per coloro che si affidano alla sua misericordia.

L’apostolo ci invita a ringraziare per il perdono donatoci continuamente nella Cena del Signore e nella Confessione.

Il Vangelo narra la vocazione di Matteo, il pubblicano.

Gesù passa lungo la via della vita e incrocia Matteo cha svolge il suo lavoro di esattore delle tasse, lo guarda e gli chiede di seguirlo. Matteo lascia tutto e segue Gesù.

Dobbiamo notare lo sguardo di Gesù, capace di attirare l’attenzione di Matteo.

E’ un invito a guardare Gesù nell’Eucaristia, sulla croce, nella sua Parola. Tale sguardo, se è sincero, è capace di conquistare a Lui, di far innamorare.

Cogliamo anche noi le occasioni che abbiamo per seguire Gesù e diventare suoi discepoli, così cammineremo sulla sua strada, nella sua stessa direzione.

Infine l’esortazione conclusiva ci esorta, come credenti, a riconoscere di essere peccatori e bisognosi della sua medicina che è la misericordia.



In settimana ricordo la lectio divina martedì sera alle 21 in santuario, è possibile seguirla anche online.

Giovedì alle 21 invito tutti all’Adorazione guidata. Aspetto in modo particolare coloro che svolgono incarichi per la vita della comunità. E’ un’occasione preziosa per crescere nella fede, nell’unità, nella carità guidati dalla parola di Dio.

Domenica 20 durante la Cena del Signore delle 11,00 vivremo un momento bello e solenne, una nostra catecumena riceverà i sacramenti dell’Iniziazione cristiana (Battesimo, Cresima, Eucaristia), entrerà così in pienezza nella nostra comunità accompagnata dalla famiglia, dagli amici/e, dalla comunità.

Buona settimana a tutti.

Don Giuseppe

SAPER DIRE GRAZIE

Per domenica 13 Febbraio


Due messaggi mi sembrano emergere dalla parola di Dio della prossima domenica: la salvezza è per tutti coloro che credono; poi la gratitudine.

Riflettiamo su questi due temi alla luce della parola di Dio.

Il profeta Isaia, nella prima lettura, dice che la salvezza non è solo per il popolo ebreo. E’ il primo dei popoli, il primo destinatario delle promesse, ma Dio vuole salvare tutti gli uomini.

Può venire alla mente l’idea che non tutti siamo perfetti cristiani nella fede, che ci sentiamo fragili, inadeguati al progetto divino.

Isaia dice che Dio può fare tutto per chi crede, anche dare vitalità a chi o cosa sembra morto: eunuco, pianta, fiore….

E’ motivo di speranza e gioia questa parola.

Anche la seconda lettura ci aiuta a vivere con serenità la nostra fede.

Paolo guarda la propria vita spirituale e si sente fragile, debole, tentato al male. Sa quali siano i valori in cui credere e per i quali vivere, ma non riesce sempre a concretizzarli.

La tentazione al male, l’egoismo che ci fa pensare a noi e poi forse agli altri, le debolezze che ognuno ha condizionano la vita sia di Paolo sia di ogni credente.

Ci si può liberare da tutto questo? Si, dice ancora Paolo, affidandosi a Gesù. La sua Pasqua ci ha liberato da ogni male e la sua Incarnazione gli ha permesso di condividere la nostra esperienza umana.

Il Vangelo ci racconta l’episodio dei dieci lebbrosi risanati. Di essi solo uno torna a ringraziare Gesù, uno straniero.

Degli stranieri e della loro fede abbiamo parla to domenica scorsa nell’omelia (il centurione romano e il servo malato). Soffermiamoci ora sulla gratitudine. E’ un valore importante che fa piacere ricevere ad ogni persona umana, anche a Dio.

E’ gratificante per tutti essere apprezzati per quello che si fa o si dice. Siamo tutti servi inutili, ma la gratitudine ci fa piacere.

Anche Dio apprezza la nostra gratitudine per quello che fa per noi ogni giorno.

I lebbrosi risanati ritornano a vivere. La guarigione era per loro l’inizio di una nuova vita.

