SUPPORTI PER LA SCRITTURA

Francesca D'Ambrosio

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Tavolette d'Argilla fresche

Per scrivere si impiegavano tavolette d'argilla fresca, proprio come quella nell'immagine affianco, di circa 20 x 20 cm, che venivano incise con uno strumento appuntito, quest'ultimo lasciava tracce a forma di cuneo e proprio per questo motivo tale sistema di scrittura è chiamato cuneiforme. Le tavolette venivano poi fatte essiccare al sole oppure cotte. L' Università Cattolica possiede un prezioso patrimonio di una settantina di tavolette sumeriche. Facevano parte di un lotto di un migliaio di tavolette reperite a Parigi


Collezione di Papiri

La collezione di Papiri dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano si è costituita nel Novecento. Si tratta di circa un migliaio di pezzi, tutti di provenienza egizia, per la maggior parte scritti in greco, e in piccola parte in ieratico e copto. Tra i papiri greci se ne contano una quarantina fra biblici, liturgici, letterali e semiletterari, tutti gli altri sono documentari. Il papiro veniva preparato tagliando sottili strisce dal midollo fibroso di una canna che cresceva lungo il Nilo: due strati di strisce, venivano compressi insieme per formare i fogli. Chi leggeva lo doveva svolgere gradualmente, usando una mano per tenere la parte che aveva già visto, arrotolandola durante la lettura.

Ostraca

Gli ostraca sono cocci di vasi di terracotta raccolti tra i rifiuti e scritti nella parte convessa. Un materiale scrittorio accessibile a tutti e perciò molto usato nel mondo antico. Si adoperavano per scritture di ogni genere, noto l'uso che se ne faceva in Atene.

Tavoletta cerata

Vennero impiegate in ambito greco, anche nel mondo romano, per scrivere testi correnti. Ogni tavoletta lignea presentava una faccia perfettamente liscia e l'altra delimitata da una cornice; lo spazio rettangolare compreso all'interno di questa era ricoperto di cera molto dura sulla quale si scriveva incidendo i segni con uno stilo di metallo appuntito a una estremità. L'altra estremità piatta serviva per cancellare.

Le monete

Non si tratta propriamente di materiale scrittorio, è affidato il compito di dichiarare l'autorità emittente. Le monete greche la enunciano al genitivo plurale. La monetazione romana repubblicana, specifica anche il nome dei magistrati addetti all'emissione delle monete. Le scritte possono anche indicare il valore delle monete.

Le Epigrafi

Le epigrafi sono iscrizioni di varia lunghezza e contenuto realizzate su supporti duri, differenti a seconda dell'uso al quale testi erano destinati e a seconda della durata che si voleva essi avessero nel tempo. L'uso delle iscrizioni era ampiamente diffuso in molti settori della vita pubblica e privata del mondo antico. Le leggi scritte, incise su bronzo o pietra, ed esposte pubblicamente garantivo una oggettività nella loro applicazione.

Supporti per scrivere a scuola

Lo scolaro romano, fino al II secolo d.C., doveva apprendere sia il greco sia il latino. Gli alunni tenevano sulle ginocchia delle tavolette di legno ricoperte di cera sulle quali venivano tracciate le lettere con lo stilo, un bastoncino appuntito da un capo per incidere le lettere e appiattito dell'altro per cancellare. Il maestro sedeva in cattedra e insegnava agli studenti gli elementi formati la lettera. Per rendere più rapido il processo della scrittura si insegnava anche la tecnica della stenografia, ossia la tecnica delle abbreviazioni. Per le scritture dei muri gli strumenti impiegati erano il pennello o pezzetti di gesso o carbone.

Dal papiro alla pergamena

Il papiro cresceva solo in alcune regioni, fu sostituito da un altro materiale scrittorio: la pergamena. Si tratta di pelli d'animale appositamente trattate allo scopo di produrre una superficie adatta alla scrittura. Per fabbricare la pergamena si raschiavano le pelli e le si ripuliva da peli e residui di carne, poi si immergevano in un bagno di calce. Prima di metterle a seccare su delle grate le si cospargevano di gesso che assorbiva le traccie di grasso. Dai primi secoli dell'era cristiana la pergamena diventò il materiale di uso comune per i libri.

Papiro

Pergamena

L'invenzione della stampa

Il passaggio dal manoscritto al libro a stampa rappresenta una svolta di enorme importanza per la trasmissione delle opere scritte. L'invenzione della stampa a caratteri mobili spetta a un orafo tedesco, che intuì la possibilità di fondere le lettere dell'alfabeto in altrettanti caratteri mobili. Questo tipo di stampa venne praticato in Europa nei secoli XII e XIV ottenendo però stampe a un solo foglio che riproducevano immagini sacre, calendari e carte da gioco. I libri stampati nel Quattrocento vengono chiamati incunabuli, un termine convenzionale usato per la prima volta nel 1688, dal latino "in cuna", cioè libro neonato.

L'Inchiostro

L'inchiostro al carbone era già conosciuto in Egitto dal VI millennio a.C.. Le soluzioni acquose a base di nerofumo fino ad allora usate non potevano essere applicate in modo uniforme sulle superfici metalliche dei caratteri. Le notizie storiche intorno all'inchiostro tipografico sono molto scarse. Pare fosse composto essenzialmente di olio di lino, trentina, e di nerofumo o marcassite.

La carta e la sua produzione

L'invenzione della carta, da ritagli di seta ridotti in pasta, fibre di gelso e di bambù, lino o cotone, spetta ai Cinesi nel I secolo d.C.. Furono gli Arabi a diffonderla in Europa nell'XI secolo attraverso la Penisola Iberica. In Italia il nuovo materiale scrittorio fece la sua comparsa tra il XII e XIII secolo. La produzione della carta era il risultato di un lungo processo punto di partenza furono prevalentemente gli stracci di origine vegetale, che venivano lavati, pressati nei tini e lasciati a fermentare per ottenere l'isolamento della cellulosa. Per distinguere la propria produzione i cartai utilizzarono la filigrana, un marchio di fabbrica costituito da un filo metallico piegato secondo disegni particolari e applicato alla forma.

Lo schermo sostituisce la carta

La scrittura elettronica permette di avere sotto gli occhi i diversi stati del discorso così come la mente li crea e di concepire il testo come un oggetto in continua lavorazione. Anziché "frenare" la scrittura, il computer, la favorisce: chi scrive con carta e penna deve infatti organizzare nella propria mente le frasi "risparmiando" sulla scrittura, proprio perché tende a limitare le correzioni. Il testo elettronico non obbliga invece a risparmiare sulla scrittura, consente di oggettivare il discorso mentale e per questo di svilupparlo meglio, tenendo conto di tutte le esigenze comunicative.