Un diario facilita l’impegno, abitua alla routine, ci cura; it helps us keep track.
L’idea è quella di tenere un diario, insieme, per raccontare i nostri sentimenti, la nostra rabbia, il nostro dolore, i nostri momenti difficili, ma anche le nostre idee, le nostre reazioni, la nostra pazienza, i nostri sogni, la nostra speranza. Condividere un diario, per scrivere, disegnare, annotare, scarabocchiare. Per prendere le distanze rimanendo uniti!!! Tenere un diario per rileggerlo tra un po' di tempo, quando tutto sarà finito!!
Ognuno a modo suo!!!
April is the cruellest month, breeding
Lilacs out of the dead land, mixing
Memory and desire, stirring
Dull roots with spring rain.
Aprile è il più crudele dei mesi, genera
Lillà da terra morta, confondendo
Memoria e desiderio, risvegliando
Le radici sopite con la pioggia della primavera.
Così recita l’apertura dell’opera “The Waste Land” (La Terra Desolata) di T.S. Eliot.
Da amante della Primavera quale sono, non avevo mai capito a pieno le parole dell’autore, non le sentivo mie. Adesso assistere alla fioritura della natura è crudele sì, perché la bellezza circostante stona con la tristezza sempre pronta ad infiltrarsi tra i pensieri minati dalla monotonia insolita di questo periodo. La “pioggia della primavera” porta con sé un passato spensierato che invade i ricordi, poi subito sostituito dall’insoddisfazione di un presente incompleto. Vedere ogni giorno il cielo più limpido mi costringe a pensare a tutto ciò che fuori dal giardino è pronto per essere vissuto e che non tornerà più. Tutte le mattine la luce che entra dalla mia finestra mi invita ad andare a scuola e provare le piccole, singole emozioni che scandiscono le giornate dei liceali, e che ad ogni Primavera si accentuano: il rammarico alla mattina appena svegli di aver fatto tardi la sera prima, l’ansia di essere interrogati, il sollievo breve quanto intenso di essere stati risparmiati, la paura di non riuscire a ricordare, la soddisfazione di aver superato anche quel compito, la gioia allo squillo sinfonico della campanella di ricreazione, la felicità contagiosa che anima gli ultimi giorni di scuola.
Tuttavia, accanto alla malinconia sempre si accresce poi una gratitudine smisurata che devo a tutti coloro con cui ho avuto l’onore di condividere esperienze scolastiche che con il tempo si sono tramutate in molto, molto di più. La tristezza viene soffocata perché in noi essa non è radicale. Le nostre radici sono le sensazioni e gli insegnamenti che la scuola ha inscritto nel nostro essere, e che continueranno ad accompagnarci e mantenerci legati nonostante il nostro allontanamento prematuro.
In conclusione, comprendo ora il sentimento che spinse Eliot a spendere quelle parole riguardo alla Primavera, ma ritengo che essa possa sembrare meno crudele una volta raggiunta come stato interiore, perché no, magari richiamando tutto ciò a cui si è grati, oppure sperando in un futuro migliore tutto da costruire, ma dalle fondamenta solide.
DC
CAPITOLO 1: COSA FARÒ
Cara persona che leggi, non so come tu sia fatta, quale sia la tua età, il colore dei tuoi capelli, se tu sia seduta o stesa. Magari anche tu ti starai chiedendo chi sono, ma non scorrere perché tanto non userò un nickname per cui capirai il mio nome… cercherai, forse, di indagare tra tutti i tuoi compagni chi potrebbe aver scritto questo testo… beh semmai in bocca al lupo allora... giusto per tenerti con la suspense. Lo so, lo so, anche io odio le persone che fanno così, però credimi che un giorno te lo dirò (forse). Infatti cercherò di scrivere uno o due testi da pubblicare ogni lunedì, in cui ti racconterò aspetti della mia giornata, o cose che sono cambiate dall'inizio di questa quarantena. Spero che ti piaceranno, anche se non mi reputo proprio brava come scrittrice.
