Un diario facilita l’impegno, abitua alla routine, ci cura; it helps us keep track.
L’idea è quella di tenere un diario, insieme, per raccontare i nostri sentimenti, la nostra rabbia, il nostro dolore, i nostri momenti difficili, ma anche le nostre idee, le nostre reazioni, la nostra pazienza, i nostri sogni, la nostra speranza. Condividere un diario, per scrivere, disegnare, annotare, scarabocchiare. Per prendere le distanze rimanendo uniti!!! Tenere un diario per rileggerlo tra un po' di tempo, quando tutto sarà finito!!
Ognuno a modo suo!!!
«Già s'intravede la pace. E’ come un grande buio che cala. E’ l'inizio dell'oblio». Questo è un pensiero di Marguerite Duras che Paolo Giordano riporta in un suo articolo. “Dopo una guerra tutti si affrettano a dimenticare, ma qualcosa di simile accade con la malattia: la sofferenza ci pone in contatto con verità altrimenti offuscate, mette in ordine le priorità e sembra ridare volume al presente, ma non appena la guarigione sopraggiunge quelle illuminazioni evaporano“.
Questo passaggio mi ha fatto riflettere ... Un’esperienza negativa non la si comprende mai bene fino in fondo se non la si vive in prima persona. L’essere faccia a faccia con le difficoltà della vita ci permette di scorgere nuove sfaccettature di noi che forse non sarebbero mai venute fuori altrimenti. La modalità con cui si affrontano i problemi aiuta a prendere padronanza di sé stessi. Ma è come un incubo. Appena i tempi migliorano, non si vorrebbe altro che dimenticare quelle esperienze.
Non potrebbe esserci errore più madornale, sebbene siano stati momenti bui. Quei momenti hanno permesso la conoscenza del vero sé e delle proprie capacità. Sono quei momenti che forgiano il carattere della persona, probabilmente in meglio. Ecco, credo che quei momenti non debbano essere dimenticati, ma apprezzati e da tenere cari, come promemoria, nel caso in cui si ripresentino. Bisogna solo non farsi prendere dallo sconforto. Pregare, per chi ne sente la necessità. Trovare delle proprie ancore a cui aggrapparsi, se ci si sente sprofondare. Ma dimenticare non è mai la soluzione adatta. Va bene dare la priorità al tempo che si sta vivendo, quindi di un rinnovato periodo positivo, ma senza mai dimenticarsi delle esperienze che hanno fatto e faranno parte di noi per il resto della nostra vita.
Le priorità di questo tempo sono basilari, ma fondamentali. La salute, in primis. Il bene degli altri in secundis. Questa non è una guerra, è un momento buio. L’Italia ne ha attraversati molti e ne è uscita indenne e più forte di prima. Perché non dovrebbe accadere lo stesso adesso? Non dico nell’immediato, ma la scienza ce la sta mettendo tutta per trovare una cura. Gli aiuti dall’estero ci sono e si stanno mostrando più solidali del previsto. Solo, non dobbiamo mollare. Non ora che siamo a un passo dalla vittoria. Altrimenti che italiani saremmo?
Tinkerbell
Racconti in tempo di peste di Mariangela Gualtieri, la poesia "Nove marzo Duemilaventi "letta da Giuseppe Cederna mi ha fatto venire subito in mente una frase tratta dal libro: ”L’arte di essere felici” del filosofo Arthur Schopenhauer, a cui tengo particolarmente per il significato ...”Di qualunque cosa si tratti, beni, salute, amici, amata, moglie, figli, per lo più ne percepiamo il valore solo dopo averla perduta.[...]”
Ogni giorno che passa noi lo viviamo e basta, perché siamo “obbligati” dalla vita stessa a farlo per andare avanti, ma mai ci soffermiamo ad assaporare ogni attimo del tempo che scorre. Siamo sempre di corsa nel fare le cose che a volte ci dimentichiamo anche di chi abbiamo vicino. Diamo tutto per scontato: la libertà, l’amore, gli amici, gli affetti ... pensando che nulla mai ce li potrà strappare via, ma ci sbagliamo.
Servono sempre le cose negative per farci uscire da questa illusione che vi è in ognuno di noi, come per esempio la situazione che si sta affrontando in questi giorni. Siamo tutto a un tratto diventati soli, senza nemmeno avere il tempo di capire cosa stava succedendo intorno a noi, senza aver avuto la possibilità di dare un forte abbraccio alla persona che amiamo in modo da lasciargli quel calore che in qualche modo le sarebbe servito per tutto il tempo dell’ ”arresto domiciliare”. Solo con questa faccenda (la voglio chiamare così) siamo riusciti a spolverare le foto o i video del passato e ritrovare nei nostri volti la spensieratezza e la felicità che è semplicemente frutto della libertà (a cui diamo il vero valore solo ora), o fare il pane con l’aiuto di tutta la famiglia e tante altre cose che venivano considerate “banali” mentre ora sono l’oro dei nostri sorrisi.
