Louis Pasteur
A quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ho impiegato un vita per imparare a dipingere come un bambino”; la frase di Pablo Picasso, anche decontestualizzata dal mondo dell’arte, è diventata un eterno richiamo alla capacità intuitiva e all’innocenza dell’infanzia, un riferimento a quella fase della vita che l’età adulta non può che ricordare con nostalgia.
I bambini possono mettere in discussione tante illusorie certezze e tante vane sovrastrutture che il mondo degli adulti ha faticosamente elevato a sua difesa; perchè un bimbo è un essere candido, ma penetrante, un mix di purezza, curiosità e entusiasmo.
I bambini ricordano un’esperienza lontana del nostro passato, che le cicatrici della maturità o la malizia degli imprevisti ha reso sfumata. I bambini sono ancora in grado di stupirsi: le loro emozioni non hanno modo di essere celate e, presentandosi in tutta la loro irruenza, parlano, comunicano e fanno riflettere.
Sono cristallini, privi di doppisensi, dietrologie e apparenze: un bimbo è quel che è, prendere o lasciare, è una rara nota di autenticità. Perchè il disincanto di un bambino, tra spontaneità e voglia di conoscere, tra inesperienza e semplicità di rado sopravvive al passare degli anni, e solo quando torna a respirare, anche se nelle vesti di un uomo maturo, regala emozioni senza paragoni.
Non è un caso che il 10 Marzo si celebri Il Day Of Awesomeness-La giornata Internazionale della Meraviglia- istituita proprio per ricordarci:le cose per cui provare meraviglia e stupore sono sotto i nostri occhi, a portata di mano, ma spesso noi adulti tendiamo a darle per scontate senza vederle.