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ASSALTO AL PARLAMENTO IN BRASILE!

A cura di Adamo Angelo, Criscuolo Gaetano, De Stefano Vittorio, Esposito Antonia, Mascolo Nunzia classe II A

disegno realizzato da Mascolo Nunzia 2A

Domenica 8 gennaio circa cinquemila sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro, sconfitto alle elezioni di ottobre da Luiz Inácio Lula da Silva, hanno fatto irruzione, avvolti in bandiere verdi e oro, nelle sedi del Parlamento, della Corte suprema e del Palazzo Planalto, sede della residenza presidenziale. Hanno rotto finestre, ribaltato mobili, distrutto opere d'arte (l'opera “I Mulatti” del modernista De Cavalcanti, dopo l’assalto presentava diversi buchi) e rubato la Costituzione originale del 1988. Ci sono stati 40 feriti e più di mille arresti. 

La polizia ha usato i gas lacrimogeni per respingere le migliaia di persone che sono  riuscite a sfondare i cordoni di sicurezza intorno al Parlamento di Brasilia per manifestare sostegno a  Bolsonaro. Molti si sono arrampicati sull'edificio per occuparne il tetto e da lì sono entrati all’interno.


 Al momento dell’assalto il presidente Luiz Inacio Lula da Silva non si trovava a Brasilia, è rientrato nella capitale verso la sera; Qualche ora prima, aveva detto che il suo predecessore di estrema destra aveva "incoraggiato" i "vandali fascisti" a invadere i luoghi del potere nella capitale. Le forze di polizia, pronte a fare irruzione dentro il Parlamento occupato, si sono mosse solo quando il neo presidente ha firmato un decreto, dopo una riunione d'emergenza con il governo e dopo aver ordinato la chiusura del centro della Capitale. 

LE PAROLE DI BOLSONARO:

"Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. I saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi sono illegali. Respingo le accuse, senza prove, attribuitemi dall'attuale capo dell'esecutivo del Brasile. Durante tutto il mio mandato sono sempre stato nel perimetro della Costituzione, rispettando e difendendo le leggi, la democrazia, la trasparenza e la nostra sacra libertà"