ARATRO

Carmine Caputo

Agli albori dell’agricoltura, l’aratro non c’era: i semi delle piante da coltivare venivano collocati in buche scavate nel terreno con un bastone, un semplice ramo con la punta indurita al fuoco. Quindi al manico vennero aggiunte prima una punta e in seguito una lama in pietra: era nata così la prima zappa.


LA ZAPPA

I più antichi sono documentati a partire dal VI millennio a.Cd.: erano interamente in legno e venivano trascinati e spinti a forza di braccia. A partire dal III millennio, quando gli uomini impararono a lavorare i metalli, la punta del bastone cominciò a essere realizzata in bronzo, e più tardi nel Mediterraneo orientale verso l’inizio del I millennio a.C. in ferro.


IL VOMERE

Nel frattempo all’aratro erano state applicate altre due migliorie decisive, strettamente collegate fra di loro: l’aggiunta di un vomere e di un attacco per consentire la trazione animale.

Il vomere è una lama orizzontale, applicata su un lato di quella principale verticale, realizzata in modo da tagliare orizzontalmente la terra a una certa profondità.

Naturalmente, in questo modo la resistenza opposta all’avanzamento dell’attrezzo era molto maggiore, e la forza umana non sarebbe stata sufficiente per permetterlo; ma l’addomesticamento degli animali consentì di risolvere il problema.


IL VERSOIO

Infine, l’ultimo miglioramento fu l’aggiunta di un versoio. Si tratta di una lama ricurva applicata al di sopra del vomere, che permette di rovesciare lateralmente la terra sollevata da quest’ultimo.

Comparso probabilmente ai tempi di Roma, il versoio si diffonderà nell’Europa continentale nei secoli centrali del Medioevo, che permise di sostituire i buoi con i più potenti cavalli sarà uno dei protagonisti della grande ripresa della produzione agricola europea nei secoli successivi al Mille.


GLI ARATRI DI FERRO

Per millenni, l’unica parte in ferro dell’aratro ha continuato a essere il vomere. Solo a partire dalla metà del Settecento altre parti dell’attrezzo cominciarono a essere realizzate in ferro; particolarmente complessa era la costruzione del versoio, la cui particolare curvatura non è facile da realizzare.