CAPIOLO 2: LA SCUOLA
Il 4 Marzo è finita la scuola. Immagina. Noi non pensavamo che quello sarebbe stato l'ultimo giorno. Del resto dicevano 15 giorni e poi si torna. Sì, sì, proprio 15. È da 74 giorni che non vedo la mia classe, le bidelle, e tutti i miei compagni. Sì, li vedo nelle videolezioni, ma non è la stessa cosa. Le videolezioni, già… pensandoci, quando ti interrogano, tu stai parlando a uno schermo dove ci sono immagini di amici e professori. Uno schermo che emette voci, magari un po' a scatti o un po' "metalliche".
Per te che magari leggerai questo testo tra tanto tempo e non hai mai fatto questo tipo di lezioni, sappi che, semmai un giorno le farai, dovrai trovare un posto in cui non passano i tuoi fratelli, oppure in cui non si sente il rumore della lavatrice, o dello scarico, o di tua mamma che sta parlando al telefono. Dovrai tenere sempre carico lo smartphone o qualsiasi altro dispositivo, perché altrimenti risulterai assente, dovrai capire il momento esatto in cui entra la prof, e dovrai avvisare tutti i compagni di entrare, prima dell'appello.
E tu che stai pensando che sia meglio, perché durante l’interrogazione puoi mettere gli appunti dietro al telefono, o puoi aprire un'altra pagina sul computer da cui guardare, sappi che come prima cosa le professoresse si accorgono di tutto. TUTTO. Come seconda cosa ricorda di togliere gli occhiali, da cui si vede il riflesso del libro digitale, o di togliere l'audio mentre sfogli le pagine del libro cartaceo alla ricerca dell'argomento che ti hanno chiesto e che puntualmente troverai solo quando la professoressa sarà passata ad un'altra domanda. E, a proposito dell'audio, ricorda di toglierlo mentre registri su WhatsApp da inviare ai tuoi amici in cui dici che non vedi l'ora di finire, oppure quando inizi a cantare a squarciagola la tua canzone preferita, sperando che il tempo passi più velocemente. Un'altra cosa che voglio dirti è che nessuno ti crederà quando dirai che l’audio non funziona e la telecamera non si accende, e comunque, anche se fosse vero, le prof troveranno sempre un modo per interrogarti, magari attraverso la chat di Meet. Ormai le prof sono diventate professioniste in questo campo, più di quanto immagini.
E niente, credo di averti detto le cose più importanti. Sicuramente appena invierò questo testo mi ricorderò di quella cosa che dovevo dire, ma che ormai è troppo tardi per scrivere.😝
A causa di questo virus la mia vita è cambiata radicalmente, ora non passo più tanto tempo davanti agli schermi, piuttosto gioco con i miei genitori e le mie sorelle. Questo non vuol dire, però, che io non sia triste per tutto ciò che ci ha tolto il coronavirus; a volte ho sentimenti di angoscia e di rabbia soprattutto quando penso a tutte le cose che avremmo potuto fare io e le mie amiche. Sono sicura però che anche questo periodo passerà. L’importante è che non si perda la speranza di tornare alla vita di prima.
M.E.F
La mia vita è completamente cambiata dall’ultima volta che ti ho scritto. Le mie abitudini oramai sono svanite e la sensazione di vuoto in me è cresciuta. Mi manca la scuola, sinceramente, e non perché era più facile lavorare con carta e penna ma perché lì sono cresciuta e sono diventata quella che sono. Mi mancano anche i miei amici ma soprattutto... mia madre. Sapere che rischio di non poter andare da lei in estate mi fa ancora più male di prima. Per la prima volta nella mia vita, dopo aver visto delle foto che ritraevano me e lei, sono scoppiata a piangere perché mi manca.
I.P.
Non vedo l’ora di poter andare quest’estate con le mie amiche a fare passeggiate al fiume, andare in piscina, tornare a festeggiare i compleanni e riabbracciare mia cugina, che non vedo da molto tempo. Per ora però mi limito a fare ciò che riesca a contenere questo virus e ciò che mi “aiuti” in qualche modo a sentirmi come mi sentivo prima che la quarantena iniziasse: studio come sempre e, anche se da sola, faccio sport.
G.Z.
La casa per me è sempre stato un luogo caro, piena di ricordi e di emozioni. In casa posso essere fino in fondo me stessa, non che fuori non lo sia, ma ci sarà un motivo se diciamo “casa dolce casa” no?
