Un diario facilita l’impegno, abitua alla routine, ci cura; it helps us keep track.
L’idea è quella di tenere un diario, insieme, per raccontare i nostri sentimenti, la nostra rabbia, il nostro dolore, i nostri momenti difficili, ma anche le nostre idee, le nostre reazioni, la nostra pazienza, i nostri sogni, la nostra speranza. Condividere un diario, per scrivere, disegnare, annotare, scarabocchiare. Per prendere le distanze rimanendo uniti!!! Tenere un diario per rileggerlo tra un po' di tempo, quando tutto sarà finito!!
Ognuno a modo suo!!!
Tempo per pensare, ecco cosa mi ha donato la quarantena. Al di là di tutti gli aspetti negativi, mi ha dato la possibilità di riflettere e concentrarmi su cose a cui prima non davo importanza, su cui prima non ragionavo troppo!!!
Ho pianto durante questo periodo. Ho pianto per la paura di non poter rivedere le persone a me care, ho pianto quando, dopo due mesi e mezzo che non la vedevo, sono andata a trovare mia nonna. La sua espressione quando mi ha visto era come quella di una persona che ha avuto una visione, un miraggio. Non ho potuto abbracciarla anche se lo avrei voluto fare. Mi ha chiesto quando potremo finalmente stare di nuovo a pranzo tutti insieme, cosa che spero accada il prima possibile, anche perché mi manca la cucina della nonna! E' stato grande lo sforzo di non andarle vicino, perchè di solito per me è un'abitudine rifugiarmi da lei, ma così mi sento più sicura.
Mi fa impazzire vedere la gente in giro che ha paura anche di darsi la mano, di battere un cinque, di abbracciarsi... non sembriamo più quel bel paese in cui tutti in città ci si conosce e dove il contatto umano è la cosa più normale e bella che abbiamo. A dir la verità adesso anche io ho paura quando esco di casa, perché ogni cosa che tocco, ogni persona che incontro, con cui parlo, può trasmettere quel maledetto virus ...
Sono da sola a casa; i miei genitori e i miei fratelli sono al lavoro, fortunatamente, perché avere un lavoro adesso è complicato, anche se anche prima non era uno scherzo. Non posso mettermi nei panni dello Stato e di chi lo gestisce, perché sono troppo piccola, ma sono consapevole che trovare soluzioni in questo periodo è tuttaltro che facile!!!
All'inizio della quarantena mi sono "autoimposta" di volermi migliorare, nell'aspetto fisico e in quello mentale. Gestire il proprio corpo è difficile, specialmente senza allenamenti e, fino a poco tempo fa, senza nemmeno poter andare a fare una passeggiata, ma la mente è un’altra cosa, quella sì che è tosta da controllare. Vaga in tutti i sensi .... A me in particolare fa ripercorrere anche vecchie strade, vecchi ricordi e fa rivedere vecchie persone.
Insomma, la mia testa è un "casino", ma sembra che io abbia molto tempo ancora per fare ordine là dentro!!!
ANONIMO
In questo periodo il mio paese sta affrontando una sfida molto difficile, sta combattendo da giorni contro un virus invisibile e misterioso per l'uomo. Questo virus è stato chiamato con il termine Covid-19 e se ne comincia a parlare agli inizi di gennaio nel continente asiatico, in particolare in una grande metropoli cinese, Wuhan. In poco tempo questo virus ha contagiato molte persone e ha causato migliaia di morti. Ad un certo punto si è registrato il primo contagio in Italia... I casi si sono moltiplicati colpendo soprattutto, con maggior intensità, le regioni del nord Italia. Immediatamente il Governo italiano si è mobilitato per mettere in campo misure rigorose per contrastare la diffusione del virus.
