Un diario facilita l’impegno, abitua alla routine, ci cura; it helps us keep track.
L’idea è quella di tenere un diario, insieme, per raccontare i nostri sentimenti, la nostra rabbia, il nostro dolore, i nostri momenti difficili, ma anche le nostre idee, le nostre reazioni, la nostra pazienza, i nostri sogni, la nostra speranza. Condividere un diario, per scrivere, disegnare, annotare, scarabocchiare. Per prendere le distanze rimanendo uniti!!! Tenere un diario per rileggerlo tra un po' di tempo, quando tutto sarà finito!!
Ognuno a modo suo!!!
GEROLAMO ED ESMERALDA, L’ORIGINE DEL TEVERE E DEL NESTORE
Tanto tempo fa nel paesino di Marsciano, vivevano due giovani innamorati, il cavaliere Gerolamo e la bellissima principessa Esmeralda. Purtroppo i due innamorati appartenevano a delle famiglie in costante rivalità per il controllo del territorio e delle risorse d’acqua. I castelli in cui vivevano erano in continuo attacco.
Un giorno, proprio durante l’ennesima offensiva da parte dei marscianesi dell’Est, la principessa Esmeralda venne colpita da una freccia e morì. Il cavaliere, appena ricevette la notizia, perse le forze a causa del dolore. La madre e il padre di Gerolamo cercarono in tutti i modi di consolare ed aiutare il figlio.
Ma con il trascorrere dei giorni lo stato di salute di Gerolamo peggiorò, il cavaliere ormai non mangiava, non beveva, e si lasciò morire. La morte del cavaliere provocò così tanta tristezza e dolore che i suoi genitori chiesero un trattato di pace ai marscianesi dell’Ovest e questi accettarono. Entrambe le famiglie avevano il cuore spezzato e i due re decisero di chiedere aiuto allo stregone Zack.
Il padre di Gerolamo, chiamato Fumaiolo, chiese di riportare in vita il figlio e anche il padre di Esmeralda, chiamato Leone, chiese la stessa cosa. Zack sapeva che non avrebbe potuto riportare in vita i ragazzi ma trovò un modo per accontentare la richiesta dei due genitori. Trasformò Gerolamo ed Esmeralda in due fiumi, il Tevere e il Nestore. Lo stregone decise inoltre che i due fiumi si sarebbero potuti unire, dopo un tratto del loro corso, per continuare insieme il loro percorso. Una volta l’anno, ancora oggi, nel punto di incontro del Nestore e del Tevere si intravedono le anime dei due innamorati.
M. G
C. A
S. C.
L. B.
E. H.
Spero che dopo questa quarantena le persone riescano finalmente a guardare con occhi diversi le cose o le persone che gli stanno accanto.
Spesso tutti noi sottovalutiamo le persone e gli oggetti, ma sapete che anche loro hanno una storia?
Ieri sera ho aiutato mio padre paperino in giardino e ho visto una pianta mai vista prima d’ora. Papà mi ha detto che l’aveva piantata anni fa mio nonno papero, contro i “mal occhi”, prima di morire.
Lo so sembra stupida come cosa, ma ero così presa ad uscire e a stare con il mio oggetto preferito, il telefono, che non ho visto cosa mi circondava, fosse solo una piccola piantina.
Spero che dopo questa quarantena ognuno di voi riesca a vedere ciò che ho visto io in questi giorni e a dare più importanza agli oggetti e alle persone che vi stanno accanto. Sicuramente guarderò crescere e curerò quella che è diventata la mia pianta preferita …
Paperina
Questi giorni di quarantena dovrebbero servire anche per riflettere sull'importanza di tutto ciò che abbiamo attorno, di quello che fino a qualche giorno fa avevamo e adesso invece no, come ad esempio la libertà di fare quello che volevamo, sempre nel rispetto degli altri. Potevamo decidere di uscire di casa per stare con gli amici senza alcun problema e invece adesso non possiamo.
Io con questa quarantena mi sono resa conto che mi mancano persone, che non pensavo mi sarebbero mancate così tanto…
E quando le mie amiche mi parlano dei problemi che hanno, vorrei veramente stare lì accanto a loro ad ascoltarle e supportarle, invece lo posso fare solo tramite un telefono.
Però ho fatto caso ad una cosa: dall'inizio della quarantena sento che la mia classe si è unita di più, certo qualche discussione c'è sempre; ma prima ci cercavamo solo per i compiti, adesso invece anche per sapere semplicemente cosa stiamo facendo, per parlare di come trascorriamo il tempo, o per scherzare e provare a fare i compiti insieme.
Penso che dopo questo periodo non vivrò le cose come prima, cioè spero che niente sarà più così superficiale, niente sarà una cosa ovvia da fare, perché la quarantena mi ha fatto capire che ci vuole un attimo a far svanire le cose belle che facciamo quotidianamente.
