Un diario facilita l’impegno, abitua alla routine, ci cura; it helps us keep track.
L’idea è quella di tenere un diario, insieme, per raccontare i nostri sentimenti, la nostra rabbia, il nostro dolore, i nostri momenti difficili, ma anche le nostre idee, le nostre reazioni, la nostra pazienza, i nostri sogni, la nostra speranza. Condividere un diario, per scrivere, disegnare, annotare, scarabocchiare. Per prendere le distanze rimanendo uniti!!! Tenere un diario per rileggerlo tra un po' di tempo, quando tutto sarà finito!!
Ognuno a modo suo!!!
Ecco che cosa rimane
di tutta la magia dell’ infanzia:
quel carillon,
di plastica gialla e blu,
che suona una bambina
camminando, scalza, per la casa.
Ma, in quella musica delicata,
ci sono dentro folletti verdi e arancioni;
c’è una sfilata di gnomi silenziosi,
la banda degli animali, il flauto, i ballerini.
Come, nel rumore di un temporale,
c’è tutta la paura della tempesta,
la carezza di una mano e dell’ abbraccio;
nel morbido lettino di una mamma
che si addormenta su un cuscino di piume,
tutta la bellezza della vita.
C. S
Ecco che cosa resta
di tutta quella magia del concerto:
quella fascia,
di stoffa viola e gialla,
che indossa una bambina
saltando, di gioia, per lo stadio.
Ma, in quella fantastica serata,
ci son dentro emozioni , ricordi e sogni
c’è la passione per la musica,
l’amore dei parenti, il passato, i sacrifici.
Come, nel cantare a squarciagola,
c’è tutto lo splendore di una serata,
la bellezza delle luci e del cielo;
nella mente d’una bambina
che applaude i suoi idoli,
tutta la meraviglia dell’infanzia.
M.B.
Una vita rinchiusi in casa diciamo che è una vita abbastanza noiosa soprattutto se sei figlia unica e hai dei genitori che ti vedono solo a pranzo e a cena come nel mio caso, ma tralasciamo; di solito esco e sto all’aria aperta visto che ho un grande cortile, poi rientro a casa e gioco con i videogiochi, guardo la televisione, gioco con il mio cagnolino, disegno e faccio le faccende domestiche. Cccccome scusa? Ho appena detto “faccende domestiche?” Davvero ti sto dicendo che faccio i lavori di casa? Ebbene sì, è ora di dire la verità… quando finisco tutte le idee non mi resta altro che pulire casa. La mia vita è cambiata in meglio, anche se non me ne rendo conto, credo di essere più responsabile e più rilassata. In questi giorni l’emozione che mi perseguita di più è la paura, la paura che un parente o addirittura i miei tuoi genitori tornino a casa scoprendo che hanno questo virus, la paura di non uscire mai più da questa quarantena, la paura di non farcela…
B.A.
Nonostante tutto questo io mi ritengo fortunato, non tutti hanno una mamma farmacista che può lavorare e un papà che mensilmente riceve uno stipendio statale, non tutti hanno un giardino su cui uscire e sfogarsi un po' per provare a dimenticare l'orribile situazione che ci sta circondando. Io e mio cugino siamo molto uniti, ogni sabato io ero ansioso di rivederlo. Giocavamo sempre insieme e ci inventavamo sempre qualcosa per divertirci, ma la cosa che più mi piaceva era quando insieme a suo papà, mio zio, andavamo tutti e tre a fare una gita in campagna con la bici, e potevo osservare la natura nel suo stato più puro, in mezzo ai campi. In lontananza si vedevano le automobili che correvano veloci, ma era totale silenzio. Non so descriverti, caro diario, la bellezza di quel momento quando il vento mi accarezzava le guance, mentre, guardandomi intorno mi vedevo circondato dalla storia: monasteri medievali, torri, castelli e vecchi paesi arroccati in cima alle colline dove il tempo sembra essersi fermato all'anno mille. E adesso penso: “Per molto tempo non si riparlerà più di quei pomeriggi spensierati insieme a mio cugino e i miei amici”. Ed io ancora non riesco a crederci, per me è come un colpo di spada che colpisce dritto nel cuore, ma mi sono reso conto che, purtroppo, tutto questo è la pura realtà. Mi ritrovo ora a passare le giornate sempre allo stesso noioso modo; una cosa che mi distrae dalla giornata sono i compiti, non che io possa fare molto altro!
