Chi la croce accoglierà come te, Maria, Cristo Redentore lo salverà.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
1 Condannato sei per noi, o Figlio di Dio: mite ed innocente, tu morirai.
2 Signore, quanti sono i miei avversari!
Molti contro di me insorgono.
3 Molti dicono della mia vita:
"Per lui non c'è salvezza in Dio!".
4 Ma tu sei mio scudo, Signore,
sei la mia gloria e tieni alta la mia testa.
5 A gran voce grido al Signore
ed egli mi risponde dalla sua santa montagna.
6 Io mi corico, mi addormento e mi risveglio:
il Signore mi sostiene.
7 Non temo la folla numerosa
che intorno a me si è accampata.
8 Sorgi, Signore! Salvami, Dio mio!
Tu hai colpito alla mascella tutti i miei nemici,
hai spezzato i denti dei malvagi.
9 La salvezza viene dal Signore:
sul tuo popolo la tua benedizione.
(Salmo 3)
1 Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. 2 Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato. […] 26 Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
Il mondo intero sta vivendo un momento storico di difficoltà economiche, sanitarie, sociali, relazionali. Ai nostri giorni troviamo diversi popoli condannati ingiustamente a morire.
Insieme alla mia famiglia ho visto e vissuto la situazione del nostro paese, il Venezuela: una nazione grande e prospera, che Dio stesso ha fatto bella e ricca in tutto; è diventata povera, lontano da ciò che abbiamo conosciuto e anche da ciò che volevamo per i nostri figli. Da diversi anni il Venezuela è immerso in una crisi politica, economica e sociale. Nel 2017 si calcola oltre 5 mila morti nelle manifestazioni, per mano della polizia ed esercito. Il 60% delle vittime avevano meno di 29 anni.
La carenza di prodotti di prima necessità e l’insicurezza hanno portato a una crisi umanitaria ogni giorno più grande, obbligando il popolo a migrare. Siamo più di 5 milioni di immigranti ripartiti nel mondo. Dopo la Siria, l’esodo venezuelano, è la seconda crisi di rifugiati più grande al mondo, un paese senza guerra e con le riserve di petrolio più grande al mondo. Con il cuore in una valigia si parte, lasciando in dietro tutto. Alcuni siamo tornati nella terra dei nostri genitori, altri sono partiti senza un posto sicuro. Tanti sono morti di freddo nelle Andes, altri annegano nelle acque del mare….
(Antonieta e Louis)
Ripetiamo: Signore, noi ti invochiamo.
Signore Gesù, dona la tua forza a tutti gli innocenti condannati ingiustamente dal potere degli uomini.
Signore, noi ti invochiamo.
Signore Gesù, rafforza la nostra fede e donaci la vera libertà che sa discernere ciò che è buono.
Signore, noi ti invochiamo.
Signore Gesù, aiutaci a non cedere alle logiche della paura, del pregiudizio che condanna i fratelli e le sorelle.
Signore, noi ti invochiamo.
Signore Gesù illumina i governanti e chi ha particolari responsabilità nella società: rendi tutti noi sensibili al grido di chi, in modi diversi, è condannato a morte dall’indifferenza generata da politiche esclusive ed egoiste.
Signore, noi ti invochiamo.
Signore accompagna tutte le persone costrette a lasciare il loro paese per guerre, povertà materiali, complesse situazioni sociali. Proteggili e rendici collaboratori perché possano costruire una vita migliore per loro e i loro famigliari.
Signore, noi ti invochiamo.
40. «Le migrazioni costituiranno un elemento fondante del futuro del mondo» [Discorso al Corpo diplomatico (11 gennaio 2016)].
Ma oggi esse risentono di una «perdita di quel senso della responsabilità fraterna, su cui si basa ogni società civile» [Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (13 gennaio 2014)].
L’Europa, ad esempio, rischia seriamente di andare per questa strada. Tuttavia, «aiutata dal suo grande patrimonio culturale e religioso, [ha] gli strumenti per difendere la centralità della persona umana e per trovare il giusto equilibrio fra il duplice dovere morale di tutelare i diritti dei propri cittadini e quello di garantire l’assistenza e l’accoglienza dei migranti» [Discorso al Corpo diplomatico (11 gennaio 2016)].
41. Comprendo che di fronte alle persone migranti alcuni nutrano dubbi o provino timori. Lo capisco come un aspetto dell’istinto naturale di autodifesa. Ma è anche vero che una persona e un popolo sono fecondi solo se sanno integrare creativamente dentro di sé l’apertura agli altri. Invito ad andare oltre queste reazioni primarie, perché «il problema è quando [esse] condizionano il nostro modo di pensare e di agire al punto da renderci intolleranti, chiusi, forse anche – senza accorgercene – razzisti.
E così la paura ci priva del desiderio e della capacità di incontrare l’altro» [Messaggio per la 105ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (27 maggio 2019)].