Le disposizioni inizialmente, hanno fatto spaventare molti, poiché l’idea di dover stare chiusi in casa per moltissimi giorni non piaceva a nessuno. Ma da una situazione di isolamento in molti hanno poi saputo apprezzare il tempo trascorso con la propria famiglia. Dobbiamo vivere questo periodo come una opportunità in cui abbiamo più tempo per ripensare al nostro mondo e bisogna guardare il lato positivo della quarantena. Io in questo periodo posso leggere libri, guardare serie tv, e perchè no, anche pulire la casa, imparare a fare il bucato, cucinare, studiare tramite la didattica a distanza e fare i compiti e riordinare la camera a partire dall’armadio!!! Posso trascorrere del tempo con gli amici a quattro a zampe e, facendo queste cose, non percepisco quel senso di vuoto che prende in certi momenti. Le tante notizie che sentiamo frequentemente tutti i giorni dal telegiornale sono causa di paure e angosce. Proprio per questo motivo, dobbiamo distrarre la mente e concentrarci sulle piccole cose, apprezzando il poter pranzare con tutti i membri della nostra famiglia.
Non è una cosa da poco che stia diminuendo l’inquinamento in tutte le grandi città!!! Solamente se tutti rispettiamo le regole stabilite dalle autorità e dagli esperti prima o poi torneremo alla normalità: Andrà tutto bene!
L C
Attualmente ci troviamo in un periodo particolare, in una situazione nuova per tutti e non sappiamo come comportarci, né come affrontarla. Il lockdown ci impone di restare a casa, di non uscire, ci impedisce di passare del tempo con gli amici, fare pranzi in famiglia, fare una passeggiata, andare in palestra, andare a scuola, viaggiare: abbiamo sempre dato per scontato la possibilità di fare queste cose!!! Mai avremmo immaginato di dover affrontare una pandemia globale.
Questa situazione ognuno la sta vivendo a modo proprio ma è una crisi per tutti!!! La quarantena forzata e anche prolungata da emergenza coronavirus ci obbliga a fare i conti con noi stessi, ci porta ad avere lunghi momenti di riflessione. Da una vita frenetica, in continua corsa, in continuo movimento siamo passati ad avere tanto tempo libero, e questo ci aiuta a riflettere. Forse ricominciamo a porci delle domande che avevamo messo un po' in stand-by!!! Certo in questo periodo c'è anche tanta iperconnessione, che non corrisponde alla reale connessione con il mondo, anzi alimenta solo l’illusione di sentirci connessi con gli altri tramite i social, ma in verità si rischia di essere soli senza rendersene conto. E’necessario ristabilire una connessione con il proprio io, con il mondo interiore e sviluppare una nuova consapevolezza di sé. In questo caso la solitudine perde la sua connotazione negativa e diviene invece l’opportunità per un importante arricchimento interiore. Quindi, possiamo vivere questo momento come un momento di crescita: le crisi non sempre hanno una valenza negativa, a volte possono anche insegnare qualcosa, non bisogna aver paura di affrontarle. Questa crisi in particolare ci spinge a riflettere sul senso da dare alla vita, ci insegna a goderci l’attimo e ci aiuta a capire che la felicità va cercata nelle cose di ogni giorno.
F L
Sono un ragazzo che sin da piccolo ho avuto problemi di salute; non sono stato bene e quindi più volte sono stato ricoverato in ospedale. Ora che sono più grande sono guarito fisicamente, anche se a volte ho pensieri un po' tristi … Non ho molti amici e quei pochi adesso non è facile sentirli. Speriamo che questo virus sparisca presto dalla circolazione!!!
Però voglio essere ottimista e dico che va bene anche così; piano piano la situazione sta migliorando almeno in Italia … A scuola ho qualche difficoltà in alcune discipline, come in fondo le hanno tanti altri studenti…
Ci sono dei giorni in cui mi sento più fragile ma spero che, anche grazie ai miei compagni di classe e ai miei prof, io possa diventare più forte!!!!
FABRI
Il sole può essere bello anche dietro le nuvole!!!
(per fortuna le passeggiate!!!)
Da poco ho letto un articolo “Il respiro e l’amore nell’ora della distanza” o qualcosa del genere e me lo sono sentito vicino. Mi è piaciuto molto perché in questo periodo mi mancano le persone che amo.