F.P.
Penso di aver giudicato male questa quarantena, da quando mio papà non può più lavorare le giornate sono un pochino più allegre, giochiamo: a pallavolo, a calcio, a dodgeball … Ovviamente la normalità mi manca, ma piano piano mi sto abituando alla distanza dai miei amici e da alcuni dei miei familiari, ciò non significa che non mi manchino ma che, mentre prima non sopportavo l’idea di stargli lontano ora, ragionando un po’, ho capito che passeremo un bel po’ di tempo chiusi in casa perciò, a malincuore, sto cercando di rendere questa quarantena un po’ più leggera. B.M.
Nestore e il viaggio della vita
In un tempo lontano, nel Mar Tirreno, viveva una bellissima ninfa, sposata con il fiume Tevere.
I due avevano molti figli. La prole, però, si sentiva trascurata dal padre, che mostrava interesse solo per l'amata moglie, e finì per allontanarsi dal distratto genitore.
Un giorno, un satiro rapì la ninfa perché era molto invidioso di Tevere e la gettò nel mare; disse a Tevere che aveva costruito una diga per impedirgli di raggiungerla.
Tevere divenne sempre più triste perché sapeva che le sue acque, da sole, non sarebbero state abbastanza impetuose per rompere gli argini della diga.
Fu allora che il figlio Nestore, preoccupato per il padre, propose al fratello Nera di aiutarlo.
Nera andò a cercare gli altri fratelli e li convinse a tornare dal padre.
Poi, poiché era il figlio più responsabile, si avvicinò per primo al padre per confortarlo e tirargli su il morale.
Subito dopo, Aniene seguì l'esempio del fratello e tornò da Tevere per incoraggiarlo.
Anche Chiascio decise di tornare dal padre insieme a Paglia.
Infine Nestore, che nel frattempo aveva recuperato le acque dei suoi affluenti ed era diventato più forte, si gettò nel Tevere e si unì a lui.
Il padre, dopo il gesto dei figli, si addolcì e cominciò a provare per loro un amore sincero: lui e i suoi figli erano ormai una cosa sola.
Con il loro aiuto, Tevere era diventato così forte che riuscì a rompere la diga costruita dal satiro e a sfociare nel mare.
Fu allora che Tevere e i suoi figli si ricongiunsero con la ninfa per percorrere tutti insieme il viaggio della vita.
A.B.-D.G.-R.S.-N.R.-J.C.
Pensieri in libertà
* A noi esseri umani sembrava di essere onnipotenti, ci era permesso quasi tutto, eravamo liberi e ci sentivamo anche al sicuro dalle malattie grazie ai vaccini, ma adesso improvvisamente, a causa di questo sconosciuto virus senza cura, ci sentiamo impotenti. A questo punto non ci resta che riconoscere i nostri errori. Ritengo che in questo periodo sia necessaria una maggiore coscienza per acquisire una maggiore consapevolezza.
* Abbiamo bisogno di scegliere, una strada tra le vie del progresso per proteggere il nostro unico habitat, quindi gli altri e noi stessi, e la situazione che oggi stiamo vivendo ci ricorda che, se non si decide sulla realtà, è la realtà a decidere su di noi.
* Avevamo la certezza di essere al sicuro da tutto grazie al progresso scientifico e invece in questo periodo tutta questa sicurezza è stata smentita, tanto che da molte settimane non abbiamo più nemmeno la libertà di uscire di casa. Tutta la perfezione, in cui credevamo fino a poco tempo fa, ora non esiste più e siamo tutti impauriti e sconcertati. L’umanità ha sempre avuto paura dell’ignoto, infatti noi abbiamo sempre bisogno di avere delle certezze per non cadere nello sconforto, come in questi ultimi due mesi in cui per un virus siamo tutti ritornati nella grotta dell’ignoranza e nell’oscurità della paura.