Ci rendiamo conto solo ora che siamo obbligati a starcene chiusi in casa, di quanto sia importante a volte dedicarsi un po' anche a sé stessi, a ragionare su certi aspetti e trarne proprie idee senza seguire sempre la massa, a quanto sia necessario incontrare ogni giorno lo sguardo delle persone a cui teniamo per essere meno soli, e leggere per crescere ... apprezzare tutto ciò che si ha per farne tesoro. Sempre.
La mia domanda è allora questa ...
Finito il “carcere casalingo”, riusciremo a capire il vero valore che c’è nelle piccole cose?
Secondo me l’unica cosa da fare è riflettere su questi aspetti in modo da diventare migliori … quando si ritornerà in gioco!!! Beh, questo è quello che sto provando a fare io.
S.B
Oggi leggendo ho pensato tanto.
Oggi ho capito che non voglio essere l’ennesimo essere umano infedele al suo desiderio, non voglio essere l’ennesimo essere umano che lavora per costrizione, per mangiare, e il cui lavoro è noia. Voglio fare quello che amo, quello che mi appassiona e prima di farlo scoprirlo ogni giorno. Voglio riempire le mie giornate, e il mio “diario di viaggio” di cose da raccontare, e trasmettere ai miei figli (se deciderò di averli) le stesse cose che ho provato io, che a me nessuno ha trasmesso ma che ho scovato dentro di me, ignara di averle. Voglio morire senza rimpianti, e aver tirato fuori di me tutto l’amore e la passione che ho. Il libro che ho terminato oggi di leggere si concludeva con delle parole sul senso della vita e dell’amore come principale obiettivo, parole quasi identiche a quelle che ho utilizzato io qualche giorno fa, e questo mi ha sorpresa molto. Ho sempre avuto per lo più sentimenti negativi dentro di me, per colpa di qualche evento che mi ha un po' rovinato l’adolescenza, ma lo scrittore del mio cuore dice che tutto si ripara e che riparare è un’arte come lo è lo spegnersi e il rompersi. E che la bellezza dei sogni sono i loro limiti, senza di essi non sarebbero tali. E per realizzare i sogni dobbiamo essere accompagnati da qualcuno, perché nessuno è qualcuno da solo. Ognuno ha qualcosa dentro che deve nutrire, alimentare per farlo diventare grande. La scuola e la famiglia dovrebbero essere i maestri in questo, anzi gli aiutanti. Ma la famiglia molto spesso non ha tempo, e la scuola pensa ad altro. A cosa? Ai risultati quantificabili, a finire il programma, a far rispettare le regole, a un’educazione burocratica, e non personale...
A me piacerebbe andare a scuola e trovare insegnanti che ci chiedano cosa desideriamo e ci aiutino a farlo realmente, e che aiutino a formare persone che hanno obiettivi prima di dirci “massimo due debiti”. È per questo che amerei insegnare, ma non rientrerò mai in un sistema scolastico. Il mio sogno perciò è fare l’educatrice o l’assistente sociale.
Scriverei per giorni, decine e decine di pagine, ma mi mancano le parole.
Questa quarantena non sta facendo altro che farmi riflettere. Siamo proprio impotenti, insignificanti e inermi di fronte alla vita, alla natura e a certe situazioni.
Mi manca tutto, soprattutto la spensieratezza; si sa che siamo tutti temporaneamente infelici a causa dell’emergenza. Non possiamo affidarci a niente e a nessuno, tranne che a Dio per chi ci crede.
_FreeMind
Non sono questi giorni a farmi paura
mi fa paura non poter vedere le cose più belle che la natura ci ha regalato...
il mare, e il tramonto.
_FreeMind
Ci siamo ritrovati catapultati, da un giorno ad un altro, in una situazione a noi estranea e molto più grande e per quanto questa possa essere paradossale, mi piace pensare che sia una richiesta di aiuto mandata dalla Terra. Ci ha imposto di fermarci tutti, per un po’, per farla respirare e, dico purtroppo, perché è comunque una situazione di grave emergenza. E’ dovuta arrivare ad utilizzare un virus spietato.
Mi intristisce riflettere su questa questione perché, credo, che in parte ce la siamo cercata e mi affligge ancora di più sapere che, ad oggi, ci siano persone che non abbiano ancora compreso l’entità e la gravità di tale problema.
Allo stesso tempo però, noto con piacere che ha portato con sé dei piccoli benefici. C’era bisogno di arrivare a tanto per mettere in atto delle piccole regole che, se applicate da sempre, avrebbero potuto evitare tale situazione?
In un certo senso questo “carcere” che stiamo vivendo ci fa guardare con occhi diversi quella nostra tanto disprezzata quotidianità che avevamo prima.