Attualmente è diventata zona di reclusione e di isolamento. In realtà non la vedo così: finalmente ho un po’ di tempo per dormire… per dedicarmi ai miei amati libri (da leggere, non quelli di scuola) e godermi la vita. Vista così la situazione non è molto male, ma… si deve pur sempre rimanere chiusi dentro. Non è proprio il massimo, soprattutto quando fuori è una bella giornata. Guardo fuori dalla finestra e penso … beati gli uccelli!!
La parola isolamento non mi è mai piaciuta molto. Adesso che però fa parte della mia vita ci devo fare i conti. L’isolamento lo collego alla solitudine, essa non mi spaventa, anzi a volte sono io a cercarla. Lo ammetto, questi giorni non sono molto soddisfacenti, ma forse se si fanno fruttare nella maniera giusta ci si potrebbe raccogliere qualcosa. I giorni li vivo prima di tutto pensando positivo, perché per cadere nel negativismo assoluto non mi pare proprio il momento, poi penso a me stessa, rifletto sulla mia vita e svolgo le mie attività preferite.
Stare tutti insieme a tavola sia pranzo che a cena, parlando e ridendo, è una cosa fantastica. Riguardo alla fede, medito pure sulla religione e provo a capirci qualcosa in tutto questo scompiglio.
Riscopro cosa significhi veramente essere famiglia, tutti i momenti passati insieme in questo presente “misterioso” rimarranno indelebili nella mia mente, per sempre. La casa gioca un ruolo fondamentale, capita di aprire un cassetto e ricordare eventi vissuti e per un solo istante si assapora interamente il passato. La tua casa non ti tradirà mai, perché fai parte di lei e lei fa parte di te.
MM C
dove ci si può rifugiare quando affrontiamo quei momenti duri e difficili che ogni tanto la vita ci riserva, soprattutto quando cresciamo e i problemi iniziano ad aumentare e a farsi più pesanti. La casa non è solo l’edificio dove viviamo; è soprattutto l'insieme di tutte le persone che ci stanno intorno e a cui vogliamo bene, di cui ci fidiamo e che sappiamo ci saranno sempre per noi in qualunque momento. Sono i familiari, gli amici, i fidanzati, i compagni di scuola, di squadra o qualunque tipo di gruppo che creiamo attorno a noi e con cui stiamo bene.
Io non sto vivendo molto bene questo isolamento, poiché non riesco più a vedere ed ad avere contatti fisici con le persone che mi stanno a cuore e per questa mancanza mi sto rendendo veramente conto che ciò che prima era la normalità e che sottovalutavo, o a cui non davo molta importanza, adesso è un sogno che mi manca; questo a partire dalle piccole cose come andare a scuola, vedere i miei parenti, uscire con i miei amici, oppure fare sport fino a cose magari un po’ più complesse, di cui si può anche fare a meno, come ad esempio viaggiare. Però, c’è anche un pò di positività, per esempio, sto scoprendo nuove attività, che prima pensavo si potessero svolgere solo all’aperto e che, invece, si possono compiere anche dentro casa e magari anche con più concentrazione e meno distrazioni. Sto coltivando alcune passioni che prima avevo messo da parte, perché magari non avevo né la voglia né il tempo di praticarle, e mi sto appassionando a nuove attività che non avrei mai pensato o immaginato mi potessero piacere. Spero che tutto questo passi al più presto e che si possa tornare alla normalità, ma spero anche che questo periodo non si cancelli dalle nostre menti da un momento all’altro e che rimanga qualcosa dentro di noi che ci aiuti a migliorare noi stessi.
A F
non sono soltanto le mura in cui oggi mi trovo a vivere.
Casa è quel posto in cui mi sento sicura, in cui so che posso essere me stessa, sempre.
Casa è l’antidoto contro ogni lato oscuro della vita.
La vera Casa, per me, sono le persone che la abitano, con le quali mi sento felice.
Casa è la mia famiglia, le mie migliori amiche, le mie compagne di danza e di classe, i miei amici del dopocresima ...
Questa situazione è sicuramente una tragedia, me la ricorderò per tutta la vita come un periodo da cancellare, anche se rimarrà indelebile tra tutti i miei ricordi.
Sono una persona positiva e cerco di trarre da ogni situazione il lato positivo, anche se non sempre ci riesco .
