Un diario facilita l’impegno, abitua alla routine, ci cura; it helps us keep track.
L’idea è quella di tenere un diario, insieme, per raccontare i nostri sentimenti, la nostra rabbia, il nostro dolore, i nostri momenti difficili, ma anche le nostre idee, le nostre reazioni, la nostra pazienza, i nostri sogni, la nostra speranza. Condividere un diario, per scrivere, disegnare, annotare, scarabocchiare. Per prendere le distanze rimanendo uniti!!! Tenere un diario per rileggerlo tra un po' di tempo, quando tutto sarà finito!!
Ognuno a modo suo!!!
Nostalgia
per i compagni, i professori e tutta la scuola …
Sono triste per questa situazione del Covid-19. Si sta in casa veramente quasi come dei carcerati ma è giusto rispettare le regole e uscire solo per necessità. Io la mattina partecipo alle lezioni online, di pomeriggio faccio i compiti, gioco con la play e poi aspetto le ore 18.00 di ogni giorno per affacciarmi alla finestra e partecipare al flashmob che abbiamo deciso di fare con i nostri vicini. Non possiamo stare vicini fisicamente ma facendo questa piccola cosa, siamo tutti vicini con il cuore. Con la speranza che questa situazione finisca prima possibile.
E’ noioso non poter andare a fare le passeggiate e non poter trascorrere del tempo con i parenti. Vorrei tanto tornare a scuola, a danza o in pizzeria e poter riabbracciare le persone come facevo prima. Mi rendo conto che quello che facevo era bello…
Il Covid- 19 certo è un virus, ma per me è anche un avvertimento che dice ad alta voce DI VIVERE LA VITA COME SE FOSSE L’ULTIMO GIORNO perché non si sa mai cosa potrebbe succedere in futuro. Quindi, da ora in poi, mi impegnerò a realizzare tutto quello che voglio, prima che arrivi un’altra ragione per cui l’umanità intera debba rimanere chiusa in casa obbligata a non vivere la vita.
In questi giorni di quarantena cerco di non stare sempre al telefono, videogiochi, ecc … Fortunatamente abito in campagna, così posso uscire e svagarmi; di solito vado in giardino e inizio a giocare a calcio, con il cane, oppure mi metto a modificare la moto. Mi chiedo come fanno coloro che abitano in un appartamento e che non possono uscire all’aria aperta … Solo insieme si fa la forza e quindi insieme combattiamo il coronavirus.
Essere pazienti e aspettare: cosa molto difficile!!!
GLI ANTICOVID
Compito: scegli le foto più belle del progetto svolto in fattoria e descrivi l'azione che stai facendo ...
... salgo sul trattore ...
... sgrano il granturco per darlo alle galline ...
... taglio l'erba ...
... do il latte all'agnellino Biscotto ...
... porto in braccio il coniglio alla benedizione di Sant'Antonio all'Abbazia di San Sigismondo ...
... porto l'agnellino Biscotto al guinzaglio a fare una passeggiata ...
... metto la maschera ed i guanti per andare alle arnie ...
... rincorro con la bici il maialino Gonzales ...
MINILIKKE
In questo momento ci sentiamo un po’ delle rondini al guinzaglio, ora che non possiamo fare quasi nulla, siamo ispirati dal desiderio di essere portati altrove, fuori dai nostri pensieri, in un posto dove è possibile essere liberi senza alcun giudizio.
Forse, è proprio in questo momento che non abbiamo una totale libertà, che ci rendiamo conto però di come sia piena la nostra vita. Ci viene a mancare la nostra quotidianità; prima andare a scuola era una fatica … mentre ora che non si ha la possibilità di andarci, ci manca.
Ed è proprio ora che siamo un po' segregati ognuno nelle proprie case, che comprendiamo, ripeto, come sia piena in realtà la nostra vita e magari, una volta che tutto questo sarà finito, riusciremo ad apprezzare meglio tutto ciò che abbiamo e che non è ovvio.
ABBYABBY
“La preghiera in questi momenti”
La fede in questi giorni così drammatici, è sicuramente un rifugio importante in cui tutti noi dovremmo sostare almeno un istante delle nostre giornate.
Soffermarsi a pensare in periodi così convulsi e colmi di emozioni è importante per ritrovare una sorta di equilibrio interiore.