* Dalla finestra aperta entra la voce del Sindaco che da un megafono raccomanda ai cittadini di non uscire. Questo mi turba, sembra il coprifuoco di un paese in guerra. Tutto è talmente assurdo! Come ha fatto un pipistrello a mandare tutto in tilt? Non ci rimane che augurarci che questo serva a noi, gente comune, a riappropriarci della nostra coscienza per costruire qualcosa di nuovo.
* Da circa un mese siamo costretti ad una reclusione forzata dovuta: un virus ci ha privato di un bene che davamo per scontato: la libertà. Una cosa che fa riflettere è la superficialità che l’uomo ha avuto rispetto a questo patogeno, ed ecco ora le conseguenze.
* Purtroppo a far paura alla maggior parte delle persone non è solo la non conoscenza di questo virus, ma anche il fatto che questo abbia completamente distrutto il castello di perfezione e di onnipotenza creato dall’uomo intorno a se stesso.
* Dobbiamo prendere coscienza che in qualche modo la colpa di questa epidemia che ha colpito il genere umano è del genere umano stesso. A volte l’uomo è spietato nei confronti della natura e degli altri abitanti della terra e la maggior parte delle volte agisce mosso solo dal guadagno personale, senza badare alle conseguenze.
* Un evento così tragico in un mondo avanzato e moderno come quello di oggi! Non siamo riusciti a sconfiggere un virus che, non solo miete migliaia di vite umane, ma ci priva anche della nostra libertà, senza poter più incontrare i nostri amici e familiari e senza poter fare più la nostra vita quotidiana.
* E’ arrivato il tempo in cui dobbiamo iniziare ad educare le nostre coscienze per ricostruire la scala dei valori e delle priorità, per accrescere la nostra capacità di cura della vita, dell’essere umano e della natura, per imparare a vivere assieme tra diversi e per sviluppare il nostro senso di responsabilità verso i vicini, l’umanità e le generazioni che ci seguiranno. Ma soprattutto, è questo il tempo in cui dobbiamo risvegliare la coscienza di chi non ha ancora capito cosa sta succedendo e pensa solo a quanti soldi può perdere, a come approfittare della situazione, o semplicemente come salvarsi da solo, anche a scapito degli altri; occorre che si risvegli la coscienza di chi si lamenta e non prova a cambiare le cose e di chi non vede neppure in questo frangente l’importanza della solidarietà, non solo con i vicini, ma anche con i lontani e non comprende che ormai siamo diventati tutti interdipendenti.
* Viviamo in una società basata sull’egoismo che eleva il nostro io fino a superare il concetto del noi. La speranza è che questa quarantena forzata ci faccia comprendere come dovremmo comportarci per evitare di fare male a noi stessi e agli altri. Tanta sofferenza potrebbe essere evitata solo ed esclusivamente facendo ricorso ad una coscienza comune.
* Questa pandemia ci ha bruscamente risvegliati dal pericolo più grande che hanno sempre corso gli individui e l’umanità, quello dell’illusione di onnipotenza. È bastato quindi il più piccolo e informe elemento della natura, un virus, a ricordarci che siamo mortali, che il potere e la tecnologia non bastano a salvarci. Ha rianimato nei nostri corpi un senso di coscienza, di consapevolezza che ci ha fatto capire che noi siamo solo umili uomini, tutt’altro che esseri perfetti, pieni di limitazioni, ed incapaci a volte di fare le scelte giuste.
* I comportamenti di ciascuno influenzano la vita degli altri ed è proprio questo periodo l’ideale per rispolverare le nostre coscienze per il bene collettivo, per ricercare assieme le soluzioni migliori, per capire cosa ci può salvare, per essere responsabili, ligi alle regole, per fare la differenza nel nostro piccolo davanti a qualcosa davvero molto più grande di noi.
* In questo brutto momento bisogna assumere maggiore consapevolezza e non dare tutto per scontato; bisogna rimanere distanti per il bene di tutti, ma uniti. E’ necessario agire tutti insieme, unendo le forze di ogni individuo e non combattendo ognuno in modo diverso e da solo. Solo così si potrà sconfiggere qualcosa di cui oggi si sa davvero ben poco e di cui si ha paura.
