Chi la croce accoglierà come te, Maria, Cristo Redentore lo salverà.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
12 Da quest'albero fatale é venuta, la morte: questa santa croce ci salverà.
2 Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Lontane dalla mia salvezza le parole del mio grido!
3 Mio Dio, grido di giorno e non rispondi;
di notte, e non c'è tregua per me.
8 Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
9 "Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!".
10 Sei proprio tu che mi hai tratto dal grembo,
mi hai affidato al seno di mia madre.
11 Al mio nascere, a te fui consegnato;
dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.
12 Non stare lontano da me,
perché l'angoscia è vicina e non c'è chi mi aiuti.
20 Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto.
21 Libera dalla spada la mia vita,
dalle zampe del cane l'unico mio bene. (dal Salmo 22)
45 A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 46 Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: "Elì, Elì, lemà sabactàni?", che significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". 47 Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: "Costui chiama Elia". 48 E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. 49 Gli altri dicevano: "Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!". 50 Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.
“Nostra gloria è la Croce di Cristo” (M. Frisina)
Crocifisso innalzato,
il tuo volto sfigurato brilla d’amore;
il tuo corpo martoriato dall’odio
sfolgora bellezza;
le tue mani massacrate dall’ingiustizia
uniscono il cielo e la terra.
Ti contempliamo, Dio crocifisso,
perché in te vediamo
il volto vero dell’amore.
Nel tuo «Eccomi» definitivo al Padre
scopriamo l’intensità del suo amore per noi.
Noi ti lodiamo, Signore Gesù,
perché hai offerto tutto te stesso per noi!
Amen.
(Preghiera sr. Mariangela Tassielli)
87. Un essere umano è fatto in modo tale che non si realizza, non si sviluppa e non può trovare la propria pienezza «se non attraverso un dono sincero di sé». E ugualmente non giunge a riconoscere a fondo la propria verità se non nell’incontro con gli altri: «Non comunico effettivamente con me stesso se non nella misura in cui comunico con l’altro». Questo spiega perché nessuno può sperimentare il valore della vita senza volti concreti da amare. Qui sta un segreto dell’autentica esistenza umana, perché «la vita sussiste dove c’è legame, comunione, fratellanza; ed è una vita più forte della morte quando è costruita su relazioni vere e legami di fedeltà. Al contrario, non c’è vita dove si ha la pretesa di appartenere solo a sé stessi e di vivere come isole: in questi atteggiamenti prevale la morte».