Questo virus mi ha aiutata, anche se sembra strano dirlo. Ho fatto il punto della mia vita, nonostante sia ancora molto giovane, mi sono un po' ritrovata, perché nella vita di tutti i giorni il tempo di fermarmi a riflettere non lo trovo spesso.
Ho capito l’importanza di un abbraccio, di una stretta di mano o di uno sguardo di conforto dalle persone a cui voglio bene, che oggi non sono fisicamente vicino a me.
Ho capito quanto è bello avere una famiglia accanto e mi sento fortunata, nonostante i litigi con mamma, papà e soprattutto il fratello non manchino mai, ma la mia famiglia è bella così com’è.
Così, senza aver fatto nulla di grande, mi sento un po' cresciuta.
D A
INVENTIAMOCI UNA LEGGENDA...
Tanto tempo fa, a Monteleone di Orvieto nacque un ragazzo di nome Nestore.
Il ragazzo era molto gentile, ma purtroppo non aveva bambini con cui giocare. Soffriva di solitudine.
Un giorno ci fu una frana che bloccò le acque del Tevere. Quando Nestore vide ciò che era successo, si preoccupò molto, la frana aveva fatto prosciugare metà del fiume.
Provò a spostare le rocce con un grande bastone, a mani nude…. Ma niente!
Ad un certo punto gli venne un’idea…
Andò a casa sua, a Monteleone, e gridò al cielo:
“Signore dell’Universo! Trasformami in un fiume che vada a confluire con il Tevere, così potrò riempire quella parte asciutta di fiume e sarò libero di esplorare posti nuovi e andare così lontano da qui”.
Il desiderio fu esaudito e così accadde.
Il ragazzo venne trasformato in acqua e poi in fiume, che riempì la parte di letto prosciugato. Anno dopo anno le rocce, grazie all’impeto della corrente, si ruppero e il fiume Nestore potè proseguire il suo corso. Il nuovo fiume, come richiesto, andò a confluire nel fiume Tevere.
Fu così che Nestore realizzò il suo sogno, conobbe nuovi luoghi e viaggiò lontano dal suo paesino.
D. E.
G. F.
G. L.
M. V.
P. G. M.
INVENTIAMOCI UNA LEGGENDA...
Tanto tempo fa, a Monteleone di Orvieto nacque un ragazzo di nome Nestore.
Il ragazzo era molto gentile, ma purtroppo non aveva bambini con cui giocare. Soffriva di solitudine.
Un giorno ci fu una frana che bloccò le acque del Tevere. Quando Nestore vide ciò che era successo, si preoccupò molto, la frana aveva fatto prosciugare metà del fiume.
Provò a spostare le rocce con un grande bastone, a mani nude… Ma niente!
Ad un certo punto gli venne un’idea…
Andò a casa sua, a Monteleone, e gridò al cielo:
“Signore dell’Universo! Trasformami in un fiume che vada a confluire con il Tevere, così potrò riempire quella parte asciutta di fiume e sarò libero di esplorare posti nuovi e andare così lontano da qui”.
Il desiderio fu esaudito e così accadde.
Il ragazzo venne trasformato in acqua e poi in fiume, che riempì la parte di letto prosciugato. Anno dopo anno le rocce, grazie all’impeto della corrente, si ruppero e il fiume Nestore potè proseguire il suo corso. Il nuovo fiume, come richiesto, andò a confluire nel fiume Tevere.
Fu così che Nestore realizzò il suo sogno, conobbe nuovi luoghi e viaggiò lontano dal suo paesino.
D. E.
G. F.
G. L.
M. V.
P. G. M.
Giovedì 5 Marzo 2020
cosa sta succedendo? Ieri ero a danza quando ho ricevuto la notizia che oggi non saremmo potuti andare a scuola, a causa del Coronavirus, un virus proveniente dalla Cina che, soprattutto noi occidentali, abbiamo sottovalutato, forse troppo. Fino a ieri, a scuola, ci ridevamo sopra, facevamo le battutine ma ora la faccenda si sta facendo molto più seria, ce ne stiamo accorgendo in questi giorni che in Italia cominciano ad esserci i primi contagiati e, ahimè, i primi morti.
