IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE NOTTURNA
LUCI ACCESE SOLO IN CASO DI NECESSITA' !
OBIETTIVI DIDATTICI
Conoscere i materiali conduttori e le resistenze elettriche;
Conoscere l'architettura di un LED e il suo funzionamento tramite i materiali semiconduttori;
Usare le porte GPIO del micro:bit per alimentare un circuito al verificarsi di una determinata condizione;
Programmare il micro:bit come sensore di intensità luminosa;
Consolidare il linguaggio di programmazione appreso in classe:
cicli condizionali;
logica booleana;
utilizzo delle variabili;
programmazione di sensori.
COSTRUIAMO UN IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE VERY SMART ;-)
LA LEZIONE
Oggi al laboratorio di tinkering abbiamo programmato la scheda micro:bit come sensore di luce e, successivamente, costruito con essa un piccolo impianto di illuminazione notturna. Per la costruzione sono state utilizzate pile, led, resistenze e morsetti a coccodrillo. Abbiamo esplorato la struttura del led analizzando il comportamento dei materiali semiconduttori e abbiamo studiato come funziona un sensore di luce.
LA PROGRAMMAZIONE
Utilizzando il linguaggio di programmazione makecode, all’interno del blocco per sempre abbiamo scritto questi comandi:
Imposta “luce” a “intensità luce”
Se intensità luce è ≤ 180 allora scrivi sul pin 0
Altrimenti scrivi sul pin 1
Questo codice ci ha permesso, tramite il micro:bit, di accendere il led quando il parametro di intensità luminosa rilevato scende sotto un determinato valore e di spegnerlo se il parametro invece cresce.
Abbiamo costruito l'impianto collegando la porta GPIO del micro:bit alla resistenza, quindi al led e in fine alla terra (GND) utilizzando i morsetti a coccodrillo.
Successivamente abbiamo verificato il funzionamento dell'impianto: la luce del led si accendeva automaticamente se l'impianto era esposto alla luce diretta del sole e si spegneva se coprivamo la scheda con la mano!
Il lavoro ci è piaciuto molto, perché lo abbiamo trovato divertente ed interessante, e ci ha aiutato a capire meglio come funziona un impianto che vediamo spesso in azione.
L. Barbieri 2C e G. Putignano 2D