Chi la croce accoglierà come te, Maria, Cristo Redentore lo salverà.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
7 Ora cade sulla strada il Re della gloria: presto nel suo cielo risalirà.
1 (9,22) Perché, Signore, ti tieni lontano,
nei momenti di pericolo ti nascondi?
2 (9,23) Con arroganza il malvagio perseguita il povero:
cadano nelle insidie che hanno tramato!
3 (9,24) Il malvagio si vanta dei suoi desideri,
l'avido benedice se stesso.
4 (9,25) Nel suo orgoglio il malvagio disprezza il Signore:
"Dio non ne chiede conto, non esiste!";
questo è tutto il suo pensiero.
5 (9,26) Le sue vie vanno sempre a buon fine,
troppo in alto per lui sono i tuoi giudizi:
con un soffio spazza via i suoi avversari.
6 (9,27) Egli pensa: "Non sarò mai scosso,
vivrò sempre senza sventure".
7 (9,28) Di spergiuri, di frodi e d'inganni ha piena la bocca,
sulla sua lingua sono cattiveria e prepotenza.
12 (9,33) Sorgi, Signore Dio, alza la tua mano,
non dimenticare i poveri. (dal Salmo 10,1-7.12)
5 Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù:
6 egli, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio l'essere come Dio,
7 ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall'aspetto riconosciuto come uomo,
8 umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Gesù cade per la seconda volta, perché la croce che porta sulle spalle è troppo pesante, perché il suo fisico e la sua mente sono sfiancati, perché si trova a dover portare troppo peso da solo. Anche le vite di molte persone sono scandite da tante cadute, dovute a tragedie e situazioni di vita non scelte, difficili da sopportare. La vita nei campi profughi, la fuga, le difficoltà quotidiane, l’incertezza del futuro per sè e per i propri figli, il viaggio verso l’ignoto sono prove dure, che possono far cadere più e più volte, con il corpo e soprattutto con la mente, perché le cadute nel fisico si ripercuoto più a lungo nella psiche, là dove è più difficile capire come potersi rialzare.
“Dammi vita secondo la tua parola”, dice il Salmo: nella nostra esperienza di volontari non sempre è facile riconoscere le cadute e le loro conseguenze; anche noi rischiamo di cadere nella trappola del pregiudizio, della nostra mentalità efficientista, dello scoraggiamento. La parola ci aiuta a rialzarci e a tendere la mano: la parola detta, anche in una lingua straniera, anche sbagliata, anche detta solo con lo sguardo o con i sorrisi. Il percorso dell’accoglienza è un percorso che si fa assieme, famiglia e volontari: ognuno come può è un puntello per rialzarsi. Le cadute di Gesù sono però preziose per noi: ci ricordano che cadere è parte della condizione umana, che ci accomuna tutti, e che non si riesce a rialzarsi da soli: ci si rialza insieme con i fratelli e con Dio.
(Manuela, volontaria Accoglienza Migranti Malo)
O Signore,
hai donato la tua vita sulla Croce per ognuno di noi:
sia balsamo prezioso che doni forza e guarigione ai nostri cuori malati;
sia presenza che custodisce le nostre vite come scudo potente contro tutti i mali;
sia luce che trasformi e purifichi tutti i nostri peccati,
unendoci saldamente a Te fonte di ogni bene.
Dio onnipotente liberaci dall’orgoglio che ci consuma.
Riempici del Tuo Santo Spirito affinché il mio “io” sparisca
e Tu Signore possa compiere la tua opera in me.
Grazie perché nei miei limiti riconosco che da sola non posso nulla,
e ho tanto bisogno di Te!
Fammi umile perché Tu Signore possa vivere in me!
(Emanuela)
186. È «un atto di carità altrettanto indispensabile l’impegno finalizzato ad organizzare e strutturare la società in modo che il prossimo non abbia a trovarsi nella miseria». È carità stare vicino a una persona che soffre, ed è pure carità tutto ciò che si fa, anche senza avere un contatto diretto con quella persona, per modificare le condizioni sociali che provocano la sua sofferenza. Se qualcuno aiuta un anziano ad attraversare un fiume – e questo è squisita carità –, il politico gli costruisce un ponte, e anche questo è carità. Se qualcuno aiuta un altro dandogli da mangiare, il politico crea per lui un posto di lavoro, ed esercita una forma altissima di carità che nobilita la sua azione politica.