Anche noi dobbiamo imparare a ringraziare. Per cosa? Anzitutto per la salvezza che Dio ci dona e poi per tante piccole o grandi cose che ogni giorno ci permettono di vivere e ci danno un po’ di gioia: vita, salute, famiglia, cibo, amore, amicizia, serenità, pace … un elenco lungo ma vero.

Impariamo a ringraziare anche nelle nostre preghiere, Dio ne sarà contento.


In settimana segnalo la giornata di venerdì 11. Si ricorda la prima apparizione della Madonna a Lourdes ed è la giornata mondiale del malato. Vivremo l’attenzione a questi nostri fratelli e sorelle sofferenti in primavera, intanto siamo loro vicini con la preghiera e il ricordo.

Don Giuseppe

FESTA IN ONORE
DEL BEATO CARDINAL FERRARI

Per domenica 6 Febbraio


Abbiamo iniziato una settimana ricca di spunti importanti per la nostra fede. Ogni giorno una figura di santo ci invita a riflettere e a pregare. Tutto culminerà domenica con la festa in onore del beato card Andrea Carlo Ferrari.

Di lui voglio ricordare questi aspetti tra i tanti che sicuramente conoscete: pensa va che il pastore di una comunità deve stare con le sue pecore, le deve incontrare, ascoltare. Deve avere “l’odore delle pecore”, come ci ricorda sempre Papa Francesco. Il nostro beato ha anticipato con le sue proposte pastorali il Concilio e il nostro Papa attuale. Facciamo si che anche noi oggi possiamo incontrarci pastore e fedeli per conoscerci e aiutarci vicendevolmente.

Un’altra caratteristica tra le tante che il beato ci propone è stata la capacità di offrire a Dio le sofferenze fisiche e morali che ha dovuto subire.

Tutti nella vita abbiamo fatto o facciamo questo tipo di esperienza, ma non sempre riusciamo a leggere le nostre sofferenze alla luce della fede in Dio. Il beato cardinale ce lo insegna.

Chiediamo anche noi al nostro co-patrono di avere una chiara visione di fede nei confronti della vita.

Vorrei rivolgere un breve pensiero alla parola di Dio della prossima domenica. Il tema proposto è la fede in Dio. Egli non dimentica le sue promesse e ci viene incontro sempre nelle nostre necessità, secondo i suoi tempi che spesso non sono i nostri.

Il profeta Ezechiele intuisce che la fiducia rinnovata in Jahvè porterà il popolo in esilio al ritorno in patria. I ritornati non saranno più divisi ma formeranno un unico popolo, con un’unica guida.

Il popolo deve fidarsi e affidarsi a Dio.

La lettera ai Romani ci dice che per Dio non ci sono distinzioni o preferenze di persone o popoli. Tutti sono uguali per Lui, tutti destinati alla salvezza per mezzo della fede.

E’ importante riconoscere che è nel nome di Gesù che ci è data la salvezza.

Il Vangelo porta a compimento queste idee. Il centurione romano che vuole la guarigione del servo è l’immagine della salvezza offerta a tutti i popoli da parte di Dio.

Il centurione è uno straniero ma intuisce che nella fede in quell’uomo chiamato Gesù

Anche noi imitiamone l’esempio.

In settimana vivremo momenti importanti per la nostra fede attraverso la figura di santi conosciuti e amati.

Oggi celebriamo san Giovanni Bosco. Siamo invitati a pregare per gli educatori dei giovani, ma anche per i giovani perché cerchino educatori attenti alla loro vita.

Martedì ricorderemo la figura del card Ferrari nella memoria liturgica.

Mercoledì celebreremo la festa della Presentazione di Gesù al Tempio. E’ la festa della da rendere a Dio come hanno fatto Simeone ed Anna.

Giovedì ricorderemo san Biagio, protettore della gola. Ci affidiamo a lui per evitare i mali gravi ma anche per la capacità di usare bene la lingua nei nostri discorsi. Scompaiano invidie, gelosie, prepotenze, cattiverie verso il prossimo.