Tantissime sensazioni e sentimenti contrastanti ci assalgono, dalla tristezza per le vittime, alla paura e preoccupazione per i nostri familiari e amici, alla nostalgia per i bei tempi e i ricordi passati con spensieratezza e alla flebile ma seppur sempre accesa speranza, per un rapido miglioramento della situazione.
La fede deve mantenere un ruolo comunque di primaria importanza perché è proprio nelle difficoltà e nei frangenti più bui che essa può esserci molto di aiuto.
È anche un modo per mostrare il proprio affetto e la propria vicinanza verso i tanti uomini e donne che hanno perso la vita e al tempo stesso verso i tantissimi medici, infermieri e volontari che si stanno impegnando a fondo per aiutare chi è in difficoltà in maniera unita e compatta.
Quello che possiamo fare noi è rispettare in maniera convinta le direttive dateci dal governo, e confidare nella bravura delle eccellenze che abbiamo e sperare altrettanto fermamente nel ritorno alla normalità, che prima davamo tanto per scontata ed ora ci manca più di ogni altra cosa.
SPYNO
Nessuno mentre stavamo festeggiando euforici l’arrivo di questo nuovo anno si sarebbe mai aspettato quello che pochi mesi dopo è successo.
È vero, ti accorgi di una cosa quando non la possiedi più.
La libertà è una parola importante, quanto è bello essere liberi. Mi manca, come credo manchi a tutti.
Nel marcio, se proprio dovessimo trovare un pezzo da non buttare, sicuramente è il tempo che ora abbiamo a disposizione. La grande quantità di tempo che possediamo per reinventarci, migliorarci, scoprire nuove cose ed impararle come ad esempio la cucina, stare con sé stessi e soprattutto pensare. Riflettere su tutto ciò che si possiede e ricordarci di essere fortunati ed esserne grati, capire di non dare mai per scontato nulla, da un abbraccio alla possibilità di andare a cena fuori.
Nella distanza si può anche capire quanto si tenga o meno ad una persona e quanto questa sia importante per noi e magari imparare a dirselo a voce o con un abbraccio, non solo con un “mi manchi” scritto quando si è lontani.
Capire che alla fine siamo tutti uguali, tutti sotto lo stesso cielo, ma soprattutto capire che la solidarietà, il tendersi la mano a vicenda e stringersi forte è importante, anzi fondamentale, perché è l’unica cosa che ci permette di non perderci in questa tempesta. Vogliamoci più bene e quando tutto finirà abbracciamoci forte come mai fatto prima.
VALE
Eventi come quello che stiamo vivendo in questi mesi e settimane sono inevitabilmente autori di un profondo cambiamento del nostro essere e soprattutto del nostro convivere con gli altri.
Non mi riferisco tanto alle misure restrittive che giustamente ci limitano nelle nostre case per facilitare la già elevata contagiosità del Coronavirus, ma ai tanti modi di fare che caratterizzavano la nostra quotidianità fino a poco tempo fa e che molto probabilmente ne usciranno stravolti.
È ovvio che tutto ciò che sta accadendo intorno a noi, resterà nella storia e non dovrà essere dimenticato anche per rispetto delle tante persone che stanno combattendo e stanno spendendo anima e corpo in prima linea per aiutare i tantissimi malati che aumentano ora dopo ora.
Ecco, questo è sicuramente un aspetto che mi porterò con me come insegnamento di questi brutti giorni: il sentimento e l'attaccamento verso il prossimo, e quindi verso chi ha più bisogno, che i medici, gli infermieri e i volontari hanno dimostrato con il loro enorme impegno. Troppo spesso prima davamo per scontato l'aiuto e il sostengo di chi della cura dei pazienti ha fatto un mestiere, ma di certo d'ora in avanti guarderemo sempre con un occhio di riguardo e con riconoscenza chi indossa quei camici bianchi e quelle mascherine.
Un'altra cosa che mi porterò sempre nel cuore è l'unione e la vicinanza che tutta l'Italia ha manifestato in queste giornate così pesanti, riscoprendo la volontà di essere un qualcosa di più di semplici cittadini che fanno il proprio, spinti da un forte senso di appartenenza.
Al contrario invece, spero di non rivivere sulla mia pelle mai più le emozioni e gli stati di ansia e preoccupazioni che hanno caratterizzato questo brutto periodo, perché veramente per quanto l'uomo compia degli errori in continuazione, questa sofferenza non è meritevole di nessuna creatura esistente su questo mondo.