* Con l’arrivo del coronavirus tutti noi siamo stati costretti a fare delle scelte dure, ma abbiamo anche scoperto, o riscoperto, la bellezza della nostra famiglia: seduti tutti quanti al tavolo da pranzo, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo confrontato le nostre idee, cosa che non facevamo da tempo perché impegnati con il lavoro e con la scuola. Il COVID-19 ci ha aperto portato gli occhi, ci ha fatto amare le piccole cose.
* L’ “Andrà tutto bene” che risuona nelle case, nelle radio e nelle televisioni, che si vede scritto sui balconi, avrà senso e si realizzerà compiutamente nel momento in cui ognuno di noi avrà la consapevolezza che, come ha detto anche Papa Francesco, non ci si salva da soli, ma tutti insieme. Questo non è più il tempo dell’indifferenza, dell’egoismo o delle divisioni, né della dimenticanza, ma deve tornare ad essere il tempo della speranza e soprattutto della rinascita delle coscienze.
* Un aspetto positivo, se vogliamo coglierlo, e dobbiamo farlo anche per evitare la rassegnazione, è che questa solitudine forzata ha fatto riaffiorare in ognuno di noi la consapevolezza della esigenza nelle nostre vite degli altri, che siano amici o familiari. Non possiamo in alcun modo rinunciare a tutto ciò che l’altro è in grado di regalarci; dalle esperienze, alle emozioni, belle o brutte che siano, ai sentimenti più autentici e profondi. Quando tutto sarà finito, il più presto possibile speriamo, ci sarà un assoluto bisogno di rivedere le nostre priorità: se preferire nuovamente quelle comodità effimere donateci della tecnologia, oppure se porre finalmente attenzione su chi ci sta intorno. Quando torneremo alla normalità però non dovremmo dimenticarci di ciò che stiamo provando ora. Per ripartire dopo una tale tragedia ci sarà bisogno di uomini e donne estremamente responsabili che siano davvero attaccati al bene comune e collettivo.
* Di errori ne sono stati fatti molteplici fino ad ora e spero che possano dare uno spunto per trasformarsi in qualcosa di buono e per migliorare le condizioni in cui attualmente viviamo, insomma per un futuro migliore. Ad esempio, a causa del virus e dello stato di quarantena, in diversi Paesi del mondo, si sta riducendo drasticamente l’inquinamento, cosa sorprendentemente buona, e ciò potrebbe essere l’occasione per lo sviluppo di nuovi metodi volti all’ eliminazione di questo problema in modo permanente.
* Da questo momento ne usciremo, questo è certo, ancora non si sa né come né tanto meno quando, ma ne usciremo e sicuramente saremo tutti cambiati, con una maggiore consapevolezza che è inutile credere di essere invincibili e di non aver bisogno degli altri. Impareremo finalmente a gestire nella maniera corretta gli strumenti che lo sviluppo e il progresso ci affidano, sfruttandoli per creare e non per distruggere.
* Sento che l’Italia c’è, ma soprattutto che gli italiani ci sono, siamo tutti vicini l’uno all’ altro, condividendo le difficoltà di tutti. Non c’è più nord e sud, ora siamo finalmente gli italiani che cantano ogni giorno tutti insieme dai balconi l’Inno della propria nazione, che amano la vita, e sono pronti a grandi sacrifici per tornare a viverla al meglio. Nel dolore si ritrova l’unione e la forza della coesione, credo che questa situazione ci abbia cambiato per sempre e cambierà la storia del mondo per sempre. Ci ha dato una ragione in più per riflettere su come viviamo, su quante e quali ingiustizie affliggono l’umanità, su cosa dovremmo cambiare della nostra vita per superarle. Sono sicura che quando tornerà la normalità non ci sarà più per l'altro solo uno sguardo di indifferenza.
* Anche il peggior incubo si dimentica e oltretutto è dai momenti peggiori della vita che nascono situazioni positive. Un esempio è la solidarietà che si è rafforzata tra le persone, molte sono le persone che aiutano i loro vicini più anziani e vanno al posto loro a fare la spesa e molte sono le iniziative davanti ai negozi o in mezzo alle strade, come il cesto con la scritta “se hai lascia, se non hai prendi”. Sono convinta che questa quotidianità stravolta, in cui ora tutti stiamo vivendo nelle nostre case, porterà qualcosa di positivo: in questo momento di stop ognuno cerca di conoscere al meglio sé stesso, comprendere il valore della libertà, dell’affetto nei confronti dei genitori, la forza dell’amicizia, l’importanza di avere una quotidianità.
