Un colpo, una vita

…UN COLPO, UNA VITA!

Un articolo per appassionarsi al tiro con l’arco

Perché allenarsi a tirare con l’arco?

Stare in mezzo alla natura è sicuramente già un motivo per appassionarsi a questo particolare sport; Il tempo è illimitato perché non ci sono limiti prestabiliti, il tiratore può cercare di mirare per tutto il tempo che vuole, senza fretta.

Un altro motivo che ha spinto ad appassionarmi a questo nobile sport è che… sei da solo concentrato sul tuo obiettivo, il bersaglio; quindi devi controllare il tuo corpo, la posizione della testa, braccia, mani, schiena; poi hai a che fare con la capacità di trovare l’equilibrio fra il tuo corpo e lo strumento dell’arco; Infatti l’arco ha dei pesi equilibranti in avanti e dietro per agevolare la posizione del tiratore.


Storia e Origini

Storicamente l’invenzione dell’arco si perde nella notte dei tempi: i primi graffiti raffiguranti scene di caccia con l’arco e frecce risalgono a 30.000 anni fa. La figura dell’arciere fece poi il suo ingresso trionfale nella
storia militare più di 2.000 anni prima di Cristo, in Babilonia. L’abilità con l’arco era strettamente legata all’esercizio del potere: i faraoni egizi e gli imperatori romani davano dimostrazione delle loro capacità con prove di mira con l’arco, e nell’Antica Grecia si disputavano vere e proprie gare. 

Fino alla fine del medioevo rimarrà pura necessità bellica, a uso e consumo della casta dei guerrieri.  Il tiro con l’arco fu introdotto in Giappone dai cinesi attorno al IV secolo, qui l’arcieria subì l’influenza di trazioni e religione giapponesi dando via a quell’arte che originariamente era nota come kyujutsu e che oggi è meglio conosciuta come kyudo,la via dell’arco”. 

In Cina il tiro con l’Arco è fatto risalire alla dinastia Shang (1766-1027 a.C.) durante la quale un carro da guerra era sempre composto da tre uomini, il conduttore del carro, un uomo armato di lancia ed un arciere. Durante la dinastia Zhou (1027-256 a.C.) inoltre tiro con l’arco fece il suo ingresso a corte con dei tornei accompagnati da musica ed eleganti rituali. 

Esiste anche un famoso libro chiamato “Lo Zen e il Tiro con l’Arco” (scritto da Eugen Herringel, edizioni Adelphi) in cui il protagonista, un professore di filosofia, vuole essere introdotto alla filosofia Zen e gli viene consigliato di imparare l’arte del Tiro con l’Arco. Gli arcieri Zen dicono infatti: <<Un colpo – una vita.>> che significa che la freccia scoccata mette in gioco tutta la vita dell’arciere e il bersaglio dal colpire è l’arciere stesso.  

Tecniche di mira e di rilascio: 


La differenza fra questo sport e tanti altri è che è necessaria una particolare capacità di concentrazione e precisione millimetrica, e poi anche equilibrio mentale e fisico, e infine tanta disciplina e pazienza.

Quando si è in gara ufficiale, che dura in tutto 40 minuti, il tiratore ha circa 10 secondi per prepararsi al tiro, posizionarsi e organizzarsi. Poi però ha tutto il tempo per concentrarsi e scoccare la freccia. 

Prendere la mira è una forma di completa concentrazione mentale e preoccupazione mentale su dove colpirà la freccia. La mira è presa senza alcun pensiero cosciente e senza alcuna interruzione nella focalizzazione mentale per vedere se il dito è sul grilletto, se la spalla è abbassata o se il gomito è nell’esatta posizione. Questi pensieri devono essere stati fatti in precedenza. 

Una volta posizionato l’arco, si deve lasciare che il tiro si concluda automaticamente. Una volta fatto partire, il processo di sgancio è cominciato, e di solito passano dai 3 ai 5 secondi perché avvenga il rilascio effettivo; in questo tempo che si ha a disposizione ci si deve concentrare solo sul posizionare il mirino sul centro esatto del bersaglio, eseguito concentrandosi mentalmente sul punto centrale del bersaglio. 

 Nell’arco olimpico la corda deve essere posizionata sulla giunzione della prima falange del dito indice, medio, di conseguenza: occorre controllare bene questa posizione in fase di preparazione del tiro, che va ripetuta anche con la ‘patella’. La placca d’alluminio è fatta apposta per appoggiare la corda e lo ‘scasso’ è fatto per ricevere la cocca della freccia, di conseguenza la patella va posizionata nel punto giusto e non a caso! Le dita poi non si devono stringere tra di loro impedendone l’uscita pulita della freccia. Il polso deve sempre risultare scarico di tensioni, si deve percepire la forza della trazione che trattiene la corda, sentendo il polso che si allunga, e se ciò non avviene, il tiro risulterà impreciso e sbaglierà il bersaglio. Per rilasciare bene la freccia occorre allenare i muscoli dell’avambraccio e della mano, fino al punto che essi siano morbidi, elastici e flessuosi.

C’è così tanta eleganza nel tiro con l’arco!

La mia esperienza con L'arco

Nell’ambito sportivo si dice che ‘si nasce con la capacità di tirare con l’arco’, nel senso che potrebbe essere un talento umano innato, già presente nella persona dalla nascita. 

La prima volta che provai ad utilizzare un arco provai una strana emozione di…LIBERTA’, GIOIA, ENTUSIASMO che mi ha portato a proseguire.

Per questo ho scritto questo articolo e per questo invito tutti a provare questa bellissima esperienza!