Chi la croce accoglierà come te, Maria, Cristo Redentore lo salverà.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
5 Chi la croce accoglierà come te, Maria, Cristo Redentore lo salverà.
2 Signore, Dio della mia salvezza,
davanti a te grido giorno e notte.
3 Giunga fino a te la mia preghiera,
tendi l'orecchio alla mia supplica.
4 Io sono sazio di sventure,
la mia vita è sull'orlo degli inferi.
5 Sono annoverato fra quelli che scendono nella fossa,
sono come un uomo ormai senza forze.
8 Pesa su di me il tuo furore
e mi opprimi con tutti i tuoi flutti.
9 Hai allontanato da me i miei compagni,
mi hai reso per loro un orrore.
Sono prigioniero senza scampo,
10 si consumano i miei occhi nel patire.
Tutto il giorno ti chiamo, Signore,
verso di te protendo le mie mani.
11 Compi forse prodigi per i morti?
O si alzano le ombre a darti lode?
12 Si narra forse la tua bontà nel sepolcro,
la tua fedeltà nel regno della morte?
13 Si conoscono forse nelle tenebre i tuoi prodigi,
la tua giustizia nella terra dell'oblio?
14 Ma io, Signore, a te grido aiuto
e al mattino viene incontro a te la mia preghiera. (Salmo 88,1-5.8-14)
26 Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.
Gli uomini, le donne, i bambini, le famiglie cadono per mancanza di giustizia e amore, quando rimangono vittime di guerre volute da altri, finché sopra tutto prevale il senso d’abbandono e la consapevolezza che la volontà non basta per sopportare la fatica.
“È fondamentale che tutte le persone, in qualsiasi situazione si trovino, percepiscano un segno, un frammento, un’espressione di umanità, avvertano che la loro condizione non è senza via di uscita, che l’oscurità non è totale perché una piccola luce si può accendere sempre”. (P. Di Piazza)
Anche per Toyba, Wassie e i loro figli, provenienti da un campo profughi dell’Eritrea e giunti in Italia attraverso un Corridoio Umanitario Caritas più di un anno fa, solo l’amore poteva rigenerare, rialzare, con una prossimità gratuita e creativa, un ascolto discreto e rispettoso dove spesso noi volontari ci sentivamo incapaci di comprendere la strada giusta, proprio perché è un percorso fatto di continue riprese e ricadute. Ciò richiede la pazienza dell’amore, quella che fa nascere nei cuori la fiducia, l’amicizia, la condivisione della fatica e la gioia dell’ennesima ripartenza.
Ti contempliamo Crocifisso sulle vie percorse dai profughi di terra e di mare, per camminare accanto a Te e condividere il pane della fraternità attraverso i gesti concreti della nostra quotidianità.
(Lorenza, volontaria Accoglienza Migranti Malo)
Se non posso portare la Tua croce, Signore,
se non posso asciugare il tuo sudore,
se non posso allievare la tua sete,
dammi allora Signore coraggio
per condividere la sofferenza dei fratelli;
dammi serenità e giudizio per consolare chi soffre;
dammi forza e perseveranza
per non arrendermi di fronte al dolore del mondo.
Soprattutto Signore , fa che io creda con fede sincera che non sono sola
che tu mi accompagni nel cammino e prendi la mia croce con te.
Fa che non perda mai la speranza
di una nuova vita dove nessuno è solo con la sua pena.
Fa che la carità guidi le mie scelte ,
con la libertà dei figli di Dio.
(Cecilia volontaria Caritas Vicenza)
Audio preghiera
Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo,
quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare;
quando la mia croce diventa pesante,
fammi condividere la croce di un altro;
quando non ho tempo,
dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento;
quando sono umiliato, fa che io abbia qualcuno da lodare;
quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare;
quando ho bisogno della comprensione degli altri,
dammi qualcuno che ha bisogno della mia;
quando ho bisogno che ci si occupi di me,
mandami qualcuno di cui occuparmi;
quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un’altra persona.
Rendici degni, Signore, di servire i nostri fratelli
Che in tutto il mondo vivono e muoiono poveri ed affamati.
Dà loro oggi, usando le nostre mani, il loro pane quotidiano,
e dà loro, per mezzo del nostro amore comprensivo, pace e gioia.
(Madre Teresa di Calcutta)
78. […] Cerchiamo gli altri e facciamoci carico della realtà che ci spetta, senza temere il dolore o l’impotenza, perché lì c’è tutto il bene che Dio ha seminato nel cuore dell’essere umano. Le difficoltà che sembrano enormi sono l’opportunità per crescere, e non la scusa per la tristezza inerte che favorisce la sottomissione. Però non facciamolo da soli, individualmente. Il samaritano cercò un affittacamere che potesse prendersi cura di quell’uomo, come noi siamo chiamati a invitare e incontrarci in un “noi” che sia più forte della somma di piccole individualità; ricordiamoci che «il tutto è più delle parti, ed è anche più della loro semplice somma» [Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 235: AAS 105 (2013), 1115]. Rinunciamo alla meschinità e al risentimento dei particolarismi sterili, delle contrapposizioni senza fine. Smettiamo di nascondere il dolore delle perdite e facciamoci carico dei nostri delitti, della nostra ignavia e delle nostre menzogne. La riconciliazione riparatrice ci farà risorgere e farà perdere la paura a noi stessi e agli altri.