VI RACCONTO UNA FIABA

Over the Rainbow

di Elisa Mascolo 1C

In un tempo lontano, tra le colline irlandesi, circondato da boschi c’era un piccolo villaggio, non troppo piccolo, abbastanza grande per contenere qualche centinaio di persone. Era davvero grazioso, con quelle casine di pietra, i giardini fioriti e molti, moltissimi bambini; tanti bambini voleva dire tante scuole, infatti ce n’erano davvero tante: quattro scuole elementari, una scuola media e perfino un liceo. Oh sì, gli abitanti di quel villaggio che splendeva come una gemma tra le colline davano grande importanza allo studio! Beh, quasi tutti. Che sbadata! Dimentico il meglio! La cosa più strana e più bella di quel posto era che Maghi e Nonmaghi (in gergo locale Magici e Nonmagici) vivevano insieme e ormai le loro strambe abitudini si erano così tanto mescolate che era quasi impossibile distinguerli. In quel villaggio tutto stranezze v’era una casa particolarmente graziosa, con un bel giardino pieno di fiori di lavanda e tante rose bianche. In quella casa vivevano i signori Poppy: Bernie e Rosie, la sorella di Rosie, Ortensia e la figlia Shirley. Shirley era una bambina di dodici anni, allegra e gentile, con il viso tondo cosparso di lentiggini e gli occhi verdi come dei morbidi tappetini di muschio; quando i genitori le scelsero il nome pensarono a un papavero e ci azzeccarono: Shirley, infatti, aveva una nuvola di capelli rossi che le circondava il viso. Ora, dovete sapere che nella valle di Verdepiano (così si chiamava) c’erano due tipi di maghi: i Magici della Luce, che sanno creare e non distruggere e che volano (sì, volano!) solo di giorno; e i Magici del Buio, che sanno distruggere e non creare e volano solo di notte. L’armonia tra Luce e Buio permetteva che nella valle regnasse la Pace. La famiglia di Shirley faceva parte di una lunga stirpe di Magici della Luce, al contrario della migliore amica di Shirley, Mentafiorita, che era una strega del Buio. Quel giorno, il giorno dove inizia la nostra storia, c’era grande agitazione in casa Poppy “Maaaaaaammaaaa! Hai visto il mio libro di storia?”  “Te lo dicevo io che dovevi cercarlo ieri, invece di arrivare a ozzi che dobbiamo studiare!” “Piantala, Menta! Lo hai detto già dieci volte” “Lo dicevo io che sarebbe successo!” 

Insomma, nel battibeccare generale, Shirley non trovava il libro di storia; (sì, perché i maghi ricevevano un’educazione speciale, ma andavano comunque a scuola, come i bambini Nonmagici) lo aveva cercato in ogni centimetrino della casa, ma niente; quel giorno lei e Mentafiorita dovevano studiare insieme le crociate di Federico II di Svevia, ma caspita! Se il libro non si trovava loro non potevano studiare! Inoltre, zia Ortensia continuava a borbottare sul “ritorno di qualcuno” e sulla “catastrofe” “Ma perché dovevi perderlo proprio ozzi, la professoressa ci ucciderà!”  Rabbrividiva Mentafiorita, col suo buffo modo di pronunciare le G. “Che catastrofe!” Borbottava zia Ortensia. “BASTA!” Urlò Shirley spazientita. “Zia, cos’è tutto questo borbottare?! Qual è la catastrofe?” Ortensia prese le mani di entrambe le bambine e, con tono solenne, disse” Bambine mie, tanto tempo fa la valle fu attaccata da un Nemico: un Nemico malvagio che odia la pace e la bellezza e distrugge per il gusto di farlo, in passato siamo riusciti a fermarlo, ma ora è tornato e ha rubato il libro di Shirley perché lì ho scritto le indicazioni per arrivare alla Gemma della Pace… “Gemma della Pace”? E che cos’è?” “Ci stavo arrivando, Mentina! La Gemma è stata creata da un Mago della Luce e un Mago del Buio dopo l’ultimo attacco del Nemico ed è l’unione dei due poteri, l’alleanza fra Giorno e Notte; nel libro, in lingua antica, ho scritto “Arcobaleno”: il regno di Over the Rainbow! È lì che dovrete andare, ora vi spiegherò tutto…


Cari bambini, miei coetanei e non, visto che il racconto è lungo, fatemi il piacere, pazientate un po’ per darmi il tempo di farmelo raccontare tutto da zia Ortensia. Tornerò presto a raccontare. Ci vediamo.

Una bambina come voi, autrice di questo racconto.



















Lindo

1C

C’era una volta, molto tempo fa, un folletto di nome

Lindo.

Lindo era un bravissimo pasticciere molto goloso e combinaguai. La cosa che gli piaceva di più era la torta al cioccolato ma ancora di più lo rendeva felice il suo popolo perché era sempre armonioso ed allegro.

Un giorno Lindo aveva cucinato la sua torta preferita, ma, mentre la sfornava, sentì qualcosa provenire dal giardino del suo villaggio: Feliciolandia.

Di corsa scese nel giardino per vedere cosa fosse tutta quella confusione e, ad un tratto, vide fata Broncio che, piano piano, stava rubando tutta la felicità ai folletti di Feliciolandia.

Lindo capì che non poteva restare con le mani in mano.

Lindo, così, decise di preparare la torta “SORRISO” chiamata così perché faceva tornare subito il sorriso, a chiunque; ma, per prepararla ci volevano tre ingredienti di Magix il paese degli unicorni.

Lindo con molta paura, si recò a casa di Ugo, un suo

vecchio e caro amico, chiedendogli di aiutarlo.

I due intrepidi folletti anche se con molta paura,

uscirono dalla porticina che separava i vari mondi e, con tre salti arrivarono a Magix.

Lindo e Ugo, però, non si resero conto che fata Broncio aveva mandato a spiarli Gino il brutto e cattivo apprendista della fata.

Arrivati lì Lindo disse che gli servivano: delle bacche di sorriso, un po’ di nuvola dell’arcobaleno più colorato e la polvere magica del corno dell’unicorno più importante Mia. Per prima cosa andarono a raccogliere le bacche, anche se non fu per nulla facile perché Gino, l’aiutante di fata Broncio, aveva lanciato l’incantesimo “LINFORUM”

il quale prevedeva che l’intera flora prendesse vita. I cespugli correvano sempre più veloci ma i due alla

fine riuscirono nell’impresa.

Per raccogliere la nuvola decisero di chiedere aiuto a Lilly e Tommy, due uccellini che volarono fin lassù e aiutarono i due elfetti che se la cavarono anche in questa impresa.

Infine dovevano trovare Mia e prendere un po’ della sua magia fatata. La trovarono ma era molto difficile prendere la sua polvere perché non si lasciava avvicinare da nessuno e poi Gino lanciò un incantesimo per far infuriare ancor di più Mia e, sfortunatamente, ci riuscì.

I due amici erano preoccupati e così decisero di usare la loro arma speciale: le fecero gli occhi dolci e l’incantesimo di Gino si spezzò.

Mia capì quanto il loro cuore era tenero e donò loro

l’ultimo ingrediente fatato. I folletti, con tutti gli ingredienti, tornarono a Feliciolandia e subito si diressero nella piccola casina di Lindo dove realizzarono la torta. Erano entusiasti, e una volta finita la torta subito corsero a darla ai loro amici. Funzionò!

Di nuovo insieme e felici come non mai si riunirono tutti i folletti e con la forza della GIOIA vissero tutti FELICI E CONTENTI!