Dopo la Cena del Signore potremo fermarci in adorazione.

Venerdì è il primo venerdì del mese. Alla sera, in santuario, celebreremo la messa contemplativa guidata dalla nostra parrocchia. Partecipiamo numerosi. E’ preparazione alla festa in onore del card Ferrari.

Sabato è la festa di sant’Agata patrona delle donne. Pregheremo per tutte loro e per la ricchezza che donano ad ognuno di noi.

Domenica celebreremo il beato card Ferrari con la messa solenne delle 11,00 e il concerto canoro “amici e voci”.

Buona settimana a tutti.

Don Giuseppe

FESTA DELLA FAMIGLIA

Per domenica 30 Gennaio

Domenica la chiesa ambrosiana celebra la festa della famiglia.

E’ un’occasione importante per pregare e riflettere su questa realtà che riguarda tutti noi.

Le letture della Cena del Signore ci parlano di alcune caratteristiche della famiglia credente.

Riflettiamo insieme.

Il libro del Siracide parla della famiglia intesa come popolo di Dio, benedetto da Lui perché da questo popolo trarrà Mosè la guida per eccellenza e il liberatore dalla schiavitù. Dalle famiglie viene sempre una benedizione reciproca tramite i suoi membri.

S. Paolo scrivendo agli efesini ci presenta la famiglia come realtà fondata sull’amore, non solo umana ma anche cristiano.

Così è da intendere l’amore del marito verso la moglie e viceversa. Il rispetto reciproco dice molto sul modo in cui ogni coppia deve amarsi.

Paolo parla anche dei figli. Essi devono obbedienza ai genitori, secondo il comandamento “onora tuo padre e tua madre”.

A questo comandamento Dio lega la felicità, la serenità e addirittura una lunga vita.

L’onore ai genitori, sempre, è importante per la vita di ogni famiglia umana e cristiana.

Infine Paolo chiede ai padri di imparare l’autorevolezza nei confronti dei figli. Non è atteggiamento facile, soprattutto oggi dove si cerca di essere fratelle, amici dei propri figli, poco padri.

Recuperare autorevolezza senza il bisogno di vivere l’autoritarismo.

Il Vangelo ci narra l’episodio del ritorno della santa famiglia dall’Egitto.

Cosa ci suggerisce il brano?

Dio guida questa famiglia come tutte le famiglie. C’è un piano di Dio riguardo ad ogni famiglia. Va ricercato fin dall’inizio e fatto crescere nella preghiera e nella fiducia in Lui.

Il padre, Giuseppe, è colui che deve proteggere e guidare tutti i membri della famiglia.

Essi si affidano a lui per sicurezza, guida, autorevolezza, coraggio, carità cristiana.

Impariamo anche noi a vivere in famiglia guidati da queste caratteristiche che la parola di Dio ci suggerisce.

Nella prossima settimana avremo tante ricorrenze significative:

mercoledì 2 febbraio la chiesa celebra la festa della Presentazione di Gesù al Tempio, è la festa della Candelora (delle candele accese e luminose);

giovedì 3 febbraio la chiesa celebra san Biagio, patrono della gola;

venerdì 4 febbraio in santuario ci sarà la messa contemplativa preparata da noi, in preparazione alla festa in onore del beato card Ferrari;

sabato 5 febbraio è la festa di sant’Agata, patrona delle donne;

domenica 6 febbraio è la giornata della vita e noi di san Maurizio festeggeremo il beato card Ferrari con la celebrazione della Cena del Signore e un concerto canoro nel pomeriggio. Di più non è possibile fare al momento.

Auguro a tutti una buona settimana.

Don Giuseppe


IL SIGNORE AMA

CHI DONA CON GIOIA

Per domenica 23 Gennaio


Il percorso delle Epifanie ci farà incontrare la prossima domenica il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci.

E’ un chiaro segno eucaristico che ci fa riflettere sui modi di vivere la nostra vita cristiana.