Spero che tutti inizieranno a fare caso alle piccole cose e ad apprezzarle!!!
Karol
Caro Diario,
Sono ormai molti giorni che vivo completamente chiusa in casa ..
In alcuni momenti mi sento angosciata e preoccupata per via di questo virus diffuso non solo in Italia ma in tutto il resto del mondo. Ogni giorno sento che questo maledetto miete tantissime vittime. Ammiro e penso spesso a tutte le persone che, in prima linea, mettendo a rischio la propria vita ogni giorno, lottano per combatterlo e per ridare la possibilità di vivere a tutti coloro che lo hanno contratto, lavorando spesso anche senza strumenti e mezzi di protezione.
Io, di fronte a tutto ciò, non so cosa fare, però mi affido alla preghiera e in essa trovo consolazione.
Spero che presto si possano trovare le giuste cure per sconfiggere questo virus invisibile che si propaga velocemente, in modo che la mia vita, ma anche quella di tutte le persone del mondo, possa tornare alla normalità e che possiamo tutti tornare a godere di una nuova libertà, prima poco apprezzata, ma che ora è diventata indispensabile! In questo periodo così difficile in cui dobbiamo stare a casa per proteggerci e per proteggere gli altri, io l’apprezzo ogni giorno di più questa bellissima parola, libertà. Spesso penso anche che siamo noi i fortunati, perché a fine giornata ci ritroviamo insieme alle nostre famiglie con cui possiamo consolarci …
Credo che ti aggiornerò spesso, caro Diario …
MALIBU
Seduta
sulla macchina
con la radio
accesa
non sono
più tesa
ma sono distesa
intanto
sento
canzoni
alternate
da notizie
raccontate
da voci
intrecciate
la musica
forte
che fa cantare
le persone
che fa impegnare
i cantanti
che fa impazzire
la gente
che sconvolge
la mente
che fa studiare
lo studente
che fugge
veloce
ti porta
lontano
e più non
ti lascia
ti incanta
ti squarcia
ti schianta
sul suolo
col ritmo
suo solo
di musica
forte
di notizie
raccontate
canzoni cantate.
V.C
Ho sempre passato tre quarti della mia giornata con il telefono.
Cominciai ad odiare sempre di più la scuola fino al giorno in cui
mi chiusi in camera e iniziai a "sfogarmi" con il mio amico telefono.
Passato un po' di tempo vidi che iniziava a crescere,
tanto da diventare un gigante.
Avevo paura, ma ben presto le mie emozioni
si dissolsero in uno schermo digitale.
Potevo solo vedere e sentire quello che succedeva intorno a me.
Vidi il mio telefono scappare dalla finestra.
Strillai, nessun suono. Decisi di non fare più niente.
Il giorno dopo mi accesi di colpo:
una grande vibrazione, mille "bip" mi segnalavano
i messaggi ai quali non avrei mai potuto rispondere,
all'improvviso un voce mi strillò: "la scuola sta andando a fuoco!
Tutta colpa tua, che stai andando in cortocircuito!"
D.C.
In un tempo molto lontano vivevano due amici inseparabili, Tevere e Nestore.
Un giorno i due ragazzi andarono al fiume per fare un bagno, ma il corso d’acqua era quasi prosciugato.
A Nestore venne in mente un’idea per impedire che il villaggio rimanesse senza acqua, lui e Tevere avrebbero costruito uno sbarramento.
L’indomani i due amici si recarono al fiume e con tutti gli attrezzi iniziarono i lavori.
Un mese dopo la diga era finita e l’autunno stava cominciando, con la stagione delle piogge.
Lo sbarramento funzionava abbastanza bene, ma Tevere e Nestore non sapevano che era in arrivo una forte tempesta e che la barriera non avrebbe retto il peso dell’acqua, quindi il fiume straripò.
Gli abitanti del villaggio vennero a sapere del pericolo e abbandonarono immediatamente le loro case.
Terminata la pioggia la popolazione si diresse al corso d’acqua per vedere cosa era accaduto.
Gli abitanti capirono subito che i colpevoli erano proprio i due ragazzi e decisero di punirli. Li portarono da un mago e gli raccontarono l’accaduto. Il mago decise la punizione per i due ragazzi. Portò Tevere al Monte Fumaiolo e Nestore a Monteleone d’Orvieto e lì li trasformò in due fiumi. I due corsi d’acqua vennero chiamati come i due giovani.
Il mago, però, decise che in un punto del loro percorso i due corsi dovessero incontrarsi, per ricordare l'amicizia dei due giovani. Per tale motivo proprio nel territorio di Marsciano il fiume Nestore diventa l’affluente del fiume Tevere.