LIBREX
Questi giorni di isolamento sono noiosissimi: mi sono “barricata” in casa da quando hanno chiuso le scuole e non sono mai uscita.
Mi ritengo molto fortunata perché abito in piena campagna, così ogni giorno vado a fare una passeggiata con il mio cane nei campi vicino casa; è un modo per deconcentrarmi da questa situazione così emergenziale e per distaccarmi per un’oretta da tutti i compiti che ci danno abitualmente. Sono tanto spaventata, per me ma in primis per i miei cari (genitori, zii e nonni) perché sono loro i più soggetti a questo virus.
Voglio ritornare alla mia routine quotidiana, voglio tornare a scuola, uscire con i miei amici, divertirmi, giocare a pallavolo.
Bisogna essere ottimisti e stare più possibile a casa per evitare il contagio. Io resto a casa!! Prima di questa emergenza la mia casa era solo un posto per mangiare e studiare perché per divertirmi uscivo fuori, andavo con i miei amici al centro di Marsciano.
Ora, invece, dovendo stare il più possibile a casa, sto riscoprendo tutte quelle piccole cose a cui prima non facevo caso. Sistemo più frequentemente la mia camera, passo più tempo con mia sorella, con i miei nonni e con i miei genitori, cercando ogni giorno di trovare dei modi per divertirci lo stesso. Mi sto dedicando più alla cucina, soprattutto ai dolci, e devo dire che queste cose pratiche sono davvero dei passatempi carini!
Spero solo che questo periodo finisca anche se ho il presentimento che non sarà così. G F
Casa per me è l’insieme di tante cose, non sono soltanto le mura in cui oggi mi trovo a vivere.
Casa è quel posto in cui mi sento sicura, in cui so che posso essere me stessa, sempre.
Casa è l’antidoto contro ogni lato oscuro della vita.
Per questo la vera Casa, per me, sono le persone che la abitano, con le quali mi sento felice.
Casa è la mia famiglia, le mie migliori amiche, le mie compagne di danza e di classe, i miei amici del dopocresima ...
Questa situazione è sicuramente una tragedia, me la ricorderò per tutta la vita come un periodo da cancellare, anche se rimarrà indelebile tra tutti i miei ricordi.
Sono una persona ottimista e cerco di trarre da ogni situazione il lato positivo, anche se non ci riesco sempre.
Questo virus mi ha aiutata, anche se sembra strano dirlo. Ho fatto il punto della mia vita, nonostante sia ancora molto giovane, mi sono un po' ritrovata, perché nella vita di tutti i giorni il tempo di fermarmi a riflettere non lo trovo spesso.
Ho capito l’importanza di un abbraccio, di una stretta di mano o di uno sguardo di conforto dalle persone a cui voglio bene, che oggi non sono fisicamente vicino a me.
Ho capito quanto è bello avere una famiglia accanto e mi sento fortunata, nonostante i litigi con mamma, papà e soprattutto il fratello non manchino mai, ma la mia famiglia è bella così com'è.
Così, senza aver fatto nulla di grande, mi sento un po' cresciuta.
D A
La casa per me in questi momenti bui sta diventando il mio piccolo mondo; è l’unico posto che mi permette bene o male di continuare la mia vita e, più o meno, anche la mia vita quotidiana. Da casa svolgo le lezioni, continuo a ballare e, ultimamente, mi dedico a quelle mie passioni che non avevo tempo di coltivare. Diciamo che la mia casa in questo periodo è l’unico posto dove mi sento ancora libera e, a grandi linee, anche al sicuro. Sinceramente mi manca veramente la mia normalità.
Mi manca tutto, soprattutto le piccole cose, quindi, anche se trovo che la quarantena sia la soluzione migliore per cercare di contenere il virus, vorrei molto tornare alla mia vita di tutti i giorni. Nel frattempo, sto cercando di non abbandonare le attività che svolgevo quotidianamente e di non abbattermi. Mi sto impegnando a fare tutte quelle cose che prima mi lamentavo di non poter coltivare per mancanza di tempo, o per lavorare su me stessa e per migliorarmi. Cerco di sfruttare al meglio il fatto di avere più tempo libero e di svagarmi facendo attività alternative per non sentire troppo la nostalgia della “normalità”. Non voglio piangermi addosso, ma sono contenta perché io e la mia famiglia stiamo bene e voglio rimanere fiduciosa.