Il collegamento con l’Eucaristia è importante. Perché Gesù ha voluto l’Eucaristia? Perché sente compassione di noi, gente affamata di significati esistenziali e alla ricerca di forze interiori per affrontare la vita quotidiana.

Ci sentiamo interpellati anche noi da questa fame di senso? Sentiamo il bisogno di incontrare Gesù nell’Eucaristia?

Ci viene presentata come il cibo che sostiene il cammino della vita, senza siamo morti dal punto di vista cristiano.

Gesù compie il miracolo utilizzando ciò che gli apostoli hanno, sette pani e pochi pesci.

L’uomo è chiamato a dare tutto quello che ha a Dio affinchè Egli possa aiutarlo.

Dio si serve della nostra umanità interamente.

Il suo dono è talmente grande che ne avanza anche per chi si sente lontano da Lui.

Dio ci chiede di essere generosi col prossimo, come Lui lo è con noi. San Paolo, nella seconda lettura, ci lascia questa espressione importante: Dio ama chi dona con gioia.

E’ un programma di vita. Non si intende solo un dono materiale generoso, ma anche di stile di vita, di comportamento.

Essere generosi verso il prossimo significa rispettarlo, evitare le prepotenze, le gelosie, le invidie, ci impegna a vedere le ricchezze umane che gli altri hanno.

Solo così potremo sfamare il prossimo anche noi. Pensiamoci, soprattutto quando ci accorgiamo di vivere la generosità solo con chi ci compiace o la pensa come noi e cos’ denigriamo l’altro/a. questo è egoismo. Il Signore Gesù in questo vangelo ci mette in guardia verso questo atteggiamento e le sue conseguenze cristiane.



Questa settimana ci vede attenti alla preghiera e alla riflessione ecumenica. Preghiamo per l’unità dei cristiani perché possa nascere il dialogo e si trovi ciò che unisce più di quello che divide. Possiamo vedere un completamento del vangelo della moltiplicazione dei pani e dei pesci.

La preghiera ci aiuterà ad allargare i nostri orizzonti e a far entrare il mondo nella nostra vita.

Giovedì nell’adorazione animata pregheremo su questo tema.

Domenica prossima 23 gennaio il Papa ha chiesto di mettere in evidenza la parola di Dio per vederne l’importanza per la nostra vita.

Qualche gesto ci aiuterà a mettere in evidenza la parola di Dio.

Auguro a tutti una buona settimana.

Don Giuseppe

LE EPIFANIE DI GESU’

Per domenica 16 Gennaio


Siamo entrati nel tempo liturgico della quotidianità. Non è un tempo fragile, che non offre grandi opportunità spirituali, ma un cammino in cui vivere le grazie del Natale.

Questo mese si presenta come il tempo delle Epifanie di Gesù. Egli si mostra a diverse categorie di persone per quello che è: il Messia.

L’uomo deve riconoscerlo attraverso i segni che accompagnano la sua presenza.

Nella prossima domenica ci viene presentata la manifestazione di Gesù ad una coppia di sposi. Essi sono “salvati” dall’intercessione di Maria che ottiene il miracolo da Gesù.

Riflettiamo sul brano del Vangelo.

La cornice che Giovanni presenta è quella delle nozze. Esse richiamano l’alleanza tra Dio e l’uomo. I profeti spesso parlavano in tal modo del patto tra Dio e l’uomo. Naturalmente si parla anche dell’amore coniugale tra l’uomo e la donna.

L’immagine del banchetto è un richiamo importante anche all’Eucaristia.

In tale cornice si situa il nostro brano: manca il vino che rallegra la festa.

Il vino nella Bibbia è simbolo della festa, della gioia, dell’abbondanza che il Messia avrebbe portato all’umanità. La sua mancanza rende tristi e soli. Se manca il vino (Gesù) la vita spirituale dell’uomo è difficile.

Maria si accorge e anticipa l’ora della manifestazione del Figlio.

Gesù ascolta la preghiera e dona vino buono agli sposi.

Il miracolo avviene attraverso l’acqua mutata in vino. Essa è contenuta in sei anfore.