E’ giusto e va bene mantenere una certa distanza di sicurezza per non essere contagiati, ma non dobbiamo dimenticare che l’impossibilità anche solo di salutare chi si ama in un momento che non ammette repliche è una tortura nella tortura. Magari le persone che stanno male hanno più bisogno dei loro cari, dei loro amici o della persona che amano adesso, piuttosto che in qualsiasi altro momento. Sapere che quella persona a cui sei particolarmente legata sta male e che un giorno non potresti mai più rivederla senza nemmeno averla salutata, fa riflettere. Si potrebbero trovare dei metodi alternativi per permettere al familiare di stare comunque vicino al malato in qualche modo e confortarlo.
In questo periodo credo un po' tutti ricordiamo la vita che facevamo prima quando magari ci lamentavamo pure. Ora quello che vorremo è semplicemente stare in compagnia di un’amica, andare a trovare un parente malato e affiancarlo per dargli sostegno, uscire semplicemente a fare una passeggiata, oppure riabbracciare la persona che ami al più presto possibile, cercando di sperare che tutto questo finisca presto.
Un virus non può portarci via quello che le persone sono veramente.
Ho scritto questo testo a marzo; da quando è iniziata la fase due possiamo stare un po' più vicini ed io ne sono molto contenta.😉😉
MB
Sono le due di mattina. Mi rigiro nel letto nella speranza di arrivare ad una consapevolezza precisa, cercando di tenere a bada i pensieri che sbattono tra le pareti della mia testa, quasi li sento muovere. Non aspettavo altro che mi tornasse l’ispirazione per scrivere, amo scrivere, i miei pensieri sembrano più concreti se messi nero su bianco. La quarantena mi ha regalato tanto tempo per riuscire a riflettere. Non parlo quasi mai di me, ma oggi mi sento pronta a dire che forse anche le mie idee sono all’altezza di una considerazione da parte mia. Sbuffo e mi dico che ho tanto da dire, potrei scrivere un libro sui miei pensieri, quasi disumani.
Uno dei tanti pensieri è dedicato alla fortuna che ho. Se ci penso, sono tanto fortunata. Mi dico sempre che non mi devo mai accontentare né sognare troppo. Ma quanto sono fortunata. Ad avere vivi i miei genitori, a vivere in un Paese meraviglioso in cui posso dare per scontata la sanità, per avere un tetto sulla testa e il frigo pieno di cibo. Ma quanto sono fortunata che il mio problema la mattina è scegliere cosa mettermi addosso, se la felpa o il maglioncino. Che il mio problema la mattina è scegliere l’ombretto da mettere sugli occhi.
Non mi devo preoccupare di spari, di bombardamenti o magari di un problema fisico, che non posso risolvere perché la sanità è a pagamento e non posso permettermelo. Ma è un discorso troppo ampio, potrei starci giorni senza fermarmi.
Spesso mi dico che sono fortunata ad avere la testa che ho. Ringrazio Dio per il cervello che mi ha regalato; perché riesco a differenziare il giusto dallo sbagliato, perché se vedo una persona in difficoltà la prima cosa a cui penso è come poterla aiutare. Ho maturato questo pensiero grazie ad un episodio molto recente, sennò non mi sarebbe nemmeno saltato in mente per la situazione scontata in cui una persona possa trovarsi. Una persona a me molto cara mi racconta del suo migliore amico. I genitori in Marocco, da mesi si è ritrovato senza spesa a casa, perché spende i soldi in giochi d’azzardo. Al mio consiglio di fargli una spesina, mi risponde che non la farà, perché l’amico non si sarebbe mai ricordato del favore, e poi i soldi li ha, ma li spreca in maniera futile. Questo ha acceso una lampadina nel mio minuscolo cervello… Perchè la gente riesce a pensare una cosa così… Non mi esprimo perchè escono troppe parolacce.
Tra tutto mi sono lasciata, non voglio dire nulla di brutto, anzi diciamo che non rimpiango nulla di quanto abbiamo vissuto. Mi rendo conto che uscendo da una storia di tre anni mi sembra di essere rinata. Ho aperto gli occhi al mondo, guardando ogni dettaglio con occhi differenti. Anche qua è una sorpresa del ….