V. C.
S. S.
E. D.
S. T.
Marsciano 17 Marzo
la situazione sta veramente degenerando: il Coronavirus si è “impossessato” della vita di ognuno di noi ed ha cambiato radicalmente tutte le nostre abitudini.
Io cerco sempre di mantenere la calma ma non è così facile. Mi mancano gli abbracci dei miei amici, le risate durante i pigiama-party, le partite di pallavolo che finivano 31-29; sento la mancanza di tutto quello che prima ritenevo scontato.
Però un lato positivo di tutto questo c’è: ho più tempo per riflettere, per prendermi cura di me stessa e soprattutto per stare con la famiglia.
Sono stata nascosta per tutto questo tempo dentro un guscio perché avevo paura di me stessa, del giudizio degli altri; pochissime persone hanno visto la vera me, senza giudicarmi e senza aver paura.
Molte volte mi capitano foto di ragazze belle, magre, con un fisico perfetto, ed è lì che mi chiudo sempre più e non do ragione a nessuno.
Stando a casa ho capito che nessuno è perfetto: quelle ragazze usano Photoshop, mentre i ragazzi diventano Uomini solo quando imparano ad esser fragili.
Nella vita si cade moltissime volte, ma ora so che si cade per rinascere, per essere una persona migliore.
A presto, caro diario...
Tua Saturno
Caro diario, Marsciano, 21 marzo
ho perso la cognizione del tempo!
Non ce la faccio più a stare chiusa in casa senza vedere tutti i miei amici: per me è veramente una tortura.
Certe volte mi perdo completamente nei ricordi di quando la mia vita era “normale”; nella mia testa c’è una cartella che si chiama “pre-Coronavirus”: vi sono raccolti tutti i momenti felici della mia vita. Li ho vissuti con le persone che amo, prima che questa situazione cambiasse totalmente le cose.
Oggi pomeriggio penso di aver detto una cosa che farà la storia: ”Voglio tornare a scuola!”
Anche a te è preso un colpo, vero? Beh, penso che per una ragazza di tredici anni dire una cosa così significa aver preso una botta talmente forte alla testa da perdere completamente la ragione.
“No, no, questa si chiama DISPERAZIONE”, continuo a ripetere dentro di me; ma in realtà non è così.
Adesso mi immagino che i professori stiano dicendo:”Ci voleva un’epidemia per far comprendere ai ragazzi la bellezza della scuola?”
Noi la prendiamo tanto sul ridere, ma la cosa è alquanto strana.
Quando sono a scuola mi sento al sicuro, protetta da tutti coloro che mi vogliono far del male. Non so perché, forse perché sono circondata da persone che mi vogliono bene?
Mmm, non lo so, però mentre ero alla ricerca della soluzione a questo enigma, mi sono ricordata il testo di una canzone che riassume in poche parole tutto questo discorso filosofico di cui ti ho reso partecipe:”E se non è con te, se non era un posto raggiungibile, allora io mi fermo e smetto di pensare, se non sei tu la casa io non so più abitare”.
Amico mio, ti lascio con questa domanda: ”E se questo posto prima o poi non ci sarà più, continuerai a cercarne un altro o ti abbatterai perdendo tutte le speranze?"
Tua Saturno
Caro diario, Marsciano, 31 marzo
oggi sono veramente esausta!
Questa mattina ho avuto la lezione di storia, molto coinvolgente e affascinante.
Poi però, ho avuto un lampo di genio e mi sono ricordata che dovevo consegnare la presentazione di geografia sugli Stati Uniti…devo correre!
Mi sono sistemata sulla mia solita postazione e mi sono messa all’opera. Non puoi capire: il tempo passava così velocemente che si erano fatte già le 13:30.
Perciò mi sono messa a tavola e indovina cosa c’era per pranzo… i cappelletti della nonna, quelli buonissimi che lei fa sempre insieme alla mia mamma! Che buoni!
Subito dopo mi sono rimessa al lavoro; sono già le 20:30? No, non è possibile!
Ho cenato e fino alle 21:35 ho continuato a lavorare.
Basta non ce la faccio più! Mi sono diretta verso la camera ed ho fatto quello che più mi piace fare durante la giornata: scrivere.
Per me la scrittura è musica, le parole si intrecciano con le emozioni e creano un’armonia unica.
Beh, è tardi,
Buonanotte amico mio.
Tua Saturno
Caro diario, Marsciano, 1 aprile
la mia vita in questo momento è così monotona!
Mi alzo, faccio le videolezioni, mangio, studio, ceno e vado a letto. Siamo ragazzi! Abbiamo bisogno di divertirci, scherzare e sorridere.
Per questo ho organizzato, insieme alla mia famiglia, dei giochi che vengono svolti ogni sera; ci sono dei premi e chi vince più giochi non dovrà apparecchiare la tavola per il resto della settimana.