L’acqua richiama la quotidianità della vita e il numero sei conferma questa realtà.

Gesù compie il miracolo partendo dalle cose semplici, quotidiane. Lui è il settimo giorno, la pienezza della vita, il vino buono e abbondante.

Gesù si offre agli sposi come segno di festa, di gioia, di abbondanza che la vita coniugale offre. Gli sposi devono saper cogliere questo segno.

Il messaggio che ci viene dato è che non deve mancare nella nostra “ cantina “ il vino buono che è Gesù. Con Lui si affronta la vita quotidiana.

Il termine del brano dice che questo fu il primo dei segni compiuti da Gesù. Leggiamolo anche per la vita coniugale. Gesù compie molti miracoli (segni) per le famiglie, se nella cantina della loro vita c’è il vino buono (Gesù).

L’Eucaristia pure ricordata è il modo che oggi abbiamo per chiedere sempre questa abbondanza a Gesù e per poter bere sempre questo vino.

Auguro a tutti un buon cammino feriale.

Don Giuseppe

CONTINUIAMO IL CAMMINO …

Per la prima settimana di Gennaio


Abbiamo terminato un anno travagliato e faticoso e ci apprestiamo a viverne uno nuovo ricco di desideri, attese, speranze …

Tutto avverrà secondo la volontà divina e secondo l’impegno, la forza, la serenità che ci metteremo nel realizzare i progetti.

Il tempo di Natale che si conclude ci ha lasciato sicuramente molto nel cuore. Abbiamo vissuto belle celebrazioni, ben preparate in tutti gli ambiti da tante persone: la sacrestia, i chierichetti, il presepe davanti all’altare e quello dei bambini, i fiori, i canti, l’accoglienza brava a disporre bene in tutti gli spazi.

Ora dobbiamo fare tesoro di tutto quello che abbiamo vissuto e capire quale sarà il nostro progetto spirituale per l’anno appena iniziato.

Dio ci accompagnerà, è l’Emmanuele.

In questa settimana avremo due feste importanti che ci aiutano a riflettere sul Natale.

Giovedì celebreremo la festa dell’Epifania. Il cammino dei Magi verso Gesù. E’ il cammino di ricerca della verità su noi stessi e il mondo. I Magi offrono doni a Gesù, anche noi dobbiamo dare qualcosa di nostro a Gesù e al prossimo.

L’oro ci ricorda che non dobbiamo dimenticarci dei poveri sia con un aiuto materiale sia con un aiuto spirituale di consolazione, incoraggiamento …

L’incenso ci fa riflettere sulla preghiera. Il nostro modo di pregare. Sappiamo andare all’essenziale, cioè a Gesù o ci perdiamo in tante devozioni che ci allontanano da Lui? Per chi preghiamo, solo per noi o anche per chi ci è vicino?

La mirra è la previsione della morte di Gesù. Una morte temporanea in attesa della vita eterna con la resurrezione.

Penso sia un invito a riflettere sulla morte, sia per prepararci ad essa sia per riflettere meglio sul valore della vita e della salute che abbiamo.

La vita è un dono, la morte un affidarci a Dio.

Infine domenica celebreremo la festa del Battesimo di Gesù. E’ la conclusione del tempo di Natale.

Il ricordo del Battesimo di Gesù ci rimanda al nostro battesimo e al valore per la nostra vita cristiana. Tutto ciò che facciamo viene dal battesimo.

Anche il nostro impegno in questo anno parta dal battesimo ricevuto.

Voglio ricordare alcuni appuntamenti spirituali di questo inizio d’anno: dal 18 al 25 gennaio pregheremo per l’unità di tutti i cristiani.

Il 30 celebreremo la festa della famiglia.

Il 6 febbraio la festa liturgica in onore del beato card Andrea Carlo Ferrari.

Con la prossima settimana si apriranno le iscrizioni al cammino di preparazione al matrimonio che inizierà il 9 febbraio.

Come vedete tanti momenti da vivere con fede.

Un caro saluto a tutti voi e ancora buon anno.

Don Giuseppe