La gente fa schifo, la falsità è all’ordine del giorno e l’ipocrisia è una brutta bestia da domare. Penso che di persone come me ce ne siano poche, senza vantarmi. Grazie al Signore non ho mai provato l’invidia o l’egoismo.
Ultimamente ho visto un film, ma niente sponsorizzazioni, anche se meriterebbe di essere visto solo per il finale. Non penso di averlo capito a pieno, ma mi ha dato di cui pensare ormai da una settimana. Non so se è l’infinito tempo, ma mi ha toccato molto. Un po’ mi ci sono rivista, senza specificare.
Comunque oggi ho parlato molto con il padre della mia migliore amica, un uomo veramente acculturato, secondo me. Mi ha parlato di emozioni e ricordi, ho avuto il nodo in gola almeno per cinque volte. Mi è dispiaciuto molto ascoltarlo, perché mi ha fatto rendere conto di aver buttato due o tre anni della mia vita. Ho perso troppe occasioni e non ho vissuto quasi nulla per l’età che ho.
Ma, secondo me, meglio tardi che mai. Vedo un futuro radioso e appagante per me.
Mi batte forte il cuore e gli occhi quasi mi si chiudono, vado a nanna. Ci sentiamo quando mi torna l’ispirazione.
IL BUCO
La mia casa per me è protezione, è un luogo in cui io posso sentirmi al sicuro lontano da tutte le mie paure e insicurezze, ma allo stesso tempo ho riscoperto un atteggiamento schivo nei suoi confronti. All'inizio della quarantena speravo tanto in un periodo a casa, lontano dalla scuola e dall’ansia dei compiti e delle interrogazioni, lontano dai rapporti con alcune persone, lontano da tutte quelle cose che mi facevano stare male o avere un costante sentimento di preoccupazione. Ora che vivo la mia casa a pieno, non riesco più a starci dentro!!! A me ora manca l’aria aperta, la consapevolezza della mia libertà e la presenza di certe persone; mi manca uscire, andare a scuola e sentire le battute degli altri e le loro risate; mi mancano i miei parenti con cui prima non volevo neanche passare del tempo perché avevo mille cose per la testa. Mi mancano tante cose ma credo che questo periodo mi stia aiutato a capire e scoprire una parte del mio carattere che non conoscevo. Ora ho solo voglia di mettermi in gioco, stare bene, passare del tempo con le persone che mi stanno a cuore e non stare più così tanto da sola, vivere senza buttarmi giù e imparare ad apprezzare tutto ciò che ho sempre avuto e mai considerato più di tanto. L B
Fino a qualche tempo fa avrei risposto senza pensarci un attimo, dando per scontate queste quattro mura dove ci sentiamo così protetti!!! Avrei risposto semplicemente che per me la casa è rifugio, un luogo in cui ci sentiamo al sicuro, un luogo in cui ci riuniamo in famiglia, condividendo attimi, piccoli gesti di ogni giorno, in cui si litiga, si discute, non dimenticando la dolcezza di fare la pace.
In questo difficile momento, la casa per me ha assunto un significato completamente diverso, è diventata un’arma, qualcosa per distruggere un mostro silenzioso, che da mesi lacera senza pietà il tessuto economico e sociale del mondo intero. La casa è un simbolo, è il soggetto della lotta al Coronavirus, l’unica arma che possiamo usare contro un nemico così subdolo. CASA oggi è sinonimo di riscoperta, di unione, di un Paese che sta cercando di risollevarsi ancora una volta... Stando a casa si riscoprono sentimenti, torna a farsi sentire quello spirito di famiglia, che forse avevamo dimenticato, si riscoprono vecchi giochi polverosi, lasciati lì in un angolo da chissà quanto tempo, che in un attimo ti fanno tornare bambino e sono capaci di far riaffiorare emozioni di un tempo ormai passato. CASA è anche nostalgia di risate con gli amici, di serate passate a scherzare o a ballare a qualche festa; nostalgia di gente, di casino, di rumore. L’uomo ha paura del silenzio, della solitudine, poiché lo costringe a pensare, a riflettere riguardo ai propri errori, alla propria vita.