Gli "Ingigneri" Matti
Giovedì, 2 aprile 2020
in questi giorni non sono stata in grado di scriverti, è successa una brutta cosa che non mi sarei mai aspettata dalla vita.
Per spiegare tutto devo partire dall’inizio: dalla fine del 2019, il telegiornale ha cominciato a parlare della Cina. Inizialmente neanche ci facevo molto caso, tant’è che non capivo quale fosse il problema.
Tutto questo fino a quando ho scaricato un’applicazione nel mio cellulare chiamata “Tg5”; l’avevo scaricata principalmente per informarmi su cosa stava accadendo tra America ed Iran, stava per scoppiare una guerra ed ero molto preoccupata. Però le notifiche che mi arrivavano non parlavano di questo, ma di un certo “Coronavirus in Cina” e da lì ho capito…
Quando mi sono informata bene sul virus, ho iniziato a credere seriamente di rischiare di morire e di perdere tutte le persone che amo! Ero anche stupita dal fatto che, oltre a me, nessuno ne parlava, né si preoccupava. Ho cercato quindi di tranquillizzarmi e ci sono riuscita, fino a quando una notizia sulla mia bacheca virtuale ha reso reale la mia più grande paura: “Primi 6 casi positivi nel Nord Italia.”
Quello è stato il giorno più brutto della mia vita, mi veniva da piangere dalla paura che il virus potesse arrivare anche da noi…
Successivamente ho cominciato a fare delle ricerche scoprendo che la percentuale di mortalità in una persona malata di Coronavirus aumenta con l’età e aumenta ancora di più se la persona malata ha già altre patologie.
Ma i contagiati continuavano ad aumentare, sempre di più, fino a quando alcuni di loro cominciarono a morire.
Ogni giorno nel mio cellulare leggevo due numeri: uno era quello dei contagiati, l’altro quello dei morti; a questi numeri se n’è aggiunto un altro pochi giorni dopo, era il numero dei guariti, che in poco tempo, fortunatamente, è aumentato di molto rispetto al numero dei morti.
Ci avevano già detto di rimanere a casa il più possibile, ma nessuno ci rimaneva, (sai com’è…. noi italiani siamo un po' testardi!!), perciò il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ha deciso di prendere dei “provvedimenti” per evitare una più grande espansione del virus. A partire dal 5 marzo non si è potuto più andare a scuola e si è potuto uscire solo per le necessità; io ero felice perché mi sarei riposata per qualche giorno. Tutto questo sarebbe finito il 15 marzo, poi tutto è stato prolungato al 3 aprile e infine, proprio ieri, è stato annunciato che questa quarantena sarà prolungata fino al 13 Aprile e, sicuramente, lo sarà anche di più!
Per annunciare la chiusura delle attività, Giuseppe Conte, ieri sera, ha fatto un discorso che mi ha colpito molto. Ha parlato di tre fasi, la prima fase è quella che stiamo attraversando adesso, cioè la quarantena, la seconda fase sarà la “convivenza con il virus” e la terza fase ci sarà quando il virus non colpirà più e non ci saranno più contagiati.
All’inizio tutti pensavano (compresa me) “ma cosa sarà mai, stare a casa due mesi, ci riposeremo e salveremo l’Italia stando seduti sul divano!” Beh, da una parte avevamo ragione, ma dall’altra no…
Ora, caro Diario, dovrai prepararti! Perché ti sto per raccontare come mi sono trovata e come mi trovo tutt’ora in questa quarantena.
Inizialmente, come detto prima, ero abbastanza felice di riposarmi qualche giorno, poi però, con il passare delle settimane ho pensato di non potercela fare, ho pensato che tutto questo non sarebbe mai finito, ho pianto moltissimo per tutto quello che stava accadendo...