Moltissimi sono i ragazzi che immagino siano finalmente riusciti a comprendere l’importanza e la bellezza della scuola, non solo come fonte di informazioni, ma come luogo di collettività. Molte sono le cose che abbiamo potuto riscoprire e che ci recano piacere, ma che prima per la troppa corsa con cui trascorrevamo le nostre giornate non abbiamo curato, ad esempio il leggere un libro, il disegnare, lo scrivere, mettersi in cucina, suonare, vedere film e molto altro ancora, come il semplice riflettere...
Mi auguro che ognuno stia capendo chi sono veramente le persone che dobbiamo sostenere, mi riferisco a tutti quei lavoratori che ad oggi cercano di preservare la nostra salute e di combattere questa battaglia.
Sono convinta che sia una situazione molto brutta per molti e come tutti spero che possa risolversi nel più breve tempo possibile, ma allo stesso tempo mi auguro che ciò che stiamo vivendo possa diventare un'importante lezione di vita e che da questa esperienza possiamo riscoprire quali sono i valori che contano.
Trotty
Il mio modo di vivere, in questi giorni di quarantena, è sicuramente meno frenetico, il tempo sembra dilatarsi e la comunicazione è affidata completamente al virtuale: niente più contatto umano! Anche un abbraccio ora è impossibile… e così quel gesto che prima del coronavirus sembrava banale ora per me ha acquistato di significato!
A.
Ho scelto di raccontare la quarantena attraverso delle canzoni perché la musica è molto presente nella mia vita e spesso mi aiuta a superare momenti difficili.
Trovo sia un grande mezzo per veicolare messaggi importanti come quello di speranza.
lilquarantine
Oggi è un giorno intriso di monotonia, come gli altri del resto. Sono giorni trascorsi a pensare, giorni nostalgici, in attesa di un cambiamento.
Immersi in un contesto incomprensibile e in un certo senso frustrante, pensieri convulsi convergono all’interrogativa: “Riusciremo a riprenderci la nostra normalità?”.
Spesso mi chiedo se questa situazione andrà ad influenzare le nostre abitudini, finendo per stravolgere anche i rapporti interpersonali.
È un periodo di dissapore, ansia, paure.
Ho avuto anche modo di riflettere, di apprezzare i piccoli dettagli, i momenti effimeri trascorsi con le persone amate.
E riaffiorano i ricordi, sensazioni e sentimenti, riassaporando con un profondo senso di nostalgia le uscite con gli amici, i lunghi abbracci, gli sguardi, i sorrisi..
E ripensi a quando tutto ciò era così scontato da essere sottovalutato, e quanto invece ora vorresti ripercorrere ogni istante.
E così le mancanze di sicurezze, i dubbi, la non consapevolezza di quando tutto ciò finirà a volte divora, e anche se le modalità di contatto virtuale sono varie, ti capaciti che non hanno nulla a che vedere con la presenza fisica.
In fondo poi non siamo nemmeno pienamente coscienti della situazione, proiettati nella speranza che presto tutto ciò finirà. E così provi ad essere ottimista, perché è l’unica soluzione per resistere.
Amethist
Come può un decreto cambiare la mia e la nostra vita dall'oggi al domani?
Eppure è successo.
Mi sono ritrovata insieme ai miei compagni catapultata dall'oggi al domani dai banchi di scuola al pc ... è molto strano per una generazione come la nostra sempre connessa.
Compiti online, lezioni online, tutto online; da una parte è bello, ma dal' altra mi mancano i miei compagni di classe, l'ansia delle verifiche, lo sguardo vero dei professori, scrivere con la penna.
Internet in questa situazione è fondamentale perché mi permette di fare video chiamate e di restare in contatto con il gruppo della classe che abbiamo creato.
In casa ci si deve restare e insieme alla mia famiglia facciamo molte cose che prima facevo solo con mia sorella o con i miei genitori il sabato e la domenica come cucinare, guardare film, mettere lo smalto.
Ogni giorno spero che questa situazione si risolva e, se bastasse restare a casa e rispettare le regole perché tutto finisca presto, lo farei per altro tempo ... quanto è necessario!
Quando sarà terminato questo periodo apprezzerò il mondo con occhi diversi: apprezzerò di più andare a mangiare una pizza, uno sguardo a scuola, la Messa, un abbraccio per tutto il tempo che siamo rimasti distanti. Non dobbiamo dimenticare quello che stiamo vivendo: la nostra libertà minata da un virus, che riusciremo a distruggere solo se non abbiamo contatti tra di noi. Qualcuno parla di guerra; forse non è giusto questo termine: la guerra si combatte con le armi e adesso serve solo collaborazione, rispetto, unità e servizio verso gli altri. Compilare una lista di tutto ciò che non si dovrebbe dimenticare afferma uno scrittore; forse questo ci aiuterebbe, quando tutto sarà finito, a non fare gli stessi errori. Io vorrei che non ci fosse lo sfruttamento, l’inquinamento della terra che ci accoglie e ci ospita. Vorrei che la vita per tutti non fosse così frenetica, distratta, a volte invivibile; in fondo guardiamo adesso dobbiamo stare tutti a casa e ci stiamo!!!
Tokio