In questi giorni ci sentiamo tutti un po’ filosofi in cerca di qualcosa che ci renda felici pienamente, ci abbattiamo quando non riusciamo a trovarlo. Vorremmo solo stare in mezzo ad una folla in festa, urlare a squarciagola nelle strade, passare intere giornate tra amici a divertirsi, ballare fino all’alba, riscoprire la poesia di una passeggiata in riva al mare, o l’emozione di un semplice abbraccio.
Verrà il tempo per tutto questo, verrà il tempo per stare insieme, e spero che questa lezione della natura rimanga ben impressa nei nostri cuori. Spero che la natura ci abbia fatto capire per una buona volta la bellezza delle cose scontate, la gioia di lavorare insieme per il bene comune, la libertà, la semplice intimità di un pomeriggio passato in casa a giocare a Taboo con i propri genitori.
CASA, ora come non mai, deve essere sinonimo di RISCOPERTA, deve essere un’occasione per trasformare un brutto momento in opportunità. Dobbiamo riabituarci a pensare, poiché è la più grande capacità che ci è stata donata! M C
in cui imperversa una gravissima emergenza sanitaria che rischia di portare al tracollo l’economia italiana, varie ordinanze promulgate di recente ci impongono di rimanere chiusi nelle nostre case per ragioni di sicurezza, soprattutto per evitare di diffondere il contagio.
Questa, per me, è una situazione surreale e non molto facile da vivere. Anche la casa, che prima di questa storia era il perfetto luogo in cui stare, acquisisce un significato diverso da quello che aveva.
Da una parte la casa rimane un luogo in cui vi è un forte senso di sicurezza, accentuato dal fatto che essa funge anche da difesa contro il contagio; dall’altra parte, però, rimanere in casa per un tempo che già ora sembra infinito, e che sembra con grande probabilità destinato a prolungarsi in modo indefinito, è abbastanza opprimente, dato che le cose che puoi fare sono sempre le stesse; il tempo spesso sembra dilatarsi e prolungare la noia!!
L’isolamento è abbastanza difficile da vivere per me, dato che sono una persona che soffre molto la monotonia, e quindi spero che questa situazione finisca il più presto possibile.
Questo stile di vita mi ha insegnato che non si deve dare per scontato il modo in cui viviamo. Sto imparando a riscoprire la mia vita sociale come ampliamento e come parte fondamentale della mia esistenza ...
F S
è il luogo in cui ti senti a tuo agio, dove puoi trovare sempre qualcuno che ti ascolta e che, qualunque siano le tue scelte, sarà sempre pronto ad accoglierti e ad amarti incondizionatamente.
Gli amici, la persona amata e la famiglia sono la nostra casa, con cui, durante questo periodo, siamo costretti a stare di più, se ci si vive insieme, o a starci di meno, se costretti a starne distante a causa della quarantena.
Questo “isolamento” è un male, perché ti costringe a stare lontano dagli amici, dalle persone più care, ma è anche un bene perché puoi conoscere meglio te stesso e renderti conto anche di chi, nonostante la distanza, c’è sempre. Per me questo è un periodo sia positivo che negativo.
Positivo perché rappresenta un momento di stop da tutto, in cui posso riflettere su tante cose; negativo perché, come tutti, sono costretta a stare in casa e non posso uscire con i miei amici, o i miei nonni. Anche la comunicazione con loro è difficile, poiché avviene tramite il telefono.
Fortunatamente le giornate mi passano in fretta tra lezioni, compiti e la visione di qualche film... ma ci sono dei momenti inevitabili in cui mi fermo a pensare e mi rendo conto di quanto alla fine del giorno siamo soli, nonostante siamo sempre impegnati a messaggiare con gli amici o a fare le tante attività ...
All’inizio mi spaventavano questi momenti ma, con il passare dei giorni, sono riuscita ad apprezzarli e a ritenerli fondamentali per stare bene con me stessa.
Da un giorno ad un altro la vita può cambiare senza che tu lo voglia, perciò quando finirà tutto comincerò a godermi di più i miei amici e i miei cari, perché non sai cosa la vita ti pone davanti...