Caro Diario, te ormai mi conosci e sai molto bene che io sono una persona sensibilissima che però cerca sempre di non dimostrarlo, infatti, il motivo per cui sto così male non è solo perché la nostra vita di tutti i giorni è cambiata: se dicessi il vero motivo per cui sto così male, nessuno mi capirebbe, tutti penserebbero che io sia solo una pazza paranoica.
Però caro Diario, visto che siamo solo io e te, posso dirtelo: ci sono delle persone che mi mancano, è per questo che non sono felice in quarantena; mi mancano soprattutto la mia migliore amica ed un’altra persona conosciuta all’inizio di quest’anno. Queste due persone sono diventate in poco tempo il mio pensiero di tutti i giorni; fino ad oggi sono riuscita a vederli pochissime volte, a causa della distanza e ciò mi dispiace molto. Anche in questi giorni non abbiamo l’occasione di vederci e a me mancano tanto. Non avere queste persone vicine a me in questo momento così difficile è come avere un vuoto dentro.
So che tutto questo può sembrare molto banale, vista la situazione, ma è qualcosa che non riesco a controllare, e per me è meglio così. I sentimenti che provo per queste persone, benché molto diversi l’una dall’altra, sono veramente belli, è qualcosa di cui non vorrei mai liberarmi.
Ovviamente, caro Diario, questo è un segreto tra me e te.
Comunque, dopotutto, so che riuscirò a superare anche questa situazione, come ho fatto con altre mille cose brutte che mi sono capitate.
Qualche giorno fa, ho letto una bellissima notizia: in Cina sono tornati ad abbracciarsi, e così faremo noi!! La speranza è l’ultima a morire…
Ora ti devo salutare caro Diario, a presto!!
Hotaru
Questa foto l’ho scattata quando sono andata al mare insieme alla mia famiglia in Calabria nel 2010 e rappresenta la mia idea di libertà, oggigiorno privata, che ci porta a vivere in modo differente.
Ho sentito molto questa “privazione” sia dal punto di vista familiare, perché questa “reclusione” in casa ci porta a non vedere i nostri parenti e cari, ma anche dal punto di vista personale, perché di solito in questo periodo, con i primi caldi, la domenica uscivo per andare con la mia famiglia al mare.
Oggi, obbligati a stare tra queste quattro mura, sento un pizzico di solitudine perché non posso stare con i miei amici e, riguardando questa foto, provo un sentimento di grande nostalgia: mi tornano in mente tutti i momenti passati insieme all’aperto, a progettare già le vacanze estive che oggi sembrano incerte e molto lontane…
Anna, il mio secondo nome
… Ammetto che questi giorni di quarantena “forzata” non sono per niente facili, soprattutto sapendo che fuori è come se ci fosse la terza Guerra Mondiale, una guerra che ogni giorno si porta via tante persone e che l’unica soluzione non è rispondere con le armi ma stando a casa…
Ad ogni modo cerco di non pensarci e di dedicare il tempo, che prima non avevo a causa di vari impegni extra-scolastici, ad altri aspetti della vita apprezzando ciò che magari consideravo banale, ad esempio un tramonto.
I momenti che amo di più in questa quarantena sono stare con la mia adorata Akira, mentre leggo un romanzo o ascolto la musica, giocando con lei e coccolarla… Tutto sommato non è così male e alla fine sono sicura che ne uscirò una persona migliore, apprezzando maggiormente la vita e le tante sfumature che la caratterizzano. … Pur sapendo che ciò che è avvenuto non potrà più essere dimenticato ...
Heavenly, il mio secondo nome
Quante volte abbiamo detto: “non ho tempo”, beh io tantissime … Sembra quasi che ogni mia giornata in passato si sia pienata con questa frase e adesso che ne abbiamo così tanto, non sappiamo che fare, non sappiamo come velocizzare le lancette e non vediamo l’ora che la giornata finisca.
La prima cosa che dico quando mi sveglio la mattina è : “Non c’ ho voglia de fa niente”!!! Già, che brutto iniziare la giornata cosi; dicendo questo non fai altro che deprimerti sempre di più.
L’ho capito tardi perchè ormai sono più o meno 18 giorni che stiamo a casa senza poter vedere nessuno e io mi sono accorta di non aver fatto niente in questi 18 giorni, cavolo, un tempo così lungo eppure non ho fatto niente, ho sprecato diversi giorni della mia vita a lamentarmi e a piangermi addosso.