Dovevamo anche andare in gita il 12 e il 13 Marzo, a Palermo, la mia prima volta in aereo ma... niente. Io e i miei compagni avevamo anche cominciato a fare il conto alla rovescia quando due casi di Covid-19 hanno annullato il nostro fantastico viaggio d’istruzione… Però, meglio prevenire che curare. Spero solo che i nostri medici riusciranno a sconfiggere questo “nemico” invisibile.
Ciao, tua Venere.
Sabato 7 Marzo
Caro diario,
in questi giorni, in televisione non si parla che del Coronavirus, la situazione sta peggiorando e, in Lombardia, hanno già limitato le uscite delle persone per evitare l’eventuale contagio. Domani avrei dovuto suonare al concerto di “Dolci note” per il quale sia io che le altre ragazze ci siamo preparate molto. Sarà rinviato, il decreto del Governo dice che bisogna evitare gli assembramenti di troppe persone.
Passando alle cose belle, oggi sono uscita con i miei amici a prendere un gelato e ci siamo divertiti moltissimo. Domani arriva anche la mia nonna da Napoli per aiutare la mia mamma al negozio…Non vedo l’ora!
A presto, tua Venere.
Domenica 8 Marzo
Caro diario,
stamattina è arrivata la mia nonna! In Italia cominciano ad esserci le prime vittime. In questi giorni cominceremo la didattica a distanza: non so come sarà, ma sarà comunque un’esperienza nuova.
Ci sentiamo, tua Assia.
Sabato 21 Marzo
Caro diario,
in questi giorni che mi sono assentata sono successe tantissime cose: un nuovo decreto emanato dal Governo ci “costringe” ad una “quarantena” per evitare un ulteriore contagio, ma la gente sembra non capirlo… assalti ai supermercati in Lombardia, fuga dal nord al sud, stazioni piene, allarmismo da parte dei social media… non si capisce più niente.
In compenso possiamo dire che la Cina sta uscendo dall’emergenza e che un’equipe di medici cinesi, specializzati in Covid-19, è arrivata in nostro aiuto.
Che figuraccia però: quando c’era il virus in Cina noi italiani non ci siamo comportati molto bene, e loro, ora che l’emergenza è da noi, mandano dei medici per aiutarci… Dovremmo prendere esempio…
Ti scriverò molto presto, tua Venere
Martedì 24 Marzo
Caro diario,
il Virus è stato definito dall'OMS pandemia mondiale: anche in Africa cominciano ad esserci contagiati, proprio lì che non ci sono le strutture sanitarie adeguate.
La Francia, la Spagna, l’Inghilterra, la Germania si sono accorte che è una cosa seria e da non sottovalutare, troppo tardi, però…
Il primo ministro inglese, Boris Johnson, è risultato positivo al Coronavirus così come il principe Carlo… Una settimana fa, un presentatore televisivo inglese ha detto che questa è tutta una messa in scena e che noi italiani stiamo “recitando” perché siamo degli scansafatiche…
Alle 18, nelle più grandi città italiane, le persone si affacciano dai balconi e cantano L’Inno di Mameli, Azzurro e tutte le canzoni italiane più famose… Ci copiano in tutto il mondo! Anche in Spagna cantano dai balconi; i monumenti di tutto il mondo si illuminano del tricolore italiano. C’è un'aria nuova nel mondo in tutti i sensi: c’è più solidarietà in Italia: da nord a sud, da est a ovest, quelli che prima si insultavano ora cantano insieme… L’inquinamento atmosferico è diminuito notevolmente…
Tutti hanno riscoperto la bellezza di stare insieme che, ora come ora, ci manca tanto. Forse dobbiamo approfittare di questa quarantena per riscoprire noi stessi, la nostra famiglia, ora che non andiamo più di fretta come prima, ora che abbiamo tempo per fermarci e pensare.
D’ora in poi, sono sicura che non si daranno per scontate molte cose tra le più abitudinarie.
Aiutiamoci e facciamoci aiutare, rispettiamo coloro che mettono in pericolo la loro vita per salvare le nostre e riconosciamo chi sono i veri eroi, non quelli dei film ma proprio loro: dottori, infermieri e tutto il personale sanitario.
Un pensiero, però, va anche a tutti coloro che non ce l’hanno fatta e alle loro famiglie che non hanno nemmeno potuto onorare i cari defunti.