Questo periodo di crisi spero diventi un periodo di crescita personale, in cui renderci conto delle cose veramente importanti della vita e del tempo che abbiamo per godercele.
M M T
Da qualche mese mi sento... non bene. Da quando è scoppiato l’allarme del Coronavirus in Italia, siamo chiusi dentro casa e questo tipo di vita è molto diverso da quello di prima, è soprattutto più difficile. All’inizio ero molto felice di restare a casa, ma dopo due settimane cominciavo ad annoiarmi a morte e volevo tanto tornare a scuola per stare con i miei compagni. Volevo andare al parco per fare qualche tiro a canestro, oppure fare un po’ di giri in bicicletta. Tutto questo adesso è sconsigliato, quindi dobbiamo restare a casa. Per fortuna quando non ho niente da fare, esco in giardino per chiacchierare un po’ con la mia vicina di casa e sfogarmi, sempre mantenendo un metro di distanza . Questa cosa aiuterebbe ciascuno di noi per far andare via la noia, divertirsi un po’ e per non diventare pazzi, ma so che non tutti hanno la fortuna di avere un po’ di spazio fuori casa.
Le videolezioni sono più difficili, a differenza delle lezioni normali, perché è più complicato rimanere concentrati; sia per me che per tutti i miei compagni è una cosa del tutto nuova ed è ovviamente più semplice capire le spiegazioni quando vengono esposte dal vivo. Non vedo l’ora di poter tornare a scuola e al vecchio metodo. Bene o male sono riuscito ad adattarmi a queste restrizioni e non ho molti problemi nel saper spendere il mio tempo nell’arco della giornata. Non sono molto spaventato da questo virus, ma un po’ di timore c’è, infatti ho un po’ paura di essere contagiato e di soffrire il distacco dalla famiglia, trovarmi da solo in ospedale senza i miei affetti o sapere che un mio parente stia male. Questa paura è però minima, perché sono sicuro che i cittadini di Marsciano hanno capito che restare a casa e uscire solo per validi motivi potrà contenere il contagio. Una delle cose che più mi intristisce è che probabilmente quest’anno la piscina comunale rimarrà chiusa. Vorrei tanto tornare a fare le attività che più mi piacciono, tra cui andare in palestra dove mi allenavo quattro giorni a settimana insieme ai miei compagni di squadra per diventare sempre più forti e per vincere tutte le partite, i campionati e i tornei. Per il futuro penso che ci saranno ancora queste restrizioni per un bel po’ di tempo. Sono sicuro che ci adatteremo per rispettarle al meglio, per poter ritornare a fare tutte le cose che facevamo prima, in modo tale che alla fine sarà tutto risolto e il nostro paese potrà tornare a splendere più di prima.
C.R.
Era il giorno di Carnevale, i soldati vincitori ancora festeggiavano ma del mio Ryan non si vedeva nemmeno l’ombra.
Arrivò la sera e sentii dei passi sul vialetto: ad un certo punto si interruppero e bussarono alla porta, era Ryan finalmente!... dietro di lui però mi sembrò per un attimo di intravedere un’ombra scura ma dopo un battito di ciglia scomparve, me lo ero solo immaginato.
Ryan indossava una maschera colorata, sembrava felice ma, essendo sua madre, capii che qualcosa non andava.
Lo abbracciai tentando di togliergli la maschera per dargli un bacio sulla guancia ma lui si ritrasse: “togliti la maschera.” Gli dissi: “no, non voglio” ci rinunciai “sono così felice che tu sia vivo” “pure io.” Lo invitai ad entrare: “no, devo andare.” Insistetti senza alcun successo, lo abbracciai ancora e mi scese una lacrima, senza dire niente mio figlio se ne andò, si alzò di nuovo l’ombra scura, quindi non me l’ero immaginata! Poi Ryan lasciò cadere la maschera per terra e si girò verso di me, vidi la sua faccia sfigurata, come cancellata dal fuoco ardente.
Lentamente mio figlio sparì in quell’ombra scura, io raccolsi la maschera e d’istinto la girai, sul retro c’era scritto ADDIO MAMMA.
BL LL ED LC DC
G.C.