Che stupida!
Beh, quindi, ho deciso di fare una cosa che non facevo da tantissimo, troppo tempo: PENSARE A ME STESSA! Già, non l’ho mai fatto!!!
Forse la gente pensa che io sia “menefreghista” e che di conseguenza pensi solo a me, eppure faccio tutto il contrario; credo di aver aiutato tanti amici nella mia vita, tante persone mi hanno ringraziato e continuano a farlo. E' bellissima la gratitudine della gente, perchè alla fine sai che magari hai contribuito a riaccendere una piccola luce per quella felicità che alcuni ormai avevano dimenticato ...
Ecco, proprio quando penso a queste cose mi chiedo come faccio ad essere vicino agli altri per aiutarli ad affrontare i loro problemi, ma non riesco a liberarmi dei miei; è quasi comica come cosa, eppure è cosi.
E quindi, sì, RICOMINCIO DA ME, provo a conoscermi; sono partita cosi tante volte che ormai non so più come ritornare a casa. Ho cominciato con un “esperimento”, iniziando col riprendere quello che avevo lasciato: IL CANTO, una parte importantissima di me, perché cantando riesco a dire qualsiasi cosa… poi ho iniziato a prendermi cura di me, esteriormente, per arrivare all’obiettivo: scoprirmi internamente.
Così ho scoperto che sono spiritosa, ho scoperto che quando “attacco a ride” non finisco più, mi sono scoperta anche pensierosa, confusa e poi ho visto una me che non avevo mai visto, quella che soffre perché le mancano tante persone!!! Non vedo l’ora di riabbracciare tutti.
Non pensavo di poter provare tutta questa nostalgia, mi mancano tutti: mi mancano due persone importanti, persone che considero delle amiche fantastiche. Ho pensato più volte al loro sorriso perfetto, a quando ridono perché te riescono a strappà un sorriso pure a te; mi mancano quei momenti quando si girano verso il mio banco e mi mandano un bacio e poi incominciamo a fare le stupide; ho bisogno pure delle loro lamentele!!!
Poi mi manca mangiare di nascosto tutto il cibo che qualcuno di noi porta da casa; alcuni prof non vogliono che si mangi nelle loro ore, ma noi lo facciamo lo stesso!!! Mi manca anche quando si litiga!!!
Mi manca vedere quella leggera pazzia della classe; mi mancano gli sbalzi di umore di noi tutti, mi manca quando facciamo la faccia seria e poi attacchiamo a ridere, cavolo mi mancano tantissimo!
Beh questa parte di me mi ha fatto veramente strano vederla, perché sono abituata a sentirmi dire che dovrei essere più dolce, più affettuosa, ma scoprendomi, ho capito che non ci riuscirò mai, non riuscirò mai a dire a loro quanto gli voglio bene e forse loro penseranno che io non gliene voglia!!! Da una parte hanno pure ragione, non so quando sia stata l’ultima volta che mi è venuta la voglia di abbracciare qualcuna di loro di mia spontanea volontà, ma purtroppo non ci riesco però ecco, scoprendo tutte queste cose, mi sono resa conto di quanto le possa amare e non vedo l’ora di riabbracciarle tutte, una per una.
Diciamo che questo tempo mi è servito soprattutto per questo, per scoprire qualcosa in più di me stessa. Penso che faccia bene a tutti cercare di scoprirsi un pò, mettersi seduti a fissare il cielo e cominciare a pensare!!! A me è servito molto!
Forse non sarà bellissimo, però io tutto quello che è successo lo prendo come un progresso personale, perché so che questo è solo l’inizio del mio vivere diverso, è solo l’inizio di ME!
(Si può stare anche un po' seduta sulle rotaie
se sai che i treni non passano perchè tutto è fermo;
da questo fermarsi però io sono ripartita). Riccioli d’oro
“I giovani hanno la memoria corta, e hanno gli occhi per guardare solo a levante; e a ponente non ci guardano altro che i vecchi, quelli che hanno visto tramontare il sole tante volte.”
(Giovanni Verga) C. G.