Sto scoprendo che sottovalutavo molto la mia quotidianità e la mia vita normale. Diciamo che molte volte mi pesava, mi aveva stancata e non mi andava mai bene. Ora come ora pagherei oro per riaverla, quindi sono giunta alla conclusione che devo apprezzare più ogni singolo momento felice ed ogni piccolezza nella mia vita.
D M B
Leggendo il quotidiano mi ha colpito molto un’ intervista fatta ad un sacerdote riguardo al ruolo del Papa e a quello della preghiera in un momento così difficile.
Facendo riferimento all’evento accaduto il 27 marzo, ovvero quando il Papa ha presieduto un momento di grazia straordinaria, il sacerdote afferma che è bellissimo sapere che il Papa ci è vicino poiché sa quante persone soffrono in questo momento nel corpo ma anche e soprattutto nella mente.
La preghiera non deve essere vista come qualcosa che serve per risanare la situazione creata dalla pandemia. Questo virus non è un castigo divino e Dio è accanto ad ognuno di noi a sopportare questa tragedia e quindi è importante pregare poiché Lui è disposto sempre ad ascoltare e a rispondere, anche se a volte non è la risposta che ci aspettiamo. Fa riferimento anche ad un evento che successe durante la sua carriera da infermiere, ovvero quando arrivò un ragazzo colpito da una scossa elettrica e i tentativi per salvarlo non bastarono. Ogni infermiere reagì in modo diverso, lui chiedendo al Signore dove era finito… e aggiunge che in un momento così, dove si sente forte il mistero della morte è normale intensificare la preghiera.
Riguardo alla domanda sulla vita, in questi giorni strappata in maniera disumana a migliaia di persone, il sacerdote risponde che ciò che sta accadendo ci deve far riflettere su cose che ci sembrano del tutto naturali come l’acqua o l’aria ma che in realtà non lo sono. Tutto, secondo lui, è immerso nel soprannaturale e la vita di ogni individuo può essere considerata un miracolo che ora ci sta scivolando velocemente tra le mani.
Questo sacerdote che opera al sud, fa notare che se questa cosa fosse successa in quella parte d'Italia sarebbe stata una strage poiché la sanità del meridione non può essere paragonata a quella del nord! Aggiunge che è disumano scegliere chi curare e prega affinché ciò non accada, soprattutto perché alla fine di questa guerra avremmo tutti, ma soprattutto i medici e gli infermieri, i cocci in mano.
Ho scelto questo quotidiano perché affronta un po' i temi centrali di cui si parla in questi giorni. La cosa che mi ha colpita di più sono le ultime parole del sacerdote: “da una sconfitta può esserci sempre una nuova rinascita e questa volta non è di un singolo individuo ma del mondo intero”.
HEAVENLY
In questo periodo di quarantena, come classe, all’interno dell’attività didattica a distanza, abbiamo scritto una canzone. Le parole sono state scelte da tutti gli studenti insieme, anche se B. e R. sono stati i nostri parolieri e L. il nostro DJ
ASPETTANDO UN ABBRACCIO
Sai che siamo chiusi dentro casa
Il problema è fra chi non ha proprio una casa
Tutti con la paura del contagio
Usciamo a fare spesa con il disagio
Stiamo morendo di noia
Spero arrivi una gioia
Sì stiamo cercando un passatempo
Sì come quando c’era brutto tempo
E spero si salvi il mondo
Per adesso, zero casi in Congo
Spero trovino un vaccino
Almeno, puoi starmi vicino
Non abbiamo più libertà
Spero Dio ci aiuterà
Siamo chiusi in quarantena
Come una razza aliena
E prendo la mia medicina
Per stare, solamente bene
Tutto, partito in Cina
Uscire no che non conviene
In casa, con la mia famiglia
Parenti, lontani 5 miglia
Love you Lombardia
Ti amo come casa mia
Partito tutto all’improvviso
Attento al contagio non toccarti quel viso
Rispetta tutte queste regole
Resta sotto le tue tegole
Tornare a vedere le stelle
Correre come gazzelle
Cosa fare non lo so
Ma basterà aspettare un pò
I TECNICI