Franz Liszt (22 ottobre 1811 - 31 luglio 1886), fu un compositore, pianista, direttore d'orchestra e organista ungherese del periodo romantico. Dimostrato un precoce talento musicale, a undici anni Liszt si trasferì con la famiglia a Vienna, dove studiò composizione con Antonio Salieri e pianoforte con Carl Czerny. La sua straordinaria bravura lo portò a Parigi, Londra, Svizzera, per stabilirsi in Francia. Visse anche in Italia.
Il suo percorso di vita vede intrecciarsi storie d’amore, relazioni, successo e tournée di concerti.
Numerose furono le crisi mistiche e i contatti con pensatori, filosofi e artisti, nonché la partecipazione che il musicista dimostrò -da allora e mai smentita- verso quella che, per brevità, può definirsi la questione religiosa, sia nei riflessi dell'esistenza umana sia nei rapporti con l'espressione artistica.
Nell’ultima parte della vita, alla morte della figlia primogenita, nel 1862, decise di entrare nel convento della Madonna del Rosario a Monte Mario a Roma, certo che solo dalla fede potesse trovare consolazione e vero conforto. Da qui in poi le sue composizioni avranno un fortissimo legame con la religione.
Le basi estetiche e musicologiche su cui Liszt fondò il lavoro delle grandi opere religiose della maturità, sarebbero soprattutto i saggi sulla musica da chiesa, le influenze sulla teoria della musica come "imitativa" e "descrittiva" e inoltre la concezione del canto gregoriano.
La via Crucis
A lungo meditato e a più riprese accantonato, sin dal 1860 Liszt elaborò il progetto di una composizione sulla Via Crucis. Iniziati gli abbozzi nel 1866, il lavoro si concluse una decina d’anni più tardi e venne pubblicato con il titolo “Via Crucis – Die 14 Stationen des Kreuzweges” (Le 14 stazioni della Croce) per pianoforte (o organo) e coro.
Composizione singolare nella sua struttura, la Via Crucis è un lavoro che racchiude più stili e più lingue e che non ha esempi analoghi in tutta la letteratura musicale dell’Ottocento. Si compone di quattordici stazioni, brevi “scene” musicali a sé stanti ma unite tra di loro da una logica simbolico-motivica. I testi sono quelli della tradizione cattolica, quindi in latino ma con alternanza di corali luterani in tedesco.
Dal punto di vista formale e descrittivo Liszt riesce, tramite la notazione musicale, a disegnare alcune immagini.
Nella seconda stazione, Gesù, una volta caricatosi del peso della croce, comincia la salita al Calvario. Liszt riesce a rappresentare graficamente i passi affaticati (in alcuni casi si può immaginare un inciampo e da lì in poi dei passi più irregolari) e su di essi, con delle note lunghe bianche, raffigura la croce.
Altro esempio lo troviamo nella stazione della Veronica: Liszt disegna con le note il gesto che essa compie sul volto di Gesù pulendo il sangue con una mano, passando su entrambi i lati del viso.
Nel momento della crocifissione, la pulsazione musicale rievoca il momento in cui un chiodo viene piantato nel legno: dapprima un colpo di assestamento, poi tre colpi per affondarlo e infine il colpo finale per fargli raggiungere la massima profondità. Al termine della scena Liszt utilizza una scala ascendente di note che emula l'innalzamento della Croce dal terreno.
a cura di Massimiliano Grotto
maestro Marco Berrini
Marco Berrini, Collegio Borromeo 2020
https://www.youtube.com/watch?v=yN4mRRwJ80Q&feature=youtu.be
https://www.youtube.com/watch?v=DQk4gB3nJWY
Per la descrizione musicale delle stazioni della Via Crucis:
https://amadeusmagazine.it/rubrica-note-di-passaggio/via-crucis-liszt-unicum-ottocento/