La didattica a distanza sta proseguendo bene ma devo ammettere che la scuola “normale” era centomila volte molto meglio: mi mancano i miei amici!
Sono fortunata ad avere un giardino e ad abitare in questa zona poco affollata.
La mia nonna vorrebbe tornare a Napoli ma non può, è bloccata qui.
Spero solo che, come dicono oramai tutte le pubblicità televisive, “Andrà tutto bene” e che, una volta finita questa quarantena, saremo cambiati in meglio e saremo più coscienti delle cose belle che abbiamo e che fino ad ora non apprezzavamo…
Ci si sente, caro diario.
Tua Venere.
Credo sia proprio vero quando si dice che si comprende l’importanza delle cose dopo averle perse. È un qualcosa che ho sperimentato più volte nel corso della mia vita, soprattutto per quanto riguarda le amicizie e la mia passata relazione, da cui ho imparato che nulla va dato per scontato. Ho compreso che le giornate non sono altro che un equilibrio in bilico, la vita. Sono là, si ripetono ogni volta quasi allo stesso modo, vissute spesso per inerzia. Basta poco poi per scoprire che tutto può essere stravolto dalla più semplice delle cose, e allora appare chiaro che questa teorica stabilità si trova in realtà sull’orlo ignorato di un precipizio. Ho capito che niente di quello che si ha è per sempre, pertanto ogni piccolezza va apprezzata, bramata come se sapessimo che l’istante in cui è nostra è destinato ad essere l’ultimo.
Vedi Diario, una situazione come quella in cui stiamo vivendo ti porta a riflettere su molto, anche su aspetti che pensavi di aver dimenticato. Ho fatto più volte un tuffo nel passato rendendomi conto di quanto tutto sia cambiato, come me stessa e le persone che ho intorno. La parte buffa è che una volta non vedevo l’ora di crescere, compiere quei famosi diciotto anni che ora sono quasi diciannove, finire la scuola, scegliere l’università, andare via di casa.
Questo ultimo anno è stato invece come imbattersi in un muro, non fraintendermi però, non è stato un semplice ritrovarsi davanti ad uno scoglio, è stato proprio uno scontro. Tutto in poco tempo ha cominciato a susseguirsi con una velocità più grande di quella con cui spesso perdo la voglia di studiare, quindi Caro Diario, settimane sono diventate giorni, e mesi lontani in realtà nella mia testa sono ricordi vicini. In pratica è come se la vita si sia svegliata all’improvviso e abbia deciso di iniziare a correre una maratona per cui non ero decisamente allenata.
Ora, se lo avessi saputo, avrei vissuto apprezzando di più. Credo che questo sia un po’ il difetto della nostra generazione, molti di noi hanno sempre avuto tutto servito su un piatto d’argento, spesso neanche rendendosene conto, e quindi siamo portati a guardare molte cose con più superficialità rispetto a chi ha vissuto in epoche passate. Proprio questo secondo me è il motivo per cui tanti di noi affrontano questo periodo critico e buio con leggerezza: abbiamo sempre avuto la possibilità di fare quello che volevamo e non permettiamo ad una cosa più grande di noi di stopparci. Arma a doppio taglio, no? Insomma Diario, la cosa che vorrei di più al momento, oltre che tornare alla vita normale, sarebbe possedere un magico tasto in grado di resettare questi mesi per farmeli vivere come davvero avrei voluto. Tornerei indietro nel tempo, se solo qualcuno avesse inventato il modo, così, se proprio da qualche strana parte del libro del destino è scritto di questo nemico silenzioso, avrei almeno l’opportunità di fare un milione di cose rimandate come abbracci e baci non dati, grazie e scusa non detti.
Forse di una sola cosa sono in debito con il mondo oggi: avere avuto modo di concentrami su me stessa. Ho riscoperto talenti, coltivato passioni vecchie ma anche nuove. Ho capito di essere sulla via giusta per me e spero che valga così anche per altri. Ho deciso chi voglio al mio fianco, ho stretto ma anche allentato molti legami. Ho fatto a me stessa la promessa di godermi ogni singolo istante che verrà così che un giorno potrò dire “Che lungo e strano viaggio è stata questa vita”.
Eleonora