Ruvo

Ruvo di Puglia è nota in particolare per la sua storia trascorsa e per la grande importanza acquisita a partire dall'VIII secolo A.C in cui essa divenne colonia greca. A quell'epoca il territorio ruvese era molto vasto comprendendo pure l'agro di Terlizzi, Corato, Trani, Bisceglie e Molfetta che rappresentava il suo porto più importante. Il IV secolo A.C. fu per Ruvo il periodo di maggior splendore grazie ai traffici commerciali con la maggior parte delle popolazione italiche. Infatti, era una fiorente polis greca e la sua ricchezza consisteva nel commercio di olio di oliva e vino e nella florida produzione di vasellame, i cui ritrovamenti si possono apprezzare nel Museo Archeologico Nazionale, ospitato nelle sale di Palazzo Jatta, con una collezione di oltre duemila esemplari. In creta dipinta e di notevoli dimensioni, i vasi ruvesi sono la più importante testimonianza delle civiltà della Puglia pre-romana. Il museo custodisce anche l’importante vaso di Talos, risalente al V secolo avanti Cristo, dov’è raffigurata l’uccisione del gigante da parte degli Argonauti. Ancora oggi Ruvo é nota per la sua produzione di ceramiche e per gli importanti ritrovamenti avvenuti nelle zone circostanti.


L'itinerario

Le Tappe

CATTEDRALE DI SANTA MARIA ASSUNTA

Costruita tra il XII e il XIII secolo, durante il dominio normanno in Puglia, la Cattedrale rappresenta il vero cuore pulsante del centro storico di Ruvo di Puglia. Questa chiesa è tipicamente romanica. Al centro dell’arco troviamo Gesù affiancato prima da due pellegrini, provvisti di ramoscelli d’ulivo e poi dalla Madonna e da S. Giovanni Battista, verso di loro convergono sia le creature angeliche, sia i dodici apostoli collocati nel sottarco. All’entrata della chiesa c’è la figura del leone simbolo del Cristo che veglia sulla chiesa. In epoca medievale, l’intero complesso è stato reimpiegato come area di sepoltura cristiana, inoltre ci sono tracce di mosaici pavimentali e sono stati trovati i corredi funerari contenenti crocifissi, orecchini e anelli dell’epoca. La semplicità della struttura e degli arredi sacri mettono in evidenza l’impianto romanico e gotico della chiesa.

GROTTA DI SAN CLETO

La grotta di San Cleto è una cisterna di epoca romana, volgarmente chiamata grotta, situata nell'ipogeo della chiesa del Purgatorio di Ruvo di Puglia. In questo luogo, secondo la tradizione, trovarono riparo i primi cristiani di Ruvo sotto la guida del primo vescovo Cleto, seguace di San Pietro. In una nicchia ricavata nel secondo pilastro ed orientata verso Ovest, come la facciata della superiore chiesa, c’è la statua del Santo. Per fare in modo che essa si trovasse proprio al centro della costruzione, in epoca antica si demolì il quinto pilastro della cisterna, le cui tracce sono però ben visibili sul soffitto. Alcune pareti girevoli di legno separavano le zone dedicate al culto da quelle laterali, in cui si conservano due pozzetti, il più grande dei quali è indicato dalla tradizione popolare come il primo fonte battesimale utilizzato da San Cleto per la sua opera di evangelizzazione.

MUSEO DEL LIBRO

Il Museo del Libro – Casa della Cultura di Ruvo di Puglia è un museo civico che ospita le raccolte librarie della Biblioteca Comunale. Tra i volumi del fondo antico è stata selezionata una parte che compone l’esposizione permanentemente, esposta in teche e organizzata in sei tematiche: le incisioni, le marche tipografiche, i volumi conventuali dei Minori Osservanti, dei Cappuccini e degli Scolopi, Ruvo di Puglia nella storiografia ottocentesca. Accanto ai libri cartacei, il museo è dotato di alcuni apparati multimediali attraverso cui turisti e visitatori possono reperire informazioni sulla storia del libro e della tecnica tipografica, oltre che sul sistema bibliotecario. Infatti, è possibile consultare una selezione di libri digitalizzati, un e-book sulla storia della scrittura e della stampa tipografica e una articolata presentazione sulla storia della città attraverso immagini e filmati “sfogliabili” virtualmente su uno scenografico volume tridimensionale.

TOMBA DELLE DANZATRICI

La Tomba fu denominata "delle danzatrici" per il particolare dipinto raffigurante una versione del mito di Teseo. La danza in questione è quella dei nove fanciulle ateniesi che festeggiano la liberazione dal labirinto del Minotauro. Molti studiosi spiegano che era molto comune decorare le tombe nella cultura italica ed ellenica con questo episodio della mitologia. Il tema della vittoria di Teseo sul Minotauro augurava al defunto di sconfiggere la morte facendosi guidare nell'aldilà dalla danza delle fanciulle, detta anche danza delle gru. Questi uccelli migratori venivano presi come esempio poiché possedevano un'abilità nel ritrovare la strada di casa senza mai perdersi, si sperava perciò che l'anima del defunto allo stesso modo potesse trovar pace.

PALAZZO JATTA

Ideato come una vera e propria casa-museo, il palazzo Jatta è destinato ad accogliere al piano terra oltre al già citato museo, gli uffici, i locali agricoli, un tempo rimesse per cavalli e carozze, mentre al primo piano (al quale si accede attraverso una bellissima scalinata) l’appartamento privato per la residenza familiare. Nel Museo i vasi sono sistemati secondo un criterio di “bellezza” seguendo il gusto dell’epoca. Infatti, quelli più grandi, ritenuti più belli e più importanti sono collocati sopra eleganti colonne di legno nelle ultime sale, mentre gli altri trovano posto nelle vetrine delle prime stanze. Il Museo Jatta è l’unico Museo in Italia che conserva ancora oggi la disposizione originaria voluta dal suo fondatore nell’Ottocento.