Mi mancava stare con la mia famiglia! Prima avevo molte cose a cui pensare e non le davo molte attenzioni. Certe volte penso che da un momento all’altro vedrò tutto questo sgretolarsi tra le mie mani, e ciò mi sconforta moltissimo. Però, basta pensare alle cose negative! Io ho te, il migliore amico che si possa desiderare.
Ti voglio bene!
Tua Saturno
Lago di Braies, Trentino foto ricordo di una vacanza in famiglia
Questa foto l’ho scattata io qualche anno fa. Qui io e la mia famiglia siamo venuti a fare un’escursione nel bel mezzo della natura, perché proprio qui è stata girata una fiction “Un passo dal cielo” che noi seguiamo e la prima volta che l’abbiamo vista siamo rimasti affascinati dalla bellezza di questo posto e abbiamo deciso di organizzarci per andarci in vacanza. Sinceramente mi manca molto vedere questi splendidi panorami unici al mondo che solo la montagna può donarci. Forse quest’anno nemmeno ci andrò a causa di questo virus che devasta tutto il mondo. Il restare a casa mi porta a pensare proprio a quanto eravamo liberi prima del virus… liberi di andare dove volevamo, senza pensare di commettere una cosa sbagliata, a danno degli altri e della società. A quei tempi non avevo tutti questi pensieri… mi ritrovavo davanti al lago, stesa sulla riva, i raggi del sole mi abbagliavano...
Apprezzavo ovviamente la bellezza e la singolarità di questo sfondo paesaggistico ma non capivo a fondo quanto ero fortunata in quel momento e quanto fosse importante stare lì davanti e non pensare a niente... ora, chiusa dentro casa, lo comprendo benissimo.
Ma d’altronde noi uomini siamo fatti così: quando abbiamo tutto disprezziamo o non apprezziamo abbastanza e invece, quando siamo obbligati a non fare qualcosa che ci piace, rimpiangiamo quando eravamo liberi di farlo.
Siamo creature imperfette che non sappiamo mai accontentarci. E sbagliamo di grosso.
Al di là di tutte le cose che ero abituata a fare come andare a fare una passeggiata, andare dai nonni, stare con il mio fidanzato (mi manca da morire!!!), andare agli allenamenti di pilates e alle lezioni di violino… (e tantissime altre), qui a casa ogni giorno è più noioso.
Per ammazzare il tempo, come si suol dire, studio, mi esercito con il violino, ascolto la musica, gioco con la play e con qualche gioco da tavola (quando i miei familiari ne hanno voglia) e la sera solitamente guardo un film... insomma sempre le stesse cose ogni giorno. Ho incominciato a leggere un nuovo libro che mi aveva regalato il mio ragazzo “Il Nome della Rosa” di Umberto Eco... mi piacciono molto le storie intricate e rimanere con il fiato sospeso... Non ho visto il film ma naturalmente l’ho messo già nella lista…
Ogni giorno mi sembra che il tempo passi sempre più lentamente… ho iniziato ad avere il mal di testa costante anche a causa dell’eccessivo utilizzo del computer per svolgere i compiti che ci vengono assegnati… ma questa è scuola e devo farlo per forza!!! Comincio a sentire la mancanza anche di fare le cose più stupide come fare la spesa (ci va ogni settimana solo mia madre) o andare a prendermi un gelato o andare dall’estetista o dalla parrucchiera… prima di tutto questo "casino" mi sembravano cose scontate che avrei fatto e continuato a fare ma non è così... rimpiango tutti i bei momenti passati insieme alle mie amiche e sì, rimpiango anche la scuola (non posso credere di averlo detto) perché, anche se dovevo studiare per compiti e interrogazioni, almeno vedevo gente, persone, amici, insegnanti e USCIVO DI CASA!!!
Insomma, morale della favola, restiamo a casa anche se, ovviamente, ci costa molto sacrificio; dobbiamo farlo per il bene del nostro paese!!! Soffermiamoci su ciò che ci resta da fare e che possiamo sperimentare stando a casa!!! É una situazione che noi non volevamo ma adesso ci stiamo dentro e, se restiamo uniti e rispettiamo le regole, ne usciremo. La vita è costituita da alti e bassi e le difficoltà sono sempre dietro l’angolo e saltano fuori sempre all’improvviso. Quindi cerchiamo di non essere persone egoiste e RESTIAMO A CASA.
E soprattutto pensiamo ai medici e agli infermieri che si trovano nel campo di battaglia e noi invece ci troviamo distesi sul divano… non pensiamo solo alle nostre libertà sottratte e alla nostra “quarantena” perchè ci sono persone che non ritornano nemmeno a casa, ma stanno all’ospedale a curare malati, che vedono ogni giorno persone morire, e il numero va sempre aumentando…
Ricordiamoci che esiste anche il prossimo!!!
Tauriel