STORIE INEDITE:QUANDO LA FANTASIA GUIDA LA DIDATTICA


Le favole dove stanno? ce n'è una in ogni cosa: nel legno del tavolino, nel bicchiere e nella rosa

Gianni Rodari

Inventare storie perchè....

Nella Grammatica della fantasia, Gianni Rodari ci ha consegnato tanti spunti e tecniche utili per stimolare l’immaginazione e imparare a creare storie fuori dagli schemi e dai luoghi comuni. Ci ha insegnato, per esempio, ad accostare parole apparentemente slegate tra loro, lontane, per creare nuovi rapporti e innescare eventi inaspettati. Ci ha dimostrato che il divertimento maggiore scaturisce dal pensare a situazioni buffe e sorprendenti, sensazionali, illogiche. Ci ha spiegato come si sbagliano le storie, come si rovesciano le fiabe e come si fa un’insalata di favole. Ci ha ricordato che si possono usare gli elementi propri e ricorrenti di tutte le fiabe (le cosiddette “funzioni” individuate da Vladimir Propp), come se fossero note musicali da abbinare e mescolare a proprio piacimento per comporre infiniti racconti.

Inventare le fiabe o racconti fa bene, perchè a volte, si tende a considerarli completamente scollegati dalla realtà in cui tutto fila sempre liscio. In verità, al lieto fine si arriva soltanto se ci si impegna a trovare soluzioni originali e creative a situazioni anche di grave conflitto. Certo, nella realtà non ci sono bacchette magiche da usare, ma ci possono essere amici pronti ad aiutarci – se abbiamo imparato a scegliere gli alleati giusti – e soluzioni sempre possibili – se da bambini abbiamo lasciato che le fiabe ci insegnassero a sperare nel lieto fine.

Scrive Paola Santagostino: “L’immaginario costituisce un meraviglioso campo di esperimento, illimitato e innocuo, delle possibili soluzioni ai problemi. La fiaba può, quindi, essere usata come strumento di “problem-solving”.

Le fiabe, inoltre, usando un linguaggio (quello per immagini) che è universale si rivolgono direttamente alla sfera emotiva “favorendo l’apprendimento e attivando risorse interne in grado di fare esprimere il meglio di se stessi, ricercando, fantasticando, progettando” (Lia Iacoponelli).